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Cause dello scoppio della prima guerra mondiale

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Cause dello scoppio della prima guerra mondiale


Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento la rivoluzione industriale attraversa una nuova fase da molti definita seconda rivoluzione industriale.

Si apre l'era del petrolio e dell'automobile; inizia lo sfruttamento dell'energia elettrica; la chimica e la fisica compiono enormi progressi; i capitali emigrano verso i paesi arretrati in cerca di investimenti vantaggiosi; l'agricoltura si va meccanizzando; si fondano organismi internazionali atti a facilitare i commerci e le comunicazioni; nascono le prime agenzie di informazione.

Mentre la popolazione mondiale è in continuo aumento le tendenze espansive del capitalismo industriale e il progresso dei mezzi di trasporto favoriscono la formazione di un unico sistema economico mondiale. Navi, ferrovie, automezzi, aeroi, telegrafo, telefono e radio tendono a ridurre le distanze e a conferire al pianeta l'aspetto di un 'villaggio globale'.



Produzione e commercio internazionale crescono a ritmo vertiginoso, ma il 'sistema mondiale', che pur sembra solidissimo, è in realtà minato dai contrasti fra i paesi capitalistici.

L'Europa è d'altra parte incalzata dalla concorrenza degli Stati Uniti.

Tutto ciò ,infatti, sfociò nello scoppio del primo conflitto mondiale.

Il conflitto nacque dalla tensione austro-serba, ma in realtà vi erano motivi ben diversi alla base dello scoppio del conflitto:

Il progresso industriale tedesco minacciava in molti settori la produzione industriale inglese;

La politica di equilibrio all'interno del continente europeo attuata dall'Inghilterra veniva minacciata dalla preponderanza germanica;

La corsa agli armamenti promossa dal generale tedesco Von Tirpiz metteva in stato di crisi l'Inghilterra che era costretta ad affrontare forti spese economiche per mantenere la 'Two Power Standard';

La Germania diventava sempre più forte dal punto di vista marittimo;

La Francia rivendicava alla Germania il controllo dei territori della Alsazia-Lorena che aveva perso nella guerra del 1870/71;

Aumentava la concorrenza Austro-ungarica nei Balcani ,i russi volevano il controllo dei Dardanelli,

L'Italia aspirava ad una espansione economica e politica sulla sponda adriatica dei Balcani e rivendicava agli austriaci la perdita del Trentino e Friuli Venezia Giulia;

A questi motivi se ne affiancarono altri di carattere ideologico .Infatti nella piccola e media borghesia si diffusero movimenti sciovinisti e ideologie di esaltazione della guerra e della violenza:

Il militarismo tedesco godeva di grande prestigio ,la Germania attuò, quindi, una politica di attacco immediato e necessario. Già in occasione del terremoto messinese la Germania voleva cogliere l'occasione di attaccare l'Italia per strapparle i territori del Lombardo-veneto ,successivamente Francesco Ferdinando in un suo discorso aveva parlato degli Italiano come di gente bassa e una visita di Vittorio Emanuele a Vienna gli avrebbe fatto orrore;

La Germania doveva ricorrere alle continue importazioni di derrate alimentari e ciò creava un clima di dipendenza dall'estero. Da ciò nasceva l'ideologia del 'Lebensraum' tedesco ,ossia ,lo 'spazio vitale' tedesco. La Germania si riteneva in grado di mettersi a capo della confederazione europea data la sua superiorità culturale e razziale .Queste ideologie del 'Pangermanesimo' andavano a scontrarsi con quelle scioviniste.

Il 28 giugno 1914 l'arciduca Francesco Ferdinando fu ucciso da due nazionalisti serbi .L'obbiettivo politico dell'attentato era chiaro: evitare l'estensione del 'trialismo' alle popolazioni slave. Questo tipo di regime mirava ad inserire nell'ambito dell'impero austriaco gli Slavi concedendogli un regime di parità, ma i Serbi piuttosto intendevano estendere la propria dominazione su gran parte della penisola balcanica.

L' Austria ,fortemente interessata a stroncare sul nascere ogni manifestazione indipendentista delle minoranze, il 23 luglio inviò un ultimatum alla Serbia concedendole solo 24 ore per dare una risposta.

La Serbia rifiutò determinate clausole dell'ultimatum che intaccavano la sua sovranità così l'Austria le dichiarò guerra. La Russia ,che precedentemente aveva dovuto cedere i territori della Bosnia-Erzegovina agli austriaci ,non poteva subire ulteriori oltraggi ,per questo si schierò a favore della popolazione serba. La Germania rispose immediatamente con la dichiarazione di guerra alla Russia e alla Francia.

Lo stato maggiore tedesco riteneva che solo un successo in occidente poteva portare ad una conclusione rapida e veloce della guerra :perciò secondo il piano elaborato da Alfred von Schlieffen tentò di liquidare la Francia ancor prima che la Russia potesse intervenire .Pertanto i tedeschi, violando la neutralità del Belgio, attaccarono da nord riportando un primo successo iniziale. L'invasione del Belgio indusse l'Inghilterra a schierarsi al fianco della Francia. Nel frattempo ,però , i Tedeschi penetrarono nel territorio nemico privandolo delle regioni nordiche ,grandi produttrici di carbone e materiali ferrosi. La stessa Parigi era in pericolo tanto che il governo fu trasferito a Bordeaux e le armate francesi si schierarono sulla Marna costringendo i Tedeschi a retrocedere. Intanto i Russi penetrando nella Galizia minacciavano il territorio ungherese dell'impero asburgico. La guerra di movimento si era ormai trasformata in guerra di posizione.

La proanda ebbe un'importanza fondamentale in una guerra che ,per la prima volta nella storia ,assumeva i caratteri di una 'guerra totale'. Essa ,infatti, non coinvolse soltanto gli eserciti ma anche e soprattutto l'economia , le risorse morali ,le strutture politiche e sociali dei paesi partecipanti.

La cultura ,fino ad allora concepita come attività universale e sovranazionale per eccellenza ,cessò di essere terreno di incontro e di superamento dei particolari punti di vista, e si abbassò a strumento di giustificazione delle parti in lotta. Infatti le posizioni di coloro che miravano a mantenere al di sopra della mischi almeno la cultura ,come voleva Croce, o gli stessi intellettuali ,come voleva Rolland ,furono ,però ,rare: valga per tutti l'esempio di Thomas Mann. Alla civilizzazione Mann contrappone qualcosa di molto più complesso e profondo :la cultura (Kultur),che, secondo la sua stessa espressione, 'può comprendere la magia ,l'oracolo ,il cannibalismo ,culti orgiastici ,processi di streghe e le più varie atrocità.'

L'ultimatum era redatto in termini così dichiaratamente aggressivi da consentire al governo presieduto da Antonio Salandra di dichiarare ufficialmente la neutralità. Naturalmente ,però, tale dichiarazione non impedì che partiti e organi di stampa si pronunciassero sulla posizione che l'Italia avrebbe dovuto assumere nell'immune conflitto.

Nei mesi seguenti l'opinione pubblica si schierò progressivamente nei due opposti campi dell'interventismo e neutralismo.

Per l'intervento si batterono i repubblicani , i social-riformisti ,i radical-progressisti .Gli interventisti democratici volevano a tutti i costi l'intervento a fianco all'Intesa concepita come prosecuzione delle lotte risorgimentali per l'indipendenza nazionale, come impegno di solidarietà con le nazioni oppresse e con le grandi democrazie occidentali :Inghilterra e Francia.

Per l'intervento si pronunciarono anche i nazionalisti che esaltarono ideali imperialistici di 'sacro egoismo' e di potenza; essi credevano nella guerra considerandola un bene in se stessa. Si fecero entusiasti sostenitori dell'intervento accanto all'Intesa.

Non meno composito era lo schieramento dei neutralisti.

Per i socialisti il neutralismo era una questione di principio :rimasero fedeli ai principi dell'internazionalismo proletario e si batterono contro la guerra, considerata come un affare borghese e capitalistico.

Una volta dichiarata la guerra essi adottarono il motto 'né aderire, né sabotare'.

Per quanto riguarda la Chiesa le cose si chiarirono quando fu eletto Benedetto XV che decise di conservare una posizione rigorosamente imparziale fra le parti in lotta ,ma anche a battersi con tutte le forze per portare a termine il conflitto.

Esente da pregiudiziali ideologie e fondato su considerazioni realistiche fu ,infine, il neutralismo di Giolitti, che ottenne il consenso di vari strati dell'opinione pubblica.

Mentre si svolgevano queste polemiche fra gli opposti schieramenti ,il governo Salandra insieme al ministro degli esteri G.S.Sonnino si risolse a prendere contatto con gli alleati concludendo il 26 aprile 1915 il patto segreto di Londra. Tale patto prevedeva l'annessione definitiva del Trentino , Sud-tirolo, dell'Istria (esclusa la città di Fiume) e della Dalmazia.

Al Sonnino premeva soprattutto l'affermazione dei nostri interessi sull'Adriatico.

Col patto di Londra, l'ingresso dell'Italia nelle guerra era deciso, cosicché la lotta finale fra intervenisti e neutralisti, doveva solo conferire apparenza 'popolare' al fatto compiuto.

Nelle camne del '15 sul fronte occidentale gli alleati avevano scatenato violente quanto sterili offensive, e i Tedeschi erano rimasti sulle difensive; all'aprirsi del 1916 accadde il contrario: i Tedeschi riprendono l'iniziativa s'impegnano a fondo per mettere fuori combattimento la Francia.

Scatenarono perciò sin da febbraio una violentissima offensiva contro Verdun, che peraltro si risolse in una spaventosa ecatombe.

Contemporaneamente l'esercito italiano s'impegnava in una offensiva sull'Isonzo, che fu però interrotta nel maggio, quando gli Austriaci risposero  con la così detta Strafexpedition.

Essi attaccarono tra l'Adige e il Brenta, con l'intenzione di sfondare in  quel punto e di costringere così il nostro fronte ad un rapido arretramento.

L'avanzata austriaca venne neutralizzata da una nostra controffensiva che permise il recupero di quei territori.

Per attuare la Strafexpedition l'Austria dovette distrarre interi reparti dal fronte orientale, e questo fatto facilitò una vittoriosa offensiva russa.

Fin dall'inizio dell'ostilità la Russia aveva dichiarato di voler ricostituire la Polonia come provincia autonoma entro l'impero zarista , fra le truppe  austro-ungariche combatteva anche una legione polacca.

In Italia, intanto, entrò in crisi nel giugno il ministero Salandra, considerato corresponsabile dei pericoli corsi dal nostro fronte durante la Strafexpedition.

Al Salandra successe Paolo Boselli, che formò un ministero più ampiamente rappresentativo dell'unità nazionale: comprendeva, infatti, rappresentanti di tutti i partiti, fatta eccezione per i socialisti ufficiali.

Il nuovo ministero strinse più coordinati rapporti con gli alleati e dichiarò formalmente la guerra anche alla Germania.

La scelta del Boselli, non era casuale: si voleva appunto che il nuovo ministero non fosse presieduto da un esponente politico di troppo spiccata ed autorevole caratterizzazione.

I primi due anni e mezzo di guerra, avevano ridotto i belligeranti in condizioni morali e materiali durissime; il1917 fu per molti paesi l'anno della prova suprema, e per la Russia zarista l'anno del definitivo tracollo.

Lo stato di grave sofferenza investiva tutte le nazioni: neppure l'inasprimento fiscale e l'aumento del debito pubblico bastavano a sostenere le enormi spese di guerra e dovunque si ricorse all'espediente di stampare nuova moneta, con la logica conseguenza del rialzo dei prezzi.

Nella depressione generale il massimo peso era sostenuto dalla Germania e dall'Austria, costrette al razionamento dei generi di prima necessità e carenti di alcune materie prime indispensabili alla produzione bellica. Come il rame e il caucciù. Il blocco economico agì a senso unico in loro sfavore e determinava progressivi effetti di soffocamento .Anche in Russia l'arretratezza delle strutture produttive provocò stati di forte disagio. In queste condizioni le potenze centrali ,chiedendo la mediazione del presidente statunitense Wilson ,avanzarono generiche condizioni di pace. Esse non formularono ipotesi precise ,ma tentarono piuttosto di creare nei paesi nemici una speranza di pace atta a favorire il disfattismo e a creare l'immancabile contraccolpo di ogni delusione.

Lo stato maggiore tedesco di Hindenburg prese all'inizio dell'anno la decisione gravissima di rilanciare la guerra sottomarina senza limitazioni con la speranza di ridurre la fame nel giro di sei mesi .Le potenze neutrali vennero pertanto avvertite ;com'era prevedibile ,la risposta degli stati uniti , sempre più interessati alla vittoria dell'intesa cui hanno prestato ingentissime somme di denaro ,è immediata: gli USA ruppero ogni relazione diplomatica con la Germania , invitando anche gli altri stati neutrali a seguire il loro esempio.

Durante il marzo 1917 i sommergibili tedeschi affondarono cinque mercantili americani ; Wilson chiese di votare per la guerra ammonendo che ' il mondo deve essere reso sicuro per la democrazia'. La guerra venne dichiarata il 6 aprile. Sul fronte occidentale Robert Nivelle scatenò un'offensiva su tutta la linea da Arras a Reims , ma ancora una volta essa si concluse con perdite spaventosissime. Il generale Philippe Pètain ,subentrando al Nivelle ,riuscì a ristabilire la situazione che minacciava di precipitare.

Particolarmente drammatiche erano, in questa fase della guerra ,anche le vicende italiane. Un'agitazione del proletariato industriale torinese dovuta ala calo dei salari e alla scarsità di pane si trasforma in sommossa che assume immediatamente il carattere di protesta contro la guerra.

Il governo di unità nazionale risultava sempre meno idoneo a prendere decisioni tempestive richieste dalla guerra ed era sempre più travagliato dai dissensi. Al ministro degli interni Vittorio Emanuele Orlando veniva imputata una eccessiva tolleranza nei confronti delle correnti pacifiste ; il generale Luigi Cadorna lamentava l'influsso negativo che avevano sulle truppe i discorsi dei socialisti ,invocante la cosiddetta pace bianca ossia la pace 'senza vincitori ,né vinti'.

Si profilò, così , la crisi del governo Boselli, diffondendosi ,intanto, in Italia ; la notizia della sconfitta di Caporetto. Sull'alto Isonzo gli Austro-tedeschi sferrando una massiccia offensiva ,riuscirono a sferrare un attacco a Caporetto ,costringendo il nostro esercito ad una precipitosa ritirata.

Dato chela patria era in pericolo ,la crisi fu risolta in pochi giorni e già alla fine di ottobre V.E. Orlando varò il nuovo governo . Il Cadorna fu destituito e dovette cedere il comando supremo al generale Armando Diaz.

Mentre in Francia e in Italia si manifestavano violenti sintomi di crisi e sbandamento ,in Russia il regime Zarista andava incontro ad una completa rovina .Nel marzo 1917 Nicola II Romanov abdicò e indusse suo fratello Michele a rinunciare alla corona. Si formò allora un governo provvisorio che s'impegnava a continuare la guerra al fianco degli alleati , ma il completo fallimento dell'impresa preparò il terreno per una seconda ondata di crisi guidata dai bolscevichi che il 7novembre s'impadronirono del potere .

Perciò essi intavolarono subito trattative di pace con gli imperi centrali conclusesi il 3 marzo 1918 con la pace di Brest-Litovsk .Le condizioni imposte dai Tedeschi erano durissime : Polonia, Finlandia ,Lituania e Russia meridionale vennero ridotte nelle condizioni di paesi vassalli ,mentre la Russia deve impegnarsi a are una forte indennità di guerra.

Il crollo della Russia costringe anche il governo romeno ad accettare la pace di Bucarest ,non meno esosa della pace imposta alla Russia.

Avendo rafforzato le loro armate sul fronte occidentale i Tedeschi scatenarono una nuova e violenta offensiva. Sfondarono la controffensiva francese sino a raggiungere la Marna. Ma anche questa vittoria aveva le sue ombre :l'attacco non riuscì a sferrare la continuità fra gli eserciti alleati e le perdite tedesche furono ingentissime. Nel frattempo gli Alleati unificarono il comando supremo nelle mani del generale francese Ferdinand Foch .

Nella seconda metà del luglio la guerra subì la svolta decisiva :il generale Foch iniziò infatti quella controffensiva che non ebbe mai fine fino alla vittoria finale. I Tedeschi si ritirarono ordinatamente ,ma intanto l'avanzata nemica non si arrestava .Era ormai evidente che lo strumento militare germanico non aveva più la minima prospettiva di vittoria.

Fin dal gennaio 1918 il presidente americano Wilson aveva fissato in quattordici punti le finalità che gli USA intendevano perseguire con la loro partecipazione alla guerra .Sostanzialmente egli proponeva:

Abolire la diplomazia segreta;

Di rendere libera la navigazione dei mari;

Di eliminare le barriere doganali;

Di ridurre il minimo degli armamenti;

Di risistemare le colonie tenendo conto anche degli interessi dei popoli assoggettati;

Di evacuare tutti i territori occupati durante la guerra;

Di consentire l'autodeterminazione dei popoli;

Di ridefinire i confini d'Europa;

Di costituire in fine una Società delle Nazioni;

L'impostazione di Wilson era comunque adeguata alla ricostruzione pacifica delle nazioni e ,anche se riscosse numerosi consensi popolari, venne rigettata dl 'realismo' dei governi, restando così un semplice progetto su carta.

La conferenza di pace apertasi a Parigi alla fine del conflitto si concluse con numerosi trattati:

Il trattato di Versailles, imposto alla Germania;

Il trattato di Saint-Germain stipulato con l'Austria ;

Il trattato di Neuilly con la Bulgaria;

Il trattato del Trianon con l'Ungheria;

Il trattato di Sèvres con la Turchia;

Il trattato di Versailles ,ribattezzato dai Tedeschi Diktat, imponeva alla Germania :

Di restituire l'Alsazia-Lorena alla Francia e di concederle per 15anni lo sfruttamento del bacino della Saar;

Di evacuare il Belgio;

Di cedere alla costituenda repubblica polacca i territori abitati da popolazioni polacche;

Di rinunciare all'impero coloniale;

Una riduzione delle forze armate a 100 000 uomini ,

La cessione della flotta all'Inghilterra ;

La smilitarizzazione della Renania;

La rinuncia all'artiglieria pesante ;

La rinuncia all'aeronautica e ai sommergibili;

Così il disarmo proposto da Wilson veniva fato valere solo per la Germania.

Infine la Germania venne costretta a dichiararsi unica responsabile della guerra e a impegnarsi al risarcimento di tutti i danni provocati dal conflitto .

Questa clausola ,moralmente inaccettabile e impossibile da seguire ,non faceva altro che fomentare la rinascita del più sfrenato nazionalismo e apriva le porte all'avvento del fascismo.

Le conseguenze della guerra furono proporzionate alle sue smisurate dimensioni e dipesero dalle trasformazioni determinate dal corso degli eventi. Erosi dalla guerra ,crollarono l'impero germanico, l'impero austriaco, l'impero zarista, l'impero ottomano. La vecchia Europa cedette il primato agli USA ,la Russia e il Giappone si avviavano ad imporsi come potenze di primo piano e ai caduti sui campi si aggiunsero 10-20 milioni di morti falciati dalla snola: un'epidemia influenzale. La guerra aveva costretto i tecnici a inventare e a progettare soprattutto macchine e mezzi distruttivi e aveva contribuito al perfezionamento di quelli esistenti.

La chiamata alle armi aveva costretto l'impiego nelle fabbriche di personale femminile, cosicché le donne acquistarono più chiara consapevolezza del proprio valore.

Per sostenere il 'fronte interno' i governi erano ricorsi alla più sfrenata proanda e attribuito ai nemici le peggiori nefandezze ,senza alcun riguardo per la verità: e la sinistra onnipotenza dei media fu da allora in poi largamente utilizzata per il lavaggio dei cervelli , quasicchè una menzogna ripetuta un numero sufficiente di volte si trasformi in verità.

In complesso ,la I guerra mondiale costituì una svolta storica :pose fine a certo melenso ottimismo genericamente progressista, fu lo scacco del primato europeo ,fu la crisi del liberismo economico e politico.

Alla profonda trasformazione delle strutture oggettive era legato un non meno profondo mutamento dei costumi: la vecchia famiglia patriarcale contadina andava sendo e fu sostituita dalla cosiddetta famiglia nucleare; le donne tendevano ad emanciparsi e in Inghilterra si formarono avanguardie di suffragette che rivendicavano il diritto di voto; la società si secolarizzò, cioè si emancipò dalla soggezione alle Chiese, e adottò regole di vita più libere; l'istituzioni democratiche si diffusero in gran parte d'Europa; masse crescenti di popolo partecipava alla vita politica; al nobile patriottismo del primo '800 si sostituisce un nazionalismo aggressivo che ebbe nel razzismo la più clamorosa manifestazione a tale fenomeno era legato un profondo mutamento degli orizzonti culturali. Tramontava il positivismo e sorgevano in sua vece teorie, come quelle di Nietzsche, ispirate ad un irrazionalismo che poteva essere agevolmente usato come strumento per giustificare le più nefaste soperchierie.

Freud rilevava che la civiltà stessa, in quanto implica norme e divieti, poteva generare disagio o nevrosi. Anche il mondo cattolico, specie dopo l'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, partecipava attivamente al dibattito politico e culturale.

In Italia si osò parlare addirittura di 'Democrazia Cristiana' concepita secondo una prospettiva paternalistica. Altrove, e soprattutto in Francia, i più vivaci ambienti cattolici alimentano il movimento modernista, inteso a svecchiare le modalità d'azione della Chiesa e a renderle più atte ad incidere sulla realtà dei tempi.

E proprio in questo clima storico-culturale che si mossero intellettuali dal calibro della Woolf, di Svevo e di Kafka. Tali scrittori risentivano della filosofia bergsoniana, che fu fondamentale per l'elaborazione delle tecniche applicate nei loro romanzi, ossia il monologo interiore e il flusso di coscienza. Se da Aristotele in poi, il tempo è identificato come una successione ,ordinata nello spazio, di istanti distinti, il tempo concepito ,quindi , come compenetrato dallo spazio ,secondo Bergson il tempo è intuito dalla coscienza come un continuum all'interno del quale convivono differenti elementi qualitativi. Per Bergson l'attività della coscienza non può essere ridotta ad una successione numerabile di atti come tentano di fare le equazioni della meccanica riducendo il tempo ad una relazione spaziale. Per la vita della coscienza il tempo non si definisce come rapporto numerico ;esso è un reciproco compenetrarsi di un elemento con un altro. La durata può essere definita come concentrazione di atti di coscienza che si dispiegano secondo la logica del tempo vissuto ,cui si contrappone il tempo spazializzato.

Fu proprio la teoria della relatività ristretta, elaborata da Albert Einstein ,a costituire il punto di partenza della formulazione della concezione bergsoniana del tempo.

La modifica della concezione del tempo ,della materia e dell'energia ,nonché la considerazione dell'inerzia come caso particolare della gravitazione  sono i punti sui quali si soffermò l'attenzione di Einstein. La relatività postula che la velocità della luce sia una costante affatto indipendente dal moto della fonte e dell'osservatore e questo postulato comporta la caduta del concetto di simultaneità e della impossibilità di determinare l'identità di luogo in tempi diversi e di tempo in luoghi diversi ,in quanto spazio e tempo sono dimensioni inseparabili. Un evento che si svolge in un determinato luogo e in un determinato tempo è infatti rappresentabile con le quattro coordinate x, y, z, t; le prime tre fissano la posizione , la quarta il tempo: lo spazio a quattro dimensioni è stato, forse, fra i nuovi concetti quello che più intensamente ha colpito l'immaginario collettivo. Un aspetto rilevante della relatività einsteniana è che la massa , sempre ritenuta nella fisica classica una invariante, dipende dalla velocità: massa ed energia non sono, dunque sostanzialmente diverse e possono quindi trasformarsi l'una nell'altra. La famosa formula E=mc², che esprime questa possibilità è stata la premessa teorica dell'impiego pratico dell'energia nucleare.



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