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Il Buddhismo tibetano - La vita del Buddha, Fondamenti del buddismo, Letture fondamentali del buddhismo



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Il Buddhismo tibetano


La vita del Buddha



Il buddha nacque in India 2500 anni fa. Il Buddha fu per i primi anni della sua vita una persona completamente normale. In origine Il Buddha era conosciuto con il nome di Siddharta Gautama. Siddharta nacque da una famiglia reale; in seguito si sposò ed ebbe un lio.

Durante la sua vita a palazzo reale ebbe molte occasioni per incontrare persone malate e povere. Fu dopo vari di questi incontri, che Siddharta si rese conto di un'insoddisfacente natura di sofferenza della vita. Fatta questa considerazione rinunciò alla vita agiata di palazzo e si dedicò inizialmente all'ascetismo. L'ascetismo è una dottrina che prevede unghi momenti di meditazione e prevede anche grandi penitenze fisiche.



Dopo un periodo di completa dedizione all'ascetismo Siddharta comprese, che la vera via per vincere lo stato di sofferenza consisteva in una via di mezzo tra gli estremi dell'ascetismo e quelli del lusso. Con questa via intrapresa, dopo un duro lavoro e un'inflessibile dedizione, la ricerca trovò il suo sbocco in un'illuminazione. In pratica Siddharta raggiunse lo stato di buddhità. Dopo il raggiungimento dell'illuminazione Siddharta si recò dai suoi antichi comni di ascetismo. A loro infonderà per la prima volta un suo insegnamento.


Fondamenti del buddismo


Come primo insegnamento il buddha svela ai comni i principi delle quattro nobili verità, la base dell'intera dottrina buddhista. Le quattro nobili verità sono: la verità della sofferenza, la verità dell'origine, la verità dell'estinzione della sofferenza e la verità del sentiero che conduce all'estinzione della sofferenza.Il Buddha espone le quattro nobili verità sulla base di tre fattori: 1) la natura di ogni singola verità, 2) spiega la necessità che il praticante comprenda il significato specifico di ogni singola verità, 3) il completo conseguimento delle quattro nobili verità.

L'insegnamento delle quattro nobili verità delinea la struttura base del cammino dell'individuo verso l'illuminazione. Secondo il pensiero filosofico buddista il desiderio dell'individuo di felicità e eliminare

dolore e sofferenza è innato. Inoltre sia la felicità sia la sofferenza non sorgono dal nulla, ma sono conseguenze di cause e condizioni precise. In questo senso la dottrina dequattro verità stabilisce il principio di causalità.

Tutto il pensiero e la pratica buddhista e la pratica buddhista sono condensati in due principi fondamentali.Il primo principio è l'adottare una visione che percepisca lanatura interdipendente delle cose; un determinato effetto dipende dalla sua causa, se si desidera eliminare un determinato effetto bisogna eliminare la sua causa. Il secondo principio è non adottare uno stile di comportamento violento e che arrechi danno. Per il buddhismo le cause principali della sofferenza sono l'ignoranza e la confusione mentale. La felicità si raggiunge attraverso una purificazione della mente. Questa purificazione si raggiunge con l'eliminazione dell'ignoranza. L'ignoranza è intesa come abituale tendenza a percepire i fenomeni come dotati di esistenza intrinseca.

Come già detto è fondamentale per scongere la sofferenza la pratica della moralità. Questa pratica dà a chi la esegue consapevolezza e coscienziosità.

per mantenere questa moralità bisogna astenersi dalle dieci azioni negative che consistono nel: non uccidere (anche animali), non rubare, avere un'impropria condotta sessuale (adulterio), non mentire, non disunire (creare disaccordo), non parlare violento, non fare discorsi vani, non avere cupidigia, non avere intenzioni malevole, non avere una visione errata delle verità espresse da Buddha.

La consapevolezza e la coscienziosità aiutano a evitare azioni negative, che sono distruttive per se e per gli altri.

La meditazione è il secondo fondamento per scongere la sofferenza. La meditazione è un addestramento ad una concentrazione superiore e può essere di due tipi: la meditazione concentrativa e la meditazione analitica. La meditazione concentrativa si realizza in una calma dimorante. Mentre la meditazione analitica si realizza con stati che entrano in contatto con l'oggetto di meditazione.

Nel principio di origine dipedente viene abolita la tendenza abituale dell'uomo ad afferrarsi ai fenomeni come esistenti per sé stessi. Nessuna interpretazione della dottrina della non esistenza del sé che non intenda la vacuità in termini di origine dipendente potrà mai essere compiuta.


truttura generale del buddhismo




37 sono gli aspetti che costituiscono il sentiero verso l'illuminazione e si suddividono in sette categorie differenti. Tutti questi aspetti devono essere posseduti dall'individuo per arrivare all'illuminazione. E sono:

le quattro consapevolezze: del corpo, delle sensazioni della mente e dei enomeni.

i quattro abbandoni completi: di pensieri e azioni nocivi già generati, non enerazione di pensieri e azioni nocivi, sviluppo di pensieri positivi già generati, sviluppo di pensieri positivi nuovi.

i quattro poteri miracolosi: dell'aspirazione, dello sforzo, dell'intenzione e dell'analisi.

le cinque facoltà: la fiducia, l'impegno gioioso, la consapevolezza, la oncentrazione univoca e l'intelligenza.

i cinque poteri: la fiducia, l'impegno gioioso, la consapevolezza, la oncentrazione univoca e l'intelligenza.

le sette diramazioni del sentiero verso l'illuminazione: perfetta consapevolezza, erfetta analisi, perfetto impegno, perfetta gioia, perfetta flessibilità, perfetta tabilità meditativa, perfetta equanimità.

il nobile ottuplice sentiero: retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta consapevolezza, retta stabilità meditativa.


Il buddhismo praticato nella tradizione tibetana incorpora in modo completo tutti questi aspetti delladottrina buddhista. Il buddhismo tibetano è così il più completo in questo senso tra tutte le varie derivazioni dal buddhismo originale.

Secondo una più esauriente trattazione della natura della sofferenza essa non include

solo gli esseri umani ma anche tutti gli altri esseri senzienti.

Buddha presenta un'unica via per raggiungere l'estinzione della sofferenza. Essa consiste nel possedere una profonda visione della non esistenza del sé. Questa visione può solamente essere coltivata attraverso una profonda compassione universale e lo stato di bodhicitta. Per stato di bodhicitta si intende l'aspirazione altruistica a raggiungere la piena illuminazione non per proprio benessere ma per il benessere altrui.È questo stato di bodhicitta che caratterizza il praticante Mahayana (o tibetano).

La tradizione buddista presenta un sistema un sistema avanzato di pensiero e di pratica.

Questo sistema è chiamato tantra. Il tantra è una sorta di continuum mentale. Questo continuum mentale è alla base della coscienza di identità personale. Quando non possediamo questo continuum mentale nella vita ordinaria commettiamo azioni contaminate. Queste azioni contaminate ci spingono nel circolo continuo di morte e rinascita. La nostra esistenza condizionata nel ciclo perenne delle tendenze abituali è chiamata Samara, mentre la vera liberazione da tale esistenza è chiamata Nirvana.

Il Samsara e il Nirvana sono soltanto diverse manifestazioni del continuum di base sopra citato.


Letture fondamentali del buddhismo


Come il cristianesimo anche il buddismo possiede scritti e opere i quali fungono da basi o da Exemplum a tutta la dottrina. Alcune volte questi testi sembrano contraddirsi.

Secondo il buddismo Mahayana in realtà gli scritti si dividono in due categorie: scritture interpretabili e scritture definitive. Per distinguere queste due categorie diventa fondamentale il principio Mahayana dei quattro affidamenti. Essi consistono nell': affidarsi all'insegnamento e non all'insegnante, affidarsi al significato e non alle parole che lo esprimono, affidarsi al significato definitivo e non a quello provvisorio e per ultimo: affidarsi alla saggezza trascendente dell'esperienza profonda e non alla semplice conoscenza.


Scuola di pensiero buddista


Le scuole di pensiero buddista si distinguono per la comune accettazione di quattro sigilli. Questi quattro sigilli sono: 1) tutti i fenomeni composti sono impermanenti, 2) tutte le cose e gli eventi sono insoddisfacenti, 3) tutti i fenomeni sono vuoti e privi di un se e 4) solo il nirvana è la vera pace.

Questi quattro sigilli sono comuni a tutte le correnti differenti di pensiero buddista.Tuttavia è nelle scuole Mahayana che il principio di non esistenza del sè è spiegato al livello più profondo.

Il primo sigillo sostiene l'impermanenza di tutti i fenomeni composti in quanto sono transitori. Le condizioni stesse che li hanno posti in essere causeranno la loro disintegrazione.

Una conseguenza della teoria dell'impermanenza universale è la visione buddista dei fenomeni come dinamici e di natura temporanea. Questa visione è vicina all'odierna visione di un universo dinamico e in perpetuo mutamento proposta dalla fisica moderna.

Il secondo sigillo sostiene che i fenomeni contaminati sono insoddisfacenti. La contaminazione dei fenomeni implica la presenza di ignoranza. L'ignoranza è uno stato illusorio della mente che porta alla percezione errata della natura della realtà.

Il terzo sigillo sostiene che tutti i fenomeni sono privi di esistenza intrinseca. In altre parole cose ed eventi non pervengono all'esistenza senza cause. La sofferenza come già detto è dovuta all'ignoranza. Essendo l'ignoranza uno stato mentale vi è la possibilità di scardinarlo. La vera estinzione della sofferenza si ha quando si raggiunge uno stato libero dal modo distorto di percepire il mondo. Quest'ultima è una realtà realizzabile all'interno del continuum mentale. Ecco spiegato da ultimo il quarto sigillo: l'affermazione che solo il Nirvana è vera pace (stato libero dal modo distorto di percepire il mondo) e ha diretta conseguenza dalla pratica (esercitazione continuum mentale).







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