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ALGERIA - GEOGRAFIA FISICA, GEOGRAFIA UMANA, GEOGRAFIA ECONOMICA

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ALGERIA


Repubblica (Al-Jumhuriya al-Jaza'iriya ad-dimuqratiya ash-sha'biya) dell'Africa settentrionale. Superficie: 2.381.741 km 2 . Popolazione: 30.579.000 abitanti. Capitale: Algeri . Lingue: arabo (ufficiale), francese e dialetti berberi. Religione: musulmana (con minoranze cattoliche). Unità monetaria: dinar algerino. Confini: confina a nord con il Mar Mediterraneo, a est con la Tunisia e la Libia, a sud con il Niger, il Mali e la Mauritania, a ovest con il Marocco . Ordinamento : amministrativamente l'Algeria è divisa in 48 dipartimenti.



GEOGRAFIA FISICA

Morfologia. Nei suoi confini attuali l'Algeria ha inglobato anche un'ampia sezione del Sahara, che durante l'epoca coloniale costituiva un'area con una sua particolare amministrazione. La parte più vitale, importante e popolata del Paese è però il Maghreb, con il quale in pratica l'Algeria si identifica sebbene rappresenti in superficie un settimo circa del territorio nazionale. Il Maghreb forma una regione naturale ben distinta da quella sahariana e costituisce, con i suoi allineamenti montuosi, la prosecuzione dei rilievi del Marocco. È formato da due principali fasci di pieghe (Atlante del Tell o Telliano o, semplicemente, Tell, e Atlante Sahariano) che corrono paralleli alla costa e sono separati da una serie di altopiani. Come in Marocco, il Maghreb algerino fu interessato dall'orogenesi alpina, manifestatasi in due ben differenziate fasi. Alla più recente, pliocenica, si devono i rilievi più settentrionali, l'Atlante del Tell, costituito da una serie di catene sovrastate da massicci di rocce calcaree, tra cui si incuneano intrusioni granitiche. Caratterizzato da una morfologia assai tormentata, ha le massime cime nell'Ouarsenis (1.983 m) e nelle catene del Babor (2.004 m) e della Djurdjura (2.308 m), che dominano rispettivamente la Piccola e la Grande Cabilia. Affacciato alla costa, il Tell determina la morfologia del litorale, accidentato da promontori rocciosi tra cui si interpongono brevi falcature sabbiose; si hanno pianure relativamente più ampie in corrispondenza di depressioni tettoniche, come la piana alle spalle di Algeri e quelle di Annaba e di Orano, e di valli fluviali colmate da materiale alluvionale, tra cui principalmente quella dello Cheliff. L'Atlante Sahariano, di origine più antica, eocenica, subì più a lungo l'azione erosiva e ha pertanto cime meno elevate; comprende brevi catene (Ksour, Amour, Ouled Nañil), resti di pieghe arenacee e calcaree che toccano al massimo i 2.000 m di altezza; ma a est di esso si innalza l'imponente massiccio coevo dell'Aurès (2.328 m), dalle forme assai aspre. Presentano linee monotone gli altopiani interni, formati da una successione di pianure mosse da lunghe creste collinari, di altezza variabile tra i 600 e i 1.200 m; hanno la loro massima estensione nel settore occidentale, mentre a est si fondono con le catene del Tell proseguendo in territorio tunisino. Più semplice è, nei suoi lineamenti geomorfologici, l'Algeria sahariana; qui lo zoccolo archeozoico, costituito da rocce cristalline con predominanza di micascisti e gneiss, è stato interessato da movimenti orogenetici nell'era paleozoica, ma i suoi rilievi sono ormai quasi del tutto demoliti. Una serie di abbassamenti di tutta la piattaforma provocò a più riprese l'ingressione del mare e la copertura delle rocce più antiche con strati sedimentari di calcari, arenarie, argille; solo in corrispondenza del massiccio dell'Ahaggar, che raggiunge i 3.000 m, lo zoccolo riemerge, in parte ricoperto da lave basaltiche. La regione ha subito profondamente la degradazione meteorica e le rocce superficiali si sono frammentate, dando luogo ad alcuni tra i più interessanti esempi di morfologia desertica, con superfici rocciose lisciate dal vento (Hamada di Tademaït), aree sabbiose (Grande Erg Occidentale e Orientale ) e ciottolose (reg o serir).

Clima. Il Maghreb appartiene all'area climatica mediterranea, ma solo nelle limitate zone costiere i caratteri sono decisamente tali; più all'interno la continentalità fa sentire i suoi effetti: così ad Algeri la media annua si aggira sui 18 °C con un'escursione termica di solo 12 °C (media invernale 12 °C, estiva 24 °C), mentre nel bacino dell'alto Chéliff si possono verificare d'inverno condizioni di gelo mentre d'estate si registrano anche 47 °C. Il regime delle precipitazioni è legato all'alterna azione delle masse d'aria umida d'origine atlantica e di quelle continentali sahariane. Sui rilievi meglio esposti del versante esterno del Tell cadono annualmente sino a 1.000 mm di pioggia, negli altopiani interni 300-400, oltre tali valori nuovamente sui pendii settentrionali dell'Atlante Sahariano. Nell'Algeria sahariana il clima presenta estrema aridità: le escursioni termiche sono fortissime, anche quelle giornaliere, e il gelo notturno non infrequente. Le precipitazioni sono irregolari e in genere inferiori ai 100 mm annui (solo sull'Ahaggar superano i 200 mm); in talune zone si hanno unicamente sporadiche piogge che gonfiano repentinamente gli uidian.

Flora. La vegetazione è quella tipica mediterranea nel Tell, benché la macchia presenti estese aree degradate dove crescono ulivi selvatici e lentischi. Vi sono anche lecci, querce, specie quelle da sughero nella Cabilia, e, nelle zone più elevate, cedri e pini d'Aleppo; lembi di foreste mediterranee si trovano ancora sui versanti meglio irrorati dell'Atlante Sahariano, mentre negli altopiani intermedi si hanno formazioni steppiche in cui predominano l'alfa, l'artemisia, l'aristida. La vegetazione propria dell'Algeria sahariana è limitata ai palmeti delle oasi, nelle quali però le colture hanno introdotto alberi da frutta e ortaggi.

Idrografia. La rete idrografica è assai povera, limitata praticamente al Maghreb, dove però, a causa della particolare conurazione morfologica, ha un andamento piuttosto complesso. I fiumi che si riversano nel Mediterraneo sono gli unici con corso perenne, ma di lunghezza assai modesta; i principali sono lo Chéliff , il Soummam, l'Oued el-Kébir. Gran parte degli altopiani sono bacini chiusi endoreici (sebkha) nei quali si formano laghi salati (chott). Essi sono alimentati anche dai fiumi dell'Atlante Sahariano, che sul versante meridionale danno vita, oltre che ad analoghi laghi salati, a numerose oasi pedemontane.

GEOGRAFIA UMANA

Popolamento e composizione etnica. I Berberi rappresentano il sostrato etnico dell'Algeria; la popolazione ha però subito profonde trasformazioni in seguito alla penetrazione degli Arabi  (VIII secolo), che non solo hanno modificato il tipo umano ma hanno soprattutto 'acculturato' in senso islamico il Paese. Nel Sahara il popolamento più antico sembra rappresentato dall'elemento negro; in età preistorica vi erano però stanziate popolazioni bianche: tali erano i favolosi Garamanti, di cui si conserva traccia sin quasi all'inizio dell'epoca storica. Ma al tempo della penetrazione romana si ebbe lo spostamento di elementi berberi dall'Atlante, con occupazione delle oasi (com'è il caso dei Mzabiti), e passaggio al seminomadismo (Tuareg dell'Ahaggar); in seguito anche gruppi nomadi arabi si insediarono nel Sahara.

Distribuzione. La maggior parte della popolazione vive oggi nel Tell, specie nella sezione orientale (la zona di Algeri costituisce l'area di maggior addensamento del Paese). La densità media ha pertanto poco significato perché in realtà il Paese è, tenuto conto delle possibilità d'insediamento limitate al solo Tell, sovrappopolato. La maggior parte della popolazione vive nei villaggi; l'urbanesimo non ha d'altronde tradizioni antiche. I primi centri a svilupparsi sono stati i porti, dove si è andata potenziando l'attività commerciale fin dai tempi dell'invasione araba, e alcune località dell'interno del Tell per l'attrazione che esercitavano sulle aree agricole circostanti: è il caso di Mestghanem , di Orano, della stessa Algeri, di Béjaïa, di Annaba. Tutte queste città hanno avuto grande incremento sotto la dominazione francese, ma tra esse hanno prevalso Algeri, divenuta capitale e centro di controllo di tutto il Paese, Orano, che svolge funzioni portuali, Annaba e Béjaïa, che hanno ricevuto impulso in quanto sbocchi del petrolio sahariano. Più all'interno sono alcune città con funzioni commerciali e amministrative prevalentemente locali (Tlemcen, Sidi-Bel-Abbès , Ech-Cheliff, Sétif), mentre Costantina è importante nodo di raccordo sulle vie che legano il Tell al resto dell'Algeria.

GEOGRAFIA ECONOMICA

Dal punto di vista economico l'Algeria entra nel novero dei Paesi in via di sviluppo, presentandosi anzi tra i più dinamici del continente africano; la sua situazione è tuttavia resa oltremodo difficile dall'assai alta concentrazione di popolazione nelle poche aree adatte agli insediamenti e alle colture e dalla scarsità di quadri tecnici. La colonizzazione francese ha lasciato segni profondi, benché l'economia fosse stata impostata secondo le necessità e i vantaggi dei coloni, senza giungere a una pur minima integrazione con la realtà interna, creando anzi quegli squilibri che proprio con l'indipendenza sono venuti prepotentemente alla luce.

Agricoltura, allevamento e pesca. L'agricoltura era stata ben sviluppata, ma sempre sulla base degli interessi francesi; oggi il governo di Algeri si sforza di realizzare la totale conversione del settore, mediante la progressiva riduzione delle colture coloniali e avviate all'esportazione (vino soprattutto) e il corrispondente incremento di quelle alimentari, come i cereali, destinate al consumo interno: tuttavia il Paese deve ancora ricorrere all'importazione di taluni prodotti alimentari. Sono state costituite alcune migliaia di cooperative, localizzate nei villaggi sorti sulle terre espropriate ai coloni francesi; inoltre si è dato inizio a una vasta opera di bonifica delle terre sottratte al deserto, mediante una fascia di vegetazione denominata 'diga verde', profonda una ventina di chilometri, che dovrebbe attraversare l'intero territorio dal confine marocchino a quello libico, raddoppiando la superficie coltivabile del Paese. Con tutte le sue carenze, e benché arativo e colture arborescenti occupino solo il 3,1% della superficie territoriale, l'agricoltura impegna un quarto della manodopera attiva e contribuisce in larga misura alla formazione del prodotto nazionale. L'agricoltura commerciale è rappresentata in primo luogo dalla vite, poi dall'ulivo, dagli agrumi, dalle primizie orticole e da diverse piante fruttifere mediterranee; l'agricoltura algerina tradizionale, benché praticata anche da aziende moderne, fornisce soprattutto frumento, orzo e altri cereali, nonché datteri nelle oasi e fichi nella Cabilia. Ancora più esigua è l'area boschiva; principali essenze sono il pino d'Aleppo, la quercia da sughero, il cedro; sugli altopiani si raccoglie l'alfa, usata nella fabbricazione della carta. Rientra nelle forme tradizionali di economia l'allevamento, estensivo e talora nomadico, di ovini e caprini, meno diffusamente di bovini, considerevole quello dei volatili. Mestghanem, Algeri, Orano sono solo alcuni dei principali porti pescherecci. 

Risorse minerarie e industria. L'industria ricevette un certo incentivo poco prima dell'indipendenza, sotto la pressione delle prime rivendicazioni algerine (piano di Costantina). Nel frattempo però erano stati valorizzati i giacimenti petroliferi (di Hassi-Messaoud, Edjeleh, Zarzaïtine, Ohanet ecc.) e di gas naturale (Hassi R'Mel, Messdar) del Sahara, scoperti e sfruttati a partire dal 1950 a opera di comnie francesi e straniere; con l'indipendenza la gestione delle attività petrolifere è passata in mano algerina, in obbedienza alla politica di nazionalizzazione, che è stata ed è alla base delle scelte economiche del Paese e che interessa tutte le sue molteplici risorse minerarie: idrocarburi in primo luogo, poi manganese, uranio, ferro, fosfati, zinco, rame, piriti, diamanti ecc. Negli anni Settanta le linee di politica economica dell'Algeria si erano orientate verso u n'industrializzazione pesante e di rigida pianificazione, secondo una formula di accumulazione socialista molto simile a quella sovietica degli anni Venti. Ciò fu fatto nel tentativo di affrancarsi da ogni servitù economica dai vecchi partners coloniali, trascurando i rapporti politico-economici con i Paesi limitrofi (Tunisia, Marocco ecc.). Dalla notevole concentrazione di potere nelle mani di una cinquantina di enti che gestivano l'assoluta maggioranza dell'apparato economico algerino erano pe rò derivati non pochi scompensi tra i vari settori dell'economia. Gli anni Ottanta segnano un cambiamento profondo di tale situazione con il prevalere di una politica più pragmatica e liberista anche sul piano internazionale. Da rilevare che sono stati raggiunti importanti accordi per forniture di gas alla Francia e all'Italia e che si è deciso di incrementare gli investimenti in agricoltura per rivitalizzare il territorio rurale. I piani allestiti puntano a recuperare spazi e produttività, ma con molto realismo si prospetta per l'Algeria un ricorso massiccio all'approvvigionamento estero, per sfamare la popolazione in continua crescita.

Istruzione. Nel periodo coloniale l'Algeria seguì la linea generale dell'educazione francese per le colonie. Il tasso di analfabetismo raggiungeva punte dell'80-85%. Negli ultimi anni del periodo coloniale la presenza nelle scuole di bambini arabi era molto ridotta (circa il 12%); a partire dall'indipendenza , nel 1962, è stato attuato un intenso programma educativo: la presenza nella scuola primaria ha raggiunto alla fine degli anni Settanta l'80%. La spesa totale per l'insegnamento, notevolmente incrementata nello stesso periodo (e destinata tra l'altro a grosse realizzazioni nel campo dell'educazione scolastica), rappresentava nel 1979 il 28% circa del bilancio statale. L'istruzione è obbligatoria per 8 anni (dai 6 ai 14 di età) e riservata interamente allo Stato dal 1976, anno in cui sono state abolite tutte le scuole private; dal 1973, inoltre, l'arabo è venuto sostituendo il francese sia come lingua d'insegnamento sia nei libri di testo, soprattutto nella scuola primaria. L'analfabetismo, tuttavia, è ancora molto alto. Oltre all'Università di Algeri, costituita nel 1879, vi sono altre due università a Orano (fondata nel 1965) e a Costantina (dal 1969) e centri universitari di più recente istituzione a Tlemcen, Annaba, Tizi-Ouzou, Sétif, Batna, Tiaret.



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