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LE FONTI DEL DIRITTO DEL LAVORO - LA TUTELA DEL LAVORO - La cessazione del rapporto di lavoro

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LE FONTI DEL DIRITTO DEL LAVORO


I principi costituzionali in tema di lavoro


l'insieme delle norme giuridiche che disciplinano l'attività lavorativa costituisce la legislazione del lavoro, divisa in:

- diritto del lavoro: regolamentazione del rapporto individuale di lavoro

- diritto sindacale: regolamentazione delle associazioni sindacali

- legislazione sociale: tutela del lavoratore, sicurezza sociale (previdenza e assistenza)


si distinguono




fonti interne fonti esterne

(degli organi statuali: costituzione, leggi ordinarie, (degli organismi internazionali e degli

codice civile, leggi regionali integrative,     accordi bilaterali stipulati dallo stato

fonti contrattuali, consuetudini) italiano con paesi terzi: direttive comunitarie, trattati)


articoli della costituzione:

art. 1 --> 'l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro'; nesso tra lavoro e democrazia, impegno dello stato ad attuare una concreta uguaglianza tra i cittadini e un benessere economico e morale

art. 4 --> concetto di lavoro come diritto-dovere dell'uomo e principio della funzione sociale del lavoro che giustifica la sua tutela da parte dello stato; il lavoro è alla base dello stato, è mezzo necessario al cittadino per un'esistenza libera e dignitosa e per la partecipazione alla gestione del paese


norme a carattere programmatico (impegnano lo stato all'elevazione dello stato sociale del lavoratore come condizione di progresso)


art. 35 --> tutela del lavoro e la formazione professionale del lavoratore; lo stato tutela il lavoro, cura la formazione e l'elevazione professionale, riconosce la libertà di emigrazione, tutela il lavoro italiano all'estero

art. 36 --> diritto alla retribuzione proporzionata e sufficiente a un'esistenza libera e dignitosa, alle ferie e al riposo; retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, durata massima della giornata lavorativa stabilita per legge, il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi

art. 37 --> parità tra lavoratori, uomini e donne, nel rispetto della funzione femminile della maternità e la tutela del lavoro minorile; adeguata protezione della madre-lavoratrice e del bambino, la donna ha diritto a un'indennità dello stipendio per il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro (2 mesi precedenti e 3 successivi), anche il padre può chiedere permessi per accudire il lio neonato, il limite minimo di età è 15 anni, vi è parità di retribuzione, sono vietate per loro attività troppo pericolose o nocive, previste visite mediche preventive e di controllo periodico

art. 38 --> diritto all'assistenza sociale per i disabili e diritto alla previdenza sociale per i lavoratori; ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale, hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale

art. 39 --> diritti di associazione, di libertà e di promozione sindacale

art. 40 --> diritto di sciopero


Lo statuto dei lavoratori e le altre fonti


CNEL (consiglio nazionale economia e lavoro) è un organismo istituito con il compito di creare un collegamento tra il legislatore e le forze produttive


atti normativi per la regolamentazione del lavoro:

1949: legge sul collocamento

1966: sui licenziamenti individuali

1970: statuto dei lavoratori

1977: legge sulla parità tra i lavoratori

1981: a favore dei lavoratori emigranti

1983: sulla disoccupazione giovanile

1988: provvedimento istitutivo del minisalario a favore dei disoccupati

1990: legge sulla regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici essenziali

1994: sulla prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro

1995: riforma del sistema pensionistico


a favore delle 5 regioni a statuto speciale emanazione di leggi integrative in materia di legislazione sociale


nel 1970 viene emanata la legge n. 300, nota come statuto dei lavoratori, composta da 41 articoli:

della libertà e dignità del lavoratore --> norme a limitazione dei controlli sull'attività del lavoratore, obblighi relativi alla sicurezza, all'igiene, alla salute del lavoratore, riconoscimento dei diritti del lavoratore-studente, potere del datore di lavoro di infliggere sanzioni disciplinari, diritto di difesa del lavoratore, concessione di permessi e turni, garanzia della libertà di pensiero del lavoratore

della libertà sindacale --> divieto assoluto di discriminare il lavoratore per ragioni politiche, religiose o di altra natura, obbligo del datore di lavoro di reintegrare il lavoratore se ingiustamente licenziato

dell'attività sindacale

disposizioni varie e generali

norme sul collocamento

disposizioni finali e penali


Il contratto collettivo di lavoro


il rapporto di lavoro è regolato anche dalle fonti contrattuali, ossia dei contratti collettivi di lavoro; sono gerarchicamente subordinati alle leggi ordinarie, tranne nell'ipotesi che apportino disposizioni migliorative per il lavoratore; il primo esempio di contratto collettivo risale al fascismo, durante il sistema delle corporazioni


sono accordi sottoscritti dalle organizzazioni contrapposte dei lavoratori e dei datori di lavoro, dai quali scaturiscono le regole a cui il mondo del lavoro deve attenersi; vengono chiamati collettivi perché riguardano gli interessi collettivi dei lavoratori


art. 39 --> riconosce ai sindacati il potere di autonomia contrattuale






contratti collettivi


interconfederali aziendali o locali

(norme applicabili a qualsiasi settore) (rappresentanza sindacale interna a una specifica impresa)


un contratto collettivo è composto da:

una parte obbligatoria --> condizioni generali e astratte

una parte economica --> retribuzione, straordinari, missioni, indennità

una parte normativa --> diritti e doveri delle parti


i contratti scadono e debbono essere rinnovati, ma vi possono essere dei contrasti fra le parti e per questo interviene lo stato tentando una mediazione con l'accordo di rinnovo


Le fonti comunitarie e le convenzioni internazionali


il primo tentativo internazionale di occuparsi di lavoro si è avuto con la costituzione dell'associazione internazionale per la protezione del lavoratore; il secondo, decisivo per l'avvio di una politica internazionale del lavoro, con lo scopo di fissare obiettivi comuni, fu l'istituzione dell'OIL (organizzazione internazionale del lavoro), alla fine della 1^ guerra mondiale


racchiude i principi generali dell'organizzazione lavorativa (salari minimi, orario di lavoro, tutela del lavoro minorile, libertà sindacale, garanzie previdenziali e assistenziali)


in seguito il consiglio d'Europa, che riunisce tutti gli stati europei, al fine di promuovere il rispetto dell'uomo e dei suoi fondamentali diritti, ha adottato una carta sociale europea, che obbliga gli stati membri a presentare rapporti periodici sulla situazione lavorativa del paese


nel 1957 è nata la CEE, oggi divenuta UE


nel 1989 è stata adottata la carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori


l'Italia ha anche stipulato una serie di trattati bilaterali con paesi europei e non (Svizzera, Argentina, Germania, Austria) verso i quali si è diretto il flusso migratorio dei nostri connazionali, allo scopo di tutelare i lavoratori italiani all'estero

















LA TUTELA DEL LAVORO


Il lavoro nelle diverse epoche storiche


mondo romano: distinzione fra opere manuali a cui si dedicavano i soggetti giuridicamente incapaci (es. gli schiavi) e opere liberali che venivano svolte da coloro che vantavano una posizione di supremazia; tutti i poteri e le capacità erano del paterfamilias; con la schiavitù si ha il dominio dell'uomo sull'uomo; in seguito all'avvento del cristianesimo e ai suoi principi di libertà e uguaglianza inizia una prima trasformazione

medioevo: la schiavitù si riduce, ma rimane la ura del servo della gleba; i liberi mestieri (artigiani e mercanti) si organizzano in associazioni dette corporazioni, le quali curavano interessi comuni attraverso l'emanazione di propri statuti

età liberale (XIX sec.): diffusione delle macchine, rivoluzione industriale, sostituzione delle botteghe (delle corporazioni) con le aziende, investimenti di capitali --> nuova disuguaglianza tra gli uomini: legge del massimo risultato con il minimo mezzo; condizioni dei lavoratori pessime, totale alienazione; prime rivendicazioni delle organizzazioni sindacali


Il mercato del lavoro e le teorie lavoriste


l'esistenza di un mercato del lavoro, cioè del continuo incontro di domanda e offerta, ha reso necessaria un'analisi dei rapporti fra imprenditore e lavoratore


  1. Smith: primo economista ad introdurre il concetto di valore-lavoro come lavoro incorporato nel bene stesso, in termini di ore e giornate lavorative; il concetto di produttività del lavoro come quantità di bene prodotto in un lasso di tempo da ogni lavoratore; indica come acceleratore della produttività la divisione del lavoro tra gli uomini
  2. Lassalle: legge ferrea dei salari secondo cui i compensi devono essere mantenuti costantemente a un livello sufficiente



economisti classici che presuppongono che le condizioni retributive del lavoro devono essere stabilite dalla classe capitalista


  1. Mill: concezione del rapporto salario-occupazione per cui l'oscillazione dei salari determina la riduzione o l'aumento degli operai occupati
  2. Marx: critica molto le condizioni di vita e di lavoro precarie, afferma che il salario non è il giusto compenso al lavoro perché al lavoratore viene sottratto una parte di plusvalore
  3. neoclassici: non esiste alcun surplus, né alcuno sfruttamento; Marshall afferma che l'effetto-salario equivale a un effetto-benessere (il lavoratore che ha raggiunto un determinato livello remunerativo preferisce optare per il tempo libero, non aumentando la propria offerta di lavoro né le richieste salariali e determinando una stabilità del livello dei salari)

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considerano primario il ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva


Nascita ed evoluzione del movimento operaio


l'origine del movimento operaio è tutta nella parola proletario che indica quel lavoratore salariato fornito della propria forza-lavoro; questo movimento è la conseguenza della condizione di assoluta inferiorità di questi lavoratori, dell'incremento della popolazione, della diminuzione dei salari, dell'aumento dei prezzi e dell'introduzione delle macchine

il movimento operaio vero e proprio nasce in Inghilterra nella metà del 1700 --> gli operai inglesi si riuniscono in società di mutuo soccorso per provvedere, con fondi speciali, ai bisogni delle loro famiglie, ai soci disoccupati, agli ammalati e agli invalidi


Trade unions: associazione di operai provenienti dalla stessa industria con lo scopo di rivendicare con lo sciopero condizioni più umane di vita e di lavoro --> governo inglese reagisce vietando qualsiasi coalizione di operai

luddismo: movimento di assalto alle fabbriche e di distruzione degli impianti --> morte di numerosi lavoratori e instaurazione di leggi severe contro le libertà civili di riunione e di stampa

cartismo: movimento rivoluzionario basato sulla carta del popolo presto soffocato dal governo inglese

consiglio dei sindacati di Londra (1877): si conquista la giornata lavorativa di 9 ore (non più 12), il riconoscimento delle associazioni operaie, la rappresentanza dei lavoratori in parlamento, il potere di stipulare contratti collettivi di lavoro, amministrare il proprio patrimonio e organizzare scioperi


in Italia l'attenzione era ancora diretta al raggiungimento dell'unità nazionale e molti erano gli ostacoli che non permettevano la formazione di un movimento operaio (analfabetismo, emigrazione, ..), MA:

nel 1882 a Milano viene fondato il partito operaio italiano

in seguito nascono le prime camere del lavoro con lo scopo di rappresentare la classe lavoratrice di fronte allo stato

nasce la società di mutuo soccorso

costituzione del partito dei lavoratori italiani nel 1892, che in seguito diventa il partito socialista dei lavoratori italiani

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libertà economica possibile attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione, la gestione diretta della fabbriche e la lotta di classe (pensiero politico-economico marxista)


il movimento cattolico e la chiesa (con il papa Leone XIII) promulgano l'enciclica Rerum Novarum riconoscendo ufficialmente la gravità del problema operaio e sollecitando la creazione di sindacati cattolici

nasce la confederazione generale del lavoro (CGIL), poi l'unione italiana del lavoro (UIL) e infine la confederazione italiana del lavoro (CIL)


con l'avvento del fascismo si pone fine alle rivendicazioni sindacali con l'emanazione della carta del lavoro che vietava lo sciopero e sciolse CGIL e CIL, al cui posto si costituirono la confederazione nazionale delle corporazioni fasciste (per i lavoratori) e la confederazione nazionale dell'industria italiana (per i datori di lavoro)

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dopo il fascismo i sindacati riemergono e le 3 confederazioni si uniscono con un patto federativo che fa del sindacato un'imponente forza politica


Sindacati e Confederazioni oggi


rappresentano le formazioni sociali di spicco nel mondo del lavoro; le vicende del sindacalismo italiano si dividono in 4 fasi:

  1. quella del divieto, sanzionato penalmente, che va dall'unità d'Italia fino all'emanazione del codice Zanardelli (1890)
  2. quella del diritto sindacale (dal 1890 al 1922)
  3. quella del corporativismo fascista
  4. quella contemporanea avviatasi con l'introduzione nella costituzione del 1948 degli artt. 39 e 40

attualmente i sindacati di maggiore rilevanza sono:

la CGIL, di ispirazione comunista

la CISL, di orientamento cattolico

la UIL, di origine socialista e socialdemocratica

la CISNAL, vicina alle formazioni di politica di destra

i COBAS, sindacati autonomi


anche gli imprenditori sono riuniti in confederazioni sindacali:

confindustria

confcommercio

confagricoltura

confartigianato


il patto per il lavoro del 1996 vuole che i sindacati e il governo attuino delle contrattazioni delle riforme, a dimostrare il ruolo fondamentale svolto dalle forze sociali


La libertà sindacale e il diritto di sciopero


nell'attuale ordinamento sono sanciti i seguenti principi:

libertà di organizzazione

pluralismo di organizzazione sindacale

autodeterminazione, mediante la stesura di uno statuto, delle regole interne al sindacato

libertà per i singoli di iscriversi o meno al sindacato


la libertà sindacale va intesa come libertà di costituire sindacati, di esercitare l'attività sindacale, di aderire o meno ai sindacati, di autoorganizzare i sindacati

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unico caso per cui lo stato prevede espressamente una deroga in tema di libertà è quello dei militari e delle forze di polizia


lo sciopero è l'astensione volontaria e collettiva dal lavoro:

il lavoratore che sciopera perde la retribuzione per il periodo di astensione, ma conserva il posto di lavoro

bisogna comunicarlo preventivamente (15 gg prima con motivazione) al datore di lavoro

devono essere garantiti i servizi minimi

vi è la possibilità che le autorità competenti, riconoscendo che dallo sciopero derivi un grave danno alla collettività, impongano ai lavoratori di interromperlo (precettazione)


la serrata è lo strumento di lotta professionale usato dagli imprenditori, non si tratta di un diritto costituzionale, ma di una semplice libertà; è la chiusura totale o parziale dell'azienda disposta temporaneamente dall'imprenditore per indurre i lavoratori ad accettare le proprie condizioni o come forma di ritorsione










IL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO


si ha quando un soggetto si obbliga a prestare lavoro sotto la direzione di un datore di lavoro in cambio di

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un salario uno stipendio (per i lavori intellettuali) *

(per i lavori manuali) *


è contrapposto al lavoro autonomo, che si ha quando un soggetto si obbliga a prestare un servizio per conto di un committente in cambio di una retribuzione, è lui che decide i tempi e l'organizzazione del lavoro e suoi sono i mezzi di produzione


categorie di lavoratori subordinati:

dirigenti

quadro: sottoposti ai dirigenti, hanno potere decisionale limitato

impiegati: di concetto (per attività intellettuali) o d'ordine (per attività intellettuali di tipo esecutivo)

operai: per le attività manuali, specializzati (lavoro complesso), qualificati (qualifica + attività pratica), comuni (con esperienza professionale sul campo) e manovali (senza esperienza, per le attività generiche)


tipi di contratto:

a tempo indeterminato

a tempo determinato (interinale, lavoro in affitto): lavoratore + azienda datrice di lavoro + impresa di lavoro interinale

di formazione lavoro: per favorire l'occupazione giovanile (16 - 32 anni), dura 2 anni e prevede ore di istruzione informativa

di apprendistato: permette ai ragazzi (16 - 24 anni) di acquisire una qualifica professionale (retribuzione inferiore rispetto agli altri contratti)


La costituzione del rapporto di lavoro subordinato


il rapporto di lavoro subordinato si costituisce tra datore di lavoro o lavoratore per mezzo di un contratto che si perfeziona con l'incontro delle volontà delle 2 parti; si tratta di un contratto consensuale a prestazioni corrispettive di durata, cioè producente effetti destinati a protrarsi nel tempo


limiti dell'autonomia contrattuale:

modalità di assunzione: il datore di lavoro è tenuto ad avvalersi degli uffici di collocamento, che dipendono direttamente dal ministero del lavoro, dove si trova la lista dei lavoratori in cerca di occupazione

divieti di assunzione: per i minori di 15 e le donne adibite ai lavori sotterranei

obblighi di assunzione: per le categorie protette (invalidi civili, sordomuti, ..)


i lavoratori per essere assunti devono possedere il libretto di lavoro, che dev'essere consegnato all'imprenditore all'atto dell'assunzione; sono inoltre necessari il libretto sanitario (rilasciato dall'ASL), il documento d'iscrizione all'INPS (per il versamento dei contributi) e il codice fiscale



il datore di lavoro fa richiesta di assunzione nominativa, ossia indica il nome del lavoratore che vuole alla sue dipendenze; ogni assunzione è preceduta da un periodo di prova, al termine di questo periodo ciascuna delle parti può esercitare il diritto di recesso (senza alcun preavviso, decidere di non dare prosecuzione al rapporto di lavoro) --> il lavoratore matura il diritto alle ferie e al trattamento di fine rapporto (liquidazione)


se le parti decidono di continuare il rapporto di lavoro, questo diviene definitivo e il servizio prestato si conta nell'anzianità del lavoratore


Diritti e obblighi del lavoratore


diritti economici:

retribuzione (stipendio, salario *, a cottimo: tiene conto del risultato produttivo, provvigioni calcolate in percentuale sugli affari conclusi dal lavoratore, partecipazione agli utili: il lavoratore partecipa al rischio d'impresa)

premi di produzione, indennità, rimborsi spese, assegni familiari: considerati come aggiuntive alla retribuzione di base


diritti sociali:

facoltà di prestare la propria opera nel luogo stabilito dal contratto e con un preciso orario di lavoro: orario settimanale portato a un massimo di 40 ore e limite di ore giornaliere mantenuto a 8 ore; gli straordinari sono previsti, devono essere compensati con una retribuzione maggiorata del 10% e non possono eccedere le 12 ore settimanali

diritto a un giorno di riposo settimanale

diritto alle ferie annuali retribuite

diritto al trattamento di fine rapporto (in caso di morte del lavoratore spetta al coniuge e ai li)

diritto alla libertà sindacale e allo sciopero

diritto alla tutela dell'integrità fisica (diritto alla salute) e morale sul luogo di lavoro


obblighi:

esecuzione della prestazione lavorativa

rispetto delle disposizioni di lavoro impartite dall'imprenditore

cura degli strumenti di lavoro

fedeltà all'impresa (astenersi dal ricavare profitto personale, non compiere atti dannosi all'impresa, non trattare affari per conto di terzi e in concorrenza con il proprio datore)

riservatezza (non divulgare notizie relative all'impresa)


Poteri, divieti e obblighi del datore di lavoro


poteri:

direttivo (organizzazione dell'attività dei lavoratori)

disciplinare (facoltà di imporre sanzioni che si sostanziano nel rimprovero, nella censura, nell'ammonizione, nella sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, nel licenziamento; il lavoratore ha diritto alla difesa con l'assistenza del sindacato)

di vigilanza e di controllo


doveri (= diritti del lavoratore):

di corrispondere le attribuzioni, patrimoniali e non, dovute al lavoratore

di garantire le libertà sindacali

di aggiornare il libretto di lavoro di ogni prestatore

di adempire agli oneri previdenziali e assistenziali

di tutelare l'integrità fisica e morale del lavoratore

di assicurare gli accertamenti sanitari in tema di lavoro minorile


divieti posti dallo statuto dei lavoratori:

di licenziare fuori dei casi prefissati dalla legge

di attuare discriminazioni di qualsiasi natura

di assumere minori di 15 anni

di sostituire con altri un lavoratore in sciopero

di adibire il lavoratore a mansioni con qualifica inferiore a quella per la quale è stato assunto

di stabilire patti diretti a far rinunciare il lavoratore alle ferie annuali


La cessazione del rapporto di lavoro


il rapporto di lavoro può essere interrotto da una temporanea sospensione o dalla definitiva cessazione


cause di sospensione:

infortunio e malattia (il lavoratore percepisce un'indennità)

servizio militare di leva e richiamo alle armi (per un anno, non c'è alcuna retribuzione, ma si conserva il posto di lavoro)

gravidanza e puerperio

sciopero

elezione a cariche pubbliche rappresentative

adempimento di funzioni pubbliche

assenze giustificate (motivi di famiglia, lutto, ..)

aspettativa (es. motivi di studio)

congiunture economiche, esigenze di ristrutturazione aziendale o eventi accidentali (calamità), da imputare al datore di lavoro in quanto dipendenti dall'attività produttiva



il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto e spesso anche alla prosecuzione parziale del trattamento economico


cassa integrazione (lo stato prevede alla retribuzione)


ordinaria straordinaria

(quando la sospensione è dovuta alla mancanza    (per ristrutturazione o riduzione

di scorte o a calamità naturali) del personale)


cause di cessazione:

nel caso del lavoro a tempo determinato si ha quando scade il termine finale, altrimenti:

morte del prestatore di lavoro

volontà della parti (mutuo consenso)

volontà di una delle parti (recesso che si distingue in dimissioni fatte dal lavoratore e licenziamento effettuato dal datore di lavoro)


chi chiede la cessazione ha l'obbligo di dare preavviso all'altra parte





il licenziamento è possibile solo in 2 casi:

giusta causa (licenziamento in tronco): per qualunque comportamento che incida sulle aspettative e sulla fiducia che sono alla base del rapporto di lavoro

giustificato motivo: per un notevole adempimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore o per ragioni inerenti all'attività produttiva (es. ritardi, assenze ingiustificate, ..)


il licenziamento collettivo è relativo alle imprese medio-grandi con necessità di operare tagli del personale per risanamenti o riduzione di attività; il datore di lavoro è tenuto a comunicare la propria decisione ai sindacati allo scopo di cercare possibili soluzioni alternative; se questo è necessario il datore ha l'obbligo di ridurre il personale seguendo criteri prestabiliti quali l'anzianità, i carichi familiari e le esigenze produttive dell'azienda









































LO STATO SOCIALE: PREVIDENZA E ASSISTENZA

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ristretta ai lavoratori, contro il rischio della    più ampia, per tutti quelli che non hanno

diminuzione della capacità lavorativa   risorse minime


Nascita ed evoluzione del Welfare State in Europa e in Italia


è stato del benessere che interviene nel campo sociao-economico per garantire la giustizia sociale;

la sua storia è suddivisibile in 3 fasi:

sperimentazione: iniziata alla fine del 1800, sviluppatasi con l'emanazione di una serie di leggi finalizzate all'avanzamento sociale della collettività, culminata con la creazione del sistema di assicurazioni sociali e con l'assisteza ospedaliera ai disoccupati e ai minorati psichici; l'arrivo della grande crisi e della depressione, il seconndo conflitto mondiale convincono l'opinione pubblica dell'utilità delle politiche sociali per tutti i cittadini

consolidamento: l'ipotesi della perdita di capacità lavorativa determina automaticamente il diritto alla prestazione sociale intesa a garantire il minimo vitale con benefici uguali per tutti

grande delusione e crisi: negli anni 70, riscoperta del permanere delle disugualianze sociali, interruzione della crescita economica, crescere del deficit pubblico, inefficenza dei servizi, minaccia rappresentata dallo strapotere dello stato alla libertà individuale


La crisi del WS e i problemi irrisolti


la convinzione condivisa da molti è che si debba passare da un sistema a spettanza universale del tipico modello anglosassone (fornire a ogni cittadino servizi essenziali gratuiti, indipendentemente dal livello di reddito posseduto) a un sistema particolarmente selettivo (interventi mirati che isolino un gruppo di riferimento su cui dirigere le risorse disponibili, evitandone l'inutile dispersione)


negli USA è prevalso il modello di WS residuale (lo stato interviene con i servizi essenziali gratuiti solo nei casi di famiglie incapaci di far fronte ai rischi fondamentali della vita); W backlash è caduta della solidarietà da parte dei contribuenti che può determinare fratture sociali e la stigmatizzazione del fenomeno della povertà; nei paesi scnadinavi si ha il WS universalistico (favorito il mutuo soccorso tra i diversi ceti sociali), considerato il modello più costoso


Storia della previdenza sociale in Italia


la legislazione sociale mia alla tutela del lavoratore e si distingue in previdenza e assistenza; l'azione delo stato è fondamentale per rendere concreto il sistema di sicurezza sociale; suo scopo primario è promuovere il benessere della popolazione e realizzare un equilibrio tra le diverse classi sociali; lo stato fornisce protezione a tutti i cittadini e una prestazione minima nazionale per condurre una vita dignitosa


la previdenza sociale è il primo intervento dello stato e nasce agli inizi degli anni 90 attraverso leggi sull'invalidità, sulla vecchiaia, sulla disoccupazione, sugli assegni familiari, sulle malattie, sulla maternità, sugli infortuni e le malattie professionali; negli anni 50 si emanano leggi per riformare la maternità, il sistema pensionistico

Caratteri e struttura del sistema previdenziale italiano


la finalità è di tutelare il lavoratore al verificarsi di eventi le cui conseguenze determinabo precarietà economica (es. infortunio, malattia, disoccupazione, ..)

le assicurazioni sociali obbligatorie si basano su un rapporto giuridico fra soggetto assicuratore (ente pubblico previdenziale, INPS o INAIL, tenuto a erogare la prestazione sanitaria o economica) e un soggetto assicurato o beneficiario (il lavoratore)


INPS è istituto nazionale della previdenza sociale *

INAIL è istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro §


* gestisce:

fondo pensioni dei lavoratori dipendenti

assicurazione per la disoccupazione involontaria attraverso gli uffici di collocamento

cassa unica per l'assegno al nucleo familiare

cassa integrazione guadagni

assicurazione per la maternità

fondi speciali per categorie di lavoratori


§ eroga rendite vitalizie per inabilità permanenti, cure mediche e indennità per inabilità temporanee assolute


La riforma del sistema pensionistico


la pensione di un lavoratore dipendente è costituita dai contributi obbligatori versati dal datore di lavoro, dal riscatto degli anni universitari, della leva militare o dei contributi volontari


riforma Dini: si è passati dal vecchio sistema di tipo retributivo, basato sull'anzianità contributiva, al nuovo di tipo contributivo per il quale la pensione si calcola in base ai contributi accantonati posti in relazione all'età in cui il lvaoratore decide di cessare l'attività lavorativa (65 anni per gli uomini e 60 per le donne + 20 di contributi)


fondi pensione sono contributi volontari in denaro dei lavoratori presso fondi controllati dallo stato


Le altre forme di previdenza sociale


assicurazione contro infortuni e malattie professionali (INAIL)

assegno di invalidità (ridotta capacità lavorativa)

assegno di inabilità (infermità permanente e assoluta di ogni capcatià lavorativa)

pensione di reversibilità (ai familiari del lavoratore morto)

assicurazione contro la disoccupazione (lavoratori senza lavoro non per causa loro)

assegno per il nucleo familiare (assicura al lavoratore e alla sua famiglia una vita libera e dignitosa)

assicurazione obbligatoria per le casalinghe (tutela degli infortuni domestici)


Il sistema assistenziale italiano


Provvede ai bisogni dei cittadini, ha come obiettivi il miglioramento delle condizioni di vita, l'educazione e l'istruzione professionale e la tutela della dignità personale; si distingue in assistenza: ai sordomuti, ai ciechi, ai grandi invalidi del lavoro, ai lavoratori emigrati, demiciliare agli anziani, alla famiglia, ai cittadini con più di 65 anni e in stato di degenza




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