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RAZZE, ETNIE E NAZIONI



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RAZZE, ETNIE E NAZIONI


Classificazione delle razze: classificare significa decidere se due o più oggetti in riferimento a certe caratteristiche particolari, sono uguali o diverse.

Se decidiamo di classificare gli esseri umani in base alle caratteristiche somatiche o meglio in base a un certo numero di caratteristiche somatiche che in genere compaiono insieme come il colore della pelle, il colore degli occhi, la forma del cranio, delle labbra, il tipo di capigliatura, otteniamo una classificazione la specie umana in razze .

Razza: è un insieme di esseri umani che condividono alcune caratteristiche somatiche.



Per classificare le razze vengono considerate certe caratteristiche somatiche (e non tutte).

La classificazione è lo strumento per orientarsi nelle infinite diversità umane.

I tratti presi in considerazione per attuare la classificazione delle razze sono caratteristiche ereditarie cioè non acquisite dall'individuo nel corso della vita ma ereditate dai genitori e non possono essere modificate

Differenze genetiche: sono le differenze tra le razze che riguardano una piccola parte del patrimonio genetico dell'individuo. Dal punto di vista sociologico, le differenze somatiche sono state considerate per giustificare altre differenze di ordine morale, intellettuale, comportamentale non riconducibili a differenze biologiche.


Il razzismo: dottrine, atteggiamenti e comportamenti

All'inizio del'800 sono cominciate a diffondersi dottrine che attribuivano alla razza tratti del carattere e del comportamento che non erano collegate per niente con le differenze somatiche. Queste dottrine si fondavano su in insieme di credenze:

che vi sia una corrispondenza tra caratteristiche somatiche e tratti mentali e morali che sono anch'essi trasmessi in modo ereditario e che non si possono modificare;

che l'organizzazione sociale rifletta la divisione dell'umanità in razze distinte;

che vi sia una gerarchia naturale tra le razze e che questo giustifichi il dominio e lo sfruttamento da parte delle razze superiori su quelle considerate inferiori.


Determinismo biologico: Le dottrine della razza si fondano su un forte determinismo biologico secondo il quale il comportamento di individui, gruppi, e civiltà è determinato dall'appartenenza razziale. Secondo i sostenitori di tali dottrine, per spiegare le differenze tra gli uomini è importante non tanto la storia , la cultura o l'esperienza umana ma il fatto di far parte per nascita di una razza i cui caratteri e destini sono iscritti nell'ordine naturale.

Quoziente di intelligenza: Alcuni studiosi si sono occupati di confrontare il potenziale intellettuale in popolazioni appartenenti a razze diverse (come tra bianchi e neri in USA).

tali ricerche sono poco affidabili anche è perchè non si sa ancora di preciso cosa sia l'intelligenza e cosa misurino i test di intelligenza, è possibile che essi misurino la capacità di risolvere i problemi che sono più familiari alla popolazione bianca che a quella nera. Inoltre tali capacità dipendono dalla efficacia dei processi di allevamento, apprendimento, e istruzione che dipendono dall'ambiente sociale e familiare di crescita e formazione.

Gli studiosi hanno notato che i fattori ambientali sono decisivi per determinare l'esito di qualsiasi processo biologico.

Conclusione: è importante evitare ogni sorta di determinismo unilaterale, sia biologico che ambientale. Il patrimonio genetico e ambiente socioculturale sono entrambi fattori che condizionano lo sviluppo degli esseri umani e gli studi su questo campo non sono ancora capaci di valutare l'entità del condizionamento ambientale rispetto a quello genetico e viceversa. Il comportamento ambientale e quello genetico si influenzano in modo reciproco.

Gli studi hanno dimostrato che a seconda del grado di isolamento ambientale si può spiegare come si possano formare delle popolazioni più o meno omogenee dal punto di vista genetico.

Deriva genetica: è un processo secondo il quale popolazioni che vivono isolate geograficamente i cui membri si accoppiano tra di loro tendono a diventare geneticamente omogenee.

Selezione sessuale: spesso le barriere sociali sono più efficaci delle barriere fisiche e geografiche (divisione di società in caste ostacola incroci genetici forse più di una catena montuosa). La selezione sessuale è un processo secondo il quale, a causa di fattori di ordine socioculturale, influenzando la scelta del partner, influenzano la distribuzione di caratteri genetici.

Dottrine razziste: sono dottrine che, giustificano il fatto che esistano differenze genetiche ma anche sociali, culturali, economiche, considerano legittimo negare diritti e opportunità ai gruppi che ne sono portatori. Una dottrina è razzista quando assume la razza come fattore determinante dei rapporti umani, dell'organizzazione sociale del comportamento dei singoli. Tali dottrine si manifestano nel fatto che i membri di un gruppo trattano come inferiori i membri di un altro gruppo in virtù della sola appartenenza razziale. Il razzismo può svilupparsi solo se le popolazioni appartenenti a razze diverse entrano in contatto tra loro.



Discriminazione razziale: si ha quando in una società ai membri di una popolazione identificata per le sue caratteristiche, reali o presunte, di razza, viene negato l'accesso all'esercizio di una serie di diritti. La discriminazione razziale può assumere forme legali che fanno riferimento a divieti sanciti da legge, in altri casi si tratta di discriminazioni di fatto cioè quando impedimenti dell'esercizio dei diritti è costituito da comportamenti fondati su atteggiamenti e opinioni ostili. Questi divieti e impedimenti di fatto creano intorno al gruppo discriminato delle barriere che portano al loro isolamento e segregazione sia fisica sia sociale.

Razzismo: Ci sono due tipi di atteggiamenti e comportamenti razzisti:

auto - razzizzazione: quando il concetto di razza viene applicato al proprio gruppo per affermare la superiorità e garantire la purezza della razza stessa. Tutti coloro che non appartengono alla razza vengono percepiti come un pericolo per la loro sicurezza, purezza e integrità e con i quali non si instaurare una comune convivenza e nascono anzi reazioni di rifiuto che arrivano fino allo sterminio e al genocidio. (Es. antisemitismo).

etero - razzizzazione: quando una razza è sinonimo di civiltà inferiore. Le razze considerate inferiori diventano oggetto di sfruttamento e di segregazione. (Es. apartheid).


Antisemitismo: venne adottato in Germania all fine del XIX secolo dai gruppi nazionalisti che si opponevano al riconoscimento agli ebrei di uguali diritti civili. Gli ebrei da agricoltori, diventarono primo popolo urbano e letterato della storia umana; essi erano considerati come popolo del libro e della scrittura. Essi trovarono sostegno da parte della religione. Infatti la religione ebraica fu la prima religione monoteista cioè fondata sulla credenza di un unico Dio che aveva riservato al popolo ebraico la posizione privilegiata di popolo eletto.

Le religioni monoteiste, a differenza di quelle politeiste (che credono in più divinità),sono state nella storia quelle che hanno alimentato maggiormente atteggiamenti di intolleranza religiosa (come tra le tre religione monoteistiche: cristianesimo, ebraismo, islamismo).

Gli ebrei hanno mantenuto nei secoli da una parte, una loro identità attraverso la difesa dell'ortodossia e il divieto di spostarsi al di fuori della loro comunità, e dall'altra parte essi hanno occultato la loro identità attraverso la conversione alla religione dominate del paese in cui si trovavano a vivere.

Usura: gli ebrei si specializzarono nell'unico mestiere vietato ai cristiani cioè il prestito a interesse cioè l'usura che li poneva in una posizione centrale perché potevano intrattenere rapporti con le corti, i ceti dominanti e i centri dell'attività finanziaria, e marginale perché li escludeva dalle più importanti attività produttive e dalla rete delle relazioni nella sfera socioculturale. uesta posizione sociale trova espressione nelle diverse forme di segregazione spaziale delle comunità ebraiche e nell'istituzione del ghetto.

Ghetto e segregazione spaziale: Il ghetto era un quartiere, creato nel 1516, circondato da mura nel quale gli ebrei erano obbligati a risiedere e da dove non potevano uscire. Il ghetto assumeva il significato di strumento di reclusione e di segregazione spaziale al fine di evitare il contagio e impedire l'integrazione sociale e l'assimilazione culturale delle comunità ebraiche. La reclusione e segregazione operate dal ghetto, se da una parte hanno discriminato gli ebrei escludendoli dalla vita civile, sono state, dall'altra parte, strumenti di perpetuazione di una tradizione e di rafforzamento di una solidarietà e identità collettive che altrimenti si sarebbero indebolite.

Ebrei come capro espiatorio: In Europa nel XIX secolo, gli ebrei alimentarono altre ostilità nei confronti di una comunità che manteneva un'altra identità collettiva oltre a quella nazionale. Agli ebrei venivano attribuite le colpe delle ricorrenti situazioni di crisi che accomnavano le trasformazioni sociali indotte dall'industrializzazione e quindi divennero il capro espiatorio cioè la potenza oscura alla quale imputare tutti i mali, le sofferenze, e gli sconvolgimenti che affliggevano le società europee.

Queste tendenze, iniziate con l'antisemitismo, culminarono nel tentativo di sterminio attuato durante la II guerra mondiale dal regime nazista nei campi di concentramento dove erano stati deportati milioni di ebrei da tutte le zone occupate dalle armate di Hitler.


Il dilemma americano: Attraverso una indagine fatta da Myrdal, economista svedese, sulla popolazione di colore in America, si arrivò a affermare che tra i valori egualitari del credo americano e le pratiche discriminatorie cui veniva sottoposta la popolazione di colore vi era un profondo contrasto che impediva una presa di coscienza del problema da parte della maggioranza bianca. Si ritenne che la discriminazione attuata da una maggioranza che si riteneva superiore nei confronti della minoranza ritenuta inferiore portava la stessa minoranza a ritenersi e comportarsi come inferiore, aggravando così la propria situazione di inferiorità. Nel 1863 venne proclamata la abolizione della schiavitù ma la situazione della popolazione nera in Usa non cambiò. i neri restavano lo strato più povero della società in quanto subivano di fatto forme di discriminazione sia nell'accesso al mercato del lavoro e alle opportunità educative, sia nell'esercizio del diritti politici (diritto di voto). La segregazione e l'isolamento sociali dei neri persistevano come tratto fondamentale della loro condizione.



La drammatica condizione dei neri ha provocato enormi ondate migratorie, provenienti dall'Europa, dall'America Latina e dall'Asia, in America dove si sono mescolate insieme moltissime culture diverse (melting pot).

Azioni positive: Per contrastare le persistenti tendenze discriminatorie nei confronti dei neri, negli anni'70 - '80, sono state adottate misure dette azioni positive volte allo scopo di correggere e riequilibrare lo svantaggio iniziale dovuto all'appartenenza a una minoranza discriminata e a promuovere processi di mobilità e integrazione sociale. Queste azioni positive consistono nel riservare agli esponenti delle minoranze (anche donne, oltre ai neri) una quota di posti nell'ammissione alle scuole e alle università, nell'assunzione negli impieghi pubblici e privati, e nell'assegnazione di appalti pubblici. Esse, anche se hanno trovato opposizioni resistenze, sono riuscite a promuovere il consolidamento di una classe media di colore e nell'aumentare il numero di posizioni importanti nell'amministrazione pubblica e nelle professioni svolte dalle minoranze.

Ancora oggi la maggioranza della popolazione nera resta ancorata al fondo della società, segregata in quartieri fatiscenti dove vi è un alto tasso di criminalità e di uso della droga , con servizi sanitarie educativi inesistenti, e afflitta da alti tassi di disoccupazione.

Apartheid: In Sudafrica, Il regime dell'apartheid si instaura formalmente solo dopo il 1948, anno in cui prende il potere la corrente più radicale e conservatrice delle forze politiche espressione della minoranza bianca. La società dell'apartheid è una società rigidamente gerarchizzata nella quale al vertice vi è la popolazione bianca, composta, oltre dagli antichi coloni boeri e inglesi, anche dagli altri immigrati (tedeschi e ebrei). ½ sono poi gli indiani, i meticci, i neri e infine i lavoratori neri immigrati da regioni settentrionali e gli eredi di Boscimani (tribù di cacciatori - raccoglitori) e Ottentotti (pastori nomadi).

In regime di apartheid, i diritti politici sono riservati alla minoranza bianca, vige una rigida discriminazione nell'accesso ai posti di lavoro, vi è segregazione nei luoghi e nei servizi pubblici e la popolazione nera è sottoposta a severe restrizioni che ne limitano la stessa mobilità geografica. Questo regime provocò forti reazioni all'esterno nell'opinione pubblica internazionale, e all'interno, movimenti di resistenza e di opposizione della popolazione nera.

Inoltre le reazioni interne portarono a rivolte nei ghetti neri e alla diffusione di un movimento nero (African national Congres) che divenne il portavoce della maggioranza nera.

Ma quando nel 1990 fu liberato il leader di questo movimento nero, Nelson Mandela, con le prime elezioni liberate fondate sul principio che ogni uomo doveva dare un voto (one man one vote) e con la successiva elezione dello stesso Mandela a presidente, il Sudafrica ha voltato ina, ha posto fine ai regimi totalitari e ha iniziato la convivenza pacifica, su un piano di parità, tra popolazioni che per secoli, sono state animate da rapporti di oppressione e sfruttamento.

Etnia: La Razza è un insieme di esseri umani che condividono alcune caratteristiche somatiche. Mentre l'etnia si riferisce a differenze di ordine culturale che si trasmettono di generazione in generazione, attraverso i meccanismi della trasmissione culturale. Etnia prende in considerazione miti, memorie, valori e simboli che identificano una popolazione e la differenziano dalle altre.

Si parla di etnia o gruppo etnico quando sono presenti certi elementi e caratteristiche:

se i membri di un gruppo designano se stessi e sono designati da altri, attraverso un nome che li contraddistingue;

se vi è il mito di una comune origine io discendenza;

se si è creata una comunità che condivide certe memorie comuni o tradizioni che devono essere trasmesse di generazione in generazione;

se vi è una cultura condivisa che presenta caratteri distintivi rispetto alle popolazioni geograficamente vicine;

se vi è un territorio che i membri del gruppo proprio per diritto storico;

se si sviluppa un sentimento di solidarietà particolaristico tra i membri del gruppo che non si estende ai membri di altri gruppi.



Gli elementi che formano una etnia si possono modificare nel tempo per effetto di fattori endogeni (come la presenza o assenza di élites letterata che curano la conservazione e trasmissione delle tradizioni etniche oppure la presenza di conflitti interni di natura religiosa, politica, o sociale) e da fattori esogeni (sono il contatto con culture etniche vicine dalle quali ci si riesce a differenziare oppure dalle quali ci si lascia assimilare, oppure lo stato di guerra con etnie vicine e nemiche che da una parte, possono portare al rafforzamento del sentimento di appartenenza e al mantenimento dell'identità etnica, e dall'altra possono portare al genocidio quando l'etnia vinta viene annientata dai vincitori).

Concetto di Nazione: Ci sono due significati diversi di nazione, a seconda del rapporto che vi è tra etnia, nazione, e stato nazionale:

il concetto di nazione è una collettività che si richiama a una discendenza comune, ai vincoli creati dalla lingua, dai costumi, e dalle tradizioni comuni che rivendica a sé il diritto di organizzarsi su un dato territorio, in forma di stato sovrano. la nazione si fonda sull'etnia e entrambe precedono la formazione dello stato nazione. La nazione nasce attraverso la mobilitazione dei sentimenti di appartenenza etnica in vista della fondazione di uno stato.

il concetto di nazione considera una collettività di individui che hanno comuni diritti e doveri nell'ambito di uno stato territoriale. Lo stato precede la formazione della nazione e questa può essere composta anche da etnie differenti

Immigrazioni verso i paesi europei e l'Italia in particolare:

Gli stati Uniti e il Sudafrica sono due esempi in cui gli europei sono emigrati dal loro paesi per colonizzarne altre in questo processo hanno dovuto fare i conti con una minoranza di appartenenti a razze e culture diverse in Usa e con una maggioranza in Sudafrica.

Con la fine delle ondate migratorie dei primi decenni del secolo e con la conclusione del processo di decolonizzazione negli anni'60, l'Europa è diventata da area di emigrazione in area di immigrazione. Infatti i flussi migratori si sono diretti dalle ex colonie verso le ex potenze coloniali (Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda, ecc) e poi si sono rivolti anche verso paesi come la Germania e l'Italia.

Questa tendenza migratoria verso l'Europa è determinata da due fattori:

l'esplosione demografica in molti paesi del Terzo Mondo.

lo straordinario periodo di sviluppo delle economie dei paesi europei occidentali che hanno attirato tutti coloro che vivono nella miseria e nella fame.


I paesi dell'Europa occidentale sembra che stiano diventando delle società multietniche e multirazziali dove si mescolano e convivono persone con culture diverse, con una storia diversa, tradizioni, stili di vita, lingue e abitudini diverse.

Nelle nostre società si sono già generati episodi di intolleranza e anche di violenza.

i paesi dell'Unione europea hanno adottato negli ultimi anni delle politiche di contenimento e di controllo per porre un freno all'immigrazione. Tali politiche devono essere viste nell'ambito del contesto specifico che ha caratterizzato la storia delle migrazioni in ogni singolo paese.

In Italia sono presenti consistenti minoranze etnico - razziali e dove l'immigrazione è un fenomeni recente.

Nello studio dei fenomeni migratori si deve distinguere le migrazioni temporanee da quelle permanenti. Infatti le migrazioni temporanee sono quelle svolte da coloro che pensano di immigrare per un certo periodo di tempo in un altro paese e poi ritornare al paese di origine non appena abbiano guadagnato una somma sufficiente per potere vivere bene ne suo paese. Con il tempo ciò si può trasformare in una permanenza (migrazioni permanenti) stabile nel paese di arrivo , soprattutto se si tratta di emigrati con la famiglia i cui li si sono integrati nella nuova società.

Il fenomeno dell'immigrazione provoca un meccanismo del pregiudizio secondo il quale vengono applicati gli stereotipi costruiti in riferimento alla sottoclasse degli stessi caratterizzata da maggiore visibilità .







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