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Alessandro Magno e l'ellenismo

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Alessandro Magno e l'ellenismo


Il regno di Macedonia era culturalmente ed economicamente arretrato rispetto alla Grecia, ma, grazie alla forte personalità di Filippo II, alla fine del IV secolo a.C.,  estese la sua egemonia sul mondo delle poleis. Consolidato il suo potere sulla Grecia, Filippo II si preparò a guidare una guerra panellenica contro a Persia, ma venne assassinato in una congiura di palazzo (336 a.C.).

Suo successore fu il giovane lio Alessandro, il quale volle attuare i progetti espansionistici del padre e riprese i preparativi per la spedizione antipersiana.

L'avanzata dell'esercito macedone si dimostrò inarrestabile: in breve tempo Alessandro si assicurò il controllo dell'Asia Minore, dell'Egitto e del Vicino Oriente, e con una decisiva vittoria ottenuta nella pianura di Gaugamela (331 a.C), lungo il corso del Tigri, distrusse definitivamente la potenza persiana.

Adeguandosi ai modelli culturali orientali, Alessandro intese conferire al suo potere un carattere sacrale, ma in questo modo attirò su di sé l'incomprensione e l'ostilità dei Greci e dei Macedoni che lo avevano seguito nella sua spedizione e che consideravano il suo comportamento come espressione di uno smisurato orgoglio. In realtà Alessandro, manifestando rispetto verso le tradizioni politiche dei popoli sottomessi, si propose di realizzare un ambizioso progetto: fondere e assimilare all'interno di un unico organismo usi e costumi diversi, In seguito Alessandro si inoltrò lungo il corso dell'Indo, fino a quando le truppe si rifiutarono di seguirlo; durante la marcia di ritorno morì (323 a.C.), probabilmente per febbri malariche. Il grandioso impero da lui costruito in brevissimo tempo non gli sopravvisse, a causa delle violente lotte scatenate dai diàdochi (così si chiamava­no i suoi successori) per la conquista del potere.

Dalla frantumazione politica dell'impero di Alessandro trassero origine i cosiddetti regni ellenistici, tra i quali i più importanti furono il regno d'Egitto, quello di Siria e quello di Macedonia. L'autonomia di questi regni ebbe durata diversa, ma tutti prima della fine del I secolo a.C. vennero conquistati dai Romani, i quali avrebbero ereditato gran parte del patrimonio culturale dell'elleni­smo.



In età ellenistica (III-I secolo a.C.) si evidenziarono significative trasformazioni di ordine politico, economico, sociale e culturale: il mondo delle poleis tramontò per sempre per lascia re il posto a monarchie rette da sovrani assoluti; sorsero numerose nuove città economicamente floride e culturalmente vivaci, ma prive di autonomia politica; i commerci conobbero un notevole incremento, sia perché furono sempre più sfruttate le vie carovaniere che collegavano le regioni orientali col Mediterraneo, si a perché furono utilizzate con regolarità le rotte marittime tra l'india, il Golfo Persico e il Mar Rosso.

In campo religioso prevalse la tendenza al sincretismo, consistente nel tentativo di individuare soprattutto gli elementi di affinità tra i diversi culti; i contatti tra le persone furono facilitati dall'uso di una lingua comune, il dialetto attico; la letteratura e il teatro non posero più al centro delle loro produzioni i grandi ideali politici e le problematiche religiose e morali che avevano destato interesse nel secolo precedente.

Atene, pur continuando ad essere un centro importante, perse il suo primato culturale e altre località - Alessandria, Antiochia, Pergamo, Rodi - diventarono sedi di un intensa e dinamica attività intellettuale. Nel Museo di Alessandria, in particolare, si riunirono i più famosi scienziati per portare a termine le loro ricerche, generosamente finanziate dai Tolomei. Astronomia, geometria e medicina conobbero importanti sviluppi.




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