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Riassunto di storia

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Riassunto di storia


La Rivoluzione Americana

processo di colonizzazione americano: a Nord si sono stanziati gli inglesi, e in minor parte gli olandesi; a centro-sud si sono stanziati gli snoli e portoghesi;

colonizzazione inglese: nel 1607 un piccolo gruppo di inglesi emigra in America a causa della forte intolleranza religiosa. I primi coloni sono calvinisti puritani e uno dei motivi fondamentali che li spinge ad emigrare è il desiderio di esprimere la propria religione. Uno degli aspetti principali del puritanesimo è la teoria della predestinazione e anche sotto questo aspetto, la fuga in America viene interpretata come la possibilità di creare una comunità di eletti che ricrei la società primitiva del Vangelo, vogliono ritornare alla purezza.



Nei primi tempi della colonizzazione si credeva che in America fosse facile trovare fortuna perché non c'erano costituzioni. Ma la colonizzazione del Nordamerica nel primo periodo riguarda solo la costa est, solo in un secondo periodo l'espansione procede anche la sua costa ovest.

La prima colonia inglese che si forma è la Virginia (chiamata così in onore della regina Elisabetta, che era detta anche la regina vergine), le altre vengono fondate a Nord e a sud della costa est e sono: New Hempishire, Massachussets, Rhode Island, Connecticut.

Ma maggior parte delle colonie sono fondate dai puritani e dai non conformisti; i puritani fondano il Massachusetts e il Connecticut, mentre i conformisti fondano il Rhode Island e il New Hempshire.

I puritani fondano le colonie su un modello moralistico: si crea un'intolleranza religiosa che spinge non conformisti ad emigrare (loro non potevano partecipare alla società politica fondata dai puritani).

In generale la zona occupata dagli inglesi è definita New England. Le colonie diventano 13 e i coloni, attraverso un patto si riconoscono uguali e fondano degli organi politici, si danno un autogoverno, essi però si considerano fedeli alla corona inglese e anche agli statuti.

Nominano il nome del re, ma non riconoscono l'autorità del Parlamento perché non ha rappresentanti delle colonie al suo interno, e vorrebbe detenere il potere legislativo escludendo gli organi politici formatisi nelle colonie.


Differenze nelle strutture economiche fra colonie a Nord e a sud del Nordamerica:

Sud: era diffusa la proprietà e le piantagioni, la popolazione era divisa in proprietari e lavoratori (perlopiù schiavi), era un' organizzazione economica che riproduceva quella europea.

Nord: era diffusa la piccola e media proprietà terriera, era diffusa la lavorazione del legname, non c'è una distinzione sociale così netta come al sud.

Tra il seicento e il settecento le colonie si formano e si consolidano, e i rapporti di natura economica e politica sono pacifici fino alla seconda metà del settecento.

L'Inghilterra, lascia alle colonie la possibilità di autogovernarsi. I rapporti economici sono basati sulla politica protezionistica, cioè l'Inghilterra obbliga le colonie a commerciare solo con la madrepatria: rende i prodotti americani monopolio inglesi;

in un primo momento le colonie accettarono questo tipo di regime, ma successivamente, quando la popolazione aumentò le colonie si ribellarono: inizia il contrabbando soprattutto della melassa e dello zucchero, che servivano a produrre il rum.

Intanto in Europa iniziano a circolare le idee illuministiche che screditano il mercantilismo, e anche i coloni vengono a contatto con queste idee.

Dopo e durante la guerra dei sette anni l'Inghilterra aveva bisogno di soldi così il Parlamento cerca di legiferare per le colonie: 1765-viene promulgato lo 'Stamp Act" àil Parlamento mette una tassa sui giornali e su gli atti di valore.

Il Parlamento emana sempre più leggi sino al 1670-l783, quando iniziano le ribellioni: quella che scatena la guerra si verifica nella baia di Boston, in cui coloni versano un carico di thè nel mareàscoppia la guerra tra L'Inghilterra e le colonie americane.

Nel 1774 a Philadelphia si riunisce un congresso dei rappresentanti delle colonie, che arriva alla formulazione della dichiarazione d'indipendenza il 4 luglio 1776.

George Washington si mette a capo dell'esercito coloniale e mette in chiaro le rivendicazioni nei confronti dell'Inghilterra: i coloni, infatti, si sentono in possesso di alcuni diritti fondamentali che madrepatria viola con le varie leggi che impone alle colonie.

Lo Stato che ha il compito di tutelare le libertà del cittadino è detto Stato liberale, cioè garantisce libertà dei cittadini. La gloriosa rivoluzione aveva evidenziato la tutela dei diritti. È la dichiarazione di indipendenza che segna la consapevolezza di cosa i coloni vogliono essere rispetto all'Inghilterra.

L'Inghilterra mandò una flotta navale per sedare la rivolta: inizia la guerra civile (le colonie sono ancora sotto la corona inglese). Le colonie affidarono il comando politico al congresso. È la dichiarazione di indipendenza che contiene i principi politici e teorici che stanno alla base della costituzione attuale degli Stati Uniti:

Primo aspetto: rivendicazione dei diritti fondamentali dell'uomo, verità di per sè evidenti, verità universali e inalienabili dall'uomo:

la vita

La libertà

La proprietà

La ricerca della felicità

queste certezze non verranno mai messe in discussione dallo Stato, il regime fiscale americano è più leggero perché la tassazione è considerata un'usurpazione della proprietà privata. Ma la comunità politica americana nasce da un patto, da un contratto, il potere politico viene dall'uomo, prima del patto non c'è una comunità politica à visione contrattualistica del potere politico perché gli uomini decidono di sottomettersi ad un potere che hanno costruito (per rendere possibile tutela dei diritti fondamentali).

I primi filosofi che teorizzano la visione contrattualistica sono Locke e Hobbes, e poi Rousseau riprenderà l'idea.

Tra i diritti fondamentali dei cittadini c'è anche quello alla ribellione: le forme di governo possono essere delegittimate quando viene instaurato un regime tirannico e violate le libertà fondamentali. Siccome l'Inghilterra aveva violato le libertà fondamentali, le colonie hanno il diritto di ribellarsi, quindi le colonie giustificano teoreticamente la ribellione.

Le nazioni europee intervengono a favore delle due parti: in particolare la Francia delle colonie e gli indiani d'America all'Inghilterra. Con le battaglie di Saratoga e Yorktown le colonie scongono l'Inghilterra e nel 1783 la pace di Versailles conclude la guerra:

ai coloni, viene riconosciuta l' indipendenza.

La Francia, viene ricompensata dalla sconfitta della guerra dei sette anniàacquisisce dei territori simbolici che sottolineano la forza francese.

Si apre il dibattito su cosa sarebbero diventati Stati Uniti (opzione confederale oppure opzione federale).

Opzione confederale: le 13 colonie possono diventare un'associazione di Stati, affidano alcuni poteri agli altri confederali comuni, come il congresso (poteva legiferare la politica esterna, non per la  politica interna); mantenendo una forte preservazione dell'autonomia.

Sembra prevalere questa opzione, mai coloni non piaceva l'idea di un potere forte perché si sarebbe potuto ripetere la violazione diritti già sperimentata a causa dell'Inghilterra.

Nel 1887 prevale l'opzione federale: cioè il riconoscimento di poteri più ampi ai poteri centrali, viene approvato l'organo della convenzione. La costituzione redatta non venne quasi mai modificata, se non poche leggi (come abolizione la schiavitù)à gli Stati Uniti con la costituzione del 1887 diventano una Repubblica federale, caratterizzata dalla divisione dei poteri (idealizzata da Locke e Montesquieu).






Il potere viene affidato a:

Senato bicamerale elettivo(garanzia di equità)à ogni Stato poteva eleggere due rappresentanti qualunque fosse l'estensione e il numero di abitantiàgli Stati non sono più squilibrati, non c'è il suffragio universale maschile.

Presidente elettoà ogni quattro anni da un collegio di grandi elettori (= rappresentanti dei partiti, che a loro volta degli Stati).

Corte suprema: organo massimo del potere giudiziario, gli organi confederali possono legiferare aspetti legati al commercio-monetazione, tutto il resto è compito degli Stati.

Il presidente ha il diritto di veto sulle proposte del congresso

nel 1891 vengono fissati i primi 10 emendamenti fondamentali della libertà.


Fondamenti teorici che stanno alla base delle dichiarazioni dei diritti e malati durante le rivoluzioni dell'età moderna

sono fondamenti filosofici, attinti dalle riflessioni dei pensatori dell'età moderna.

o  Hobbes e Locke sono accomunati dalla stessa visione del potere politico, ossia il contrattualismo, forma di potere che deriva da un patto del popolo, in questo senso il potere del basso, dal consenso dei cittadini.

Hobbes

prima del patto politico, gli uomini vivevano nello stato di natura che Hobbes ritiene pericoloso perché tutti esercitavano la propria libertà non essendoci un limite alla sfera della libertà, di conseguenza nascono guerre e conflitti continui.

Esercizio di natura senza limiti per Hobbes implica un danno nei confronti delle altre persone: sono necessari dei limiti che permettono una stesura dei criteri di giustizia.

Gli uomini decidono di uscire dallo stato di natura e di contrarre un patto: fondano una comunità politica per tutelare la sicurezza individuale; da questo patto si arriva ad un altro patto: il patto di soggezione,che dà vita alla sovranità assoluta: un organo che deterrà tutti poteri assoluti e che permetterà la sicurezza dei cittadini.

Per Hobbes l'assolutismo è una scelta della comunità per avere una sicurezza costante (egli voleva promuovere la dittatura di Cromwell).

Locke

Gli uomini prima di unirsi vivono in uno stato di natura MA non per forza minaccioso e pericoloso, ma in cui l'uomo gode di alcuni diritti importanti come il diritto alla proprietà; ma nonostante i vantaggi, l'assenza di leggi rende problematico il rispetto della giustizia.

Gli uomini decidono di stipulare un patto, in cui c'è il bisogno di maggior sicurezza si unisce alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali (tra cui la proprietà): il cittadino avrà delle libertà e sarà comunque tutelato dalla legge.

Lo Stato esiste per lasciare spazio all'individuo di esercitare i suoi diritti (visione liberale). Il patto di soggezione dà vita ad organi adibiti alla tutela dei diritti dei cittadini.

Locke propone lo Stato liberale, ha una visione negativa della libertà in quanto ritiene che lo stato libera i cittadini di tutti gli ostacoli che si frappongono tra loro e raggiungimento delle libertà civili: cultura, stampa, espressione, libertà politiche (diritto di rappresentazione).

Locke non vede il diritto di voto come un diritto per tutta la popolazione: dà molta importanza Parlamento in campo legislativo, vede la fine della gloriosa rivoluzione.

Montesquieu

(1700) scrive 'lo spirito delle leggi', tratta della natura delle leggi e della centralità di queste, pubblicato nel 1748.

Stima il modello parlamentare inglese, e riprende la teoria di Locke della divisione dei poteri, e la sviluppa.

Rosseau

teorizza lo stato di natura, Stato in cui vigono forme naturali di uguaglianza che rendono le vite degli uomini molto soddisfacenti, gli uomini sperimentano l'eguaglianza effettiva.

Il primo patto tra gli uomini fa venir meno l'eguaglianza: la civilizzazione  produce le prime forme di disuguaglianza, la disuguaglianza è dannosa perché è prodotta dall'uomo; se fosse stata una disuguaglianza naturale non sarebbe stata negativa.

nel 'discorso sulla disuguaglianza' afferma che la proprietà è frutto della civilizzazione e ha quindi creato disuguaglianze, quindi va ridotta e limitata.

L'introduzione dei limiti sulla proprietà privata porta la riduzione del diritto individuale. à Civilizzazione: patto che cittadini fanno dando tutto il potere ad un corpo politico unico che incarna la volontà generale: alienazione dei diritti personali che permette la piena soddisfazione della totalità perché avviene da un'autorità politica.


In sintesi: Locke à liberale à il singolo è il centro dello Stato

Rosseau à egualitario à lo Stato conta più del singolo


La Rivoluzione Francese

La Francia è un regime assolutistico nel quale il re ha molto centralizzato il potere sottoponendo i poteri a funzionari di nomina regia, limitando poteri pubblici, effettuando pesanti tassazioni.

Il regime assolutistico causa ribellioni: fronde dei principi e dei parlamentari con Mazzarino, che volevano ristabilire i propri poteri, privati dal potere centrale.

: scoppia la rivoluzione a causa dell'assolutismo regio.

Nella seconda metà del 700' la Francia era in una situazione di grave debito pubblico nei confronti dei cittadini, a causa delle ingenti spese per gli interventi militari del seicento e del settecento, come ad esempio alla guerra dei sette anni e la rivoluzione americana al fianco delle colonie.

Una soluzione per eliminare il debito pubblico era quello di annunciare la bancarotta, cioè l'annullamento di tutte le situazioni di debito, ma un mancato amento dei creditori avrebbe potuto scatenare una ribellione così Luigi XVI tenta di varare una riforma fiscale per incamerare denaro.

La riforma aveva l'intento di abolire privilegi fiscali della nobiltà e del clero, ma questi due ordini volevano mantenere la società degli ordini, cioè mantenere i privilegi fiscali di conseguenza l'aristocrazia si ribella e chiede che vengano convocati gli Stati generali (dopo un secolo e mezzo di non convocazione) per esercitare il diritto di veto sulla riforma fiscale (prima fase della rivoluzione: aristocratica).

Luigi XVI concede la convocazione degli Stati generali nel maggio del 1789: si determina la necessità di eleggere dei rappresentanti degli ordini; si svolsero delle elezioni e in particolare la fase di elezione dei deputati del terzo Stato fu seguita da un dibattito pubblico nel quale vengono stesi tutti i cambiamenti sulla politica francese: i quaderni delle rimostranze.

Questi quaderni sarebbero dovuti essere consegnati al re. Alcuni rivendicazioni furono condivise anche della nobiltà e del clero.

gli Stati generali si uniscono e il re vuole presentarsi non come un re assolutista per evitare tensioni, ma allo stesso tempo non voleva fare reali concessioni, ma far approvare dagli Stati Generali la riforma fiscale.

Luigi XVI fu quindi ambiguo sulle sue intenzioni e gli Stati generali lo capirono. Un primo problema era il dibattito sulla procedura di voto, il terzo Stato voleva infatti il voto per testa perché costituiva l' 88% della popolazione, ma non arrivando ad una conclusione il terzo Stato si autoproclama assemblea nazionale come se volesse decidere per tutti cittadini francesi in virtù di un fondamento teorico di un opuscolo dell'abate Sieyes.

Il terzo Stato è lo Stato francese perché costituisce l' 88% della popolazione ed è lo Stato produttivo quindi è dovere del terzo Stato decidere per i di cittadini francesi. Luigi XVI tenta di sciogliere l'assemblea, ma tutti gli ordini si autoproclamano assemblea nazionale e costituente al fine di approvare una nuova costituzione.




Gli ordini si uniscono perché:

o  i nobili e clero vogliono mantenere i loro privilegi.

o  Il terzo Stato voleva arrivare ad uno stato in cui non ci fossero privilegi tra gli ordini.

o  Entrambi vogliono abbattere il regime assolutistico. Inoltre il 9 luglio lo stesso anno i Stati generali giurano di restare uniti contro l'assolutismo del re.





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