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Saggio breve Progresso scientifico - tecnologico e risorse del Pianeta: una sfida per il prossimo millennio

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Saggio breve


Argomento: Progresso scientifico - tecnologico e risorse del Pianeta: una sfida per il prossimo millennio


SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE E SFUTTAMENTO DELLE RISORSE


Destinazione: "Il Corriere della Sera", quotidiano nazionale


La Rivoluzione Industriale ha interessato la seconda metà dell'Ottocento introducendo nuove fonti energetiche, come il petrolio e l'energia elettrica che insieme alle innovazioni e ai progressi nei campi della medicina e della scienza hanno dato il via ad un nuovo secolo di sviluppo economico e tecnologico. Agli inizi del Novecento, l'espansione coloniale era un obiettivo comune a tutti gli Stati europei e le risorse di ogni territorio conquistato cominciarono ad essere sfruttate in modo da ottenere il massimo profitto economico. Le risorse naturali rappresentano dunque per l'umanità il patrimonio su cui si fondano tutte le sue attività: infatti il capitale naturale in parte va investito e ridistribuito, in parte va tramandato intatto alle generazioni future per garantire loro la sopravvivenza e lo sviluppo. Ora si crede di essere di fronte ad un nuovo secolo di inevitabile progresso economico e tecnologico ed è proprio questa concezione ad alimentare i progressi delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni.



Si intende quindi esaminare lo sviluppo delle tecnologie a livello scientifico ed economico nel nuovo secolo in rapporto allo sfruttamento delle risorse ed i possibili strumenti con cui si potrebbe diminuire tale sfruttamento.

Spesso la società si considera indipendente dal mondo naturale,  ma non è così perché questa libertà porta a sottovalutare la dipendenza dal mondo naturale e la profonda vulnerabilità.
Oggi circa un quinto della popolazione 'ricca' consuma quasi i due terzi dell'energia mondiale, mentre un quinto, costituito dalla popolazione 'povera' ne utilizza appena il quattro per cento. Tale situazione è dimostrata anche dal cosiddetto fenomeno della globalizzazione, che apparentemente dovrebbe coinvolgere tutti gli stati, ma in realtà mette in evidenza sempre più le grandi differenze fra 'Nord' e 'Sud' del mondo. Pertanto il sistema attuale ha prodotto gravi squilibri nei consumi energetici e nel benessere sociale.

Purtroppo gran parte dell' energia è derivata da petrolio, carbone  e nel corso degli ultimi anni anche dal nucleare che durante il novecento hanno avuto un notevole incremento. Tutto ciò ha però aumentato il tasso di inquinamento che, insieme all'aumento della popolazione e al sovrasfruttamento delle risorse, si crede produrrà una crisi su scala mondiale. (Repertorio Statistiche, in "Enciclopedia Europa", Milano1984)

Differentemente ci sono economie ecologicamente sostenibili solo se soddisfano il principio che affonda le sue radici nella scienza ecologica; di questo tipo sono la pesca che non supera i limiti di prelievo del pesce , la quantità di acqua pompata dal sottosuolo che non supera la rigenerazione delle falde e il taglio degli alberi che non supera il rimboschimento.  Si sottolinea che questo tipo di economia non distrugge specie vegetali e animali a ritmo più veloce di quello della loro evoluzione.
Lo sviluppo tecnologico e i progressi nella medicina e nell'igiene pubblica hanno fatto sì che la popolazione aumentasse e di conseguenza cercasse nuovi beni e servizi ottenibili soltanto con un impiego maggiore delle risorse energetiche. Tutto ciò sta producendo un effetto combinato: da un lato la crescita demografica e la ricerca del benessere, dall'altro il sovrasfruttamento delle risorse naturali e l'inquinamento. I governi degli stati industrializzati hanno attuato nuove politiche ambientali, attraverso l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (energia eolica, geotermica, solare), che

dovrebbero almeno in parte contribuire a produrre energia 'pulita'.
Da molti anni si parla anche di energia nucleare, ma i benefici non riescono a compensare gli svantaggi costituiti dal difficile smaltimento delle scorie radioattive e dalla sicurezza degli impianti, così molti stati, fra cui l'Italia non hanno optato per il nucleare. In sintesi, per far sì che la numerosissima popolazione che vivrà nei prossimi secoli abbia condizioni di vita accettabili, occorre una corretta valutazione sia delle capacità del nostro piccolo pianeta, sia dei costi da sostenere.
Si tratta di valutare i limiti naturali da adeguare ai ritmi di crescita della popolazione e alle risorse economiche seguendo un modello di vita più equilibrato per raggiungere l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile.





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