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VAN GOGH

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VAN GOGH


Nel primo periodo Van Gogh non riesce a star fermo in un posto solo e viaggia. Inizia a meditare di dedicarsi all'arte; lavora presso una galleria d'arte fino circa a 20 anni, poi però inizia a realizzare schizzi di persone e luoghi. Uno dei primi schizzi riguarda ciò che vede dalla finestra di casa sua a Londra, per descrivere al fratello Teo la sua vita a Londra. Nelle lettere che manda al fratello, anche in seguito descriverà sempre i quadri che sta facendo e ne farà anche degli schizzi. Più che il paesaggio, all'inizio ama molto dipingere i derelitti,gente di umili origini che conducono una vita molto misera. Ha occasione di incontrare queste persone, soprattutto minatori e tessitori, quando si reca in Belgio a fare l'evangelizzatore, come il padre. Van Gogh si sente molto vicino alle persone che soffrono perché vede in loro la ura di Dio.


" I MANGIATORI DI PATATE" - 1885

Quadro più importante. Prima di realizzarlo fa uno studio sulle immagini dei contadini(realizza tanti quadri). Van Gogh dice che "la mano di un contadino è più bella dell' apollo del Belvedere".

Contestualizza la scena in una stanza di una casa di contadini; attorno ad un tavolo dipinge 5 persone intente a mangiare ciò che le loro mani hanno prodotto(patate). L'ambiente cupo è rischiarato solo da un lume centrale che emana una luce fioca e illumina solo parte dei volti dei personaggi, lasciando il resto in ombra. Dal soffitto pendono salumi appesi ad essiccare. La donna di destra sta versando del caffé nelle tazzine( il pranzo è quasi finito). I volti sono quasi deformati: Van Gogh accentua molto le espressioni del volto, facendoli sembrare quasi delle caricature (prerogativa del primo periodo di Van Gogh) perché vuole evidenziare la rudezza di queste persone. Inoltre i contadini indossano gli abiti quotidiani, perché ritiene  che un contadino sia più bello con gli abiti da lavoro che con quelli della festa. Vuole sottolineare l'atmosfera della casa, come se sentissimo gli odori tipici della cucina di questi contadini. Quando racconta quest'opera al fratello per lettera, si augura che il quadro venga incorniciato con una cornice dorata, perché darebbe maggior luce al quadro, in modo tale che tra la luce del lume e quella della cornice ci sia continuità. Prima di realizzare quest'opera aveva ospitato a casa sua una prostituta incinta, con un lio, col vaiolo e che era un'ubriacona; si chiamava Sien, lui la ospita per il suo amore verso il prossimo, ma anche perché in questo modo ha sempre a disposizione una modella che non gli costa nulla, visto che aveva problemi di soldi.



A Parigi, della pittura impressionista gli interessa il colore, che lo colpisce, anche se lui non lo userà mai in senso naturalistico, ma in senso espressivo(anticipa l'espressionismo). Però rimane deluso, perché pensava di trovare la Parigi pre - impressionista, in quanto ama il naturalismo di Courbet, Doumier e Millet, e sperava di trovare quell'ambiente. Non gli piacciono gli impressionisti come uomini, anche se li apprezza come pittori. Vorrebbe poter lavorare con qualcuno per condividere le impressioni, ma è sempre isolato, e questo sarà uno dei motivi della sua pazzia ( Van Gogh ha bisogno di contatto umano, di amore). Resta a Parigi per due anni e all'inizio dell' '88 se ne va: prende il treno, non ha una meta precisa; arriva al sud e scende ad Arles, una regione incontaminata, molto solare e calda -ciò che lui cerca- . si ferma qui con l'intenzione di cercare uno "studio del mezzogiorno", in cui possa lavorare con altre persone→cerca una casa abbastanza grande; pensa subito a Bernard e a Gauguin come amici da ospitare e quando trova la casa -la famosa "casa gialla"- chiede a questi amici di andare da lui. Per Gauguin predispone una stanza gialla, piena di quadri di girasoli→ per Van Gogh il girasole rappresenta la luce. In questa casa, inizialmente, realizza i quadri più sereni della sua vita. Prende da Gauguin la linea di contorno scura. Van Gogh e Gauguin sono due personalità forti e la loro amicizia finisce male. Ad un certo punto V. si farà ricoverare in un manicomio, ma continuerà a dipingere, perché per lui è un modo per sentirsi libero; dipinge ciò che vede, cioè gli ambienti dell'ospedale.

La pennellata si modifica in relazione al periodo in cui dipinge, ma anche in relazione a ciò che rappresenta. Nell'ultimo periodo è più tormentato e ciò si riflette anche nella pittura. Realizza anche molti autoritratti. Inoltre si fa inviare dal fratello delle opere di Millet che copia.

Cipressi li ama moltissimo, perché gli ricordano gli obelischi egizi. V. dice che sono molto difficili da dipingere, soprattutto il verde particolare, che è la nota di colore più difficile da realizzare. Anche gli ulivi gli piacciono, perché il tronco è tormentato come la vita umana. Nel maggio 1890 decide di andarsene e si ferma tre giorni a Parigi da fratello, per vedere il nipote, che si chiama come lui. Poi va ad Auvers Sur Oise, dove conosce il dottor Gachet, che è anche un pittore dilettante. Qui realizza:

"LA CHIESA DI AUVERS"

Nonostante rappresenti un'architettura, risulta deformata, senza righe dritte, dovuta alla deformazione interiore di V.

"CAMPO DI GRANO CON CORVI"

È la sua ultima opera. È quasi un'opera premonitrice, perché, pur utilizzando colori vivaci e accesi -giallo, azzurro e verde- trasmette un senso di solitudine incredibile: in mezzo al grano si aprono tre strade, che sembrano non portare a nulla; il cielo è azzurro, solcato da nuvole minacciose, nere, che sembrano un presagio di lutto e annunciano la tempesta. Colpisce molto la violenza con la quale dipinge: le pennellate sembrano colpi di frusta; il quadro è molto materico, inoltre dal grano si alzano dei corvi neri, presagio negativo.


Dopo questo quadro si suicida; si spara al cuore e rimane due giorni in agonia. Appena saputa la notizia il fratello impazzisce e 6 mesi dopo muore.

Van Gogh realizza 800 quadri ad olio e altrettanti disegni.






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