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Scienze della natura - IL MODELLAMENTO DEL RILIEVO TERRESTRE, LA DEGRADAZIONE METEORICA, LA DEGRADAZIONE FISICA DELLA ROCCIA, L'ALTERAZIONE CHIMICA

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Modellamento del Rilievo Terrestre. 2

La degradazione Meteorica    2

La degradazione Fisica della Roccia   2

L'alterazione Chimica

I Fiumi  3

L'azione delle Acque Correnti. 4

L'erosione 4

Il trasporto 5

La deposizione 5



I laghi 6

I ghiacciai.. 6

I principali tipi di ghiacciai 7

L'azione dei ghiacciai 7

Gli Esseri Viventi 8

Caratetristiche Fondamentali Comuni a Tutti gli Esseri Viventi  8

La Cellula.. 8

La Nutrizione 8

La Respirazione 9

Riproduzione e Ciclo Vitale 10

Riproduzione    10

Rapporto Sessuale 10

La crescita 10

Ciclo vitale 10

L'evoluzione.. 10





Il modellamento del rilievo terrestre


Le forme del paesaggio tantissime e sono il risultato di azioni combinate di due tipi di forze modellatrici: una dall'interno e l'altra dall'esterno della terra.


Forze Endogene : Forze interne della terra; hanno un azione prevalentemente costruttiva.

Forze esogene : forze esterne alla terra; sono formate dall'azione degli elementi dell'atmosfera e dell'idrosfera.


Le forze Endogene sono quelle che danno la forma al paesaggio mentre invece le forze esogene disgregano le rocce "coerenti" (coerenti sono le rocce ben unite). Il trasporto dei detriti avviene per azione della gravita che muove i ghiacciai e fiumi.

A seconda della forza che li ha trasportati, i detriti si chiamano depositi: fluviali, ghiacciali e eolici.


La degradazione meteorica

L'insieme delle modificazioni fisiche e chimiche si chiamano: Degradazione Meteorica.

Le modificazioni meccaniche si dicono più specificatamente disgregazione o processo clastico. Mentre la modificazione chimica si dice Alterazione.

I processi meccanici e quelli chimici agiscono congiuntamente sulle rocce facilitandosi a vicenda. Il risultato della degradazione meteorica dipende quindi: dai fattori climatici, dalla natura stessa della roccia e dalla lunghezza del periodo di tempo durante il quale rimane esposta.


La degradazione fisica della roccia

Una delle di disgregazione meccanica delle rocce è l'azione gelo disgelo detto anche "Gelivazione" che è provocata dal variare della temperatura.

Prendiamo per esempio l'acqua che si infiltra nelle insenature delle rocce, e con il calare della temperatura si gela e quindi aumenta di volume creando una forza tale da spaccare la roccia.

L'aumentare e il diminuire della temperatura crea un aumento e diminuzione del volume dei costituenti della roccia (minerali), questo, causa tensioni che possono portare alla disgregazione o alla esfoliazione della roccia; questo processo si chiama termoclastismo. Ricordiamo, in oltre, che questo fenomeno è più accentuato nelle zone in cui le variazioni di temperatura tra il giorno e la notte sono più marcate.

In oltre esiste anche l'azione meccanica del vento soprattutto nelle regioni desertiche, che prive di vegetazione, hanno meno protezione. Il vento può trasportare minuscole particelle che svolgono un'azione di smerigliatura, quest'azione viene detta corrasione. L'azione di questo si fa sentire maggiormente al suolo e sulle rocce meno dure e compatte.









L'alterazione chimica


I processi di alterazione chimica sono prevalentemente causati dall'acqua, dall'ossigeno e dal biossido di carbonio.

L'acqua può esercitare un'azione di dissoluzione su alcuni tipi di rocce costituite da minerali solubili contenuti in essa. Questo fenomeno può causare la formazione di solchi o cavità di varie dimensioni. Alcuni metalli presenti nelle rocce possono reagire a contatto con l'ossigeno, contenuto nell'acqua o nell'aria, producendo ossidi e idrossidi. Questo determina le varie coloriture che a volte si trovano sulle rocce; questo fenomeno viene descritto come ossidazione.

L'idrolisi si tratta di un processo progressivo di alterazione chimica in cui interviene l'acqua. Essa in fatti dissolvendo la roccia la porta a regredire negli stadi più semplici.

Alcuni sali possono esistere anche in assenza d'acqua o con molecole, da 1 a 10, d'acqua, questa trasformazione viene detta idratazione. Il susseguirsi di questo processo può portare a un alterazione meccanica dei minerali e quindi dare l'avvio ad altri processi.



I Fiumi


Il fiume è un corso d'acqua perenne alimentato dalle precipitazioni, dalle sorgenti e dallo scioglimento delle nevi. I fiumi si distinguono dagli altri corsi d'acqua perché ha acqua per tutto l'anno.


Il Bacino idrografico è la regione che raccoglie e convoglia l'acqua. Esso è delimitato dalle linee di displuvio, o spartiacque. Le acque di un bacino idrografico si muovono verso il fondovalle, per azione della forza di gravità, dove scorre il corso d'acqua principale il cui letto viene chiamato alveo o impluvio. Può accadere che le acque che giungono nel bacino idrografico di un fiume non lo alimentino ma confluiscano per vie sotterranee. Ciò può accadere quando rocce permeabili giacciano su rocce impermeabili in disposizione tale da fare confluire l'acqua per vie sotterranee. In tal caso il bacino di raccolta delle acque viene detto bacino idrogeologico.


Gli elementi più importanti che caratterizzano un fiume sono:


la lunghezza determinata dalla morfologia e dalle caratteristiche del territorio in cui scorre il fiume.

La pendenza cioè il rapporto tra dislivello fra sorgente e la lunghezza del corso d'acqua.

La portata cioè il volume di acqua che passa nell'unità di tempo, attraverso una sezione trasversale del corso dell'acqua. Il suo valore viene espresso in metri cubo al secondo (m3/s) e varia da un punto all'altro del fiume. La portata massima viene detta massima e quella minima di magra.

Il regime cioè il complesso delle variazioni subite nell'arco dell'anno, esso dipende dal clima, l'estensione, dalla natura geologica e morfologica.

L'azione delle acque correnti


Le acque correnti modificano l'aspetto del territorio su cui scorrono attraverso tre diversi processi:

- l'erosione

- il trasporto

- la deposizione


a.     All'inizio del corso d'acqua la valle è stretta e profonda; questo segna la caratteristica della valle a " V ", cioè a profilo trasversale. In questo punto la pendenza è elevata e quindi il fiume è dotato di notevole competenza.

b.     All'arrivo nella valle principale, il fiume subisce una notevole diminuzione di velocità, questo comporta una deposizione del suo carico solido. Il deposito solitamente ha forma di cono detta conoide di deiezione con base triangolare, la cui grandezza, pendenza ecc. dipende dalla portata del fiume.

c.      Arrivato nella regione pedemontana il fiume si ritrova in una valle pianeggiante, questo porta ad un aumento del letto del fiume e si amplia perdendo un'altra parte del suo carico solido. Il deposito assume una forma di cono alluvionale piatto con pendio appena percettibile. Più avanti il fiume rallenta ulteriormente la sua andatura , assumendo un andamento tortuoso a grosse curve dette meandri. 

d.     Quando il fiume è in prossimità della foce la velocità del fiume subisce un rapido rallentamento, il quale provoca una deposizione dei materiali che non erano stati abbandonati prima. I detriti si accumulano espandendosi su un vasto territorio. Il materiale più grosso e pesante viene abbandonato prima, mentre invece quello più minuto e piccolo viene portato più lontano e si accumula lentamente sul letto del fiume. Questo procedimento porta alla formazione dei delta: via via che i depositi del fiume bloccano la foce la corrente principale del fiume si deve dividere in vari rami e braccia. A volte però l'azione erosiva del mare è più forte e quindi si avrà una foce ad estuario.


L'erosione

L'energia di cui è dotato ogni corso d'acqua fa si che la superficie su cui scorre venga intaccata a poco a poco; questa è riconosciuta come erosione fluviale.

In funzione dell'energia dell'acqua e del tipo di roccia o suolo su cui scorre, si hanno diversi tipi di alvei fluviali, ma il profilo più comune di una valle fluviale è la tipica formazione a "V".

L'abrasione fluviale è invece l'azione meccanica di logorio operata dai piccoli massi o ciottoli trasportati dalla corrente che, durante il loro tragitto, urtano e sgretolano i fianchi e il fondo del letto fluviale. Tale azione può quindi causare la levigazione del letto del fiume. Se l'energia del fiume è piuttosto elevata, i ciottoli rotolano vorticosamente che, scolpendo e scanalando, nel tempo possono creare delle marmitte .

La degradazione fluviale è l'insieme dei processi fisici e chimici determinati dal passaggio dell'acqua del fiume




Il trasporto

Tutto ciò che, oltre le proprie acque, il fiume muove e trasporta viene chiamato carico.

In base al modo in cui vengono trasportati, i materiali che compongono il carico di un fiume vengono distintiti in diverse categorie:


Soluzione: Sostanze che si trovano disciolte nelle acque correnti. Si tratta di sostanze organiche che possono impartire una certa colorazione alle acque o dare loro una certa salinità.

Materiali Fini: Per esempio limo, argilla, che vengono trasportati in sospensione, finche la corrente ha elevati valori di velocità e danno spesso una marcata colorazione dell'acqua.

Galleggiamento: Materiale con densità inferiore a quella dell'acqua. Per esempio resti vegetali e le pomici (rocce che presentano al loro interno numerose cavità piene d'aria quindi hanno bassa densità).

Rotolamento, Strisciamento, Saltazione: Materiali grossolani, ciottoli o frammenti di rocce, che costituiscono il carico di fondo. Durante questo tipo di trasporto i materiali sono soggetti a un'azione di sfregamento che li smussa e arrotonda.


Il trasporto del carico di un corso dell'acqua dipende essenzialmente dalla velocità e dall'energia che esso possiede.


La deposizione

Quando la velocità del fiume diminuisce il corso d'acqua non è più in grado di trasportare tutto il proprio carico e quindi inizia a depositare il materiale. In concomitanza di brusche diminuzioni di velocità della corrente, legate per lo più a forti diminuzioni di pendenza, si ha la deposizione (o sedimentazione) di una notevole quantità di materiali. Alcuni grossi accumuli di materiale fluviale vengono chiamati depositi alluvionali o alluvioni. Alcune forme tipiche di deposizione fluviale sono:


Pianure Alluvionali: Che si formano in zone dove la pendenza è ridottissima, spesso il fiume assume andature tortuose.

Coni di deiezioni: Si formano in corrispondenza di bruschi cambiamenti di pendenza, spesso ai piedi delle montagne.

Delta o Estuari: Caratterizzano lo sbocco di un fiume nel mare.










I Laghi


I laghi sono masse d'acqua, accumulate in depressioni (bacini) di dimensioni molto variabili. Solitamente l'acqua dei laghi è dolce, ma nelle zone aride, caratterizzate da elevata vaporazione, il livello della salinità può raggiungere alti livelli.

Il rifornimento dei laghi avviene per opera di sorgenti, di acque d'origine glaciale o di fiumi. Quando il fiume fornisce acqua al lago esso si definisce immissario e poi emissario quando porta le acque via dal fiume. I laghi hanno una vita limitata, poiché sono destinati a riempirsi di detriti fluviali o per le mutate condizioni climatiche. In genere la mutazione di un lago ha una progressiva diminuzione della sua profondità e un aumento sulla vegetazione. Esistono vari stadi della vita di un lago:


Lago: Specchio d'acqua di ampio spazio.

Stagno: Specchio d'acqua meno profondo del lago tra cui si alternano spazi liberi e spazi coperti dalla vegetazione emergente.

Palude: Interamente coperta da vegetazione emergente.

Torbiera: Vegetazione in decomposizione.


Una volta raggiunto lo stato di torbiera si ha la completa sparizione del lago.

Se un lago è abbastanza grande può esercitare un'azione mitigatrice sul clima delle zone circostanti.


I Ghiacciai


Esistono sulla terra zone in cui la neve caduta durante la stagione non si scioglie tutta durante la stagione estiva. La linea immaginaria oltre la quale la neve non si scioglie mai viene chiamata limite delle nevi perenni. Questa caratteristica si verifica specialmente a determinate latitudini.

La neve caduta che non si è sciolta si accumula e si comprime: i suoi fiocchi si compattano sempre di più, espellono l'aria che contengono e si trasformano prima in neve granulare e poi, per l'aumento del carico soprastante e attraverso processi di fusione, si trasforma in ghiaccio vero e proprio. Se questi accumuli si trovano su terreni con forte pendenza tendono a scendere, per via della gravità, e talvolta sono causa di pericolose frane di neve (slavine) o di neve mista a terriccio e roccia (valanghe).

La neve che non si fonde, che non precipita a valle e che non viene asportata dal vento, si trasforma progressivamente in ghiaccio, che si accumula in strati successivi, raggiungendo anche spessori notevoli: nasce così un ghiacciaio.


Nel ghiacciaio si possono distinguere due tipi di bacini: bacino collettore e bacino ablatore. Il primo raccoglie le precipitazioni nevose. Mentre il secondo è dove il ghiaccio si discioglie. Nella zona d'ablazione il ghiaccio si comporta come un materiale plastico e fluisce per effetto della sua pressione interna (movimento per estrusione) o per la forza di gravità che lo spinge verso valle ( movimento per gravità) . In tutte e due i casi il ghiaccio scivola verso valle frenato soltanto dalle irregolarità del terreno. Questo movimento crea nel ghiaccio delle fessure, talvolta molto profonde, chiamate crepacci . Se per caso il terreno su cui poggia il ghiacciaio presenti un gradino o un salto, esso può spezzarlo e isolarne dei blocchi o spuntoni, questi vengono chiamati seracchi.




I principali tipi di ghiacciai


I ghiacciai vengono solitamente divisi in due gruppi a seconda della loro estensione.


Ghiacciai Continentali: Si trovano nelle regioni artiche e polari, dove le temperature sono sempre molto basse e il ghiaccio ricopre vastissime aree, originando così le calotte glaciali (o inlandsis). La forma di una di queste calotte può  assomigliare ad una lente biconvessa e possono arrivare ad uno spessore di 4000 m. L'aspetto esterno non dipende dalla topografia del fondo. Le zone marginali delle calotte possono dividersi in lingue e talvolta arrivare anche fino al mare. Qui l'azione delle onde e delle maree staccano grossi blocchi di ghiaccio, gli iceberg, che galleggiano fino alle latitudini più basse dove per causa del calore si fondono. Il ghiaccio che ricopre il polo nord viene detto banchisa. Questo però non ricopre un continente ma è un crostone di ghiaccio spesso qualche metro.


Ghiacciai di montagna o locali: A differenza di quelli continentali la loro forma è dettata in buona parte dal substrato roccioso. Esistono vari tipi di ghiacciai locali: pedemontani, vallivi, senza lingua. Fra questi tre tipi di ghiacciai il più comune è quello vallivo. È costituito da un bacino di raccolta, circo, da esso parte una lingua di ghiaccio che si insinua verso la valle, dove termina con un fronte. Lungo il percorso la lingua può unirsi con altre, provenienti da ghiacciai secondari.


L'azione dei ghiacciai

Al loro passaggio i ghiacciai mutano profondamente la morfologia del paesaggio, perché con il loro movimento erodono le rocce, trasportano i detriti e poi li depositano. La capacità erosiva di un ghiacciaio dipende dallo spessore e dalla velocità della massa glaciale. Il ghiacciaio svolge la sua azione erosiva per frantumazione e per abrasione. I detriti possono variare di forma e a volte possono assumere dimensioni colossali (massi eratici). Il materiale solido strappato dal fondo viene poi trasportato fino al fondo valle dalle lingue glaciali, e poi quando il ghiaccio si fonde, forma i caratteristici accumuli chiamati morene, più precisamente: morene di fondo, quando il materiale si trova a contatto con il substrato roccioso; morene laterali, quando il materiale che veniva trasportato tra il ghiacciaio e la parete della valle viene abbandonato sul posto dopo la fusione; morene frontali quando il materiale si accumula alla fronte di fusione del ghiacciaio. Queste ultime segnano il limite massimo d'espansione del ghiacciaio e sono di solito disposte con la concavità rivolte a monte (anfiteatro morenico). La principale modificazione morfologica causata dal passaggio del ghiacciaio viene chiamata Valle Glaciale, hanno versanti molto rapidi e fondo piatto.

Esseri Viventi


Caratteristiche fondamentali comuni a tutti gli esseri viventi


Sono costituiti da cellule (unità microscopiche)

Hanno una struttura complessa e organizzata in grado di compiere Funzioni tra di loro.

Sono capaci di generare organismi li (si riproducono)

Sono in grado di trasmettere agli organismi li le loro caratteristiche.

Sono soggetti ad un processo di evoluzione

Sono adattati all'ambiente in cui vivono

RIASSUMENDO: gli esseri viventi





La Cellula

È l'unità fondamentale strutturale degli organismi viventi.

È il livello minimo in cui si trovano tutte le caratteristiche degli esseri vivi.

L'acqua svolge un ruolo fondamentale tra i sui componenti chimici.

Le cellule sono un aggregante di tutte le molecole di grassi, proteine e zuccheri.

La cellula può esistere come unità singola à Organismi Unicellulari.

In forma aggregata, con altre cellule (organismi pluricellulari) danno luogo ai più diversi organismi vivi.


Un essere umano adulto è formato da 60 mila miliardi di cellule.

Una cellula tipo ha un diametro di 20 mi (micrometri)

La cellula è formata da tre parti principali:

Membrana Cellulare, ripara la cellula dall'ambiente esterno.

Citoplasma, liquido al cui interno si trovano altre strutture à Organuli.

Il nucleo, la parte più centrale e più importante della cellula.

La nutrizione

Per funzionare gli organismi devono rifornirsi di energia, la traggono dagli alimenti durante il processo chiamato Nutrizione.

Nutrizione: Processo mediante il quale gli organismi viventi gli organismi vivi ricavano energia dagli alimenti.

Esistono due diversi tipi di nutrizione:

Autotrofa (capacità di nutrirsi da se)

Alcuni organismi assumono dall'ambiente esterno sostanze inorganiche semplici (biossido di carbonio, acqua, sali minerali) e a partire da queste formano sostanze organiche complesse dalle quale ricaveno eregia per vivere.

Il tipo di fondamentale di nutrizione autotrofa si chiama Fotosintesi


Eterotrofa (organismi vivi che si nutrono di altri organismi)

Sono eterotrofi tutti gli animali e alcuni vegetali senza clorofilla come i vegetali.

La Respirazione


Processo mediante il quale si ricava l'energia necessaria per i processi vitali.

In questo processo sostanze organiche come Il Glucosio vengono demolite diventando sostanze più semplici (Combustione).


Questa combustione avviene a piccoli passi e può essere immagazzinata in sostanza chimica per trasformarsi in energia quando serve.

La respirazione ha bisogno di un costante rifornimento d'ossigeno à che da come prodotto finale à Biossido di carbonio + acqua à questo meccanismo si chiama: scambio gassoso (respirazione)

invece negli altri organismi più complessi questo scambio ha bisogno di organismi respiratori (che hanno un'ampia area di assorbimento) e hanno un sistema di trasporto che trasferisce l'ossigeno dagli organi respiratori a tutte le cellule del corpo, e il biossido di carbonio viene trasportato agli organi per essere eliminato.

Le piante hanno un bisogno d'energie molto inferiore rispetto agli animali dotati di movimento e le piante non possiedono organi adatti alla respirazione.

Riproduzione e ciclo Vitale


Riproduzione


È la capacità di un organismo di produrre altri individui della stessa specie.


la maggior parte degli organismi muoiono: vengono mangiati, per malattia, o per invecchiamento.

L'idea che gli esseri viventi abbiano origine solo da altri esseri simili, è ricorrente. Fin dal XIX secolo (che non esistevano i microscopi) si credeva che la vita avesse origine non vivente.

La riproduzione quindi permette di perpetuare una specie

La riproduzione avviene con l'intervento di un solo organismo genitore (organismi semplici, riproduzione assessuale) o con due genitori di sesso diverso (organismi complessi, riproduzione sessuale)


Rapporto sessuale

L'organismo lio è generato da uno spermatozoo (fornito dall'organismo paterno) che si unisce a una cellula uovo (fornito dall'organo materno). L'unione di queste due cellule, chiamate cellule sessuali o gameti, in un'unica cellula si chiama fecondazione. Dopo la fecondazione li nuovo organismo lio cresce e si sviluppa in un arco di tempo che varia da una specie all'altra.


La crescita

Le piante hanno una crescita che dura tutta la vita, invece gli animali e l'uomo cessano una volta che hanno raggiunto le dimensioni dell'organismo adulto della loro specie.


Ciclo vitale

È L'insieme di eventi mediante il quale gli individui di una specie vengono generati, nascono, crescono, e si sviluppano fino a riprodursi loro stessi.




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