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PALAZZO MADAMA



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PALAZZO MADAMA

Circa duemila anni fa, all'epoca dell'impero romano, Palazzo Madama era una delle porte d'ingresso alla città in corrispondenza del decumano massimo che oggi è via Garibaldi. Due alte torri, quelle che tuttora affiorano sul lato della piazza pedonale, incorniciavano quattro grandi aperture ad arco: l'entrata e l'uscita da Torino (Augusta Taurinorum) verso Est, verso Roma. Nel medioevo, la porta romana subisce la sua prima radicale metamorfosi. Da soglia alla città diviene difesa della città: vengono chiusi gli archi romani, aperto un nuovo passaggio, accanto alla torre meridionale, la porta Fibellona, e, soprattutto, eretto un fortilizio a ridosso delle torri. Nei primi decenni del 1300 la struttura fortificata si trasforma in un castello per mano di Filippo I d'Acaja, del ramo cadetto dei Savoia. Ma è solo con Ludovico d'Acaja, all'inizio del Quattrocento, che il castello assume l'aspetto che ora coincide con uno dei due volti di Palazzo Madama: quattro torri angolari, scale di collegamento tra i vari piani e, all'interno, una corte circondata da portico. In seguito, il suo ruolo varierà, pur rimanendo centrale: dimora per ospiti di rango, scenario per le cerimonie pubbliche, spazio scenografico per le feste.Questo Palazzo che troneggia al centro di piazza Castello, a cui indirettamente da il nome essendo parte integrante dell'antico 'castello' medievale, è un'antologia di storia e di stili architettonici di epoche diverse. Il Castello, ampliato nel 1400, costituiva il vecchio nucleo difensivo della città, ed era a sua volta stato edificato inglobando le due torri dell'antica porta romana (Porta Decumana, o Praetoria); dietro la settecentesca facciata barocca passavano infatti le mura che circondavano la colonia di Augusta Taurinorum per un perimetro di circa 3000 metri.Il fronte verso Via Po conserva ancora l'aspetto medioevale con le sue merlature (ora poco evidenti), mentre la grandiosa facciata ed il corpo verso Via Garibaldi sono dotati di un ricco frontale, opera di Filippo Juvarra (1721), capolavoro di architettura barocca. Molti grandi artisti hanno lavorato a questo edificio i cui interni furono trasformati, già nel 1600, in lussuoso palazzo, soprattutto durante la reggenza (1638-l660) di Maria Cristina d'Orléans, lia di Enrico IV re di Francia e Maria de' Medici, rimasta vedova giovanissima di Vittorio Amedeo I di Savoia. Il nome di 'Madama' attribuito al palazzo risale a quest'epoca, poiché esso era destinato alla madama ('signora' in dialetto torinese). Maria Cristina; per lei Carlo di Castellamonte costruì il Salone degli Svizzeri e le bellissime sale degli appartamenti di gala.Sempre per un altra 'Madama' reale, Giovanna Battista di Savoia Nemours, Filippo Juvarra costruì successivamente la facciata e lo scenografico scalone monumentale, a due rampe simmetriche contrapposte, che danno oggi all'ambiente aspetto maestoso e regale, luminosissimo come tutte le costruzioni juvarriane.Sarà il re Carlo Alberto a riqualificare le sorti dell'edificio, destinandolo, nel 1832, a sede della Regia Pinacoteca. È questa la prima volta che il palazzo ospita un museo. Ma i simboli continuano a stratificarsi e nel palazzo, con Carlo Alberto, entra anche la politica: nel 1848, il re colloca nel grande salone al primo piano il Senato Subalpino, destinato a divenire uno dei luoghi della politica in cui più fortemente si è preurata l'unità d'Italia. Più tardi, nel 1869, il palazzo accoglie un altro importante organo istituzionale: la Corte di Cassazione. In questa epoca inizia i suoi studi Alfredo D'Andrade che dà il via, nel 1883, ad imponenti scavi archeologici ricostruendo la storia bimillenaria dell'edificio: le mura medievali esterne, le arcate della corte, i resti della porta romana e del lastricato che la attraversava. Quando nel 1934 Palazzo Madama diviene la sede del Museo Civico d'Arte Antica, sono già state ripristinate le merlature, il tetto e i cammini di ronda. Dal 1988 Palazzo Madama è chiuso. Un complesso lavoro di adeguamento dei locali e rifacimento degli impianti tecnologici ha dominato la prima fase dei lavori. Oggi, mentre continuano i restauri per recuperare al meglio e conservare tutte le storie che Palazzo Madama deve raccontare, questo grande corpo ricomincia ad animarsi.








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