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INCENDIO RIVOLUZIONARIO

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INCENDIO RIVOLUZIONARIO


Dopo il congresso di Vienna c'erano stati tentativi di avere una costituzione (moti 20-21) organizzati da sette segrete.

Ci furono vari pensatori con idee diverse:

Il Cattaneo : programma federalista. Si rendeva conto delle differenze culturali e linguistiche delle varie regioni. Lo stato si sarebbe dovuto fondare su una repubblica con un governo per la difesa del paese e gli aspetti di carattere generale, mentre in ogni regione i cittadini dovevano eleggere un loro 'governatore'.

Anche il Gioberti e' federalista. Egli però ebbe un'orientazione neoguelfa : cioè poneva il Papa come presidente della confederazione. Pensiero che ebbe successo perché non implicava la destabilizzazione del potere delle dinastie esistenti.

Questo era un progetto realista e facile da realizzare a differenza dei programmi 'folli' di Mazzini.

Mazzini voleva riorganizzare tutto quanto lo stato per formare una vera repubblica. Per poter rivoluzionare tutto c'era bisogno del popolo che però era formato al 90% da contadini analfabeti che non era interessato piu' di tanto a questo cambiamento.



1846 : La prospettiva neoguelfa che era stata impedita dal papa precedente sembrò concretizzarsi con l'ingresso del nuovo pontefice Pio IX poiché fece varie concessioni (amnistia prigionieri politici, parziale libertà di stampa e altro). Così si formò quest'idea di Papa liberale adatto alla direzione della nuova confederazione.

I liberali toscani e piemontesi, vedendo ciò che era stato possibile all'interno dello Stato della Chiesa, chiesero ai loro sovrani nuove riforme e nel 1847 si arrivò ad una lega doganale fra i tre stati.

Nel 48 scoppia una rivolta popolare a Palermo e in tutta la Sicilia s proclama l'autonomia prevista dalla costituzione del 12. Ferdinando II chiese all'Austria un aiuto per domare il popolo, ma Pio IX non permise alle truppe di attraversare il suo territorio, così Ferdinando fu costretto a concedere la costituzione in tutto il regno.

Per evitare disordini anche Leopoldo II di Toscana, Carlo Alberto di Savoia e Pio IX dovettero concedere uno statuto.


Sempre 1848: A catena scoppia la rivoluzione anche in Francia

Luigi Filippo aveva trasformato il suo potere in un regime autoritario. Non si interessava del malcontento che provocavano la disoccupazione e l'aumento dei prezzi. 

Anzi censurò i ' banchetti pubblici ' e comunque qualsiasi altro tipo d ispirazione repubblicana. Così il 24 febbraio a Parigi partì l'insurrezione, la monarchia fu abbattuta e nacque la seconda repubblica con un governo provvisorio di coalizione fra liberali, repubblicani e socialisti. Importante fu il riconoscimento di due ministeri : uno a Luis Blanc, e l'altro ad un operaio, Albert.

Vari furono i provvedimenti in senso democratico : adozione del suffragio universale maschile, abolizione pena di morte per reati politici, eliminazione dei titoli nobiliari e della schiavitu', diminuzione delle ore lavorative per giorno (10).

Ci furono però contrasti fra socialisti (portavoce del proletariato) e le altre fazioni in senso economico: essi volevano gli ateliers sociaux mentre si oppose la borghesia poiché non voleva la violazione del principio della proprietà privata.

Si raggiunse un compromesso con gli ateliers nationaux: alcune fabbriche furono nazionalizzate per assorbire la disoccupazione operaia.


In tutta Europa ci furono moti, gli unici due stati in cui non ci furono insorti furono l'Inghilterra e la Russia: in Inghilterra perché era un paese liberale, mentre in Russia perché lo stato era autoritario e arretrato, la gente era ancora ridotta a servi della gleba e le rivolte erano represse in modo molto brutale.


Dopo Parigi fu importante la manifestazione studentesca del 13 marzo a Vienna (dove Metternich venne cacciato) poiché gli italiani si risolsero contro l'Austria.

Fu ripristinata la repubblica in Veneto (con Tommaseo e Manin) e poi a Milano dopo cinque giorni di combattimento si formò un governo provvisorio moderato (nonostante le forze che avevano condotto la lotte fossero stati piccola borghesia operai e artigiani capitanati da Cattaneo).

Tutta la penisola era percorsa da fermenti nazionalistici e si fece appello a Carlo Alberto di dare una svolta definitiva alla storia d'Italia.

Così il sovrano della Savoia si pose contro l'Austria accomnato dagli altri sovrani che non volevano essere travolti dagli eventi. Si iniziò così a chiamare queste lotte 'guerra di indipendenza'.

Numerosi furono i volontari che sostenevano la lotta (fra cui Garibaldi).

Gli austriaci furono costretti a rifugiarsi nel quadrilatero di fortezze.

Dopo un primo momento di 'coalizzazione nazionale', gli altri stati si resero conto del ruolo importante che stava prendendo Carlo Alberto così tutti si ritirarono dal conflitto seguendo Pio IX che abbandonò con un pretesto (l'Austria era Cattolicissima e aveva minacciato di passare al Protestantesimo).

Così Carlo Alberto dapprima ottenne alcuni successi, ma poi fu costretto ad un armistizio dopo la sconfitta di Custoza (25 luglio) e a tornare ai suoi vecchi confini.

L'insuccesso è da attribuire anche dalla diffidenza reciproca fra democratici -che avevano paura di una mera espansione dello stato sabaudo- e Carlo Alberto che temeva uno sconvolgimento sociale con l'appoggio del popolo.

Fu appunto per questo che rifiutò l'appoggio dei volontari comandati da Garibaldi.

Dopo un anno di frequenti lotte, ci furono iniziative per spodestare i sovrani degli staterelli italiani, così in parte vengono cambiati gli assetti politici.

Intanto i liberali manifestano contro Pio IX che ha abbandonato la guerra, scoppia una rivoluzione guidata da Mazzini, Saffi e Armellini (coloro che faranno parte del Triumvirato a Roma) e il Papa è costretto a fuggire nel regno di Napoli.

Il 48 si chiude con la Repubblica Veneta che resiste agli austriaci, l'armistizio tra Piemonte e Austria, nascita della repubblica a Roma e in Toscana.

In Piemonte Carlo Alberto si preoccupa del fatto che la lotta sia passata nelle mani del popolo negli altri stati e che i moderati premevano anche nel suo regno, e se si fosse creata la medesima situazione, sarebbe potuta nascere una repubblica; fu spinto quindi a dichiarare guerra all'Austria.

Tuttavia le sue truppe furono sconfitte molto rapidamente da quelle austriache comandate da un generale polacco e fu costretto ad abdicare in favore del lio Vittorio Emanuele II che deve are un'indennità di guerra.

La repubblica romana (che verrà protetta da Garibaldi) viene attaccata da molte regioni tra cui la Francia e qui il destino della repubblica cade.


In Francia gli avvenimenti di inizio 48 avevano sconvolto tutti, tanto che nelle elezioni di aprile, anche le masse popolari/contadini espressero un voto conservatore, e ottennero la maggioranza dei suffragi i liberali e sostenitori di Luigi Filippo.

I lavoratori erano scontenti, le industrie nazionalizzate erano fallite perché non potevano competere a livello di mercato con le private, conseguente licenziamento degli occupati.

I socialisti quindi sperarono in un nuovo attacco al potere, ma questa volta le truppe col generale Cavaignac schiacciarono le masse popolari parigine.

Il generale diventò presidente del Consiglio e approvò una costituzione apparentemente repubblicana ma molto limitatrice delle libertà politiche, inoltre ad un presidente eletto a suffragio universale venivano affidati ampi poteri.

Carica che assunse Luigi Napoleone. Egli era stato di idee radicali e carbonare, ma andando al potere si accorse di un bisogno di ritornare all'ordine e raccolse attorno a se uno schieramento di forze differenti, ma tutte anti-socialiste.

Per avvicinarsi l'opinione cattolica fece una spedizione a Roma per ripristinare il potere del Papa.

Viene abolita la repubblica, si crea l'impero e Napoleone si proclama Napoleone III (1850).

Indige un plebiscito a cui la maggioranza votò in favore poiché considerava questo impero come protettore della pace e fa finta che la gente conti qualcosa.


In Italia piano piano cadono tutte le repubbliche. C'e' il ritorno del dominio dell'Austria sul Veneto-Lombardo e non solo.

Al sud Ferdinando potè revocare la costituzione, in Toscana furono costretti a riportare al trono Leopoldo, Venezia invece crollò a causa di un'epidemia d colera.


In Piemonte invece la situazione e' diversa. E' uno stato liberale, il re mantiene parlamento eletto dal popolo a suffragio ristretto e governa con un primo ministro.

Si iniziano riforme, si modernizza la coltivazione del riso, si costruiscono nuove ferrovie e si prende la posizione di laicizzazione dello stato con le leggi sicanti: libertà di culto, si abolisce il tribunale ecclesiastico, si introduce una prima educazione dello stato e non piu' della Chiesa.

Al posto di D'Azeglio passa Cavour che avrà un ruolo fondamentale nella storia d'Italia.

Il Piemonte inizia ad essere piu' moderno ed europeo degli altri stati italiani.

I protagonisti del 48 erano stati :

Neoguelfi : seguaci del Gioberti. Funzionò fino a quando il Papa non ritirò le truppe che combattevano contro l'Austria.

Piemonte-Moderati: alla Cesare Balbo, anche questo fallito

Democratici : piu' vicini al Mazzini. quelli della Repubblica (Cattaneo) , ma anche loro vengono repressi. Mazzini, venne a Genova clandestinamente e trasformò la Giovine Italia in Partito d'Azione (nel 53), sempre pronto alla rivoluzione.

Mentre i Moderati si rifugiano in Piemonte sperando nel re, i mazziniani cercano di rivoluzionare.

All'interno dei democratici si creano gruppi.

Es : Pisacane.

Chi non crede piu' di poter vincere perché fin'ora il popolo non li ha mai affiancati.

Motivo : Nel programma di Mazzini non c'erano cose che portavano i contadini a rivoltarsi perché tanto il loro futuro non sarebbe cambiato con quelle sommosse.

Quindi bisognava elaborare un programma vantaggioso per la massa.

Fu per questo che Mazzini fondò il nuovo partito, non voleva farsi superare.

Il programma di Pisacane era però molto avanti, era già un embrione di socialismo.

Fece una spedizione per andare a liberare i contadini nell'isola di Ponza, ma i Borboni, venuti a conoscenza di questa mossa, dissero ai contadini che stavano arrivando dei briganti, così furono uccisi tutti quelli che avevano seguito il Pisacane dagli stessi contadini (spedizione di Sapri).

Questo fallimento mise in crisi il Partito d'Azione, favorendo l'egemonia del Piemonte e del partito moderato di Cavour.


Emerge la ura di Camillo Benso Conte di Cavour. E' lio di una famiglia colta piemontese. Mandato in Francia & Inghilterra da giovane fu a contatto con economie e politiche diverse grazie alle quali ebbe una buona formazione politica. Diventa liberale poiché rimane colpito dall'istituzione parlamentare inglese.

In economia è fautore del libero scambio senza barriere doganali. Nessun governo lo faceva, a parte Inghilterra e Francia.Egli pensa che per diventare una piccola potenza, il Piemonte doveva migliorarsi economicamente, politicamente e in agricoltura.

Il problema di D'Azeglio era stato che era un liberale debole : in parlamento era pieno di mazziniani, e la maggioranza di D'Azeglio era rosicata, quindi in balia della corte. In parlamento c'era bisogno di una maggioranza ampia, in modo che non ci fosse bisogno di ricorrere a Vittorio Emanuele.

Come? Coinvolgendo la sinistra in leggi che avrebbero approvato anche loro. Fece un connubio con Lattazzi che passò dalla sua parte.

Il ruolo della Chiesa intanto si indebolisce:
.fra i politici c'era un anticlericalismo sfrenato poiché il papato era un ostacolo all'unione, e i fedelissimi.

Cavour disse : libero stato(politica) libera chiesa(religione)

Sono due entità sullo stesso piano che però non interferiscono.

Questo era un pensiero molto moderno.

Il suo obbiettivo mirava all'unificazione dell'Italia settentrionale, sotto la corona dei Savoia.

Per combattere l'Austria pensava che l'appoggio di uno stato straniero fosse indispensabile (la Francia), così sfruttò le tensioni internazionali che si erano create: mandò 15mila uomini nella Guerra di Crimea a fianco di Francia e Inghilterra così che al congresso di Parigi (56) fu posta all'ordine la 'questione italiana'.

Poi riuscì a sfruttare in senso positivo il fallito attentato del mazziniano Felice Orsini che tentò di uccidere Napoleone III per far riaccendere le rivoluzioni in Europa.

Cavour prese misure antiliberali (censura e sequestri di stampa mazziniana) e convinse l'imperatore francese che l'instabilità italiana data dai problemi irrisolti, sarebbe potuta passare anche alla Francia.

Così fecero accordi segreti a Plombiéres (in Alsazia) che prevedevano l'intervento della Francia a favore del Piemonte in caso di attacco austriaco, formazione della confederazione degli stati settentrionali italiani sotto i Savoia e cessione di Savoia e Nizza alla Francia.

Così Cavour provocò l'aggressione dell'Austria e in aprile si diede inizio alla seconda guerra d'indipendenza.

Piemontesi e Garibaldini ebbero molti successi, e sulla scia di questa liberazione, anche gli stati del centro riuscirono a portare governi provvisori e chiesero al Piemonte di essere annessi.

Napoleone però decise di abbandonare la guerra firmando un armistizio con l'Austria; in base all'accordo Vittorio Emanuele II doveva ritirare i commissari dagli stati dell'Italia centrale, poiché temeva un eccessivo ingrandimento del Piemonte.

I Governi provvisori respinsero il ritorno dei vecchi sovrani e organizzarono la difesa militare.

Cavour fu costretto a lasciare per qualche tempo il governo e tornò poi quando il Piemonte ebbe l'appoggio dell'Inghilterra di Palmerson che era invece interessato ad una forza nuova in grado di attenuare quella francese.

Così Napoleone, rimasto solo, fu costretto ad accettare la nuova situazione.


Cavour voleva un'unità completa dell'Italia, ma pensava che al momento bisognasse consolidare la realtà che si era appena creata.

L'opinione pubblica indipendentista era però cresciuta e Garibaldi si staccò dall'opinione di Cavour e andò a capo del Partito d'azione.

Data la grave crisi nel regno delle due Sicilie in cui il nuovo re Francesco II era molto repressivo, si puntò sulla rivolta popolare: Rosalino Pilo andò in Sicilia a preparare le basi della rivolta, mentre Garibaldi radunava volontari per la spedizione militare che provennero da tutta Italia.

Il 5 maggio '60 partirono circa mille volontari da Quarto (Ge) che poi si rifornirono a Talamone in Toscana e poi sbarcarono a Marsala.

Grazie alla coalizione con il popolo siciliano i Borboni furono cacciati e Garibaldi assunse pieni poteri. Era una dittatura, ma evocava l'idea di democrazia sociale e le masse contadine pensarono di poter occupare finalmente le terre. Mentre all'inizio Garibaldi sembrò appoggiare questi sconvolgimenti, poi però non volendo che le classi possidenti si spingessero a sostenere i Borboni, incaricò Nino Bixio di reprimere i moti scoppiati a Bronte ed in altri paesi.

Dato l'appoggio del governo inglese a questa impresa, Cavour riprese l'iniziativa.

Così l'esercito piemontese iniziò scendere occupando Marche e Umbria,mentre Garibaldi continuava la sua battaglia in Calabria e poi a Napoli (dove cacciò Francesco II).

Garibaldi, Mazzini e Cattaneo chiesero garanzie di politiche democratiche, ma Cavour indisse plebisciti in tutto il territorio occupato per sancire l'annessione al Piemonte.

Il 26 ottobre Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele a Teano e segnò il passaggio dei poteri alle autorità piemontesi e lo scioglimento dell'esercito garibaldino.

Il 17 marzo 1861 poi il parlamento piemontese proclamò Vittorio Emanuele II re d'Italia; questa fu una vittoria per il partito moderato, poiché l'unità d'Italia era avvenuta come annessione di nuovi territori al Piemonte.


Dopo quest'unità d'Italia i problemi non finirono.

Innanzitutto il Lazio e Roma erano ancora sotto il Papa che aveva condannato questo nuovo stato. Al Cavour non sfuggiva il fatto che Roma per la sua storia fosse molto importante, essa aveva un valore simbolico.

Al primo congresso a Torino infatti si disse 'Roma futura capitale' ; pur essendo ancora fuori dal regno non si rinunciava all'idea che prima o poi sarebbe stata annessa. Con questa affermazione si voleva dare un messaggio a tutti gli italiani, in particolare ai mazziniani perché non organizzassero nuove rivolte.

Cavour voleva arrivare ad ottenere Roma grazie ad accordi. Infatti fece trattative segrete con Pio IX : in cambio di Roma gli prometteva che lo stato avrebbe lasciato assoluta autonomia spirituale in tutta Italia, non solo a Roma. In piu' lo stato avrebbe garantito soldi&stipendi alla Chiesa.

Il Papa però non voleva trattare. Questa intransigenza del Papa per reazione fece alimentare un anticlericalismo molto forte da parte degli uomini del risorgimento.


In giugno muore Cavour e viene a mancare una personalità portante come era stato lui.

I problemi ora sono tanti e anche diversi da quelli del Piemonte di Cavour, quindi la Destra Storica, cioè il liberali moderati che si rifacevano ai suoi principi ebbero molte difficoltà.

La classe politica inoltre non rispecchia affatto il popolo, ma solo il 1,7%.

I Problemi piu' scottanti furono:

Assetto da dare allo Stato:  il dibattito fra i parlamentari era su due proposte.

>decentramento à (riprese le idee di Cattaneo) alcuni democratici pensavano

che :

- il Piemonte era molto diverso dalle altre zone.

- Lingue diverse:l'italiano veniva parlato solo dai dotti.

- monete diverse.

- Mentre al nord c'era il sistema metrico decimale al sud c'erano misure arretrate.

- la tradizione storica è differente.

'Le differenze possono essere positive, e quindi bisogna creare uno stato rispettoso delle differenze. In questo modo i cittadini vengono educati alla politica, e i diversi problemi locali possono essere risolti in modo migliore e piu' velocemente.'




>accentramento à destra storica (cioè dell'800) liberali-seguaci del Mazzini.

Consideravano giusto il discorso del decentramento, ma data l'instabilità del nuovo stato era un pericolo dare troppa libertà alle varie parti. C'era bisogno di una forza centrale molto forte che tenesse in piedi tutto quanto, altrimenti il divario fra nord e sud sarebbe diventato tanto vasto che l'Italia si sarebbe spaccata di nuovo. Alla fine fu questa l'idea che prevalse e si scelse uno stato accentrato.


Problema Economico: anche sul piano economico le differenze fra nord, centro e sud erano molte. Il nord si stava industrializzando, aveva già industrie agricole e fabbriche artigianali, comunque era indietro rispetto al resto d'Europa.

In tutta Italia l'economia era basata principalmente sull'agricoltura.

Al centro non era arretrata ma neppure capitalistica, c'era la mezzadria à un proprietario affittava i terreni al mezzadro che si occupava di tutto. Il ricavato era diviso a metà fra i due. Ma questo non portava a grandi investimenti, poiché il mezzadro cercava di spendere meno per guadagnare di piu' al momento.

Al sud la situazione era invece piu' tragica. Una vasta parte della popolazione non possedeva terreno ma faceva lavoro bracciantile, molto sottoato quasi a livello feudale. Il proprietario era ancora una persona temuta e rispettata. Egli era ignorante e non conosceva le nuove tecniche. Non si interessava delle novità poiché continuava ad avere una rendita in modo parassitario. Dal canto loro, i contadini erano sottoati e non erano portati a migliorarsi.

Era una situazione tipo il terzo mondo al giorno d'oggi : agricoltura estensiva, tutti i lavori venivano fatti a mano, la produttività era bassa e non si riusciva a sfamare la popolazione.

Il nuovo regno era poverissimo, il reddito procapite era bassissimo, inoltre gli ex stati erano indebitati con l'estero à c'era bisogno però di appoggio straniero, il nuovo stato non poteva lavarsi le mani di questo debito, così si accollò tutto quanto.


Politica Estera : 'si irredenteranno anche Veneto e Trentino' si disse così poiché

questi erano stati sotto l'Austria ma in cui si parlava prevalentemente l'italiano. L'Austria però era un grande stato mentre l'Italia era molto debole.

L'altro problema era far entrare il Lazio che era protetto da Napoleone III.

Solo con aiuti internazionali si potevano risolvere questi problemi. Per questo sono problemi di politica estera : bisognava cercare l'aiuto di potenze straniere.


Il Brigantaggio

Un grosso problema fu la questione meridionale.

Nel Mezzogiorno si formarono gruppi armati comandati da briganti ed ex ufficiali dei Borboni, incitati anche dal clero. Queste bande erano nate subito dopo la cacciata dei Borboni ma si allargarono quando lo stato iniziò a fare nuove tasse indirette sulle masse popolare, e soprattutto con la tassa sul macinato. L'Italia aveva un grosso deficit, e per colmarlo non bastavano la vendita delle terre espropriate al clero e ai vecchi stati, per questo si istituirono nuove tasse.

Ci furono moltissime rivolte da parte dei contadini che in un primo momento avevano pensato di poter migliorare la loro condizione mentre poi si erano ritrovati addirittura in situazioni peggiori a prima.

Inoltre col nuovo stato tutti dovevano fare il militare (la leva durava 20 anni) e i contadini del sud si ribellarono anche per questo : oltre a non avere terra, avere troppo tasse, dovevano anche mantenere i propri li che non erano lì con loro ad aiutarli ma al servizio dello stato.

Il brigantaggio si risolse con aspre repressioni. Il motivo per cui le autorità piemontesi preferirono l'azione militare piuttosto che concedere qualcosa altrimenti lo stato si sarebbe sfasciato.

La maggioranza votò a favore (cioè la parte piemontese) però ci furono lamentele, si disse che l'Italia era stata 'piemontizzata'. Che comunque fu l'ancora che permise allo stato di rimanere unito.

Quindi si scelse uno stato accentrato col modello di quello di Napoleone I.

Re

Regno à governo nazionale.Presidente del consiglio, ministri

Provincia à non esiste un consiglio provinciale ma un prefetto nominato dal   

ministro degli interni, quindi rappresentanti del governo, non

espressione dei cittadini.

Comuni à sindaco : eletto dal prefetto

Consiglio elettivo : eletto dai cittadini. Ha un potere consultivo, quindi

molto limitato.


Il problema del Veneto.

Si risolse nel 1866.

La Danimarca al congresso di Vienna aveva avuto tre regioni appartenenti alla Germania che non dovevano essere annesse al suo territorio ma solo amministrate. Nel 1865, dato che erano ormai 50 anni che le aveva, ormai era come se fossero sue, così le annesse.

PrussiA e Austria le dichiararono guerra per liberarle (in realtà Bismark, il cancelliere prussiano, voleva solo ingrandire la PrussiA).

In una settimana i Danesi sono sconfitti e le due potenze vincitrici si suddividono le tre regioni : una per uno, e la terza l'amministrano assieme. Questa spartizione dura un anno, poi non si trovano piu' d'accordo e la PrussiA dichiara guerra all'Austria.

L'Italia subito si allea con la PrussiA per avere il Veneto.

Gli italiani vengono sconfitti su tutti i fronti, a parte una battaglia capitanata da Garibaldi.

La PrussiA invece vince e in due settimane arrivò quasi a Vienna, così acquisì tutte e tre le regioni e diede il Veneto all'Italia nonostante fosse stata sconfitta.


Acquisizione del Lazio.

Essendo Napoleone III protettore del Lazio, e la Francia una grande potenza, all'inizio non sembrò possibile un attacco allo Stato Pontificio.

Il primo a muoversi fu Garibaldi dietro ordine segreto del presidente del consiglio.

Partì dal sud per non destare sospetti, ma Napoleone ne venne a conoscenza e protestò col Piemonte. Allora il presidente del consiglio mandò l'esercito regio contro i garibaldini che non accettarono di fermarsi e ci fu uno scontro.

1864. Convenzione di Settembre.

Napoleone si convinse che con l'Italia si poteva arrivare ad un accordo.

Egli manteneva la protezione al Papa solo perché molti influenti francesi erano cattolicissimi, così decise di ritirare i militari francesi da Roma e il compito della difesa dello Stato Pontificio veniva assegnato all'Italia da eventuali attacchi dai territori italiani. Inoltre bisognava revocare la frase 'Roma futura capitale' che si era fatta con Cavour e scegliere una capitale fissa. Così Firenze diventò la nuova capitale per due motivi : era piu' o meno al centro ed era la città piu' acculturata d'Italia.

Dato che l'Italia doveva difendere il Papato da attacchi esterni, Garibaldi si mise in contatto con mazziniani interni a Roma e decisero di fare una rivolta interna alla quale si sarebbe aggiunto anche Garibaldi. Purtroppo solo pochi si mossero all'interno della città, e la polizia pontificia riuscì a controllare tutto da sola. I Garibaldini entrarono ugualmente, così Napoleone mandò una spedizione di uomini provvisti di fucili a ripetizione (caricavano 8 colpi invece di uno ed erano ancora a modello sperimentale quando furono utilizzati in Italia, fu appunto la prima prova di questi nuovi fucili) che fecero una carneficina.


Intanto però iniziò un conflitto fra Francia e PrussiA e questo corpo di spedizione dovette tornare a casa. La PrussiA era però superiore alla Francia, e quasi tutto l'esercito fu fatto prigioniero. A Sedanne ci fu la sconfitta clamorosa e cadde l'impero di Napoleone III.

Alla PrussiA Roma non interessava poiché era un paese protestante, così Vittorio Emanuele mandò i bersaglieri.

Pio IX però nonostante avesse un piccolo esercito ordinò di resistere così agli occhi del mondo si sarebbe visto che la presa di Roma era un attacco e non un accettare passivo dalla parte del Pontefice. Ma i bersaglieri riescono ad entrare e finisce il suo potere temporale.

Si fecero trattative col Pontefice, lo Stato si sarebbe fatto garante della sopravvivenza della Chiesa, ma Pio IX rifiuta qualsiasi accordo per non accettare questo stato anche 'implicitamente'.

Lo Stato varò comunque la legge delle guarentigie (garanzie) : si garantivano tre piccoli territori al Papa di extraterritorialità : Vaticano, i palazzi del Laterano e Castel Gandolfo in cui le leggi italiane non avrebbero avuto alcun potere piu' un'indennità molto alta.

Pio IX fece un concilio i cui stabilì l'infallibilità del Papa ex cattedra (abolita solo da Giovanni 23°) : era una cosa stabilità già al concilio di Trento, ma che non era mai stata applicata.

Fu proclamato poi il dogma dell'immacolata concezione.

Infine pubblicò un Sillabo à raccolta di tesi dell'epoca tutte condannate. Cioè quello che lui considerava gli errori del suo tempo. Seguire quelle tesi significava venire scomunicati. (es: ribellarsi ai principi legittimi, divorzio, liberalismo:quindi i cittadini che votano, socialismo, democrazia).

Così i cattolici non dovevano partecipare alla vita politica .NON EXPEDIT.(non giova). Questo alimentò ulteriormente l'anticlericalismo, ma comunque i cattolici furono esclusi dalle nuove istituzioni del paese e dall'1,7% della popolazione votante, si diminuì ulteriormente il numero.











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