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Appunti da "Sociologia delle città" -La sociologia, lo spazio, la città -La sociologia urbana: l'oggetto e i confini

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Appunti da "Sociologia delle città"


La sociologia, lo spazio, la città


La sociologia urbana: l'oggetto e i confini


Linea di ricerca, s'interessa della città nei suoi aspetti sociali. Città è un oggetto singolare e difficile da delimitare. In quanto sistema sociale la città si caratterizza per essere un sistema tutto intero. Sistema sociale globale. L'ambito urbano non è l'unico spazio significativo per le società moderne, ma è quello che occupa un ruolo importante perché ampia parte del mondo contemporaneo ha i connotati spaziali del mondo urbanizzato.


Condivide proprio oggetto con altre discipline collaborazione interdisciplinare. Rappresenta anche un elemento di debolezza.

Altre discipline a cui è collegata:



a)       discipline sociologiche di carattere territoriale: sociologia rurale (insediamenti dell'agricoltura), sociologia delle comunità locali, sociologia dell'abitazione, sociologia dell'ambiente (studia equilibrio tra attività sociali e risorse naturali), sociologia delle migrazioni o del turismo SOCIOLOGIA DEL TERRITORIO

b)       discipline non sociologiche di carattere territoriale: geografia urbana e regionale, antropologia culturale, antropologia urbana. In campo economico: economia dello spazio ed economia urbana, storia urbana, demografia, psicologia, psicologia ambientale

c)       discipline di carattere normativo e progettuale. Scienze economiche, giuridiche, politiche e dell'amministrazione. Ingegneria, architettura e urbanistica. Scienze che studiano la qualità dell'ambiente urbano.


Le molteplici tradizioni della sociologia urbana


Sociologia urbana si presenta come un aggregato di relazioni e concetti. Nei vari paesi esistono diversi modi di rappresentare la storia della disciplina e di attribuire ad essa dei padri fondatori o degli autori classici. Due tradizioni:


americana

europeo-continentale


coincide con la formazione presso l'Università di Chicago di una scuola che propone un approccio basato sull'applicazione allo studio della città di concetti e principi desunti dall'ecologia animale e vegetale. Si riconosce l'esistenza di un mainstream identificata con gli sviluppi dell'approccio ecologico. Accanto a questo ci sono diversi altri approcci: quello che concentra l'attenzione sugli aspetti culturali del modo di vita urbano, analisi ecologica .

Le origini della sociologia urbana risalgono a qualche decennio prima. Ruolo di primo piano al dibattito sull'antitesi tra la società tradizionale e quella moderna, comunità rurale e città industriale. Particolarmente ricca la sociologia urbana francofona (anni sessanta e settante) di filone marxista, quella tedesca più filosofica, quella italiana più concentrata sui temi proposti dalla realtà sociale del paese. [libro si avvicina a questo filone]


Filone ecologico autori della scuola di Chicago (fondatore è Robert E. Park) non intesero dar vita ad un ramo della sociologia specializzato nello studio della città, ma ad un'ecologia umana intesa come disciplina a se stante, ovvero come teoria dell'adattamento delle società umane all'ambiente. Parallelismo con la sociologia francese e Durkheim: pone al centro della riflessione il rapporto tra le società umane e l'ambiente.

L'evoluzione del filone ecologico della sociologia urbana potrebbe essere schematizzata facendo riferimento a tre fasi essenziali:

a)       La prima comprende gli studi degli stessi autori che compaiono come fondatori della scuola ecologica classica (Park, Burgess, Mc Kenzie) e le ricerche. Dal 1914 al 1940

b)       La seconda corrisponde agli anni quaranta ed è caratterizzata da un orientamento critico nei confronti delle idee originarie dell'ecologia umana. Importante testo d'Alihan.

c)       La terza fase si apre agli inizi degli anni Cinquanta e prosegue sino ad oggi. Nel momento iniziale di essa si collocano i lavori di Quinn (1950) e soprattutto di Hawley (1950).

Sugli sviluppi più recenti del filone ecologico ora con la grande diffusione degli strumenti informatici per l'elaborazione statistica dei dati c'è stata una produzione di studi enorme, ma la rilevanza teorica è assai scarsa.


Approccio critico e conflittualista è corrente che più ha fatto successo. Atteggiamento critico nei confronti della città Denuncia dei problemi posti dall'urbanesimo postindustriale. Pensiero marxista.

In Marx il giudizio sulla città è fortemente intrecciato con i temi di fondo del materialismo dialettico. Nei primi decenni del Novecento i pensiero marxista non rivolge un'attenzione prioritaria al fenomeno urbano. Le condizioni per un incontro-scontro fra l'approccio marxista e la sociologia urbana maturano all'inizio degli anni Settanta per movimenti di protesta. Soprattutto in Francia con Althusser. Qualche anno dopo l'influenza sociologi francesi passa nel campo anglosassone e in particolare americano. Il risultato è la nascita di un nuovo paradigma interpretativo, designato con l'espressione political economy o urban political economy. Oggetto è costruito dal rapporto tra politiche pubbliche e interessi privati. All'interno di quest'approccio c'è il caso della scuola regolazionista che pone l'accento sui meccanismi istituzionali e sulle politiche predisposte dallo stato per regolare i conflitti che si generano nelle diverse fasi dello sviluppo capitalistico . .Altre sono le manifestazioni ecologiste e femministe (di estrazione ideologica).


Dibattito tra società preindustriali e società industriali modello dicotomico. La più celebre di queste distinzioni è quella tracciata da Tonnies tra la comunità (Gemeinschaft) e a società (Gesellschaft). Essa costruisce un'immagine per molti aspetti idealizzata della comunità tradizionale basata sui rapporti di sangue e vincoli di solidarietà e questa immagine è posta in antitesi con quella della società moderna fondata sui rapporti di scambio. Espressione spaziale è tanto il villaggio rurale quanto la città tradizionale di dimensioni limitate. L'espressione della società è la metropoli industriale e ancora di più la città mondiale.

Negli USA prevale l'idea del continuum urbano-rurale varietà di forme insediative che si pongono lungo una linea ideale che va dal villaggio rurale alla grande metropoli.

Due campi problematici:

a)       dibattito sul tema della transizione verso una condizione postmoderna e sul ruolo che in tale transizione ha il fenomeno urbano.

b)       Dibattito sull'importanza che fenomeni ritenuti tipici della cultural comunitaria hanno avuto. Fattori come FIDUCIA, RECIPROCITÀ, SELF-HELP.


Prospettiva di una sociologia spazialista importanza dello spazio come dimensione costitutiva dell'agire e dei sistemi sociali. L'analisi sociologica tocca ogni livello. Dal livello microsociologico (singoli soggetti) attraverso quello mesosociologico (interazione e relazioni intersoggettive) a quello macrosociologico (sistemi sociali di grandi dimensioni e forte complessità).


I campi di ricerca della sociologia urbana


Fuochi di interesse:

a)       dimensione economica della città

b)       dimensione politica

c)       dimensione culturale: emarginazione di culture minoritarie, segregazione

d)      dimensione ecologica: forma che insediamento urbano ha dal punto di vista sociale


L'analisi è basata in molti studi su informazioni di fonte indiretta, ovvero sull'uso di dati già esistenti di varia origine (censuaria, anagrafica . ) , elaborazione dati. Metodi quantitativi sono volti a fornire informazioni chiare e rigorose su un fenomeno. I metodi qualitativi si pregono di raccogliere informazioni qualitativamente più ricche.


L'urbanesimo, l'economia, lo sviluppo


La città, fenomeno economico


Nella città una dimensione determina tutte le altre ed è in grado di spiegarle. La città è contemporaneamente un fenomeno economico, politico, culturale. Iniziamo con la città come fenomeno economico.

Due grandi rivoluzioni nella storia dello sviluppo delle società umane:

a)       rivoluzione neolitica che ha portato tre fattori: aumento produzione alimentare surplus alimentare aumento popolazione [8000-9000 anni prima di Cristo]

b)       rivoluzione industriale nel XVIII secolo crescita popolazione crescita produttività. Città ospita quote di popolazioni sempre più consistenti.

Accanto alle cause economiche agiscono cause di natura politica o culturale.

Crescita urbana accelerata in paesi a minor sviluppo. Le grandi concentrazioni urbane nei paesi più poveri non possono essere nemmeno considerate città, nel senso tradizionale del termine.

Due ordini di fattori:

a)       profondità storica dell'urbanesimo. La città attuale è prodotto di una lunga sedimentazione di caratteri morfologici e culturali. Nelle aree di urbanizzazione più recente hanno grande importanza le modalità con cui si è attuata la colonizzazione.

b)       Il secondo fattore si riferisce ai diversi ruoli che le aree mondiali hanno assunto nell'epoca industriale e nella sua fase più recente, per effetto della divisione internazionale del lavoro. Divisione dei paesi lungo un asse centro-periferia.

aree forti del centro: USA, Giappone, Europa centro-settentrionale

aree deboli del centro: mezzogiorno italiano, Sna, Grecia, Portogallo, Irlanda del sud

nuove aree industriali

aree dell'Europa orientale

aree semiperiferiche del sud

aree periferiche del sud


L'urbanesimo nel Sud del mondo


La sociologia presenta due grandi tradizione teoriche:

quella che fa capo ai modelli funzionalisti e alla teoria della modernizzazione. Liberismo. Il libero scambio serve a diffondere schemi culturali. Hanno un ruolo essenziale i processi di trasferimento dal Nord al Sud del mondo. Anche la forte crescita urbana nei paesi sottosviluppati tende a essere valutata positivamente. Smentita.

Tradizione storica, punti di riferimento nell'analisi marxista. Sottolineano il carattere ineguale dello sviluppo economico. Ha un ruolo centrale l'idea della divisione internazionale del lavoro. ½ sono aree che si trovano al centro perché hanno un ruolo egemone e imprimono ai processi di sviluppo a scala internazionale una direzione favorevole ai propri interessi. Altre aree stanno alla periferia. Altre di trovano in posizione intermedia (aree della semiperiferia). Wallerstein parla di economica-mondo capitalistica: scambio ineguale. La città del Sud è un anello intermediario della catena che congiunge i paesi dominanti alle vaste aree rurali periferiche. Diviene il lungo in cui si concentrano le attività economiche dipendente dal capitalismo internazionale. Potere politico controllato direttamente dagli stessi paesi.

Comincia a farsi strada dagli anni Sessanta un'altra concezione. Essa tende a mettere in dubbio la stessa immagine dello sviluppo e gli indicatori con cui esso è misurato. Si tenta di individuare dei percorsi capaci di invertire il segno di quei processi. Bisogna imprimere allo sviluppo una diversa direzione. È essenziale che ciascuna società locale sia in grado di trovare il modello di sviluppo più consono. Concezione della self-reliance.


Aspetti che caratterizzano sud del mondo:

a)       dinamica inarrestabile della crescita urbana

b)       urbanesimo nelle aree di basso sviluppo tende a privilegiare i centri urbani di grandi dimensioni

Cause di questa spinta alla crescita urbana:

a)       processi che incidono sulla destrutturazione delle aree rurali

b)       processi che incidono sull'attrattività dei centri urbani

Carattere frammentario dell'economica urbana. Forte frattura che separa il settore "moderno" delle attività industriali e terziarie dai restanti settori. La prima è costituita da attività che si svolgono entro organizzazioni pubbliche e private più o meno efficienti ma sostanzialmente simili alle omologhe organizzazioni dei paesi sviluppati. La seconda è costituita da attività di servizio. Diverse unità: unità che dipendono da imprese multinazionali, settore informale, attività che producono beni e servizi per i quali si dà un mercato.


L'urbanesimo fordista e la sua lunga crisi


La rivoluzione industriale e le profonde trasformazioni della struttura sociale e politica che l'accomnano creano i presupposti per un altrettanto radicale mutamento del fenomeno urbano. Immagine di uno sviluppo parallelo e continuo tanto della crescita economica quanto della crescita delle città.

Uno dei fattori che si accomnano ai cicli dell'economica mondiale (cicli studiati da Kondratiev, Schumpeter) è la dinamica dell'innovazione tecnologica.

Il ciclo dell'innovazione tecnologica e le sue conseguenze sul ciclo economico potrebbero essere descritti disaggregando ogni onda lunga in quattro fasi, nel modo seguente:

a)       fase innovativa: innovazione e per la prima volta. Coincide con un periodo di ristagno economico. Imprese investono nella ricerca (innovazione di prodotto o di processo).

b)       fase espansiva: adozione dell'innovazione da parte delle altre imprese

c)       fase della maturità: ampia diffusione

d)      fase della stagnazione: nuova inversione di tendenza

Con la classificazione di Freeman possiamo individuare cicli già completati:

a)       ciclo della prima meccanizzazione, basato sull'industria tessile (1770-l840)

b)       ciclo basato sul vapore (1840-l890)

c)       ciclo basato sull'introduzione forza elettrica (1890-l940)

d)      ciclo caratterizzato dalla produzione di massa di tipo fordista (1940-l990)

Il succedersi delle ondate e l'alternanza di fasi di innovazione e di stagnazione incidono sulle capacità attrattive delle città. Mostra come i tassi di urbanizzazione facciano riconoscere momenti di accelerazione e di rallentamento in sintonia con le fasi cicliche dell'economia. Ogni ciclo economico di lungo periodo riplasma in modo radicale il volto della città, accresce il peso di alcuni strati sociali e diminuisce quello di altri. Per usare una metafora biologica potremmo dire che la città opera come un organismo complesso. Ogni nuovo stimolo deve fare i conti con i caratteri sociali, economici, culturali e fisici che il sistema urbano eredita dal passato. L'innovazione per incidere in modo profondo sulla struttura urbana deve integrarsi in essa. In ciascun periodo vi sono centri fortemente permeabili ai caratteri tipici dell'ondata economica e altri impermeabili. Categorie:

a)       città amministrative

b)       città a specializzazione permanente

c)       capitali regionali marginali


PERIODO FORDISTA E IL RUOLO DELLE CITTÀ: molti sociologi convengono di definire fordista il periodo dello sviluppo mondiale che va dagli anni Trenta sino ai Settanta. Il termine finale si pone a ridosso dell'epoca attuale ed è definito da un complesso di trasformazioni tecnologiche ed economiche oggi non ancora del tutto concluse.

Anni dieci del 1900 ruolo essenziale svolto da una specifica impresa e dal suo proprietario, Henry Ford che introduce la catena di montaggio. Cresce il peso numerico degli operai generici. Ricambio di manodopera. La città viene ad assumere funzione molto importante. È il fuoco di irradiazione del modello fordista e l'industria si appoggia alla grande città per lo sbocco dei beni . Alti costi sociali, flussi migratori, problemi di integrazione, costruzione frettolosa.


CRISI DEL MODELLO FORDISTA: settore industriale si sviluppa a ritmi sostenuti, c'è introduzione innovazioni tecnologiche, aumento produttività consente di abbassare costi del prodotto sul mercato, per far fronte all'allargamento dei mercati le imprese devono aumentare la produzione e questo provoca un aumento dell'occupazione. Reddito aumento così come i consumi. Più servizi sociali dello stato. Anni settanta vengono meno queste condizioni (prezzo del petrolio, aumento conflitti sociali, più innovazioni) bisogno di meno operai e lavoro trasferito nei paesi emergenti perché meno cari.


Il nuovo ruolo economico della città


Termini postfordista, postindustriale, postmoderna.

Caratteri generali:


a)       innovazione tecnologica

b)       caratteristiche dei prodotti: più servizi

c)       modalità organizzative (fabbrica integrata)

d)      Imprese grandi ma con stabilimenti decentrati (all'epoca fordista prevalenti le economie di scala e quelle di localizzazione; ora le economie di diversificazione)

e)       Spinte centrifughe e centripete

f)        Spazio come insieme di flussi

Si tende a considerare la città come la sede di un complesso di attività economiche i cui addetti sono forniti dal mercato del lavoro locale. Da un lato vi sono le attività di base ovvero quelle che producono beni e servizi destinati non solo al mercato locale, ma all'esportazione; dall'altro vi sono le attività di servizio che producono beni e servizi destinati al mercato locale.

La città ora non ha più il carattere di un sistema economico ma si riduce ad essere una raccolta di nodi appartenenti a reti disparate. Reti internazionali sempre più interconnesse e specializzate.


Le relazioni sociali possono essere classificate in tre tipi:

a)       primarie: caratterizzate dal fatto che gli individui si conoscono reciprocamente in quanto soggetti che svolgono più ruoli

b)       secondarie: le relazioni in cui ciascuno conosce l'altra in quanto svolgente un unico ruolo

c)       terziarie: tali da portare in rapporto i ruoli stessi indipendentemente dai soggetti che li svolgono

Per tutte le attività in cui ha forte peso la comunicazione diretta tra personale ad alta qualificazione la localizzazione urbana produce vantaggi di natura economica. Così come la presenza di infrastrutture.


Due modalità con cui fattori di concentrazione concorrono a stabilire delle interrelazioni tra le unità economiche localizzate in un'area urbana


a)       commensalismo: relazioni tra attività economiche urbane di tipo indiretto

b)       simbiosi: imprese traggono vantaggio da una localizzazione nel medesimo ambito urbano milieu innovateur (creatore di innovazione) e polo tecnologico o tecno-polo.


La città, i conflitti, il governo


La crisi del governo urbano


La città è un fenomeno politico. È in condizione di esercitare forme di autogoverno. La città è un'espressione locale della società. Parlando di autogoverno a scala urbana si usa un'espressione sintetica che riassume diversi aspetti:

a)       la città è un luogo specifico dell'attività di governo

b)       è un soggetto specifico dell'attività politica

c)       è un oggetto dell'attività del governo urbano


Il fordismo ha rappresentato qualcosa di più di un modello di sviluppo economico. Ha favorito anche l'emergenza di un insieme ben definito di attori sociali. 1) Il principale protagonista dello sviluppo è la grande impresa. Implica che nel governo di ogni paese è largamente influente la grande borghesia industriale e finanziaria sia quella nazionale sia anche quella internazionale. 2) presenza di soggetti presenti nell'impresa (dirigenti . ), operaio-massa. 3) presenza dello Stato; a partire dagli anni Quaranta questa intervento si generalizza. La finalità del welfare state è quella di garantire condizioni di vita almeno minimali a tutti i cittadini.

Compaiono le due seguenti modalità:

a)       organizzazione dei servizi pubblici

b)       trasferimento diretto di fondi ai singoli o alle famiglie

L'espansione di un apparato burocratico per la gestione delle politiche produce un aumento della spesa pubblica aumento della tassazione.

dipendenti pubblici

patto sociale

Nello schema delle relazioni tra i fondamentali protagonisti del "patto fordista" come si conura il ruolo della città? La città è il ruolo il luogo principale di radicamento e di evoluzione del modello sociale fordista nonché lo scenario in cui l'efficacia del welfare state viene messa alla prova. Da un lato i poteri pubblici della città sono investiti in pieno del compito di partecipare all'organizzazione del welfare state, divenendo così i protagonisti "locali" del patto di cui si è detto. In molte situazioni un fattore condizionante è rappresentato dalla debolezza dei meccanismi di programmazione degli insediamenti produttivi (flussi immigratori di enorme portata).

CRISI DEL WELFARE STATE: alla metà degli anni Settanta. Fattori logoramento: radice economica, difficoltà nel mantenere la macchina dell'intervento sociale dello Stato. Unica via praticabile per mantenere elevata la spesa sociale dello Stato sarebbe quella di un ulteriore aumento della pressione fiscale. A partire dagli anni Ottanta la sua attrattiva appare in calo presso larghe masse di cittadini. Il welfare state viene reinterpretato come un vincolo che grava sui ceti più dinamici. Tenta di ridar fiato all'iniziativa economica dei privati. Richiamo all'attivismo economico e all'individualismo.


Vecchi e nuovi squilibri sociali


La crisi fa venir meno il patto fordista che aveva legato la grande impresa, i lavoratori industriali e le loro organizzazioni e lo stato. Aumentano le differenze tra le classi.

Grande impresa: mutamento di ruolo non significa indebolimento, ma più flessibilità (part-time, possibilità di assumere e licenziare)

Lavoratori: cambia operaio-massa. Aumenta numero di tecnici qualificati. Meno potere contrattuale.

tendenza all'aumento delle disparità sociali.

Nel fordismo l'asse di divisione fondamentale era quello tra la grande impresa e la classe operaia. Nella società postfordista questo asse perde rilievo e altri assi vengono assumendo maggiore importanza.

Perulli proporne una disaggregazione del mercato del lavoro in quattro stati:

a)       lavori di ingresso (bassa retribuzione)

b)       lavori periferici

c)       lavori centrali

d)      lavori direttivi

Ne deriva una struttura sociale allargata agli estremi e assottigliata al centro modello a clessidra.

Aumento del numero delle persone che appartengono ai ceti medi.


Strati sociali più sfavoriti sono in crescita nelle aree urbane e c'è un aggravamento delle loro condizioni di vita (conseguenza della crisi del welfare state). Concetto-base è quello di povertà (povertà urbane o nuove povertà urbane). Un soggetto è povero in relazione alla differenza della sua condizione di vita rispetto a quella del gruppo di riferimento. La povertà è messa in relazione solo con la mancanza di risorse. La povertà può essere considerata non tanto come una condizione permanente quanto come una condizione che dipende da un indebolimento delle relazioni sociali che ciascun soggetto ha con molti altri. Povertà anche per le specifiche condizioni familiari. Viene utilizzato il concetto di carriera morale; una carriera morale negativa può essere causata da insieme di condizioni sfavorevoli.


Dualismo urbano:


settore economico formale

settore informale


Marcuse parla di quartered city e individua questi tipi di realtà urbane:

a)       città delle abitazioni di lusso

b)       città imborghesita

c)       città suburbana

d)      città delle case di appartamenti

e)       ghetto




Attività economiche urbane:

a)       luoghi delle grandi decisioni

b)       città dei servizi avanzati

c)       città della produzione di beni industriali

d)      città dell'economia informale

e)       città residuale


Competizione e partecipazione nella politica urbana


Incremento difficoltà per l'azione di governo urbano:

a)       mondializzazione dell'economia

b)       spinta alla deindustrializzazione delle aree urbane

Governo locale costretto ad operare in un contesto ad alta competitività. Deve trovare soluzioni sufficienti su di un duplice terreno:

a)       sul piano interno, deve garantire livello accettabile della qualità della vita

b)       sul piano esterno, deve saper creare condizioni adatte a sviluppo postindustriale

La posta in gioca è la conquista di un ruolo vincente. Per fare questo occorre un REGIME URBANO (Stone).

Le condizioni di partecipazione per i cittadini sono più difficili. Un buon senso civico favorisce lo sviluppo di relazioni sociali "a rete", sennò quelle caratterizzate da principi di autorità e sudditanza.

Comportamenti collettivi destinati a influenzare le scelte di politica urbana:

a)       gruppi organizzati

b)       parti sociali in conflitto


La pianificazione rappresenta una metodologia per l'intervento pubblico in campo urbano.


La città, i simboli, le culture


La condizione postmoderna e la città


La città è sempre stata un fenomeno culturale. Le città sono luoghi nodali per lo sviluppo delle culture. Luogo di confronto tra culture eterogenee. Due livelli di cultura (alto e diffuso) stabiliscono tra loro delle interdipendenze. Le forma alte possono trovare modalità di divulgazione prima impensate; quelle diffuse entrano nel circuito comunicativo a pari titolo delle prime, entrando talora in sinergia, talora in competizione con esse.

Alcuni aspetti dell'intersezione tra postmoderno e città la città è stata descritta come la manifestazione visibile dell'organizzazione sociale e della razionalità moderne, come un ambiente artificiale atto a rispondere a ogni tipo di bisogno e di esigenza umana. Nel Novecento: uniformità e standardizzazione. La critica postmodernista vuole essere anche la messa in discussione di quei segni e la proposta di uno stile capace di recuperare liberamente dal passato forme e tipologie. Nel quadro urbano un atteggiamento di accettazione e di valorizzazione delle differenze appare oggi estremamente importante e può favorire una necessaria correzione di tiro rispetto alle rappresentazioni deformanti.

Il senso di incertezza, la perdita di fondamentali punti di riferimento per la comprensione del proprio ruolo nella società sono sensazioni condivise da ampi strati della popolazione.

Conseguenza di tutto è il mutamento della PERCEZIONE DEL TEMPO SOCIALE e LA PERCEZIONE DELLO SPAZIO (spazi per residenti . ). Perdita di punti di orientamento nei rapporti con il territorio.




Differenze, culture, movimenti


Esplosione delle differenze. Nell'attuale fase di evoluzione delle società occidentali la rilevanza socioculturale dei problemi connessi con le differenze ha subito un ulteriore aumento di grado.

Due ordini di fattori concorrono a determinare l'esplosione delle differenze: da un lato quelli che favoriscono l'effettivo aumento dell'eterogeneità e dall'altro quelli che concorrono a rendere più acuta la percezione delle differenze.

Fattori di incremento delle eterogeneità

a)       nuove migrazioni

b)       nuovi squilibri (disuguaglianze sociali)

c)       trasformazioni della famiglia e degli equilibri demografici

Poi ci sono altri elementi di natura culturale:

evoluzione mezzi di comunicazione

movimenti che hanno sviluppato capacità di intervento sconosciuta

I movimenti e le forme di pensiero fondati sulle differenze stanno producendo uno sforzo analitico per chiarire in che modo la vita urbana compia continue discriminazioni ai danni dei soggetti titolari di identità sociali minoritarie o subordinate.

Denuncia della non neutralità dello spazio urbano rispetto al genere (paura legata alla criminalità rappresenta un condizionamento nell'uso degli spazi pubblici . organizzazione spazio-temporale della città).


Simboli urbani e identità


La città è anche un complesso di simboli che si esprimono tanto nelle strutture fisiche (le strade, le piazze, i monumenti) quanto nei modi di vita, nelle cerimonie, nei rituali della vita urbana .

Il simbolismo urbano costituisce un punto di riferimento che struttura e condiziona in molti modi l'attività sociale.

Rapporto tra simboli urbani e identità identità è il risultato di un continuo confronto con gli altri. Essere originari di una data città significa anche essere posti in rapporto con un insieme di simboli che rappresentano dei termini ineludibili per la costruzione dell'identità personale. Tali caratteri tendono ad entrare a far parte dell'identità personale di questi. Se una persona proviene da un quartiere ritenuto pericoloso essa stessa è vista come un potenziale fattore di pericolo. Si sviluppano sentimenti di appartenenza territoriale. I soggetti più mobili tendono a coltivare sentimenti di identificazione con la città di origine proprio per fissare un punto di riferimento simbolico che li aiuti ad organizzare e a dotare di senso la propria esperienza di vita.


La connotazione simbolica della città è prodotta dall'agire concreto dei cittadini (tracce materiali e immateriali). Questa interazione tra simboli urbani e l'agire degli abitanti non solo contribuisce a costruire l'identità dei soggetti, ma favorisce anche la definizione di un'identità della città.

Spazializzazione sociale: elaborazione dell'immaginario sociale e interventi sul paesaggio o sull'ambiente costruito.

Per una città possedere un'AURA vuole dire presentarsi come un'entità unica e non riproducibile.


Lo spazio pubblico e l'estetica della città


La città presenta un'essenziale risorsa: essa abbonda di spazi pubblici, nei quali il contatto comunicativo avviene non solo in modo agevole, ma anche ponendo gli interlocutori in una situazione di parità.

Ciò che caratterizza meglio una città è il suo spazio pubblico. Ora con i nuovi mezzi di comunicazione viene reso meno rilevante il problema delle ubicazioni concrete degli interlocutori.


DIMENSIONE ESTETICA profondo nesso tra estetica e città.







Le politiche culturali urbane


Politiche per favorire vita culturale della città.

Quattro differenti aspetti:

forme espressive universalmente riconosciute (pittura . )

cultura popolare

culture degli specifici gruppi

elementi delle manifestazioni simboliche di tali gruppi

a)       epoca del rilancio della cultura "alta": nell'immediato dopoguerra e si conclude alla fine degli anni Sessanta. Potenziamento infrastrutture e istituzioni per la produzione culturale alta.

b)       Epoca della partecipazione: fino agli anni Ottanta. Subisce l'impatto dei movimenti sociali del Sessantotto. Favorite forme espressive delle minoranze.


Il territorio urbano


La città, fenomeno ecologico


La scuola di Chicago metteva in risalto tra gli anni venti e trenta il problema del rapporto tra la forma fisica della città e i suoi caratteri sociali.

Negli ultimi 20-25 anni le dinamiche mondiali dello sviluppo urbano hanno fatto registrare un'inversione di tendenza di grande rilievo in pressoché tutti i paesi sviluppati.

Le frontiere della città compatta si allargano in continuazione mentre all'esterno di esse si apre una vasta fascia di aree suburbane, fatte di sobborghi residenziali o industriali strettamente interdipendenti con il polo principale. Le conurbazioni e i centri interdipendenti vengono a formare le aree metropolitane. Anche se la città centrale smette di aumentare la propria popolazione l'area metropolitana prosegue il proprio processo di crescita. Tra la fine degli anni Sessanta e tutto il decennio successivo la tendenza si inverte. Le città centrali cominciano a perdere popolazione e anche le prime cinture industriali tendono a fermarsi deurbanizzazione. A partire dagli anni Ottanta c'è una riqualificazione di numerose zone della città centrale, limitata ai ceti medi-elevati. Questo fenomeno di ripresa della capacità attrattiva del centro (riurbanizzazione) anche se comunque la diffusione urbana resta fenomeno più concreto.


SUBURBANIZZAZIONE popolazione va a vivere nelle fasce esterne. Quattro tipi di aree suburbane:

insediamenti di carattere residenziale

insediamenti di carattere industriale

insediamenti con un relativo bilanciamento tra le sue funzioni

insediamenti con forte presenza di attività terziarie

Ultimo è quello più recente. Insediamenti suburbani hanno popolazione omogenea.

Modalità storiche di formazione degli insediamenti suburbani:

a)       centri urbani di antico impianto

b)       centri di nuova formazione

c)       città nuove sorte per effetto di interventi di pianificazione

Altre due modalità:

a)       tipica delle famiglie dei lavoratori pendolari

b)       famiglie che trovano ampia disponibilità di spazio (RURBANIZZAZIONE)

Secondo fenomeno da analizzare è la tendenza di gruppi sociali appartenenti al ceto medio-elevato a tornare a risiedere nelle parti centrali della città. Fenomeno della GENTRIFICATION.

Perché abbia luogo:

a)       riorganizzazione della geografia sociale della città

b)       raggruppamento spaziale di soggetti con stili di vita e caratteristiche culturali simili

c)       trasformazione dell'ambiente costruito

d)      mutamento dell'assetto fondiario

Rinnovo consiste nella distruzione di interi quartieri.

I fattori che producono la gentrification sono da individuare nello sfruttamento da parte dei proprietari terrieri e dei promotori immobiliari e anche fattori sociali e culturali. Soprattutto manager e dirigenti pubblici.

Arrivo anche dei nuovi immigrati. Nelle città americane si stabiliscono nelle aree non rinnovate della città. Nelle città italiane questa concentrazione si verifica nelle parti degradate dei centri storici e delle aree semicentrali.

Può dare luogo a fenomeni di segregazione. Due tipi di segregazione:

a)       quella a base etnica

b)       quella a base socioeconomica

Per la SEGREGAZIONE ETNICA ci sono due schemi interpretativi:

deriva dall'approccio dei teorici della scuola classica di Chicago. Un gruppo di nuova immigrazione tende a collocarsi ai gradini più bassi della scala sociale ed è costretto ad occupare i quartieri più degradati. Accresce i redditi e si sposta rompendo con la compattezza del gruppo.  Il gruppo precedentemente segregato si fonde nel crogiolo urbano (melting pot). [emigranti in America]

Modello dello status etnico: dagli anni Sessanta/settanta. Gruppo mantiene compattezza anche quando reddito aumenta perché conserva identità. [da sud del mondo]

Schema di Boal (nuova immigrazione e dominante):

a)       differenza debole dispersione

b)       concentrazione popolazione del gruppo etnico in una zone della città ma non oltre un centro periodo di tempo colonia

c)       differenze tali da favorire concentrazione stabile

ghetto involontario (rifiuto da parte degli altri gruppi)

enclave volontaria (desiderio di mantenere propria identità)

Indice di segregazione: vedi libro

Indice di dissimilarità residenziale: vedi libro

I gruppi sociali che si collocano agli estremi della scala sociale presentano più intensi fenomeni di segregazione. C'è tendenza all'aumento della segregazione nel corso degli anni Ottanta.


L'articolazione sociale della città cambia in funzione di cicli temporali di vario periodo: giornaliero, settimanale, stagionale.

Variabilità morfologia urbana accentuata dall'aumento della mobilità.

Secondo MARTINOTTI le popolazioni urbane sono semplicemente degli aggregati di individui con caratteri comuni. Le popolazioni sono 4:

abitanti

pendolari

city users: attratti dalle zone più ricche

metropolitan businessmen

Principali forme urbane:

a)       città tradizionale

b)       metropoli di prima generazione

c)       metropoli di seconda generazione

d)      metropoli di terza generazione


Grande importanza come strumento ha l'analisi fattoriale.

Fattori di differenziazione dello spazio residenziale della città (Abu Lughod, Rees, Knox):

a)       status sociale

b)       status familiare

c)       status etnico

d)      connesso a stabilità e mobilità dei quartieri

Lavoro di White:

a)       core, privato delle funzioni residenziali

b)       zona di stagnazione

c)       sacche della povertà e delle minoranze

d)      enclaves di elite

e)       zone della classe media

f)        aree delle sedi istituzionali

g)       epicentri e corridoi

Davis e città del futuro (Los Angeles); zone di contenimento, vigilanza di quartiere, simulatori urbani, frange tossiche.

Quello che viene evidenziato è la CRESCENTE INSICUREZZA NELLA CITTÀ E LA RICERCA DI MISURE PER CONTRASTARLA.


Nuovi approcci all'ecologia urbana


Modello della dinamica ecologica: vedi libro . 195

In linea generale si potrebbe affermare che una relazione è:

a)       simbiotica quando esiste una sinergia tra le due popolazioni

b)       commensalitica quando una popolazione si avvantaggia della presenza dell'altra senza tuttavia recarle né vantaggio né danno

c)       predatore-preda quando una popolazione si avvantaggia della presenza dell'altra, mentre quest'ultima ne subisce un danno

d)      amensalitica quando una popolazione subisce danno dalla presenza dell'altra senza che questa ne riceva né vantaggio né danno

e)       di isolamento quando la compresenza tra due popolazioni è indifferente a entrambe

f)        competitiva quando entrambe le popolazioni traggono danno dalla presenza dell'altra


La città e il suo ambiente


La città costituisce un particolare tipo di SISTEMA BIOLOGICO. La consapevolezza della fragilità dell'equilibrio città-ambiente naturale sta producendo importanti effetti sui movimenti sociali e anche sulle politiche urbane. Solo negli ultimi decenni si è venuta sviluppando una crescente attenzione dei sociologi per l'ambiente.

Lo sviluppo delle società umane pur dipendendo dall'ambiente naturale esterno contribuisce a trasformarlo incessantemente. Si possono individuare due distinti livelli:

a)       aspetti che riguardano la natura biologica della specie umana

b)       aspetti che riguardano la natura psichica della specie umana

La città si presenta come un sistema sociale problematico.


Intersezione fra i temi della sociologia urbana e quelli propri dell'analisi sociologica dell'ambiente. Due sono importanti:

qualità della vita urbana

a)       preoccupazioni sociali

Due modalità per lo studio:

a)       analisi aggregata delle condizioni relative alla qualità della vita in interi sistemi urbani

b)       analisi differenziale della qualità della vita con riferimento a singoli gruppi sociali o popolazioni urbane localizzate sul territorio

Nel primo caso la finalità è quella di condurre analisi ative sulle città presenti in un contesto nazionale o sopranazionale

Nel secondo caso la finalità è quella di valutare le ineguaglianze presenti all'interno di singole città per stabilire quali siano le aree sociali favorite o sfavorite.

città sostenibile. È sostenibile un sistema che si dimostra capace:

a)       di soddisfare i bisogni attuali dei suoi abitanti

b)       si svilupparsi secondo modalità che non danneggiano il sistema ecologico

c)       di riprodurre le risorse necessarie per il soddisfacimento di bisogni futuri


Un altro ambito problematico è quello che intende l'ambiente come INTERNO. Istinti territoriali dei soggetti, stress urbani. Determinismo architettonico. Varie forme di condizionamento:

a)       condizionamento fisico (barriere architettoniche)

b)       culturale

c)       psicologico (es. spazi verdi eccessivamente ampi e male attrezzati, grattacieli che favoriscono il crimine). Struttura a griglia fa diventare la città impersonale.


Duplice tipo di spazi presente nelle città contemporanee:

a)       spazi iperregolati.

b)       Spazi sottoregolati

Rischio è quello di vedere moltiplicazione degli spazi iperregolati.


Verso una sociologia spazialista


Il livello "micro": lo spazio dell'agire sociale


Lo spazio all'interno degli studi della città. Differenza strategia teorica classica e spazialista:

  • Classica: tende ad interessarsi dello spazio e del tempo.
  • Spazialista: azioni non si compiono in un sorta di vuoto pneumatico, ma nell'ambito di situazioni ben definite e connotate da riferimenti spaziali e temporali.

Teoria dell'azione situata. Il soggetto cerca di reperire nella situazione gli strumenti meglio adeguati ai propri fini.

Due concetti elaborati nell'ambito della psicologia che consentono di interpretare in modo analitico questa relazione tra il corpo del soggetto e lo spazio, relazione che è il presupposto di ogni possibile forma di azione e di esperienza situata.

a)       concetto di schema corporeo.

b)       Orientamento spaziale

Un aspetto molto noto delle analisi di Hall è quello relativo al ruolo della distanza fisica nella definizione della natura dell'interazione sociale presso i ceti medi statunitensi.

a)       distanza intima (dal contatto sino ai 45 cm)

b)       distanza personale (dai 45 ai 120 cm)

c)       distanza sociale (da 1,2 a 3,6 metri)

d)      distanza pubblica (da 3,7 a 7,5 metri)


Territori del sé: spazi che costituiscono territori del soggetto.

Goffmann riconosce l'importanza dello SPAZIO PERSONALE.

Il TERRITORIO DI POSSESSO     è costituito da un insieme di oggetti che possono essere identificati con il soggetto e che sono disposti attorno al suo corpo. I contrassegni sono oggetti che segnalano la rivendicazione di un territorio. Le violazioni degli spazi rivendicati da un soggetto sono dette OFFESE TERRITORIALI: esse possono avere luogo non solo attraverso l'intrusione diretta di un altro soggetto, ma anche in forma indiretta. Ogni attore sociale è costantemente rivolto a operare in un contesto spaziale in modo tale da conferire alla propria azione un significato comprensibile.

Idea di cornice FRAME rende unica una determinata situazione sociale delimitandola rispetto ad altre situazioni. ½ sono luoghi che per loro natura fanno acquisire all'azione il significato del gioco.


Il livello "meso": l'interazione sociale nello spazio


Differenza tra interazione che avvengono in compresenza dei soggetti interessati e quelle che avvengono a distanza. Un secondo elemento di distinzione riguarda la dimensione spazio-temporale dell'interazione.


Concetto di INTEGRAZIONE; per Giddens è l'instaurarsi di questa trama di rapporti di interdipendenza e di reciprocità.


Ambito locale: per Giddens è definito come una regione fisica coinvolta come parte dell'ambiente nell'interazione dotata di confini definiti che contribuiscono a concentrare in qualche modo l'interazione. Ambiti "micro" abitazione.


Il livello "macro": reti sociali e società locali


I singoli punti di una rete (nodi) sono dunque soggetti sociali individuali o collettivi e le linee di collegamento (o archi) simboleggiano l'esistenza di una relazione sociale fra tali soggetti o la presenza di flussi di scambio.

In funzione della modalità utilizzata per la delimitazione si potranno anche individuare tre corrispondenti tipi di reti:

a)       rete egocentrata: partendo da un punto preciso della struttura di relazioni.

b)       rete parziale: relativo alla natura delle relazioni considerate

c)       rete egocentrata parziale: due criteri precedentemente citati vengono combinati tra di loro

PROPRIETÀ CHE CARATTERIZZANO UNA RETE in un dato momento:

a)       intensità: legami forti e deboli

b)       densità: reti ad alta densità modello comunitario


SOCIETÀ LOCALI: termine società utilizzato per indicare una collettività umana organizzata in modo stabile. Ci sono gli studi di comunità (società locali).

La società locale non è autosufficiente ma è sempre un sistema aperto nei confronti degli altri sistemi territoriali.

Tali reti hanno il carattere di reti parziali e cioè connettono i soggetti in base al contenuto della loro interazione o ai centri di interesse su cui essi si focalizzano.


a)       integrazione orizzontale: a scala urbana

b)       integrazione verticale


Appunti da "L'estetica della città europea" di Marco Romano


Il principio della città europea


L'appartenenza sociale dell'individuo consiste prima d'ogni altro legame nell'abitare in un determinato luogo. La nostra vita sociale ha senso solo in quanto materialmente apparteniamo alla ura fisica della città e spiritualmente apparteniamo alla ura morale.


La libertà e l'uguaglianza


Nel Mille nascita dei comuni in Europa e dominio gerarchia militari in Cina e Giappone [grazie ad agricoltura favorevole].

La civiltà occidentale del Mille è UNO STATO D'ANIMO.

Non è mai esistita altrove una simile pervasiva speranza individuale di mobilità sociale.

La materialità dell'abitato è lo specchio della volontà associativa.

Chi allora arriva in un centro abitato ne assume per il fatto stesso di abitarci le regole. La concezione del potere è a quel tempo tutta territoriale. La terra è una dotazione collettiva della stirpe che la occupa. Le cose visibili segnalano una giurisdizione sul proprio stesso territorio. La materialità di un centro abitato non è soltanto il manifestarsi di un'aggregazione di individui, ma rappresenta fisicamente la consapevole volontà collettiva di costituire un soggetto politico. I diritti della libertà e dell'uguaglianza non sono diritti delle persone in quanto tali ma in quanto cittadini di una città libera.

Civitas e urbs unite.


Mobilità sociale e mobilità territoriale


Sentimento di appartenenza morale e materiale alle città è diffuso in tutta l'Europa cristiana.

Tutti espatriano facilmente.

Per attrarre nuovi coloni che lo arricchiscono dissodando terreni incolti il signore concede volentieri ai nuovi villaggi i privilegi e le libertà delle consuetudini.

La frustrazione dell'insuccesso o l'usura del vivere spingono molti a lasciare le città più grandi per i centri minori. In ogni momento della cita ciascuno sceglie incessantemente il luogo privilegiato della propria ambizione.


Le case individuali


SIGNIFICATO


Sistema sociale e politica ha incrementato la corsa all'investimento immobiliare e acquisto casa obbligato per esigenze di lavoro.


Proprietà e cittadinanza


L'appartenenza alla comunità urbana all'inizio del Mille doveva consistere nel possesso fisico e visibile della propria casa. INVIOLABILITÀ DEL DOMICILIO. Per questo principio almeno fino al Quattrocento agli avversari politici vinti ed esiliati veniva distrutta la casa. Per essere un cittadino anche nell'Illuminismo occorre dimostrare di avere un titolo di accesso ad una casa.


Cittadini e casa


Aspetto fisico delle singole case costituisce precisamente l'autorappresentazione di ciascun individuo rispetta agli altri. Una famiglia nucleare è la cellula della civitas e la sua casa quella dell'urbs.

Ascesa sociale dei cittadini tende a manifestarsi in progressivi miglioramenti della casa.

Il meccanismo della mobilità sociale produce ineguaglianze visibili prima di tutto proprio nella casa.

Smania di murare quattro secoli dopo sarà più viva che mai.

Una disponibilità finanziaria personale relativamente ridotta non impedisce ad ogni cittadino di rappresentarsi la propria casa proprio a suo gusto.

LESSICO


Siti


Il sito di una casa nella città esprime un'appartenenza sociale (quartieri ricchi da poveri . ).

Una strada privilegiata continua per qualche secolo ad essere il sito dei palazzi più ricchi anche al prezzo di costosi sventramenti.


Tipi


Due tipi edilizi d'uso corrente:

a)       Case isolate

b)       Case a schiera

Da questi si distingue la casa affacciata su uno spazio interno .

Nella città europea il vecchio tipo dell'edificio a corte se lentamente.

Nei primi secoli del Mille democrazia - Le elezioni - I gruppi parlamentari - Il governo - La Corte Costituzionale" class="text">la democrazia comunale è infatti uno scontro di grandi famiglie allargate ed affiliati che occupano interi isolati costruiti in forma di castelli urbani. A questi palazzi si oppongono le strade delle corporazioni.

Alla metà del Quattrocento gli architetti fiorentini ripropongono il palazzo a corte ma dotandolo di una facciata monumentale.

Il tipo edilizio del palazzo fiorentino avrà in Europa fortuna duratura.

Tuttavia dopo il Trecento emerge il tipo edilizio della schiera.


Stili: il gusto


Le facciate delle case offrono innumerevoli temi.

Attraverso la casa si esprimono i caratteri e le fortune dei singoli cittadini. Nella città europea è per i cittadini essenziale manifestare nella casa la propria personalità ed il proprio rango. Conformità ed omogeneità.

Dal Quattrocento il paesaggio della conformità appare sempre più variegato.

Le differenze tra l'architettura colta e quella popolare si vanno attenuando.


Stili: la ricchezza


Le case sono anche una manifestazione misurabile della ricchezza. Il gusto per il lusso edilizio dilaga dall'XI secolo e contagia subito la Francia. Impiego della pietra. Il tema del significato morale dell'edilizia ricca misurato sull'etica religiosa cederà il campo nel settecento a quello del suo significato economico.

Le grandi dinastie dell'Ottocento si costruivano palazzi sontuosi che i grandi industriali di oggi evitano per non suscitare reazioni insostenibili. Le aree urbane acquistano in Europa un valore monetario di gran lunga superiore a quello agricolo.


GRAMMATICA


La casa d'abitazione nella quale si materializza lo status del cittadino deve appartenere all'urbs che dev'essere quindi circoscritta da un confine percepibile rispetto all'altro della non città.

La percezione del confine dell'abitato rende riconoscibile l'unità del costruito, offrendo il comfort psicologico.

All'interno del confine la compattezza dell'abitato è in se stessa un elemento necessario perché la casa significhi appartenenza alla civitas materializzata nell'urbs.

La mancanza di senso ci mette a disagio.


I diritti della cittadinanza


L'appartenenza dell'individuo ad una comunità umana si concretizza nel suo diritto di partecipare ai riti collettivi e di accedere ad alcuni luoghi comuni e reciprocamente proprio in questa accessibilità consiste il riconoscimento da parte di tutti gli altri dell'appartenenza di ogni individuo alla comunità.

Le norme degli Statuti si limitano a codificare quegli interventi che la coscienza comune ha già ampliamente riconosciuto. Questo concetto istituisce il principio secondo il quale alla cittadinanza sono connessi non solo i diritti giuridici della persona ma anche i diritti materiali della sua residenza. È la nozione di un ordine urbano.


Strade


L'appartenenza di ciascun cittadino alla civitas viene materialmente riconosciuta perché gli è riconosciuto l'indiscutibile diritto che la sua casa individuale si affacci su una strada comune, incorporando in maniera esplicita tra le competenze collettive della città. Strade come legame della solidarietà sociale.

L'urbs è un monumento costruito dai suoi cittadini più eminenti. Problema delle strade larghe e più comode e quelle strette che indicano più solidarietà sociale. La cura delle strade è lo specchio della civitas per la propria integrità morale.


Ospedali e scuole, acqua e luce


Il cittadino ha diritto ad un'assistenza da parte della civitas.

Nel Cinquecento l'assistenza ai poveri diventa una competenza esclusiva dei comuni. L'assistenza sanitaria è soprattutto assistenza ospedaliera. Le scuole laiche vengono organizzate dal comune. Si diffondono le Università (nel 1088 viene fondata quella di Bologna). Fontane alimentate con acquedotti o con pompe. Lumi ad olio provvisti di specchi argentati. Poi arrivano quelli a gas e quelli elettrici.


Conflitti


Impianto stradale viene considerato pertinenza dei fabbricati o comunque collettiva. Contraddizioni per la strada pubblica. Molti usano le strade per i negozi.


I temi della civitas


SIGNIFICATO


Aspettativa di eternità. L'urbs è l'aggregazione materiale delle case dalla quale il cittadino in quanto persona individuale trae la certezza del proprio appartenere ad una collettività di lunga durata. Il potere religioso è un potere su un mondo immaginario.

Esempi di Luigi XIV con Versailles .

Idea della "rappresentazione" del potere.

Gli edifici collettivi di una città vengono costruiti dai cittadini perché sono i visibili segni fisici dell'esistenza e del rango dell'urbs rappresentare l'IMMAGINE DEL PROPRIO RANGO.

Il manufatto è frutto di un lungo processo che materializza in un  tema fisico(stadio, piazza, municipio) un tema sociale (sport, incontro al mercato, governo comunale) già largamente diffuso e riconosciuto nello spirito della cittadinanza.

Caratteristica peculiare e distintiva della città europea rispetto ad ogni altra città del mondo è proprio di arricchire continuamente la gamma dei temi collettivi.


Nascita dei temi


È il gruppo dei cittadini che mette in campo un tema fisico. Associazioni, fazioni . I cantieri sono contrastati e sempre in ritardo per l'avversione dei diversi gruppi (esempio del Duomo).

Nuovi monumenti temi sociali diventano temi collettivi.


Tematizzare e ritematizzare


Temi collettivi perdono la memoria dei temi sociali cui erano originariamente legati. Ritematizzare continuamente gli edifici ed i luoghi della sfera collettiva prodotti dalle generazioni precedenti. C'è anche ritematizzazione sociale (halles di mercato divenute teatri . ). Processo continuo perché il rapporto tra un tema sociale e il suo stesso tema fisico cambia continuamente.


LESSICO


La volontà di autorappresentazione delle città europee disegna nel suo insieme un paesaggio sostanzialmente costante.


Autonomia dei temi


Ai temi collettivi il senso è stato attribuito dalla civitas per tutti i suoi cittadini e per i cittadini delle altre città europee. L'urbs è uno stock di manufatti.


a)       TEMI COLLETTIVI DI PERTINENZA PUBBLICA

Chiese: le reliquie vengono traslate all'interno delle mura importanza delle Chiese. Tipologia consapevolmente polisemica.

Mura: sul finire del X secolo i villaggi si circondano di palizzate e le città maggiori di mura (intenzione di costituire soggetto politico). Il vero tema sociale delle mura è l'orgoglio cittadino d'essere signori della propria terra.

Strade principali: strada dei mercanti

Croci di strade

Palazzi civici: assemblea cittadina ha bisogno di una sede riconoscibile. Primi palazzi del comune oligarchico dilagano agli inizi del Duecento nell'Italia settentrionale.

Prati

Piazze: per i mercati, luogo di incontro. Cuore politico della città

torri, campanili, orologi

Locande: per l'ospitalità. Luogo di incontro tra i forestieri e i cittadini

Osterie: luoghi di ritrovo, gioco d'azzardo, criticate

Bordelli: collocate nella piazza centrale della Sforzinda di Filarete.

Castelli: si rispecchia riconoscibile il rango della città nella gerarchia dell'impero

Logge, borse: per i discorsi, soprattutto per nobili

Strade monumentali: nel Quattrocento ura di una strada ideale.

Passeggiate

Teatri: nel Cinquecento hanno dimora stabile

Porte, archi trionfali

Teatri anatomici:

Musei, esposizioni

Osservatori astronomici

Nel Settecento sono aumentati i temi collettivi.

Boulevard

Gallerie vetrate

Cimiteri monumentali

Statue

Caffè

Ristoranti

Biblioteche

Grand Hotel

Grande Magazzino

Giardino pubblico

Viali alberati: a partire dalla metà del Settecento la tematizzazione estetica delle porte delle città include il primo tratto del viale alberato esterno.

Parchi pubblici

Campi sportivi

Luna Park

Centri storici

b)       TEMI IMPROPRI:espressione materiale di un diritto della cittadinanza (ospedali, ponti, scuole, fontane, granai)

Ospedali: dal 1100

Scuole

Fontane

Granai

Ponti: una delle opere pubbliche più celebrate.

Metropolitane

c)       TEMI COLLETTIVI DI PERTINENZA PRIVATA: a lungo il tema della salvezza eterna ha prodotto monasteri e conventi urbani. Il mito illuminista da due secoli ha sostituito la religione. Oggi i grattacieli, fabbriche, club, circoli. Anche le case individuali diventano segni del proprio rango per la civitas intera.

d)      TEMI INFRAURBANI: i quartieri hanno avuto una loro autonoma rilevanza istituzionale. Anche le parrocchie.

e)       TEMI SOVRALOCALI: le città sono punteggiate dagli edifici delle amministrazione estranee alla civitas. Viste con una certa ostilità. Di iniziati sovracomunale neppure le strade interurbane e le ferrovie sono diritti della cittadinanza o temi collettivi. Tra queste nell'Ottocento e la Stazione ferroviaria.

f)        TEMI IMMAGINARI:

g)       SIMBOLI: sono simboli della città e non collettivi

h)      TEMI METAFORICI


GRAMMATICA


I segni del rango urbano sono in genere riconoscibili perché costruiti in forme architettoniche che ne denunciano il tema.


Prima regola: riguarda la ridondanza degli edifici


La civitas non può usare per esprimere se stessa il medesimo segno più di una volta. I municipi contemporanei hanno spesso una sede rappresentativa in edifici consoni al rango della città. Ridondanza causa affollamento e rende ad esempio i quartieri inappetibili.


Seconda regola: ogni cosa ha una grandezza canonica


Viene spesso dimenticata perché tutti presentano i simboli edilizi del proprio gruppo di appartenenza in versioni gigantesche sperando così di convincere tutti i cittadini delle loro virtualità espressive.


Terza regola: ogni tema ha un posto privilegiato rispetto alla massa delle case individuali


I temi collettivi vengono disposti in un rapporto consapevole rispetto alla massa. Dopo qualche generazione la cattedrale viene inglobata dall'abitato. I parchi nascono come gli antichi palazzi comunali.


Quarta regola: riguarda la disposizione reciproca dei temi collettivi


I temi fisici connessi a un determinato tema sociale vengono disposti in modo indipendente dai temi fisici connessi ad altri temi sociali.


Individuale / collettivo e città/camna


La società europea ha nel suo complesso norme e consuetudini comuni, intrecciate alla cultura e alla religione.

La legittimità del governo urbano non sta nella sua ura istituzionale ma nel fatto che le sue decisioni concernino un ambito ritenuto indiscutibilmente appropriato alla sua competenza mentre il loro contenuto effettivo è invece sempre oggetto di una continua ridiscussione da una parte dei cittadini. Questi scontri nascono dal fatto che i cittadini sono diversi. Tema di questo riconoscimento è il diritto di ciascuno a pretendere di venire considerato parte integrante della civitas. La civitas diventa campo di conflitto tra la pretesa che esista un bene collettivo e l'ostilità cui questa pretesa dà ogni volta concretamente luogo.


La "civitas" e la casa


La casa è il cittadino, le vessazioni della civitas sul cittadino si materializzano soprattutto in vincoli e in oneri concernenti la sua casa. [es. richiesta della licenza edilizia, per aspetto estetico, piani . ]


La città e la camna


Camna come ideale di libertà dalla costrizione sociale. Questo porta all'uso della seconda casa in camna. Vera insofferenza per una condizione. La camna rispecchia la geografia sociale della residenza urbana e della smania di murare. Progetto di trasformare materialmente la città in camna sciogliendo nei alberi e nei prati la peculiare costrizione fisica di essere cittadini di una città europea.


La bellezza e lo stile


Cittadini e assemblee decidono sull'aspetto fisico delle loro case e sui temi della civitas rispettando le regole grammaticali non un ordine formale.


La città e il suo ordine formale


Riducendo i desideri ed i comportamenti dei singoli individui a irregolarità casuali rispetto allo standard che incarna la direzione della storia viene negato il senso morale e sociale della trasgressione.

Il turn-over dei cittadini s'incarna nell'urbs.

L'ordine della città consiste nelle regole del suo trasformarsi.

È la civitas ad esprimere questo ordine formale.


Lo stile


Lo stile è l'esito del lavoro costante dei suoi cittadini: è l'unità dello stile a far sì che l'urbs costituisca una manifestazione deliberata della civitas. Lo stile di una città è anche oggetto di un vero e proprio apprezzamento estetico perché lo stile di una città è perfettamente riconoscibile.

La forma produce la forma nel senso che la forma visibile dell'urbs suggerisce e vincola ogni propria modificazione successiva.


Registri e motivi dello stile: le case e le strade


Poiché tutti sanno che la bellezza dell'urbs ha a che vedere anche con la bellezza delle sue case, all'assemblea civica piacerebbe imporre regole estetiche sulle facciate. Nessuna legge può imporre una conformità edilizia. Le facciate delle case non esprimono la volontà stilistica della civitas ma al contrario un'esasperata volontà espressiva individuale all'interno di un conformismo. Neppure le strade sono elementi costitutivi dello stile di una città. L'insieme delle strade ben curate costituisce un consapevole tema estetico.


Registri e motivi dello stile, i temi della "civitas"


Oltre ai monumenti antichi anche monumenti moderni degni di ammirazione.

Lo stile si legge nei temi collettivi nei quali si esprime la volontà della civitas di dare un segno durevole nel tempo, si legge poi negli edifici privati.


UNDERSTATEMENT: il rango di una città può spesso apparirci diverso da quello delineato dai medesimi cittadini nell'ambito privato imprimendolo nelle loro case. È questo un primo tipo di UNDERSTATEMENT.

CENTRO/PERIFERIA: concentrazione/dispersione dei temi verso il centro o verso la periferia

CONTRAPPUNTI: trasgressione alla regola grammaticale dell'indipendenza reciproca tra i temi collettivi. Ogni tema può spesso venire accostato ad uno o più temi di un'altra famiglia. Accostamento avviene senza intermediazione di strade e di piazze. Tematizzate piazze e strade principali.


Modifiche della forma e persistenza dello stile


Aumento delle idee e delle proposte di nuovi temi. Inventare la città vuol dire mettere in campo non un progetto ma un sogno. Può deludere aspettative dei cittadini. L'annuncio di un nuovo tema raccoglie diffidenza ed ostilità. Dopo pesta accentuato individualismo così come inizi Settecento. Trasgressioni alle regole grammaticali


ura del "magister urbis"


Esperto delle città. Deve avere vasta conoscenza delle ure spaziali e deve vedere con la sua immaginazione i futuri temi collettivi. Deve suggerire molte idee diverse sulla medesima area. Deve far emergere e dare forma a tutti desideri dei cittadini.


L'esercizio di Faenza


Molto sobria. Limiti sono le case minori del centro storico trascurate (da rifare intonaco), trascurato ruolo della strada principale (occorre riprendere vecchio tema dell'arco trionfale). Chiese si assomigliano troppo. Letto del Lamone (con sentieri tra alberi e siepi), strade.


Appunti da "Le città del Medioevo" di Henry Perenne


IL COMMERCIO NEL MEDITERRANEO SINO ALLA FINE DELL'VIII SECOLO


Impero romano e suo carattere mediterraneo. Mare assicura unità politica. Invecchiando accentua carattere marittimo. Roma abbandonata nel IV secolo per Costantinopoli.

Non viene interrotto lo scambio dei manufatti.

La riforma monetaria ha favorito notevolmente il movimento commerciale.

A partire dal IV secolo solo in Oriente esistono vere città con industrie di esportazione e tessili.

I Germani vogliono raggiungere queste regioni

All'inizio del V secolo tutto è finito: l'Occidente intero è invaso, le sue province si trasformarono in regni franchi.

Già Clodoveo aveva voluto acquistare la Provenza e fu necessario l'intervento di Teodorico per impedirgli d'estendere le frontiere del suo regno fino alla Costa Azzurra. Nel 536 approfittarono dell'offensiva di Giustianiano contro gli Ostrogoti per farsi cedere da questi ultimi la regione desiderata. L'orbis romanus ha perso il carattere ecumenico. La sua civiltà sopravvive al suo dominio. C'è persistere del suo carattere marittimo. Nel 476 c'è deposizione dell'ultimo imperatore romano in Occidente.

Dopo Teodorico nel 526 l'Italia subisce battuta d'arresto. Longobardi sottraggono a Bisanzio nord Italia.

Nelle regioni mediterranee si ritrovano tutte le testimonianza del vigore della Chiesa d'Occidente.

Al Nord della Gallia il clero si corrompe nelle barbarie e nell'impotenza.

La chiesa aveva ricalcato le sue circoscrizioni religiose sulle circoscrizioni amministrative dell'Impero; ogni diocesi corrispondeva a una civitas. Organizzazione ecclesiastica aveva conservato il suo carattere municipale. Aveva contribuito a salvaguardare l'esistenza delle città romane. Istituzioni municipali conservano decurioni ovvero corpo di magistrati . Ogni città resta il mercato delle camne vicine.

Continuazione del traffico mediterraneo. L'organizzazione economica del mondo sopravvive al suo smembramento politico.Sistema monetario dei franchi è romano. Usa l'oro, gli stessi pesi e l'efi.

Nell'VIII secolo Marsiglia non ha cessato di essere il grande porto della Gallia. Classe di commercianti e artigiani. Conserva carattere municipale delle città romane. Favorisce commercio mediterraneo. Derrate di consumo generale.

L'ordine del mondo che era sopravvissuto alle invasioni germaniche non ha retto l'urto dell'Islam.


LA DECADENZA COMMERCIALE DEL SECOLO IX


Il centro di gravità si trasferisce verso Nord dopo invasione islamica. L'impero franco pone le basi dell'Europa nel Medioevo. La civiltà del IX secolo attesta una rottura nettissima con la civiltà precedente. Colpo di stato di Pipino il Breve segna una nuova direzione. Diversità tra l'epoca carolingia e i tempi merovingi: in questi ultimi la Gallia è ancora un paese marittimo. La prima è essenzialmente continentale.

Commercio marsigliese declina man mano che i Musulmani avanzano nel Mediterraneo. Affermano dominio sui mari. Difesa di Carlo Magno dal carattere continentale sia contro i Normanni che contro i Saraceni. Poco commercio. Accanto ai frisoni si trovano gli ebrei. Si riduce al traffico degli schiavi e nel commercio ambulante di beni di lusso.

Prova materiale della decadenza economica che investì Europa offerta da riforma del sistema monetario iniziata da Pipino il Breve e compiuta da Carlo Magno. Argento al posto dell'oro. E anche monopolio della coniazione del numerario si frammenterà sempre di più. Scarsi ricavi per la manutenzione di ponti, canali e strade spariscono. Missi dominici sono nell'impossibilità di controllare gli abusi. Sistema feudale non funziona, non va l'aristocrazia, ma ci vorrebbe sistema d'imposte come impero bizantino.

L'impero carolingio è uno stato senza sbocchi sul mare che conosce un'unica fonte di ricchezza, quella terriera. Grande proprietà.

Ciascuna villa di cui si componeva un fondo comprendeva un terra signorile (terra dominicata) e una terra censuaria, divisa in unità di coltura (mansus), occupata a titolo ereditario dai vanenti o rustici (manentes, villani) in cambio della prestazione di canoni in denaro o in natura o di corvees.

All'economia di scambio si sostituì un'economia di consumo. Immobilismo.

Russia meridionale con miele delle foreste e pellicce. Legami con Impero musulmano e Impero greco. Commercio appare come un fenomeno primario.


LA CITTÀ E I BORGHI


Sono esistite delle città nel IX secolo? Dipende dal significato di "città". Se si chiama così un località dove la popolazione si consacra all'esercizio del commercio no. Se si intende una comunità provvista di personalità giuridica che usufruisce di un proprio diritto e di istituzioni proprie no. Se si pensa alla città come centro amministrativo e come ad una fortezza sì. Le città del IX secolo furono private di due degli attributi fondamentali: popolazione borghese e organizzazione municipale.

Mura è carattere fondamentale. Forza dei vescovi. La sedentarietà che la disciplina ecclesiastica imponeva ai vescovi li legava in maniera definitiva alla città. La città imperiale divenne la città pontificia. Nella città c'era un mercato settimanale dove i contadini dei dintorni portavano i loro prodotti. L'autorità religiosa e l'autorità secolare si univano o per meglio dire si confondevano nella sua persona. Un regime teocratico si era completamente sostituito al regime municipale dell'antichità. Il regime sotto il quella la città viveva era il regime del diritto comune. Grazie alle loro difese le città poterono resistere vittoriosamente agli assalti degli invasori. Le città vescovili servivano da rifugio alle popolazioni dei dintorni.

Anarchia del IX secolo accelerò la decomposizione dello Stato franco. Il potere passa ai principi. Problema della difesa fortezze.

I borghi sono prima di tutto istituzioni militari. Poi si aggiungono centri amministrativi. Solo per consumo, niente commercio.Cinte fortificate dei monasteri fortezze ecclesiastiche. Attorno alle loro mura si formeranno le nuove città quando avrà inizio la rinascita economica di cui si colgono i primi segni nel X secolo.


LA RINASCITA DEL COMMERCIO


Il X secolo epoca di stabilità e di pace relativa. Il regime feudale s'installa in Francia. Ripresa dell'incremento demografico della popolazione. Chiesa si scuote dal servaggio in cui la tengono gli imperatori. Ordine cistercense in prima linea per dissodamento e disboscamento nel 1098. Commercio rifiorisce. Il mare è sufficiente. Venezia subisce attrazione di Costantinopoli. Davanti al contrattacco cristiano Islam indietreggia a poco a poco. Dominio su Mediterraneo ha temine. Cristiani conservano dominio del mare.

Porto di Marsiglia di rianima. Pianura lombarda vitale. Economia si espande grazie ai passi. La navigazione scandinava suscitò il risveglio economico della costa fiamminga.

Soltanto nel XII secolo il commercio marittimo trasforma l'Europa occidentale. Sotto l'influenza del commercio le antiche città romane si rianimano e agglomerati si raggruppano ai piedi dei borghi, confluenza dei corsi d'acqua. Ognuna di esse costituisce un mercato. Scambio di servizi tra città e camna. Venezia e Fiandra punti commerciali, linea che unisce Bruges a Venezia.


I MERCANTI


I Germani erano completamente estranei alla vita marittima. Professione del commerciante appare a Venezia. Segreto racchiuso negli stretti legami che collegano la loro organizzazione commerciale con quella di Bisanzio. A Venezia è contemporaneo alla formazione della città la professione commerciale.

Azione anche sulle altre città marittime nel corso del XI secolo.

Nell'Europa continentale nel corso del X secolo si è ricostituita una classe di mercanti di professione. Tra massa di sradicati bisogna cercare primi adepti al commercio.

Si formano associazioni di mercanti.

Disprezzati dalla nobiltà e da clero (appare ai loro occhi come una forma di usura).

Condizione di libertà. Diritto dei mercanti (più semplice e sbrigativo).

Appare come un uomo privilegiato.


LA FORMAZIONE DELLE CITTÀ E LA BORGHESIA


Un agglomerato urbano può esistere solo con l'importazione di derrate alimentari tratte dall'esterno. E a questa importazione devi corrispondere un'esportazione di manufatti che ne costituisce il controvalore. Tra città e contesta relazione permanente di servizi.

Esempio dei PAESI BASSI.

Mercanti negli intervalli dei loro viaggi dovevano radunarsi in alcuni punti strategici. Accadde così che i primi nuclei commerciali si costituissero in luoghi che la natura predisponeva ad essere centri della circolazione economica. Importanze delle FIERE. La fiera ha favorito lo sviluppo di queste città ma è impossibile ammettere che l'abbia provocato.

La posizione geografica unita alla presenza di una città o di un borgo fortificato sono la condizione essenziale e necessaria di un insediamento di mercanti.

Accanto al borgo un borgo esterno, un sobborgo o portus (deposito o tappa per le merci).

I porti sono agglomerati di mercanti.

Nella storia della formazione delle città il sobborgo commerciale è molto più importante del borgo feudale. Crescita ininterrotta. Dall'inizio del XI secolo è indispensabile creare nuove chiese e dividere in nuove parrocchie. Mercato sulla riva del corso d'acqua oppure nel punto di incontro delle strade. Opere di difesa piazzeforti.

Furono quindi gli abitanti del borgo nuovo (mercantile) a ricevere l'appellativo di borghesi. L'origine della popolazione urbana deve essere ricercata non tra la popolazione delle fortezze ma nella popolazione immigrata.

Commercio stimolava l'industria e l'attira in città (esempio della Fiandra).

Industria come causa di conflitti tra proprietari terrieri, vescovi, signori .

Alla molteplicità dei proprietari rispondeva la molteplicità dei regimi ai quali le terre erano sottoposte. Alcune erano obbligate a censi e a corvees.

Immigranti anche se mercanti non erano sempre liberi. Unione con serva era non-libertà per i li.

Ordine dei cistercensi si diffuse nel corso del XII secolo e loro riprenderanno il cammino verso le città.


LE ISTITUZIONI URBANE


La borghesia accetta questa società. Vuole soltanto delle concessioni: libertà personale, tribunale speciale.

Contrasti con la Chiesa che aveva scarsa simpatia per il commercio. Movimento di protesta comincia nell'Italia del Nord. Popolo delle città prende partito per i monaci e i preti pataria. Nel 1057 Milano era in pieno fermenti contro l'arcivescovo. Già nel 1068 si ha testimonianza di una corte comunale.

Impadronendosi del potere la popolazione urbana lo affida a delegati nominati da essa. Così s'afferma il principio del controllo insieme con quello dell'elezione.

GIURAMENTO.

Ostilità borghesia-vescovi.

In quasi tutte le città soggette al potere di un principe laico il loro sviluppo è avvenuto senza che vi fosse il bisogno di ricorrere alla forza.

Mercanti sono il gruppo più attivo e con forza dell'associazione.

Esempi della cassa alimentata come la Gildhalle. La prosperità del commercio era troppo direttamente interessata alla buona organizzazione delle città perché i membri delle gilde non si incaricassero spontaneamente di provvedere ai bisogni indispensabili della vita cittadina (capi della gilda svolgono funzioni di magistrati comunali).

Borghese e uomo libero sono diventati termini sinonimi.

Città come simbolo di libertà.

Diritto urbano soppresse diritti signorili, canoni fiscali, servitù personale e terriera.

Organi sono un tribunale privilegiato per i mercanti.

In quanto comune la città si amministra con un Consiglio che coincide spesso con il tribunale.

Città molto gelosa della libertà conflitti con camna.





L'INFLUENZA DELLE CITTÀ SULLA CIVILTÀ EUROPEA


La borghesia è un ordine privilegiato. Signori laici ed ecclesiastici fondano ovunque nuove città Hanno i terreni a disposizione e richiamano abitanti a popolarli e a coltivarli. Contadino LIBERO (burgenses).

Appare una nuova nozione di ricchezza: la ricchezza commerciale che non consiste più in terre, ma in denaro o in derrate commerciali valutabili in denaro.

Epoca di formazione delle città periodo di alto costo della vita.

In Inghilterra le città non si alleano con la monarchia, ma con i baroni contribuiscono a preparare il governo parlamentare le cui lontane origini si possono far risalire alla Magna Charta (1212).

Convocazioni degli Stati.

Scuole più per il borghese. Chiesa rivendicata sulle scuole municipali una sorveglianza. Ci sono poi le esagerazioni del sentimento religioso lotta agli eretici.


Appunti da "Carcere e lavoro"


Introduzione: per un carcere civile (e via via sempre meno affollato)


Questionario alle detenute e detenuti della Casa Circondariale "San Vittore" nel corso della settimana tra il 18 e il 24 giugno 1995. Questionario facile da fare ma difficile da fare bene. L'intervista deve basarsi su un rapporto di fiducia tra ricercatore e intervistato. Scopo è quello di cercare una verità. Rapporto di SIMPATIA. Dopo Tangentopoli attenzione su carcere non c'è stata più. Incontro con assistente sociale dopo e non prima. È sulla natura della punizione che bisogna chiarirsi le idee.


Il Sindacato e il carcere


Convegni e collaborazione dell'Ufficio Politiche Sociali della Camera del Lavoro di Milano con gli Enti locali e Amministrazione penitenziaria. Anche CGIL ha partecipato.


Dentro e fuori il Carcere: la realtà di San Vittore a Milano. Il risultati di una ricerca


Premessa


La ricerca ha come finalità quella di analizzare le capacità oggettive dei soggetti detenuti. Per numerose ragioni quali disinteresse, apatici, incredulità, paura di ritorsioni la metodologia della ricerca quantitativa tramite questionario risulta difficilmente applicabile. Le risposte più attendibili si riscontrano nei raggi in cui il detenuto si è fatto garante della compilazione. La scarsa conoscenza della lingua e il fatto che il questionario sia lungo e complesso spiegano il minor numero di risposte della popolazione straniera.

Realtà del carcere si presenta mobile (ingressi, uscite . )


Principali risultati della ricerca


Le donne provengono principalmente dal Nord. Tra i maschi la provenienza è uguale. Stranieri più dal nord Africa. Tra comunitari la Francia. Algerini, tunisini, egiziani, slavi e albanesi finiscono più spesso in carcere. Non tutti risiedono a Milano.

La classe di età più rappresentata è quella tra i 21 e i 35 anni. Le classi di età tra i 36 e i 50 anni rappresentano il 28% tra maschi e il 34% tra le femmine. Oltre il 30% ha diploma superiore, laurea o frequenta università. Maggiore tra gli stranieri. Il 57% degli stranieri risulta in Italia da 0 a 5 anni. Coloro che non hanno il permesso sono il 69,6% nelle permanenze brevi e solo il 19,6% per quelle lunghe. Ci sono comunque coloro che pur disponendo di un regolare permesso di soggiorno hanno svolto lavori irregolari prima di entrare in carcere.

Predominanti i reati contro il patrimonio e contro la legge droga (40,1% e 36,4%). Tra gli stranieri prevalenti reati contro patrimonio (48,4%) e tra italiani droga. I reati contro la persona più tra gli stranieri. Pene più brevi per gli stranieri implicata in reati minori la maggior parte. Italiani sempre più raramente arrestati per gli stessi reati. Il 74% degli stranieri non chiede benefici perché non ha la nozione, non hanno domicilio. Per essere affidati ai Servizi Sociali bisogna dimostrare di avere una possibilità di lavoro ma soprattutto una casa e una famiglia. Il 91% degli italiani ha esperienze lavorative come operai generici non specializzati.

Gli enti pubblici competenti potrebbero intraprendere una azione di avvicinamento delle aziende attraverso incentivi.

Solo un terzo di chi lavorava riteneva il proprio reddito insufficiente. Il tramite per trovare il lavoro sono le conoscenze, poi la professionalità e l'ufficio di collocamento (per gli stranieri). Ma maggior parte dei soggetti valuta positivamente la possibilità di lavorare all'interno del carcere per delle ditte esterne. Il lavoro in carcere sembrerebbe avere una valenza essenziale non solo per migliorare la condizione detentiva ma anche nella progettazione di se stessi da liberi inserendosi già in carcere in una logica di regole esterne.


Conclusioni


Il detenuto torna nella comunità come una persona potenzialmente deviante. Ci vuole un'operazione culturale. Il carcere è il luogo più avanzato di esclusione sociale.

La maggior parte dei detenuti stranieri è in carcere per piccoli reati: le loro difficoltà economiche e linguistiche sono determinanti nella mancata difesa e nella difficile gestione dei procedimenti giudiziari. Il diritto al lavoro remunerato e regolamentato porta anche a una presa di coscienza sulla liceità de mezzi per ottenere il necessario reddito esistenziale. L'istruzione professionale dei detenuti va organizzata in funzione degli sbocchi.

Le strumentazioni per il reintegro devono essere attuate già nel carcere stesso pensando a interventi che riguardino:

a)       durata della pena

b)       cittadinanza

Bisogna tenere conto del tipo di reati, istruzione scolastica, preparazione professionale, situazione lavorativa, attitudini del detenuto, progetti del detenuto, situazione familiare e sociale.

Benefici o richieste di pene alternative anche per stranieri.

Adeguata assistenza sanitaria di base nel carcere.

Alloggio.

Soddisfare richieste di lavoro e tenere conto delle esperienze lavorative.


Il gruppo Carcere e Lavoro: perché un gruppo, i suoi obiettivi, il suo progetto


Carcere come disagio sociale. Bisogna affrontare diversamente i problemi di tossicodipendenti e immigrati.

Ci si è trovati ad affrontare diverse difficoltà:

a)       detenuti sentivano fortemente il peso di un dovere di rappresentanza degli altri detenuti

b)       struttura detentiva ha orari da rispettare e controlli

c)       numero dei detenuti si è assottigliato per defezioni

d)      non chiari strumenti operativi che il gruppo voleva adottare

e)       infine idea di fare meglio e di più era fuorviante

Nasceva la necessità di creare una cultura del lavoro oltre che un posto di lavoro reale.


Testimonianza dei detenuti del "Gruppo Carcere e Lavoro"


Posizione di scrivano di Ahmad Khatib. Problemi legati alla comunicazione per i detenuti arabi. Risultato doveva essere una pubblicazione. Mancava conoscenza del detenuto questionario.


Il carcere di San Vittore: una realtà da conoscere


Cessata emergenza giudiziaria di Tangentopoli il carcere è tornato ad essere appannaggio dei soliti noti. Bisognerebbe investire in un'opera di prevenzione primaria nell'ambiente esterno. Possibilità di frequentare i corsi di formazione. Doveroso bonificare il carcere.


La formazione professionale dei detenuti: problemi e prospettive


Bisogna individuare le motivazioni reali per cui detenuti vogliono lavorare.

Corsi riguardano la conoscenza della lingua inglese, informatica, imparare a suonare la chitarra, elettricista, idraulico.

Lo stereotipo di inaffidabilità e incompetenza dei detenuti è una costante del pregiudizio sociale.

Un aspetto problematico è l'assenza di riferimenti sociali ed assistenziali per i detenuti dopo scarcerazione.

Il mantenere un percorso di formazione professionale in carcere costruisce un pacchetto di nozioni tecniche fondamentali.


L'uso delle misure alternative e il lavoro per i detenuti e le detenute fuori e dentro il carcere


Tossicodipendenze e clandestinità. Periodo brevi ma espiate in detenzione (anche se soggetti sono deboli) per due ragioni: 1) ignoranza legge penitenziaria e 2) forte recidività.

Il principio della pena flessibile attuato attraverso l'uso della misura alternativa e partendo dal presupposto di interventi differenziati in ragione della eterogenea popolazione carceraria serve a rendere adeguata la sanzione nel corso dell'espiazione della pena.

Il lavoro è un veicolo di integrazione sociale. Si devono aprire le porte ad aziende private o convenzionate con la regione.

LAVORO = MISURA ALTERNATIVA


Le leggi che regolano il lavoro dei detenuti


Premessa


Legge Gozzini del 1986 con decarcerizzazione.


Tipi di lavoro penitenziario


a)       lavori domestici

b)       lavoro penitenziario

c)       lavoro penitenziario all'esterno

Contratti tra datore di lavoro e detenuto; la pretesa punitiva è un rapporto che intercorre fra un lavoratore e lo Stato e il datore di lavoro collabora.


Diritti costituzionali garantiti


Diritto di sciopero, al riposo, alle ferie.


Il collocamento


L'Ufficio di collocamento ha il dovere di un intervento necessario.


La previdenza


Indennità di disoccupazione


La retribuzione


La trattenuta prima era versata nella Cassa per il Soccorso delle vittime, ora è stata soppressa e va ad incrementare entrate allo Stato senza finalità che c'entrino con il carcere.


Prospettive


Parificazione del rapporto di lavoro carcerario a quello libero.

Non è giusto che soltanto chi ha lavorato ha la libertà.


Normative per l'inserimento lavorativo dei detenuti


Con la legge del 1987 detenuti possono iscriversi al collocamento. Il detenuto conserva il diritto all'indennità di disoccupazione riconosciuta per periodi di lavoro precedente la detenzione.



Identità lavorativa e nuove strade di ricerca


Lavoro come realizzazione dei bisogni. Identità lavorativa.

Rapporti capacità/lavoro/ retribuzione.

Il rapporto tra la capacità di un individuo e il livello del lavoro assegnatogli è uno dei fattori centrali nel determinare se tale lavoro sarà vissuto come facile o difficile.

Lo studio degli atteggiamenti porta al riconoscimento dell'importanza che assumono i fattori inconsci.

Lavoro come scarica.

Modi diversi in cui viene determinato l'oggetto del lavoro.

a)       lavoro dipendente: oggetto dall'esterno

b)       lavoro dirigente: sia interno che esterno

c)       lavoro creativo: da mondo interno dell'artista.


Il reinserimento sociale dei detenuti: il lavoro e il ruolo degli Enti locali


Ruolo importante degli Enti locali riconosciuti da Amministrazione penitenziaria.


I diritti di cittadinanza


Lavoro può e devi risocializzare soprattutto per tossicodipendenti e stranieri. Con retribuzioni. Depenalizzare comportamenti che non hanno nessuna pericolosità sociale. Rischio di entrare in contatto con criminalità organizzata.





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