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REGIONE INDIANA



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REGIONE INDIANA

La regione indiana si estende su circa 4.500.000 Km quadrati, dei quali quasi tre quarti sono occupati dall'unione indiana. Il territorio è costituito nord da imponenti sistemi montuosi che isolano il subcontinente dal resto dell'Asia; al centro si aprono vaste pianure formate da fiumi che attraversano la regione: l'Indo, il Gange e il Brahmaputra; a sud, la parte peninsulare coincide con il vasto tavolato triangolare del Deccan, bagnato dall'oceano indiano che ad ovest prende il nome di mare arabico e ad est di golfo del Bengala.

Climi

Salvo che nella fascia montuosa settentrionale, contraddistinta da inverni molto rigidi, il clima della regione è caldo e influenzato dai monsoni. Solo nella parte nord-occidentale (valle dell'Indo) e centrale, non raggiunte dal monsone, il clima è arido; dove manca una rete di fiumi e di canali d'irrigazione il territorio è addirittura desertico. Nella zona meridionale e nell'isola di Ceylon il clima si fa quasi equatoriale.

Ambienti climatici  



I problemi ambientali sono legati al sovrappopolamento e al basso sviluppo economico della regione. La messa a coltura di nuove terre per sfamare una popolazione in costante crescita ha comportato il disboscamento di vaste aree e una forte erosione dei suoli. L'uso di grandi quantità di sostanze chimiche in agricoltura per aumentare le rese ha provocato l'inquinamento delle acque sotterranee. Il mancato rispetto di misure di sicurezza nelle fabbriche che utilizzano sostanze molto pericolose e il traffico di scorie radioattive hanno causato gravi danni alla popolazione e al paesaggio. Nel 1984 a Bhopal, in India, una fuga di sostanze velenose dalla fabbrica di pesticidi Union Carbide ha causato la morte di quasi 3.000 persone, mentre altre 200.000 hanno dovuto lasciare la zona a causa dell'avvelenamento atmosferico e della contaminazione dei terreni. Anche lo sviluppo del turismo rappresenta una minaccia per l'ambiente: in luoghi ancora incontaminati delle vallate himalayane, per esempio, hanno cominciato a ire cumuli di rifiuti abbandonati dai sempre più numerosi escursionisti.

Idrografia

I fiumi principali nascono al centro della catena himalayana, nella regione del monte Kaials, ritenuto sacro dai tibetani e dagli indiani, e sono alimentati dalle acque dei ghiacciai. Il Gange, lungo 2700 Km di cui 1900 navigabili, attraversa tutta la sezione nord-orientale dell'India e, dopo essersi unito al Brahmaputra (lungo 2900Km) in Bangladesh, sfocia nel golfo del Bengala. Il Gange è il fiume sacro degli indù, che si bagnano nelle sue acque per purificarsi. Come il Brahmautra(sacro per i tibetani), anche l'Indo(3180Km) scorre per un tratto del suo corso a nord dell'Himalaya ed entra poi, incassato in strette gole montuose, nel Pakistan, che attraversa fino a gettarsi nel mare arabico presso Karachi. Tutti questi fiumi presentano periodi di piene in corrispondenza della stagione monsonica estiva: di rado le opere di canalizzazione bastano a fermare la furia delle acque, che straripano provocando danni gravissimi.

Orografia

COSTE ED ISOLE

I litorali del Deccan sono uniformi: più alti e compatti ad ovest, orlata da lagune e acquitrini est, in corrispondenza dei delta dei numerosi fiumi. La più grande isola del subcontinente è quella di Ceylon(Sri Lanka)in gran parte pianeggiante, con coste basse e uniformi. Nel golfo del Bengala si trovano agli arcipelaghi delle Andamane e delle Nicobare, appartenenti politicamente all'India. A sud ovest della penisola indiana si estende l'arcipelago delle Maldive, formato da circa 2000 isole coralline.

PIANURE

La grande pianura alluvionale che occupa la fascia intermedia tra la regione himalayana e l'India centrale, oltre a quasi tutto il Bangladesh, è formata dai detriti trascinati a valle dall'Indo, dal Gange e dai loro affluenti. Questi hanno riempito in tempi geologicamente recenti la grande depressione formatasi là dove il peso enorme delle masse rocciose della catena himalayana ha fatto flettere la crosta continentale indiana. Il paesaggio originario, ricchissimo di vegetazione spontanea(giungla), è stato trasformato dall'uomo attraverso opere di canalizzazione che hanno interessato anche l'altro grande fiume che scorre nella parte orientale della pianura, il Brahmaputra.

MONTAGNE

Il margine settentrionale della regione è delimitato da imponenti catene montuose: da ovest ad est si succedono la parte orientale dell'Hindukush, con cime che superano i 7000 m, il Karakoram, culminante nel K2(8617m), e l'Himalaya, che comprende 10 vette sopra gli 8000 metri tra cui l'Everest(8872m), la montagna più alta della terra. I ghiacciai sono presenti soprattutto nella fascia occidentale, dove il clima è più rigido e le nevi perenni coprono quasi totalmente i territori sopra i 5000 m d'altitudine. Lungo i bordi della penisola del Deccan corrono i Ghati Occidentali e Orientali, due catene montuose poco elevate che delimitano l'altopiano interno. Nella sua parte nord-occidentale questo è costituito da rocce vulcaniche formatesi circa 66 milioni d'anni fa durante una serie di reazioni che secondo alcuni geologi avrebbero contribuito alla estinzione di molte specie animali, tra cui i dinosauri.

Popolazione, lingue, etnie e religioni

Per quanto il subcontinente indiano costituisca, per motivi storici e culturali, un unica regione, i popoli che lo abitano sono diversissimi per razza, lingua, religione: gli studiosi distinguono in questa regione parecchie centinaia d'etnie, caratterizzate dall'uso di lingue diverse. Solo in India quattro famiglie linguistiche(lingue indo-ariane o indoeuropee; draviche; munda; tibeto-birmane) comprendono almeno 130 lingue e oltre 800 dialetti, tra cui emergono una ventina di lingue più diffuse in particolare l'hindi-urdu, una lingua indoeuropea parlata nella parte settentrionale dell'India e nel Pakistan da oltre 300 milioni di persone.

Un altro elemento di distinzione tra le diverse etnie indiane è la religione, in quanto la complessa storia della regione ha portato alla presenza di numerose minoranze, accanto alla maggioranza induista, divisa tre seguaci di divinità diverse. Sono numerosi i musulmani, che in India e sono in prevalenza sciiti, in Pakistan e nel Bangladesh sono sunniti; meno numerosi in India i buddisti, che sono però maggioritarie a Sri Lanka, ed i jainisti, seguaci di una religione diffusasi contemporaneamente al buddismo, ma assai meno praticata; vi sono i parsi, discendenti di una popolazione emigrata dalla Persia al tempo della conquista araba, che seguono ancora oggi la religione tradizionale persiana, predicata da Zorastro; i cristiani, sia cattolici, sia protestanti, sono divenuti più numerosi nel periodo coloniale, quando non manchino alcune comunità cristiane d'origine più antica; esistono infine alcuni ebrei, in numero ridottissimo. Tra le religioni della regione va ancora ricordato quella dei Sikh, che fu fondata alla fine del XV secolo da uno studioso, Nanak, nel tentativo di unire la religione induista e quella musulmana. Questa etnia su base religiosa, a lungo perseguitata, rivendica l'autonomia o l'indipendenza dello stato in cui vive, il Panjab, e l'opposizione del governo centrale alle richieste dei Sikh ha provocato numerosi scontri.

Oltre alle differenze linguistiche e religiose, gli indiani presentano una grande varietà di caratteri fisici, perché nel corso dei millenni in questa regione si sono mescolati popoli diversi per origine e razza: gli Arii, simili agli Europei; le popolazioni del sud, con la pelle molto scura; popoli provenienti da est o da nord caratteristiche fisiche mongoloidi.

Oltre un miliardo di persone vivono in questa regione, che ha una delle densità più alte del mondo. Si tratta di una popolazione prevalentemente rurale, ma vi sono numerose città, alcune delle quali d'origine molto antica, e le conurbazioni di Calcutta, Mumbai (Bombay), Dheli e Karachi sono tra le aree urbane più estese del mondo. Le città indiane crescono ad un ritmo molto rapido, sia per l'incremento demografico, sia per lo spostamento della popolazione dalle camne; a causa della rapidità della crescita e della povertà del paese, le amministrazioni locali non hanno i mezzi per fornire alla popolazioni in crescita i servizi essenziali e moltissimi tra gli immigrati non posseggono nulla. Di conseguenza vi sono vastissime bidonville e nelle città vivono e dormono per le strade: a Mumbai circa 6 milioni d'indiani vivono in baracche o per strada. Il governo indiano ha avviato diverse camne per il controllo delle nascite, perché un forte incremento demografico è insostenibile in un territorio già fortemente sovrappopolato, come il subcontinente indiano. L'incremento è calato, ma rimane ancora intorno al 2% annuo: nel 2015 l'India avrà oltre 1.800.000.000 abitanti; in Pakistan e Bangladesh l'aumento è ancora più forte e la popolazione complessiva di questi due stati rischia di raggiungere nel XXI secolo i 900 milioni.



Storia

In India le prime civiltà urbane si svilupparono lungo la valle dell'Indo, tra il III e II millennio a.C.(civiltà di Harappa e Mohenjo-Daro), ma furono invasori provenienti da occidente, gli Arii, a conquistare l'intera regione nel II millennio a.C. e a sottomettere le popolazioni originarie. Gli Arii formarono all'interno della società indiana la classe superiore, mentre le popolazioni originarie costituirono classi inferiori, a servizio della nobiltà ariana. Nel sesto secolo a.C. la predicazione del Buddha portò alla nascita della religione buddista, che si affiancò a quella induista, prevalente tra gli Arii. Nel III secolo a.C. il re Asoka riuniti per la prima volta quasi tutta l'India in un unico impero. Alla sua morte però l'impero si divise e anche gli impegni che si formarono in seguito nell'India settentrionale(dinasta Gupta, 4°-5° secolo d.C. e Harsha, 7° secolo d.C.) ebbero breve durata. Nel VII secolo d.C. le prime conquiste arabe nell'India nord-occidentale cominciò la diffusione nella regione e della religione musulmana e i musulmani furono gli imperatori che riunirono gran parte dell'India nei secoli successivi, in particolare quelle dell'impero Mogol(o Moghul), fondato nel 1526 e destinato a riunire gran parte dell'India per due secoli. Nel 1498 il portoghese Vasco de Gama sbarcò in India dopo aver circumnavigato l'Africa, aprendo così la via dell'Indie alle navi europee: in India essi cercavano le spezie e altri prodotti di lusso destinati alle classi superiori dei paesi europei. Numerosi empori furono fondati dai portoghesi, che si impossessarono di Goa nel 1510, dagli olandesi(dal 161), dagli inglesi(1649) e dei francesi(1674). Tra le potenze europee fu l'Inghilterra ad avere la meglio e la Comnia inglese delle Indie Orientali, dopo aver fondato la città di Calcutta(1690), cominciò la conquista del Bengala e di diverse regioni dell'India. Tra il 1757 e il 1856 tutti gli stati indiani passarono sotto il controllo diretto o indiretto della Comnia delle Indie Orientali e a loro si aggiunse l'isola di Ceylon, che era stata dominio portoghese e poi olandese fino al 1802. Dopo la grande rivolta anti- inglese del 1857-l858 l'India passò dalla Comnia delle Indie alla monarchia britannica della regina vittoria divenne imperatrice delle Indie.

Il dominio britannico non fu mai completamente accettato dalla popolazione e nel XX secolo le proteste si moltiplicarono, nonostante la feroce repressione inglese. Tra coloro che guidarono la lotta dell'India contro il dominio inglese vi fu il Mahatma Gandhi che scelse la via della non violenza, rifiutando la lotta armata e le azioni terroristiche. Gli scioperi organizzati da Gandhi e reazioni di boicottaggio delle merci inglesi costrinsero il governo inglese a venire a patti con Gandhi e gli indipendentisti indiani. Così dopo la seconda guerra mondiale l'India divenne indipendente(1947), non senza violenti contrasti interni: le regioni a prevalenza musulmana si staccarono da quelle a prevalenza induista, formando il Pakistan e tra gli induisti e musulmani vi furono scontri e veri e propri massacri, che provocarono probabilmente oltre 10 milioni di morti. Si verificò allora un colossale esodo di induisti dall'India al Pakistan e di musulmani e sikh dal Pakistan all'India, mentre scoppiava il primo conflitto indo-pakistano per il dominio sul Kashmir(1947), una regione in prevalenza musulmana, passata all'India per volontà del principe locale.

Tra il 1971 e il 1972 il Pakistan orientale(oggi Bangladesh) si separa dal Pakistan occidentale, nello stesso anno in cui Sri Lanka(Ceylon) otteneva l'indipendenza.

Politica

Gli stati della regione sono repubbliche, ad eccezione dei due meno popolosi, il Nepal e il Bhutan, che sono monarchie. Dopo l'indipendenza, l'India ha sempre conservato un governo di tipo democratico e costituisce oggi la più grande democrazia del mondo( per numero di abitanti), anche se le limitazioni alle libertà dei cittadini sono molto pesanti, mentre Pakistan e Bangladesh sono stati a lungo sotto regimi dittatoriali e solo recentemente hanno avviato un processo di democratizzazione. Questi due paesi sono stati i primi del mondo musulmano ad avere una donna come primo ministro: Benazir Buttho in Pakistan(1889-l990-l993), Khaleda Zia in Bangladesh(1991).

Il principale motivo di tensione internazionale nella regione è il contrasto per il Kashmir, rivendicato dall'India e dal Pakistan. Inoltre alcuni territori indiani nell'Himalaya sono state occupati dalla Cina. Ben più forti sono però i contrasti all'interno degli stati, tra le diverse popolazioni: i Sikh del Panjab in India ed i Tamil di Sri Lanka e dell'India meridionale si battono contro il governo centrale; tra la maggioranza induista e una minoranza musulmana in India non sono mancati conflitti a carattere religioso anche negli anni successivi all'indipendenza, ad esempio per la moschea di Ayodhya, rivendicata da entrambe le comunità(190) o a Bombay(1992-l993); in Pakistan si sono avute recentemente/1995) violenti scontri tra musulmani sciiti e musulmani sunniti. Due primi ministri indiani, Gandhi(1984) e suo lio Gandhi(1991) hanno perso la vita in attentati organizzati da gruppi appartenenti ad un'etnia in rivolta.

Economia

La principale attività economica è l'agricoltura, in cui trova lavoro la maggioranza della popolazione della regione. Si tratta perlopiù di un'agricoltura di pura sussistenza o rivolta al mercato interno, praticata con mezzi tradizionali e basata sui tre cereali più diffusi: riso, di cui India è il secondo produttore mondiale e Bangladesh il quarto; sorgo   (India secondo produttore mondiale) e frumento, di cui l'India è il quarto produttore mondiale e il Pakistan è il decimo. Essa dipende dalla regolarità del monsone in quanto la disponibilità d'acqua è limitata. Non mancano però, soprattutto nelle terre irrigate dall'Indo dal Gange, coltivazioni destinate al mercato internazionale, come il te', di cui l'India è il primo produttore mondiale e Sri Lanka il terzo, la canna da zucchero( India secondo produttore mondiale e ), il cotone( India quarto produttore mondiale), la iuta. L'agricoltura è integrata dall'allevamento di capre( il 20% del patrimonio caprino mondiale si trova in India), bufali e bovini( per entrambi l'India è al primo posto). L'apparente abbondanza della produzione e del patrimonio zootecnico non deve ingannare: si tratta di un territorio immenso e agricoltura e allevamento non sono sufficienti a fornire il cibo necessario per sfamare oltre un miliardo di persone. La rivoluzione verde ha permesso un notevole aumento delle rese, ma questi progressi sono stati annullati dal rapido aumento di popolazione.



Tra le attività del settore primario sono importanti anche la pesca, il taglio del legname, che sta provocando la rapida distruzione di quanto ancora rimane delle foreste indiane, e l'estrazione di minerali( ferro, bauxite). Ridotta invece la produzione di petrolio e altre fonti di energia(antracite in India). Gli stati della regione hanno conosciuto anche un certo sviluppo industriale, favorito dalla presenza di materie prime, in un vastissimo mercato interno e di una manodopera a basso costo: industria come quella tessile producono anche per l'esportazione e oggi l'India è uno dei principali produttori mondiali di tessuti di cotone. In India si è sviluppata anche un'industria pesante, ma molti impianti industriali sono ormai superati e non sono sempre disponibili nuovi capitali per sostituirli. Diverse industrie sono di proprietà di multinazionali straniere e alcune effettuano in India lavorazioni pericolose, proibita dalle leggi europee: così nel 1984 a Bhopal si verificò una fuga di gas tossici dallo stabilimento della società statunitense Union Carbide, che provocò circa 4000 morti e danni permanenti, soprattutto alla vista, che dieci anni di distanza non sono ancora stati risarciti.

Il turismo ha una notevole importanza, sia in India e in Sri Lanka( turismo storico, artistico, antropologico e, in inverno, balneare), sia in Nepal( turismo escursionistico, ma anche antropologico e storico-artistico) e nelle isole Maldive(turismo balneare).

Società

All'interno della società indiana esistono fortissime differenze e a una larga maggioranza di popolazione povera o poverissima, si contrappone una ristretta classe media abbastanza agiata e a un'ancora più ridotto numero di famiglie di grandi proprietari terrieri o di uomini d'affari. Ma la società indiana presenta un altro tipo di divisione, di origine antichissima e ancora oggi presente, benché cancellato dalla legge: la divisione in caste, risale al tempo dell'invasione degli Arii. Le caste sono gruppi sociali molto rigidi, che inquadrano l'intera popolazione, e ogni individuo appartiene per tutta la vita alla casta in cui nasce, a meno che non ne sia espulso. Le caste che erano in origine poco numerose, secondo una tradizione quattro (brahmani o sacerdoti; principi e guerrieri; artigiani e commercianti; servitori), ma con il passare del tempo esse si moltiplicarono, fino a diventare diverse decine di migliaia, spesso presenti solo in un'area ristretta: ogni gruppo professionale formo una casta. Fino al XX secolo, l'attività di una persona dipendeva esclusivamente dalla casta in cui nasceva ed egli poteva cercare moglie solo all'interno della propria casta: questa situazione non era considerata un'ingiustizia, perché in base alla religione induista la condizione, umano o animale in cui ognuno nasce non è casuale, ma dipende dal comportamento tenuto nella vita precedente. Coloro che non avevano casta erano emarginati e tutti evitavano il loro contatto, perché la loro vicinanza provocava impurità: era proprio la maggiore purezza a distinguere le caste superiori da quelle inferiori.

Del nuovo secolo la situazione si è modificata e ufficialmente le caste sono state abolite, ma esse continuano a esistere e a funzionare come gruppi di aiuto reciproco: chi ha bisogno di un aiuto si rivolge ai membri della sua stessa casta. Ogni casta continua ad avere le proprie regole di comportamento, spesso molto rigide, che riguardano diversi aspetti della vita: ad esempio l'alimentazione, per cui i cibi devono essere preparati secondo un preciso rituale e i bramani. Anche se vi è una maggiore mobilità sociale e i medici bramani non rifiutano più di ritoccare i malati di casta inferiore, gli indiani continuano in larga maggioranza a seguire il sistema di regole della propria casta.

Qualità della vita

Nonostante lo sviluppo avvenuto negli ultimi decenni, il subcontinente indiano rimane una delle regioni più povere della terra, con tutti i problemi tipici dei paesi del terzo mondo:

- un'alimentazione spesso insufficiente i per cui la morte per fame e una realtà quotidiana;

- un'assistenza sanitaria inadeguata, che comporta una maggiore mortalità, soprattutto infantile, e la diffusione di malattie, come la lebbra, che sarebbero curabili;

- una rete idrica del tutto insufficiente, per cui la maggioranza della popolazione è non ha a disposizione acqua potabile; in

- mancanza di posti di lavoro per una popolazione in continua crescita.

I contrasti politici, etnici e religiosi contribuiscano a peggiorare le condizioni di vita della popolazione, soprattutto nelle regioni contese(Kashmir) e tra le popolazioni in lotta per l'indipendenza un (Sikh,Tamil).

Negli ultimi decenni lo sviluppo economico e gli investimenti pubblici hanno comunque permesso un miglioramento delle condizioni della popolazione e un aumento della speranza di vita( in India da 44 anni nel 1960 a quasi 60 nel 1992).

Il Gange

Il Gange, con i suoi 2700 km di lunghezza, è solo al tredicesimo posto tra i fiumi dell'Asia. Essa nasce dalla catena dell'Himalaya che scorre verso sud est nell'India settentrionale attraversando una vasta pianura, che è tra le regioni più fertili e popolose del subcontinente indiano. Primi di raggiungere il mare, il Gange si unisce al Brahmaputra, che proviene anch'esso dall'Himalaya, formando un immenso delta. Quest'area soggetta a frequenti alluvioni, dovute alla grande portata d'acqua del Gange e soprattutto del Brahmaputra e alle piogge torrenziali che si riversano con i monsoni.



Il ruolo centrale del Gange nella cultura indiana non dipende dalla sua grande importanza economica, ma dal suo essere il fiume sacro dell'Induismo: il Gange è per i seguaci di questa religione l'acqua del cielo, discesa sulla terra per volontà del dio Schiva. Sulle sue rive, a Varanasi(Benares), vengono morire molti induisti convinti che in questa città santa la loro anima riuscirà più facilmente a sfuggire al ciclo delle reincarnazioni e nella acque del fiume vengono gettate le ceneri dei morti dopo la cremazione.

Calcutta

La conurbazione di Calcutta, con il grande sobborgo di Howrah, supera oggi i 10 milioni di abitanti: si tratta perciò della seconda città indiana, dopo Mumbai, e di una delle più popolose metropoli del continente asiatico. Come Mumbai, essa è di origine recente e deve il suo vertiginoso sviluppo al dominio coloniale inglese: nel 1690 il capitano Job Charnock vi fondò una base della Comnia delle Indie Orientali, attratto dalle possibilità commerciali che offriva il delta del Gange, attraverso cui passava il commercio della regione del Bengala. Alla fine del XVIII secolo, dopo una guerra tra inglesi e indiani, il Bengala passò sotto il dominio inglese e Calcutta divenne la capitale dell'India inglese: ebbe così inizio lo sviluppo della città, intenso fino al 1912, quando la capitale dell'India fu trasferita a Delhi. La crescita successiva avvenne soprattutto in occasione dell'indipendenza dell'India(1947), quando il Bengala fu diviso tra India e Pakistan orientale e milioni di induisti si rifugiarono dal Pakistan orientale in India, e quando il Bangladesh si staccò dal Pakistan(1971): in queste occasioni milioni di profughi vennero a stabilirsi a Calcutta, spesso dopo aver perso tutti i loro beni nella fuga. La città crebbe di colpo, senza che l'amministrazione pubblica, con un bilancio insufficiente, fosse in grado di intervenire efficacemente: si crearono immense bidonville, ancora oggi esistenti, dove le condizioni di vita sono spesso estreme e molti vivono sui marciapiedi, delle elemosine che ottengono. La crescita continua, per immigrazione dalle camne, e Calcutta si riempie di altri poveri, a livelli di sovraffollamento che non si ritrovano in nessuna delle metropoli indiane, neppure a Mumbai. La città non è però priva di risorse, essendo un centro industriale e un porto tra i più importanti dell'India, oltre che un centro culturale: industrie metallurgiche e tessili, chimiche e farmaceutiche, fanno di Calcutta una delle città indiane in cui il reddito è più alto accanto alla miseria estrema, dei morti di fame che ogni giorno si raccolgono per la strada, vi si possono vedere i sogni di uno sviluppo in corso.

La terra del monsone

L'India è la terra del monsone: senza questo vento, che dei mesi estivi rovescia sulla regione grandi quantità d'acqua, l'intera area sarebbe semi desertica, come lo sono le regioni occidentali, dove si estende il deserto di Thar. La quantità d'acqua portata dai monsoni è impressionante: basti pensare che nel Bangladesh le precipitazione arrivano a superare i 10 metri annui. Nelle città le strade, spesso prive di sistemi di scarico dell'acqua piovana, vengono frequentemente allagate e possono verificarsi alluvioni che colpiscono vaste regioni. Al di fuori delle valli del Gange e dell'Indo, dove è possibile irrigare in modo abbastanza regolare grazie all'acqua dei fiumi, il raccolto dipende dalla regolarità del monsone. Quando il monsone tarda ad arrivare e sopratutto quando le piogge che porta sono scarse, per milioni di persone è la fame: i raccolti sono insufficienti e molte famiglie si trovano costrette ad indebitarsi per sopravvivere fino a raccolto successivo o a vendere il proprio campo e a trasferirsi in città, nella speranza di trovarvi i mezzi per sopravvivere.

L'emancipazione femminile nel Bangladesh

'Le donne sfidano l'autorità religiosa' da 'The Independent' nel 1995.

La piccola fabbrica tessile è al centro di questo villaggio(Thanapara) nella provincia di Rajshahi, nel cuore della camna del Bangladesh, è un progetto di sviluppo modello. Avviata da volontari svedesi nel 1972, oggi è interamente controllata dagli abitanti locali e assicura occupazione a gran parte delle donne della zona nei suoi reparti di filatura, tessitura, sartoria e ricamo.

Il Bangladesh è uno dei paesi più poveri del mondo(il reddito medio è di circa 4.700 lire la settimana), perciò riceve molti aiuti stranieri. E con questi aiuti arrivano anche i valori di chi dona la valuta contante. Le iniziative per migliorare la situazione delle donne possano apparire del tutto ovvie e scontate in occidente, ma in una società profondamente tradizionale come il Bangladesh sono ancora molti ad opporsi persino l'idea che una donna lasci le quattro mura domestiche. La sua popolazione è per l'85% musulmana. Di conseguenza in alcune zone le iniziative per emancipare le donne sono viste come tentativi insidiosi per sovvertire non solo la cultura locale ma anche la religione. Secondo gli occidentali l'impatto del progetto di Thanapara è stato esclusivamente positivo. Fornisce lavoro a centocinquanta donne e ha incoraggiato numerosi programmi sociali, fra cui una scuola elementare e un sistema di acqua potabile, misure sanitarie. E ha dato alle donne una nuova fiducia in se stesse. In tutto il paese migliaia di progetti analoghi operano nella stessa direzione, anche se non sono diretti da Occidentali. A tutt'oggi circa 480.000 donne hanno ottenuto crediti dal Brac(Comitato per il progresso rurale del Bangledesh) per acquistare galline e altre 400.000 hanno ricevuto denaro per l'allevamento del bestiame, la coltivazione del te', la produzione della seta, l'irrigazione e la tessitura. Infine ha insegnato a 13 milioni di donne come curare la diarrea ai bambini.

'Avvertiamo sempre delle pressioni contro la liberazione delle donne perché la gente in effetti non vuole mettere in discussione i suoi valori '. Le reazioni di certi fondamentalisti sono state violente. Alcune scuole del Brac sono state insediate. I funzionari calcolano che il 5% circa dei 700.000 bambini delle scuole del Brac siano stati allontanati da genitori influenzati dal clero musulmano. Alcuni mulah(capo religioso musulmano) hanno persino sostenuto che il marito ha il diritto di divorziare se sua moglie aderisce ad una cooperativa del Brac. E' con le loro donne e non con le aziende occidentali che i fondamentalisti ora conducono una vera battaglia.

' Gli uomini vorrebbero ancora dominarle, ma non ci riescono più. Adesso che hanno un reddito, le donne hanno maggiore voce in famiglia. Naturalmente i mariti si sentono minacciati perché le donne stanno acquistando più fiducia in se stesse. Alcuni uomini cercano di impedire alle donne di venire al lavoro. Le disturbano lungo la strada. Alcuni hanno distrutto e bruciato molte scuole del Brac o abbattuto gli alberi del gelso nei centri di produzione della seta. Ma le donne hanno reagito con forza, organizzando la ricostruzione delle scuole e piantando nuovamente gli alberi'.






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