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Giorgio Bassani - Il giardino dei Finzi-Contini



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AUTORE    Giorgio Bassani

TITOLO DELL'OPERA Il giardino dei Finzi-Contini

GENERE DELL'OPERA   Testo autobiografico

CASA EDITRICE   Oscar Mondadori

DATA PRIMA EDIZIONE Maggio 1963

NUMERO DELLE PAGINE 241





AUTORE


Giuseppe Bassani, poeta e scrittore italiano nacque a Bologna il 4 marzo 1916 in una famiglia ebraica. Ha conseguito la laurea in lettere nel 1939 dopo aver frequentato il liceo classico.

I luoghi da cui Bassani prende spunto per le sue opere sono nella città di Ferrara, dove lo scrittore si era trasferito da giovane. Nel 1943 fu incarcerato a causa della sua appartenenza ad una banda antifascista clandestina. Tutte le opere di Bassani sono  basate sul fascismo, la guerra, le persecuzioni razziali e la resistenza partigiana. Il suo romanzo più famoso è IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI (1963) in cui si ritrovano i suoi temi narrativi principali : la memoria, la solitudine umana, la violenza della storia; Vittorio De Sica vi si ispirò per un film del 1970.

Altre opere famose sono: CINQUE STORIE FERRARESI (1956), GLI OCCHIALI D'ORO (1958) e L'AIRONE (1968), IN RIMA E SENZA (1982), LE PAROLE PREPARATE E ALTRI SCRITTI DI LETTERATURA 81966) ,DI Là DAL CUORE (1984).


CONTENUTO DELL'OPERA

Giorgio Bassani racconta nel prologo di come nel'57, durante una gita alla necropoli etrusca di Tarquinia, abbia deciso di scrivere un romanzo in cui ricordare un momento importante della sua vita.

Parte dalla descrizione della cappella funeraria dell'aristocratica famiglia ebrea dei Finzi-Contini per rievocare le prime occasioni d'incontro con i due ragazzini, Micol e Alberto.

All'inizio Micol e l'autore si tengono d'occhio da lontano, attratti comunque da una certa curiosità reciproca.

E' in occasione di una delusione scolastica che l'autore ha modo di conoscere più da vicino Micol; lo invita ad entrare nel suo giardino; a causa però di un domestico che richiama la ragazza in casa, il tentativo d'approccio finisce lì.

Dopo un'ellissi di ben 16 ani, ci si ritrova nel periodo di emanazione delle leggi razziali, al tempo del fascismo.

I ragazzi Finzi-Contini aprono il loro campo da tennis e la loro casa ad altri ragazzi, tra i quali c'è anche l'autore. Egli ha finalmente l'occasione di conoscere meglio Micol; da subito s'innamora di lei, ma non si rende immediatamente conto del proprio sentimento che tuttavia continua a diventare sempre più profondo. I due trascorrono insieme momenti di amicizia molto significativi: trascorrono ore e ore esplorando le parti più belle del giardino.

Micol sta bene con l'autore e gli dà una confidenza sempre più grande, considerando il loro rapporto come un rapporto di amicizia.

Quando si rende conto che la cosa per l'autore ha un significato d'amore, lei si allontana e va a Venezia per preparare la tesi di laurea.

I due continuano a scriversi, fino a quando la ragazza torna a casa e l'autore passa con lei dei bellissimi momenti pieni di sentimento.

Quando però l'autore esprime la sua folle passione, perde del tutto Micol, che ne rifiuta anche l'amicizia.

Solo dopo molto tempo, grazie ai consigli di suo padre (che ormai è diventato un vecchio malandato e reso insonne dalle delusioni della vita), l'autore si rassegna a rinunciare a quell'amore; così taglia i ponti con i Finzi-Contini, riprende lo studio e prosegue la vita per la sua strada.




PERSONAGGI

L'IO NARRANTE

Nel romanzo non descrive il proprio aspetto fisico, ma racconta di essere uno studente, iscritto a lettere. Quello che però mette in evidenza  è soprattutto la difficoltà a capire i propri sentimenti e a saperli esprimere in modo corretto, specialmente nel caso dell'amore per Micol; della propria famiglia nomina il fratello Ernest, più giovane di lui di quattro anni; dà maggior rilievo a suo padre, "laureato in medicina e libero pensatore, volontario di guerra, fascista con tessera del '19, appassionato di sport, ebreo moderno, insofferente di fronte a qualsiasi smaccata esibizione di fede", sprezzante nei confronti degli ebrei "aristocratici" come i Finzi-Contini; come tutti verrà espulso dal partito e dal circolo negozianti; avrà comunque un ruolo importante per l'autore: sarà colui che lo aiuterà a ritrovare sé stesso.


I FINZI-CONTINI

Si tratta di un'aristocratica famiglia ebrea caratterizzata da una "superbia ereditaria": Regina Herrera (la nonna), il professor Ermanno e la signora Olga, genitori di Micol e Alberto; gli zii, dottor e ingegner Herrera.

Dopo la morte del primogenito Guido, il professor Ermanno e la signora Olga vivono in un "assurdo isolamento", per paura di essere in qualche modo contagiati dai comuni mortali. Così Micol e Alberto non frequentano le scuole pubbliche; hanno in comune con gli altri ragazzi un paio di professori (che danno loro ripetizioni private) e l'occasione degli esami a fine anno. Rivedono poi i ragazzi ebrei (in particolare la famiglia dell'autore) durante le funzioni alla sinagoga; c'è però un ulteriore allontanamento quando i Finzi-Contini cominciano a frequentare anche le loro funzioni in un ambiente privato.

La situazione cambia quando ospitano i coetanei; con gli ospiti dei ragazzi, i Finzi-Contini e gli Herrera si dimostrano sempre gentili, ma molto distanti. Solo il professor Ermanno prenderà più avanti interesse e simpatia per l'autore e, per i suoi studi, gli metterà a disposizione i tesori della biblioteca di famiglia.




MICOL FINZI-CONTINI

Oltre a quella dell'io narrante, è la ura che è sempre presente in tutto il romanzo attraverso l'importanza che le viene data dall'autore. E' una ragazza allegra, piena di vita, dinamica e sportiva. Nonostante la sua famiglia ne ostacoli la socializzazione, Micol mostra sempre una certa curiosità nei confronti della realtà esterna; in modo particolare mostra interesse per l'autore.

Finirà deportata dalle SS in un lager (come i suoi parenti) e se ne perderanno le tracce.


ALBERTO FINZI-CONTINI

E' il fratello di Micol. E' un personaggio molto fine che ama comunque vestire in modo sportivo.

E' sempre molto gentile nei confronti dei suoi ospiti e fa di tutto per metterli a loro agio. Rimane sempre però molto distaccato dagli altri, è piuttosto schivo e introverso.

Non fa mai, neppure per un attimo, la parte del protagonista; ascolta i pareri di tutti e non ha mai niente da obbiettare.

Verso la fine del romanzo, l'autore esprime i suoi sospetti sul fatto che Alberto sia ammalato, deducendolo dall'aspetto sempre più esile e debole; in effetti Alberto morirà ben presto a causa del linfogranuloma che lo sta debilitando da anni.


GIANPIERO MALNATE

Tra i ragazzi che frequentano la casa dei Finzi-Contini, Malnate è il più vecchio ed è quello che rimane più a lungo, diventando frequentatore quotidiano di Alberto. Nello studio di questi trascorre ore e ore a chiacchierare anche con l'autore. Quando l'io narrante si allontana dalla casa dei Finzi-Contini, Malnate esce spesso con lui che in questo modo si illude di tenere un legame, seppur sottile, con la famiglia e con Micol; in realtà poi sospetta che molto probabilmente Malnate, di notte, dopo aver lasciato lui, senza alcuno scrupolo va da Micol.

Malnate appartiene ad un ambiente completamente diverso da quello degli aristocratici Finzi-Contini. Lavora in fabbrica ed ha idee comuniste; parla spesso di politica ed è l'unico personaggio del romanzo a prendere posizione precise al riguardo degli avvenimenti di quegli anni.

Verrà mandato in guerra proprio sul fronte russo a combattere i comunisti e morirà.



AMBIENTI


Nel prologo l'autore si trova in gita nella NEROPOLI ETRUSCA di Tarquinia.

Da qui ritorna quel pensiero al CIMITERO EBRAICO di Ferrara e, in particolare, alla TOMBA DI FAMIGLIA dei Finzi-Contini. Si tratta di un monumento isolato dagli altri costruito con mania di grandezza, ma con discutibile buon gusto.

LA CASA DEI FINZI-CONTINI

Ci viene presentata da subito come una "dimora gentilizia", che si trova in una zona aristocratica, in una delle vie più famose di Ferrara.

LA SINAGOGA ITALIANA

E' l'ambiente che permette a Micol e l'autore, bambini, di scrutarsi da lontano.

IL MURO DI CINTA

E' quello che l'autore dovrebbe scavalcare quando viene invitato da Micol ad entrare di nascosto nel giardino. Al ragazzo sembra insormontabile, ma lei gli dà una dimostrazione pratica. Alla fine del romanzo, anche all'autore il muro sembra accessibile.

IL PERTUGIO

Si apre in una specie di "montanozzo etrusco" con una camera sotterranea vastissima; si trova lungo il muro di cinta e Micol suggerisce all'autore bambino di entrarvi per nascondere la bicicletta. E' lì, nel lungo cunicolo, che il ragazzo si rende conto che potrebbe succedere "qualcosa" (come un bacio) tra lui e Micol e ne ha quasi paura.

IL GIARDINO

Il ragazzo lo esplorerà in ogni angolo, dopo molti anni insieme a Micol che lo conosce in tutti i dettagli e lo ama. E' un parco sterminato, ricchissimo di alberi esotici, alberi da frutta, alberi secolari di tutti i tipi; è persino munito di un imbarcadero sul canale Panfilio e di una casa colonica in cui abita il giardiniere con i suoi familiari, tutti domestici dei Finzi-Contini.




IL CAMPO DA TENNIS

E' l'ambiente in cui Micol e Alberto ospitano i loro coetanei trascorrendo con loro tutti i pomeriggi. Non è bellissimo, ma va bene per sostituire quello del circolo che i ragazzi non possono più frequentare in quanto ebrei.

LA RIMESSA

E' lì che si rifugiano Micol e l'autore quando, durante una delle loro scorribande nel parco, vengono sorpresi da un acquazzone. La rimessa viene descritta con molta precisione e, in particolare, l'attenzione viene puntata sulla vecchia carrozza (ora usata ben poco e sostituita da un'auto moderna); l'autore ricorda di averla ammirata da bambino quando i ragazzi Finzi-Contini venivano alla sua scuola per gli esami.

Tuttora è tenuta in perfetto ordine dal domestico che, secondo Micol, non vuole lasciarla invecchiare e morire, come invece sarebbe più giusto che succedesse.



LA CAMERA DI MICOL

All'inizio Micol, in una telefonata all'amico, gli descrive il panorama che può vedere dalle finestre. Dice di non volergli descrivere la camera vera e propria, ma poi pian piano, gliene svela i particolari. Quando, più avanti, il giovane vi entrerà, la troverà proprio come se l'era immaginata.

Anche la BIBLIOTECA del professor Ermanno e lo STUDIO di Alberto sono descritti in modo dettagliato dall'autore che vi trascorre molto tempo.





CONTESTUALIZZAZIONE


I fatti si svolgono negli anni cupi del fascismo (1920) e delle leggi razziali (1938). In particolare viene evidenziato come la storia di quegli anni influì sulle famiglie ebree benestanti o addirittura aristocratiche. Anche ai giovani ebrei ricchi fu tolta la possibilità di iscriversi alle scuole pubbliche; gli studenti universitari ebbero grosse difficoltà per arrivare alla discussione della tesi; più tardi per iscriversi all'università era addirittura necessario emigrare, come accadde al fratello dell'autore. Le biblioteche divennero privilegio di chi non era ebreo; l'autore approfittò della biblioteca del professor Ermanno, ma erano pochi gli studenti ebrei che avevano opportunità come questa. Anche il mondo dei divertimenti era precluso agli ebrei: il circolo del tennis, per esempio, aveva escluso anche ragazzi veramente in gamba solo per motivi di razza.

Nel romanzo potrebbe sembrare che questi giovani ricchi non risentissero più di tanto di questa emarginazione se non si fosse letto il prologo. Infatti è per mezzo delle prime ine che da subito l'autore ci fa conoscere il tragico destino che aspetta Micol, gli altri personaggi e gli ambienti stessi che verranno travolti inesorabilmente dal nazismo e dalla guerra.

Il prologo è ambientato negli anni '50 e vi si legge la rovina che accomuna i Finzi-Contini a tutti gli altri.

Micol e i Finzi-Contini sono morti come in un certo senso lo sono anche i loro ambienti.

La bellissima casa si presenta molto diversa: danneggiata da un bombardamento del '44, è abitata da una cinquantina di famiglie di sfollati, "plebaglia malandata".

IL giardino non esiste più: gli alberi durante la guerra sono stati abbattuti per farne legna da ardere.

Persino la tomba nel cimitero ebraico appare trascurata, abbandonata da tutti, privata anche della sua funzione: quasi tutta la famiglia è sepolta chissà dove, dopo lo sterminio nei lager nazisti.




TEMATICHE

L'amore non corrisposto

Fin da quando è bambino, l'autore si accorge che Micol manifesta curiosità nei suoi confronti; egli ne è attratto sempre più e soffre tremendamente perché non trova la forza di dichiararsi. Poi, quando si dichiara soffre ancora di più, perché viene rifiutato.

Per illudersi di rimanere legato alla ragazza, continua a frequentare la sua casa anche quando lei non c'è; frequenta suo fratello, i suoi amici, suo padre, ma è tutto inutile.

E' solo tornando alla propria famiglia confidandosi con il proprio padre, che ritrova le proprie origini e quindi se stesso e va finalmente per una strada tutta sua.

La memoria

Quando Micol verrà uccisa in un campo di sterminio, dopo molti anni dall'ultima volta che si sono visti, l'autore decide di scrivere di lei, di farla in qualche modo rivivere nella memoria. Tutto il romanzo in effetti la fa vivere per come lui l'ha vissuta in quegli anni. E' il prologo che ci dice subito che tutto ciò che viene raccontato nel romanzo è storia vera, un ricordo lontano che l'autore vuole rievocare: la ragazza, i sentimenti, le emozioni, gli ambienti, tutto sarebbe perso se non ci fosse memoria.












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