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ANDREA MANTEGNA

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ANDREA MANTEGNA


    S.GIACOMO AL MARTIRIO 1453-l457

Rappresenta S.Giacomo che, mentre viene condotto al martirio, battezza il suo carceriere gettatosi ai suoi piedi. Sulla destra vediamo una guardia che respinge un uomo che probabilmente voleva convertirsi al cristianesimo. Al centro dell'opera c'è un personaggio che, chiaramente, riprende il San Giorgio di Donatello (evidente ammirazione di Mantegna per i suoi predecessori). Mantegna, per realizzare l'opera, ha utilizzato il cosiddetto illusionismo prospettico, ovvero la visuale è posta in basso a livello dei piedi, come se lo spettatore stesse osservando un palco scenico. L'immagine è dinamica anche se i personaggi e il complesso architettonico sono imponenti come delle sculture classiche.


    PALA DI SAN ZENO 1456-l460

Si tratta della Sacra conversazione contenuta nella chiesa di San zeno a Verona. E' un trittico diviso in tre parti: al centro c'è la Madonna in trono con il bambino (ispiratisi a Donatello) circondata da angeli, a destra e a sinistra ci sono dei santi immersi nella lettura o nella contemplazione. Sebbene l'immagine sia divisa in tre parti da un porticato di colonne la prospettiva è una sola, inoltre l'opera è caratterizzata dall'illusionismo prospettico, ovvero la visuale è posta in basso a livello dei piedi, come se lo spettatore stesse osservando un palco scenico. La cornice e le colonne sembrano appoggiate all'opera tipo sipario scenico (si notino i piedi degli angeli che sporgono) e inoltre sottolineano l'amore per la classicità. I personaggi sono monumentali e caratterizzati da colori accesi. Sotto il trittico troviamo la predella, caratterizzata dalla medesimo illusionismo prospettico.


    CAMERA PICTA (O CAMERA DEGLI SPOSI) 1465-l474



Nella camera degli sposi abbiamo quattro pareti e il soffitto completamente decorati con affreschi (la caratteristica di questa stanza è che è priva di finestre), viene chiamata degli sposi non perché sia una camera nuziale ma perché Mantegna vi ha ritratto tutta la famiglia Gonzaga. Un loggiato percorre tutte e quattro le pareti della stanza creando così l'illusione di uno spazio più ampio. I colori sono brillanti ed accesi. Il punto di vista è unico per tutte e quattro le pareti, in questo modo Mantegna è riuscito a dare tridimensionalità ad una superficie piana. La facciata nord rappresenta tutta la corte Gonzaga radunata in un cortile. I personaggi sono chiaramente disposti per importanza, al centro c'è Ludovico Gonzaga con la moglie, dietro i li e accanto i cortigiani e il consigliere. Nella parete ovest c'è rappresentato Ludovico Gonzaga con il lio Francesco ed alcuni personaggi storici; tutti questi personaggi, eccetto Francesco, sono posti di profilo o a ¾ e non lasciano trapelare alcuna emozione. Sul soffitto c'è un oculo dipinto, dal quale si vedono dei putti, dei curiosi e un pavone (simbolo di ricchezza e prestigio).


    CRISTO MORTO 1481

L'opera rappresenta la Vergine e la Maddalena che piangono sul corpo di Cristo ormai morto. La prospettiva si trova a livello dei piedi di Cristo ma le due donne non sono comprese nel cono prospettico. Mantegna ha ridotto le parti più vicine e aumentato le parti più lontane per non disegnare i piedi sproporzionati. I colori sono duri e aspri.  








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