ePerTutti


Appunti, Tesina di, appunto storia

I Giochi del Medioevo - IN ITALIA

ricerca 1
ricerca 2

I Giochi del Medioevo


Il Medioevo è un'età di mezzo tra l'era antica e quella moderna, tra la fine dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.c.) e la seconda metà del secolo XV.
Esso comincia sostanzialmente con le invasioni barbariche e il crollo della cultura classica, culmina con la fondazione del Sacro Romano Impero e col trionfo della filosofia scolastica, viene meno col decadere dell'Impero e del Papato, con l'Umanesimo, con le trasformazioni operate dalle grandi scoperte geografiche e dalle prime grandi invenzioni.

Caratteristiche del Medioevo è l'universalità così nel campo religioso come in quello politico e culturale.
Malgrado tutto quel che si è potuto dire è errato pensare che il Medioevo non abbia conosciuto esercizi fisici, giochi e divertimneti. E' certo che nel Medioevo i giochi godettero di un incredibile fervore, ciò basterebbe ad imporre una revisione delle idee preconcette concernenti un uomo medievale che avrebbe trascurato sistematicamente il corpo. Tuttavia sarà bene menzionare i più importanti giochi, ciò aiuterà il formarsi di un idea degli esercizi corporei di quell'epoca.

Un certo numero di giochi e di sport in questione era riservato alla nobiltà.
Fin dall'epoca dei Carolingi e, se si vuol risalire più lontani, fin dagli stessi tempi Gallici vennero dati, a scopo di divertimento, tornei primitivi che erano una specie di battaglie campali senza nessun odio dall'una e dall'altra parte.



I giochi generalmente si dividevano in: 
· Giostre 
· Torneo  
· Caccia 
· Caccia col falcone 
· Pallacorda 
· Calcio 
· Dadi 
· sectiune 


Nei termini che preciseremo, i giochi Folkloristici del Medioevo stanno all'origine di alcuni nostri sport: sembra accertato ad esempio che il tennis derivi dalla pallacorda, il football dal soule e che l'antico gioco con la palla e il bastone sia l'antecedente di una grande varietà di sport attuali, come il croquet,hockey,golf,cricket.
Nel Medioevo i giochi e gli esercizi fisici non avevano nulla a che fare con l'educazione e la scuola.
L'inizio dell'educazione didattica coincideva generalmente con la fine dell'infanzia. Fino al XIII secolo, l'educazione scolastica era stata una prerogativa esclusiva degli ecclesiastici e dei nobili ( 'scolaro' era infatti sinonimo di chierico). Nel XIV secolo si moltiplicarono delle piccole scuole parrocchiali in tutte le città europee e nuovi internati destinati ai bambini poveri; contemporaneamente l'alfabetizzazione cominciò a diffondersi anche nelle camne.Verso il tredicesimo secolo sarà il potere politico a suscitare e a riconoscere lo stato giuridico delle università: Federico II a Napoli nel 1224. Le facoltà che si svilupparono furono diritto, medicina e teologia, e in Italia ci fu anche l'arte notarile.


Le lezioni erano propriamente letture e commenti di testi: il professore dichiarava il suo programma all'inizio dell'anno: si avevano poi ripetizioni e dispute, e prove d'esami. I collegi dell'università non lasciavano più posto alle ricreazioni. Come agli studenti non veniva accordato nessun 'intervallo' del pari non era questione, per loro, di dedicarsi ad esercizi fisici certamente il Re, la nobiltà e anche il popolo giuocavano, ma i giochi erano delle 'distrazioni' o una preparazione al mestiere delle armi.
Fra essi e l'educazione vi era un distacco, l'educazione medievale fu essenzialmente libresca.
Anche quando essa ammise certe 'distrazioni', si trattò soltanto di quelle suscettibili ad imporsi in essa.

IN ITALIA


Nelle città italiane del XIII e XIV secolo veniva praticata un'ampia varietà di giochi di azzardo con i dadi o con altri strumenti e il piacere di giocare ispirava sempre nuove invenzioni; a tali giochi si aggiunsero, poi, quelli con le sectiune, altro grande divertimento ludico d'azzardo. Questi giochi appartenevano tutti alla categoria della pura fortuna, vale a dire alla categoria dei giochi proibiti nel periodo medioevale. Altri giochi, come gli scacchi, richiedevano invece una certa abilità; erano quindi permessi, purchè si praticassero in luoghi aperti, cioè nelle piazze e nelle strade. Si giocava dappertutto: logge, portici, crocicchi e soprattutto le piazze con i mercati erano i punti nevralgici dell'attività ludica; le case private, le botteghe, gli spazi semichiusi erano invece luoghi proibiti per giocare. Infatti, sia le autorità civili che ecclesiastiche si scagliavano contro il gioco d'azzardo; motivo di questo le frequenti liti, le risse, le frodi e le imprecazioni contro Dio che spesso si sentivano nei luoghi dove si giocava. Oltre a questo si voleva evitare la rovina di persone che al gioco perdevano ogni avere.
Uno dei luoghi dove il gioco era più diffuso era la Taverna. Nelle maggiori città dell'epoca era solito trovarne diverse, ma esistevano anche le 'taverne mobili', costituite da un carro, botti di vino, qualche sgabello, con il quale un oste si spostava da una fiera all'altra. Le insegne, dipinte sull'entrata, generalmente erano dedicate ad animali: Il Falco Bianco, il Falco d'Oro, Il Pavone, ecc. Grazie al vino, che scorreva a fiumi, le parole 'volavano' libere; anche in questo caso, spesso legate al gioco dei dadi, le risse erano frequenti. 

Un certo numero di giochi e di sport in questione era riservato alla nobiltà. Fin dall'epoca dei Carolingi e, se si vuol risalire più lontani, fin dagli stessi tempi Gallici vennero dati, a scopo di divertimento, tornei primitivi che erano una specie di battaglie campali senza nessun odio dall'una e dall'altra parte.
I bambini giocavano con ciottoli, fili d'erba, conchiglie, che la loro immaginazione tramutava facilmente in biglie, servizietti di bambole, oppure con ciuffi di lino o di canapa con i quali costruivano bambole. Recuperavano doghe dalle botteghe, per fare cerchi e trasformavano in palloni i vasi di terracotta rubacchiati in cucina o le vesciche di porco che il padre regalava loro quando ammazzava i maiali. Gli artigiani realizzavano fischietti di terracotta a forma d'uccello e uccelli animati in metallo. Fabbricavano trottole e bambole con argilla o legno. Un altro giocattolo era il mulinello ad alette scolpito in una grossa noce o più elaborati piccoli mulini a vento realizzati dagli stessi bambini. Le urine, erano in legno, terracotta o piombo e non avevano la morbidezza delle pellicce: le preferenze erano per il 'peluches' in carne e ossa. Ai bambini si regalavano volentieri animali da comnia invece, alle bambine, scoiattoli addomesticati o uccelli in gabbia. I giovani li dell'aristocrazia preferiscono possedere un falco, che presto imparano ad addomesticare, invece i li di alcuni castellani giocano con scimmie. I giochi di abilità erano fatti con animellas, cioè noccioli di frutta e ruellas (dischi lanciati il più lontano possibile). Il giocattolo viene utilizzato per indirizzare chi li usa alla loro futura professione o mestiere. I bambini stessi sono sensibili a questo carattere educativo del gioco e dei giocattoli: quando sono sulla spiaggia i futuri cavalieri costruiscono castelli di sabbia, mentre i bambini che sanno d'essere destinati alla vita religiosa costruiscono piuttosto delle abbazzie. A loro si regalano piccole lance, archi in miniatura, spade in legno e sempre il cavallo-bastone che si cavalca correndo. Classici regali per le bambine sono la canocchia in miniatura e un secchio per attingere l'acqua. Ai piccoli che vivevano nelle camne venivano invece regalati trampoli, il carretto in legno miniaturizzato da trascinare nel cortile della fattoria e barche in miniatura scavate nel legno e munite di un foro a prua, per poterle tirare nei canali con l'aiuto di cordicelle. Giochi e giocattoli ricorrono in centinaia di manoscritti, affreschi e sculture: infatti la loro rappresentazione era assai apprezzata dai nobili che a partire dal XIV° secolo non esitano ad abbellire i propri castelli con argenti e tappezzerie aventi per soggetto il gioco dei bambini


Galleria di foto e immagini per: medioevo





Privacy

© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta