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STORIOGRAFIA E LETTERATURA DAL 1492 AL ROMANTICISMO
1492 - scoperte geografiche:
modifica aspetto Europa nuovi mercati, scoperte tecniche, navigazione transoceanica, inizio colonialismo.
2 tipologie di colonialismo
Snola - occupa grandi territori e sfrutta materie prime e minerarie. colonialismo condotto con metodi inumani che portano alla distruzione di civiltà precolombiane, alla razzia di immense quantità di metalli preziosi e di ricchezze. I germi patogeni tipici del continente europeo, trovano gli indigeni delle colonie completamente sprovvisti degli anticorpi necessari e ne causano una strage. La nuova manodopera sarà così importata dall'Africa sotto forma di schiavi (20 ml. di schiavi nel giro di pochi decenni).
Portoghese - occupazione di basi commerciali (eccezion fatta per il Brasile). Stessa modalità per il colonialismo Olandese.
L'Inghilterra perde tutti i territori del continente Europeo nella guerra dei 100 anni, seguita da quella dei 30 anni 1618 - 1648 (una guerra di religione, conseguenza della riforma, combattuta prima negli stati germanici poi allargatasi agli altri stati europei). Decide quindi di volgersi verso gli oceani e il nuovo continente; costruisce una possente flotta per conquistare nuovi mercati nel nuovo mondo. Inizia il commercio triangolare tra Africa, Asia, Americhe con questo schema: acquisto di schiavi in Africa, vendita d schiavi in America, acquisto di merci locali quindi vendita delle merci coloniali in Inghilterra (tutto ciò ha, purtroppo, contribuito al nostro sviluppo portando una notevole quantità di denaro in Europa)
Nel '500 la Sna, grazie alle ricchezze importate dalle Americhe vive il suo secolo d'oro, ma l'immobilismo commerciale dettato dal fatto che i nobili ed i borghesi invece di avviare nuovi processi produttivi preferiscono invece entrare al servizio dello Stato e godere dell'immane flusso di ricchezza dalle colonie, lo sperpero nei lussi e nella magnificenza regale ed il calo di valore della moneta portano ad una veloce decadenza che farà della Sna un paese di serie b. Solo chi ha le merci creerà nuova ricchezza e si salverà dalla decadenza.
1517 - Inizio della riforma protestante. Lutero pubblica sulla porta della cattedrale di Wittemberg le 95 tesi della dottrina protestante: il rapporto con Dio è un rapporto tra padre e lio, diretto; si nega quindi il valore e la funzione stessa della Chiesa (non servono le opere buone per salvarsi ma la grazia, libero dono della misericordia divina). L'unica mediazione con Dio sono le sacre scritture, interpretate personalmente. Lutero traduce la Bibbia in tedesco. Ciò contribuirà grandemente all'unificazione dello spirito nazionale tedesco. Lutero è scomunicato dal Papa Leone X
1519 - Carlo V incoronato imperatore di Germania. I Fugger, banchieri tedeschi ano l'elezione di Carlo V per interesse. Al dominio di Carlo V manca praticamente solo la Francia. I principi luterani in Germania, facendo leva su un diffuso malcontento, provocarono un grande movimento di ribellione contro il cattolicesimo e l'imperatore. Carlo V mise al bando Lutero e convocò i Principi per ridurli all'obbedienza, ma una parte di essi fece resistenza e avanzò una protesta (di qui il nome di protestanti) contro l'imperatore, dichiarando illegittime le sue pretese e reclamando il diritto alla libertà di religione. Il contrasto si trasformò allora in guerra tra i cattolici sostenitori di Carlo V ed i protestanti. La guerra ebbe termine nel 1555 con la Pace di Augusta nella quale l'imperatore riconobbe ufficialmente la coesistenza della religione cattolica e di quella protestante. La libertà religiosa fu concessa tuttavia soltanto ai Principi; i sudditi dovevano seguire la religione del loro sovrano oppure, in caso diverso, emigrare.
1534 Inghilterra. Il sovrano Enrico 8° Tudor con il pretesto di un divorzio negato dalla Chiesa Romana, tramite * l'Atto di Supremazia dichiara l'Anglicanesimo, religione di Stato che pone il sovrano a capo della Chiesa. Enrico 8° conquista anche l'Irlanda. Opere riformatrici si avranno anche in Svizzera ad opera di Zuniglio e Calvino.
dal 1519 al 1555 guerra franco snola. Vincono i francesi (1559 trattato di Cateau - Cambrésis, l'Italia cade definitivamente in mano agli snoli) Carlo V resterà al potere sino al 1556 anno in cui abdica e divide il suo impero in due parti: al lio Filippo 2° la Sna, le Fiandre, e le colonie; al fratello Ferdinando vanno i domini Absburgici ed il titolo di imperatore di Germania. l'Europa si muove ormai nella logica degli Stati Nazionali moderni, ovvero l'accentuazione del potere statale e l'eliminazione del feudalesimo con strumenti quali l'esercito, gli apparati fiscale e burocratico; quindi pensare di creare un impero universale nel '500 è ormai un'utopia.
1545 si apre il concilio di Trento voluto da papa Paolo III per combattere il protestantesimo. Ha inizio la controriforma cattolica (anatemi contro il protestantesimo, indice dei libri proibiti, censura ecclesiastica, tribunale dell'inquisizione).
dal 1555 al 1594 si registra in Francia un travagliato periodo di lotte religiose tra gli ugonotti (calvinisti francesi) ed i cattolici. Enrico IV di Borbone da protestante si fa cattolico per avere il potere (Parigi val bene una messa), poi dà libertà religiosa ai sudditi (editto di Nantes del 1598), concedendo anche piazzeforti (città) fortificate agli ugonotti (che saranno poi distrutte una ad una da Richielieu, costringendo i protestanti francesi a riparare in Russia)
1579 Ribellione degli Olandesi: la Sna è cacciata dalle Fiandre. Gli Olandesi proclamano l'indipendenza e creano i Paesi Bassi. Soppianteranno (con gli Inglesi), gli snoli nel commercio transoceanico.
In Sna regna Filippo 2° il cattolicissimo, difensore del papato. Militarmente dispone di un esercito di fanteria eccezionale, ma, pur dominando i mari nella navigazione transoceanica, difetta nelle tecniche di lotta navale (il '500 ed il '600 sono i secoli del grande sviluppo della navigazione transoceanica). Il mare è dominio anche degli olandesi, (fornitori degli snoli). Filippo 2° è un accentratore, vuole che tutto passi per le sue mani: è pignolo, ambizioso; ciò porta un immenso regno quale il suo ad un virtuale immobilismo. Il sovrano avvia persecuzioni religiose e cacciate contro gli ebrei (i marranos) e gli arabi (i moriscos) senza tener conto che arabi ed ebrei tengono le redini delle attività commerciali ed artigianali; senza di loro l'economia crolla. L'afflusso di ricchezza è continuo ma viene spesa e passa nei forzieri dei banchieri europei, soprattutto delle fiandre. La pesetas, collegata come tutte le monete dell'epoca al valore del peso del metallo prezioso presente nel paese, perde rapidamente di valore. E' la rovina dei salariati e dei piccoli possidenti; arricchiscono solo i mercanti.
L'Inghilterra (fra la 2^ metà del '500 ed il '600) vive la riforma secondo dettami politici interni (Enrico 8° - atto di supremazia *) con aspri scontri fra anglicani e papisti ( si hanno feroci repressioni in nome dell'ortodossia cattolica, con roghi di eretici durante il regno di Maria la cattolica, prima lia di Enrico 8^ a salire sul trono dopo la morte del padre). Elisabetta I^, sale al trono dopo la morte della sorella Maria la Cattolica. Il suo regno andrà dal '558 al '603. Elisabetta consolida la preponderanza dello Stato sulla religione insediando definitivamente l'Anglicanesimo separato da Roma. Una parte dei calvinisti non accetta i principi della Chiesa anglicana, che ritiene un cattolicesimo mascherato dal quale bisogna restare immuni. per tal motivo i calvinisti inglesi prendono il nome di puritani. Perseguitati, dovettero abbandonare l'Inghilterra e rifugiarsi in America dove fondarono le prime colonie destinate a divenire gli Stati Uniti. Dal puritanesimo ebbero origine in Inghilterra i primi germi del liberalismo cioè della dottrina politica che pone a fondamento dello Stato la libertà individuale e non l'autorità del governo. Gli inglesi sono convinti di essere diversi dagli altri europei, in Gran Bretagna non c'è oppressione assolutistica, La guerra dei 30 anni stermina quasi del tutto l'alta nobiltà inglese, lasciando intatte la classe borghese, Alla fine del '500 l'Inghilterra diverrà la prima potenza sul mare. Durante il regno di Elisabetta, a livello culturale viene incentivato il teatro che parla dell'uomo (Shakespeare).Quest'elemento contribuirà in maniera determinante alla crescita culturale e sociale del popolo inglese. In campo politico Elisabetta persegue i suoi obiettivi anche con la guerra di corsa contro la Sna. Filippo costruisce una potente flotta marittima, l'Invencibile Armada, con cui decide di attaccare l'Inghilterra, Ma i due tentativi d'attacco falliscono entrambi per l'inclemenza delle condizioni meteo e per la sconfitta subita da parte della flotta inglese.
1618 -1648 Guerra dei 30 anni. Sconfitta definitiva e decadenza della Sna, Ultima guerra di religione europea tra cattolici e protestanti. Termina con la pace di Westfalia del 1648. La Sna esce dal panorama delle grandi potenze a favore dell'Inghilterra e della Francia. Inglesi (diventano padroni del mercato producendo una gran quantità di merci a basso costo) ed olandesi soppiantano gli snoli. Inizia l'ascesa continentale della Francia.
L'Italia del '400/'500, formata da Stati regionali, è all'avanguardia dal punto di vista produttivo e mercantile. Si può affermare, infatti, che sotto questi aspetti è l'elemento trainante dell'Europa ma non rappresenta una forza militare, mancando uno Stato unitario. Dalla metà del '500 inizia un lungo periodo di decadenza economica e politica. La produzione si orienta sempre più verso i prodotti di lusso che, però, hanno una clientela assai ristretta, in un momento in cui il mercato in Europa sta assumendo dimensioni di massa. La classe dirigente italiana si chiude in se stessa (da realtà dinamica a realtà statistica), la società si divide in rigide classi. Le ricchezze non sono più investite per produzione e commerci, ma sono "mattonizzate": è l'epoca delle sontuose ville di camna in cui gli alto - borghesi investono per il loro prestigio personale. L'Italia è così relegata ad un ruolo di secondo piano. Il dominio snolo (trattato di Cateau Cambresis), porta poi alcune importanti zone d'Italia in decadenza, arrestando lo sviluppo economico. Viene, infatti, abbandonata la produzione dei manufatti artigianali. L'Italia diviene così la provincia di una provincia (Anche la Sna, infatti, è in pieno periodo di decadenza). Gli Inglesi invece, diventano padroni del mercato producendo una gran quantità di merci a basso costo.
Nel '600 Galilei sovverte le teorie tolemaiche. Ciò rovescia il modo di pensare alla realtà che dalla convinzione dell'esistenza di un ordine divino ed assoluto dell'universo, incentrato sulla centralità dell'uomo, passa allo stadio di casualità (pur se regolata da leggi fisiche ben precise). Questa rivoluzione disintegra l'ordine sociale ed egemonico della Chiesa, introducendo la critica ed il dubbio (non più IPSE - DIXIT), reintroducendo un'infinita quantità di incognite a livello fisico e spirituale. Anche la paura di queste rivoluzionarie teorie, insieme con l'esigenza di arginare lo sfaldamento del cattolicesimo, che minano il potere temporale del papato, inaspriranno la controriforma.
Sino alla metà del '500 la corrente culturale dominante è quella del RINASCIMENTO, quindi un lento periodo di decadenza porta, circa all'inizio del '600, al MANIERISMO; si avrà, quindi, l'età del BAROCCO.
RINASCIMENTO (umanesimo). Rinascimento ed umanesimo sono l'uno funzionale all'altro: sono tra loro significato (senso della parola) e significante (parola stessa).
Caratteristiche: al centro del movimento vi è l'uomo visto come dominatore della natura, centro dell'universo. In questo periodo fioriscono le arti ingenieristiche; la maggior spinta viene dalla borghesia. E' l'epoca della filologia ovvero lo studio dei testi antichi in funzione della ricostruzione il più simile possibile agli archetipi (stesure originali), in quanto gli antichi hanno visto e parlato dell'uomo nella sua totale laicità, scevri quindi dell'imposizione religiosa cristiana. I grandi ingegni letterari dell'epoca sono: Ariosto, Tasso, Machiavelli, Giordano Bruno (arso sul rogo come eretico). La divisione religiosa dovuta alla Riforma e l'opprimente stagnazione culturale, sociale e religiosa imposta nei paesi cattolici dalla reazione Controriformista, le nuove scoperte geografiche, la rivoluzione Copernico/Galileiana, tolgono l'uomo dal centro dell'universo, lo pongono di fronte al mistero, scardinano le sicurezze acquisite; la realtà diventa inconoscibile, sfugge al suo controllo perché troppo vasta, mutevole, non esiste più un ordine totale, subentra una profonda crisi di valori. Diviene perciò importante reagire al senso di smarrimento e di vuoto cercando i mezzi per evadere nella fantasia, nelle immagini di stupore e di meraviglia, in un mondo di artificio che enfatizza sia il bene che il male: nasce il Barocco (vedi fotocopie). Soprattutto Tasso vive la divaricazione fra il periodo Rinascimentale e la decadenza manierista e barocca. Nato nel 1544, educato e cresciuto agli ideali del mondo rinascimentale, si trova a vivere e scrivere nell'epoca manierista, un'epoca in cui è impossibile essere se stessi, ma si deve militare per la Chiesa; diviene quindi necessario mascherarsi, abbandonare i contenuti per "privilegiare il contenitore", infatti, non potendo prendere posizione, o meglio, non potendo prendere posizioni diverse da quella ufficiale del cattolicesimo, è meglio non far intravedere troppo il significato delle proprie opere, si spinge quindi sull'aspetto. Tasso vive drammaticamente l'esigenza di credere ed esprimere i valori dell'umanesimo cui è stato educato e, nel contempo, di credere nelle risposte (o meglio nelle imposizioni) dell'epoca nuova.
Un esempio di questa divaricazione tra rinascimento e manierismo, è dato dal confronto tra "L'Orlando furioso", opera di Ariosto, scrittore totalmente rinascimentale e "La Gerusalemme liberata" opera di Tasso.
Tra le due opere passano circa 60 anni ('516 - '574), anni in cui si inseriscono la riforma protestante di Lutero e la controriforma cattolica.
"L'Orlando furioso" - inizio:
"Le donne, i cavalieri, l'arme gli amori, le cortesie, le audaci imprese io canto"
"La Gerusalemme liberata" - inizio:
"Canto l'arme pietose e il capitano / che 'l gran sepolcro liberò di Cristo
molto egli operò co'l senno e con la mano / molto soffrì nel glorioso acquisto
e invan l'inferno vi s'oppose, e in vano / s'armò d'Asia e di Libia il popol misto
il ciel gli diè favore e sotto a i santi / segni ridusse i suoi comni erranti.
Nell'incipit dell'Orlando, opera rinascimentale, si elenca tutto ciò che verrà poi descritto. Lo scrittore è solo il narratore, il servitore umile dell'opera. Il tasso nella "Gerusalemme" invece si pone come colui che fa la scelta di cosa scrivere e come. Egli esalta l'opera del capitano Goffredo di Buglione che libera il santo sepolcro, fa quindi scelte precise, si sa già chi ha vinto, chi sono i buoni ed i cattivi. Nell'Orlando i cavalieri erranti sono coloro che errano in cerca di avventura, si narra quindi l'esaltazione dell'uomo che vive materialmente sulla Terra, ma Tasso identifica gli erranti come coloro che sbagliano: non è infatti più il tempo delle avventure e della gloria personale, ma è tempo del soldato che milita dalla parte della religione (circa a metà del '600 un frate scrive il libro "Dell'uomo di lettere purgato ed emendato" in cui afferma che si può scrivere solo in favore della Chiesa).
Nel 4° canto della Gerusalemme liberata Satana chiama a raccolta i diavoli per combattere contro Dio. Il monologo del demonio è utilizzato dal Tasso come attacco alla Chiesa controriformista. La vittoria del bene è avvenuta, secondo Satana, tramite una guerra, quindi con mezzi ben lontani dalla bontà e misericordia che dovrebbero essere tipici del bene; Dio (la Chiesa) è descritto come intellettuale prevaricatore e soffocante, intollerante al libero pensiero e alle altre religioni. Satana parla di alte imprese, di virtù, d'ardire, di gloria, ovvero incarna gli ideali del mondo rinascimentale di Tasso che sono soffocati nel clima controriformista.
Nella pittura di Caravaggio rispetto alla pittura rinascimentale si riscontra una differenza di luce che evoca sempre una dimensione violenta, forte, dividendo il dipinto tra zone di chiaro ed oscurità. E' un uso drammatico delle luci di fronte ad una realtà drammatica, sfuggente, di cui si può fermare solo alcuni brevi istanti. Nel rinascimento, invece, la luce è una componente armonica, (dominio del pittore sulla luce, simbolo del dominio dell'uomo sulla realtà).
Nel rinascimento si lavorava su idee (idealizzazione dell'uomo), con Caravaggio entra la dimensione reale dei personaggi: infatti usa come modelli i popolani. Una costante di Caravaggio è quella di attualizzare gli abiti anche nelle scene sacre (significato: ciò che ha vissuto Cristo è sempre attuale).
Nella pittura del '600, è tipico riprendere i tratti della pittura fiamminga, che riproduce fedelmente i tratti reali dei personaggi, Nel momento in cui tra idee e realtà vi è scollamento, si fa riferimento al reale. E' un'operazione anticlassica di separazione tra realtà e idee. Il fatto di assistere ad un appiattimento della pittura è un chiaro segno che si va verso un appiattimento della realtà.
Nata come spettacolo di comici itineranti, ha avuto grande risalto in Italia e Francia nel '500 e'600. la commedia dell'arte è un "concerto" di personaggi che improvvisano su di un canovaccio prestabilito. Per eccellere in questa forma d'arte, occorreva essere maestri nella poesia, nella retorica, avere abilità e capacità superiori al recitare un testo già attentamente preparato (pur se gli zanni, prima espressione della commedia, sono in realtà servi e contadini che, disoccupati, si inventano attori per sbarcare il lunario). La maschera è alla base della recitazione (le maschere dell'epoca sono alla base del nostro carnevale). Esiste un canovaccio (traccia) su cui si muovono gli attori, inventando anche i dialoghi, Col tempo le maschere tenderanno a ripetersi, perdendo di spontaneità e, incapaci di rinnovarsi e trovare nuovi talenti, si avvieranno al declino.
La conoscenza non è solo quella acquisita, ma continuamente s'impara e si acquisisce attraverso l'esperienza, lo studio e la sperimentazione critica e scientifica.
Nel racconto è interessante il dato del ricercare. Il senso della ricerca non si quieta con l'acquisizione. Si parte da un'ipotesi interpretativa della realtà che va ampliata, atteggiamento umile del ricercatore che accumula conoscenze progressive del reale, processo mai terminato, il ricercatore è sempre a caccia della conoscenza della realtà attraverso l'esperienza diretta sperimentale; la conoscenza deriva soltanto dall'esperienza. Le teorie matematiche, trovano riscontro e applicazione pratica mediante le osservazioni empiriche, si crea la nuova scienza della fisica sperimentale. Dall'osservazione concreta, si passa quindi a definire le regole generali, e poi particolari di funzionamento; la scienza deve fare opera di connessione tra mente e mondo fisico Galileo si scontra contro i dogmi precostituiti, la conoscenza prefabbricata e inalterabile degli antichi, l'Ipse-Dixit (la cultura del '600 inizia il grande processo di critica oggettiva e di sperimentazione che porterà all'illuminismo: è il secolo del razionalismo) Galileo dimostra matematicamente l'eliocentrismo con prove scientifiche
Osservazione della Luna e delle sue fasi con il cannocchiale astronomico. E' un'esperienza sperimentale, suffragata da calcoli matematici dovuti alle osservazioni.
Prima del cannocchiale di Galileo, i corpi celesti avevano quasi concezione metafisica, senza corpo e perciò assolutamente sferici, perfetti ed inalterabili (come per Dante i regni celesti). La visione diretta dimostra la vera natura della Luna, fisica ed imperfetta come la Terra. Non esiste più opposizione tra cielo e terra, In Dante l'uomo era sulla superficie terrestre con i piedi vicino alla dannazione ma sotto gli occhi di Dio per la salvezza; tutto il creato era strutturato in funzione del destino dell'uomo. Applicando la stessa legge ai corpi celesti, come alla Terra, si nega l'importanza centrale, la funzione antropocentrica dell'uomo nel creato (l'uomo è niente come le altre cose), rivelazione difficile da accettare, soprattutto per la religione cattolica, convinta assertrice che l'uomo è il fine ultimo della creazione.
Durante il regno di Elisabetta, a livello culturale viene incentivato il teatro che parla dell'uomo, diventando uno specchio della società del tempo (COMMEDIA = si parla del tempo in cui si vive, con personaggi attuali; TRAGEDIA = si parla dell'uomo, i personaggi incarnano le caratteristiche umane, i grandi sentimenti dell'uomo). Shakespeare 1564-1616; massimo poeta e drammaturgo inglese dell'epoca rappresenta opere d'arte non chiuse in se stesse ma aperte alla realtà. Anche il popolo "basso" frequenta i teatri. in questo contesto, il teatro inglese è un fenomeno nuovo a livello europeo (negli altri stati solo teatri di corte per i nobili). Questo elemento contribuirà in maniera determinante alla crescita culturale e sociale del popolo inglese. Il suddito inglese è, infatti, radicalmente convinto di essere diverso dagli altri sudditi europei, e partecipa pienamente a questa consapevolezza. Dopo un lungo periodo di oblio che segue, durante il medioevo, ai fasti del teatro greco e romano, la recitazione viene riscoperta nel 1100 circa, con i misteri (recitazione dei misteri liturgici), Nel 1500 si riscopre il teatro classico con rappresentazioni dei classici greci e romani e di opere contemporanee (teatro classico: 5 atti, con unità di tempo, lunghezza, azione). Il teatro rinascimentale era quindi caratterizzato da ure uguali a se stesse dal tempo di Plauto, al contrario della letteratura assai più viva e corrispondente alla realtà dei tempi (L'orlando ha due versioni: la seconda contiene 4 canti in più che indicano com'è cambiata il clima in Italia facendo emergere l'inquietudine dello scrittore :il mondo sembra cacciare l'uomo nel caos).
SHAKESPEARE - AMLETO (PAG. 167)
Senso dell'opera aperta. Amleto porta alla follia ed alla morte Ofelia fa sembrare che di fronte al marcio della vita umana non ci sia niente da fare, neppure la vendetta ripristina il giusto cammino della vita, l'ordine; l'azione è inutile, la legge fondamentale è quella della distruzione totale. Amleto è un eroe moderno che rompe gli schemi prefissati tragico, inetto, incapace d'agire, roso dal dubbio. Il male nel mondo barocco è insuperabile, invincibile, neppure con la vendetta si riesce a sanare, neppure il sacrificio dell'eroe può rinsaldare l'ordine infranto ed Amleto ben rappresenta tutto ciò.
Dolore e sofferenza, elementi sconvolgenti della debole natura umana. Occorre rifarsi a valori positivi, rivelati attraverso il percorso della pazzia vista come saggezza più alta.
FILM - ELIZABETH
La vita di Elisabetta I^. Politica della gestione del potere (richiama il "Principe" di Machiavelli, vero manuale tecnico di gestione politica per i nuovi regnanti assoluti).
Il sovrano deve prendere le scelte più opportune (anche dure, evitando il male, se possibile, ma attuandolo, se necessario, per salvare lo Stato. Quindi arrivare al potere, gestirlo direttamente, comandare direttamente l'esercito. Il potere deve essere accentrato nelle mani del sovrano, non si devono concedere deleghe per evitare di ritrovarsi con ministri o nobili eccessivamente potenti (nel film Norfolk).
Importante la ricostruzione scenica (discriminando però dalle esaltazioni cinematografiche); Elizabeth assurge a "Regina vergine", sposa allo Stato Inglese pur continuando ad esercitare il potere in modo così abile e spregiudicato da portare l'Inghilterra ad essere la maggiore potenza mondiale. L'immagine giocata con abili effetti di luce ed ombre è iperrealista, i colori sono innaturali. Ciò tende ad abbassare il tono narrativo pur attenendosi fedelmente alla ricostruzione storica.
Il teatro francese del '600 si rifà ai classici, Moliére apre un percorso nuovo, controcorrente, si confronta con la realtà, non c'è modello a cui attenersi, segue un'idea anticlassica, Siamo nella seconda metà del '600, è l'epoca della maschera, della commedia dell'arte (vedi ITALIA).
Il romanzo si colloca all'incirca a metà del 18 sec. (1700) quindi poco prima della rivoluzione francese e della rivoluzione industriale inglese.
E' un romanzo filosofico che analizza tutti i canoni dell'Illuminismo. Tutte le vicende narrate, per quanto possano apparire inverosimili, ritraggono elementi reali e concreti del '700 in cui vive Voltaire.
PROLOGO - PERSONAGGI FONDAMENTALI
Candide - netta rispondenza tra nome ed essenza del personaggio: è un essere semplice, candido, parzialmente sprovveduto, ingenuo, inesperto, credulone; insomma un "metafisico".
Il Barone di . - mediocre signorotto di camna il cui nome richiama per eccesso una divinità del tuono, ossequiato dai paesani
Pangloss - il filosofo del perché (dimostrare causa ed effetto) che insegna una bizzarra branchia della filosofia con alla base un pervicace ottimismo, peraltro tratto da vere affermazioni di Leibniz: "il mondo non è esente dal male ma in quanto prodotto dalla bontà di Dio è certamente il migliore dei mondi possibili dove il male è presente nella quantità minore possibile, essenziale per dare all'uomo la possibilità di sceglierlo o rifiutarlo." filosofia che, quindi, afferma che tutto va nel migliore dei modi possibili, nel migliore dei mondi possibili. Voltaire fa apparire la scienza di Pangloss in una dimensione negativa, polemizza contro questo modo di filosofeggiare.
Cunegonde - la lia del barone, è la molla che spinge Candide nel suo errare, prima nel fuggire verso le Americhe, poi nel tornare, lasciando addirittura l'utopico paese di Eldorado.
Il mondo è assimilato alla provincia dominata dal Barone., rivelando così un'iniziale dimensione ristretta e deficitaria della visione di Candide ancora incapace di confrontarsi con il mondo.
Interverranno poi altri personaggi importanti all'economia del racconto, quali: il servo Cacambo', antitesi della personalità di Candide, pratico, risoluto ed esperto di come cavarsela nel mondo, la vecchia serva di Cunegonde, ex Principessa di Palestrina, passata per torture ed umiliazioni indicibili, e Martin il pragmatico e pessimista manicheo, voce altamente critica dei mali del mondo.
Finito il prologo inizia un percorso che porterà Candide a fuggire dalle persecuzioni sempre verso occidente sino ad arrivare alle Americhe ed all'Eldorado, mitico paese dell'oro, vera parentesi di sogno, quindi a riprendere il viaggio di ritorno da ovest ad est non più per fuggire, ma per conoscere, esplorare ed anche ritrovare Cunegonde sino a stabilirsi in Anatolia.
L'immagine del giardino è alquanto importante, indica, infatti, i tre stati che Candide attraverserà: il castello del barone è il primo giardino, quello dell'Eden da cui è cacciato, e dove non aveva nessun contatto con la realtà. Da lì le avventure si succedono a ritmo incalzante, fintamente iperboliche (ma, in realtà abbastanza rispondenti alle realtà del tempo) e venate di un'ironia "nera", degna dell'attuale genere pulp: l'arruolamento coatto, e la punizione che quasi l'uccide, nell'esercito prussiano; il primo traumatico incontro con la guerra (dei 7 anni); la fuga come disertore in Olanda; l'incontro con il buon anabattista Jacques; la riunione al moribondo (di sifilide) Pangloss (che riesce nientemeno a dimostrare a Candide l'utilità della malattia nel migliore dei mondi), da cui apprende della distruzione del castello del Barone e della morte di Cunegonde; il risanamento di questi; il viaggio a Barcellona; l'annegamento dell'anabattista; il terremoto che distrugge la città ed il conseguente auto da fe' cui sono sottoposti Candide (fustigato) e Pangloss (che sembra morirvi); la riunione con Cunegonde, creduta morta, ma divenuta amante di due ricchi notabili (fra cui un grande inquisitore snolo); l'uccisione dei protettori/amanti di Cunegonde da parte di Candide; la fuga verso le Americhe e la separazione; il sodalizio con Cacambo'; il ritrovamento del fratello di Cunegonde, creduto morto, nelle nuove vesti di gesuita e l' apparente uccisione di questi. da parte di Candide al rifiuto di concedergli la mano della sorella; la fuga e l'arrivo in Eldorado.
E' l'eldorado il secondo giardino di Candide, descritto come il sogno raggiunto, l'utopia che diviene realtà, la rappresentazione dell'incarnazione in Terra del sogno della giustizia (aspetto ricorrente della utopia di Moore), paese dove tutti i mali del mondo sono sanati. Un aspetto particolarmente sottolineato è il Deismo, che diverrà un pilastro del pensiero illuministico, ovvero l'accettazione della diversità religiosa.
Ma nonostante sia giunto nel paese perfetto, l'ansia di rivedere Cunegonde, la possibilità di vivere come re nel vecchio mondo, grazie alle ricchezze avute in dono in Eldorado, spingono Candide e Cacambo' a ripartire, a tornare. Inizia la seconda fase del viaggio non più per fuggire; qui il viaggio simboleggia il desiderio di confrontarsi con le altre realtà, l'imparare, la ricerca consapevole di cose diverse. Dopo svariate peripezie in cui perde gran parte dei suoi tesori, restando peraltro ricchissimo, Candide manda Cacambo' alla ricerca, ed al riscatto, di Cunegonde (ora amante del Governatore di Buenos Aires), e restato solo in Suriname, in attesa di notizie, viene derubato delle ultime due pecore cariche di tesori. Candide capisce finalmente che l'ottimismo instillatogli da Pangloss è un tragico imbroglio, e che se tutto va bene, ciò avviene solo in Eldorado: diviene triste e pessimista, totalmente sfiduciato nella natura umana. Con ancora una discreta fortuna a disposizione, assolda un nuovo comno di viaggio, il manicheo Martin, più di lui infelice e convinto che il mondo sia stato abbandonato da Dio al demonio (disserta infatti più volte sulla cattiveria della natura umana) e parte quindi alla volta di Francia. Arrivato a Parigi, ritrova l'intolleranza religiosa, e scopre la passione per il gioco (Candide è truffato più volte). La partita a sectiune è raccontata quasi come un limbo, un regno di morti sospeso dalla realtà. Imbarcatosi per l'Inghilterra, alla vista di un'esecuzione sulla costa di un Ammiraglio inglese, reo di non aver vinto una battaglia, decide di far volgere la prua su Venezia, Qui, cercando qualcuno felice, ritrova Paquette, la cameriera del castello del Barone, ora prostituta, ed il suo amante Fra Girofleè, un prete poco incline alla vocazione, Candide benefica entrambi di una sostanziosa somma, sperando così di toglierli dagli affanni, incontra anche il signor Pococurante, personaggio ricchissimo, sazio dei piaceri, addirittura apatico a tutto. Partecipa poi ad una singolare cena con ben sei re (veri personaggi storici) deposti ed infelicissimi. Ritrovato il fedele Cacambò e saputo della presenza di Cunegonde a Costantinopoli, parte con Martin e Cacambò per la Turchia. Ritrova quindi Pangloss, il lio del Barone (di cui si disferà prontamente), Paquette, Fra Girofleè, la vecchia serva e Cunegonde divenuta brutta ed acida, ma determinata a sposarlo.
Il racconto si chiude nel terzo giardino, la piccola fattoria in Anatolia dove la comnia si sistema, ma dove rinasce la gerarchia aristocratica del Castello, in cui i servi (la vecchia e Cacambò) lavorano e gli altri stanno in ozio. L'incontro con un buon vecchio che li onora della sua ospitalità e degli onesti frutti del lavoro suo e dei suoi li, fa capire a Candide che la soluzione per ben vivere, tenendo lontani noia, vizio, miseria è il lavoro, l'operare, ognuno secondo i propri talenti ("bisogna coltivare il nostro giardino"), valore che appartiene al mondo borghese, L'illuminismo sarà infatti la base filosofica della classe borghese, una potente concausa della rivoluzione francese e, tuttora, la base filosofica del mondo contemporaneo.
In conclusione il discorso dei migliore dei mondi possibili, del disegno divino provvidenziale contrasta con la reale visione del mondo, che mette in luce i mali presenti nel '700 quali violenze, guerre, fanatismi religiosi, uccisioni, truffe, inquisizione ecc.
L'amore per Cunegonde
la polemica contro la filosofia dell'ottimismo: Voltaire si scaglia contro questa filosofia attraverso il racconto delle sventure del protagonista. L'anabattista, unico personaggio buono, l'eccezione, muore; l'Eldorado è un sogno irrealizzabile, infatti i personaggi se ne vanno, non esiste un sistema sociale, è un'utopia in cui gli uomini sono buoni.
Il romanzo, nella sua accezione di opera narrativa in prosa di ampio respiro, è un testo che racconta il proprio tempo mettendo in luce i temi caratterizzanti (abitudini, costumi, ideologia, politica), indipendentemente dal fatto che racconti storie vere o inventate. Candide, quindi, pur raccontando una storia totalmente inventata, narra la verità del '700, secolo carico di problemi: violenze, ingiustizie, sopraffazioni, lotte in ogni angolo del mondo conosciuto.
Gli Illuministi si apprestano a compiere una grande rivoluzione culturale: capire, analizzare e giudicare la società del '700'alla luce della ragione. Scopriranno, con orrore che esistono una quantità di norme etiche, religiose, sociali, che servono a soffocare i diritti e la ragione, rendendo l'uomo infelice.
La soluzione data in Candide, assodato che il problema metafisico di concetti quali il bene ed il male è irrisolvibile (a dispetto di Pangloss, che vorrebbe continuare a disquisirne) è il lavoro, l'operare, ognuno secondo i propri talenti ("bisogna coltivare il nostro giardino"), lavorare senza occuparsi degli insolubili problemi del mondo. E' una risposta pragmatica borghese, che antepone il valore del denaro frutto del lavoro alla rendita oziosa dei nobili.
Apparentemente vi è quindi un messaggio di rinuncia all'impegno politico (il non interessarsi alle vicende storico - politiche), disinteressarsi alle traversie mondane e pensare a se stessi, difendersi; ma, in realtà, pensare che esista un giardino capace di tenerci lontani dalla vita sociale e dai suoi pericoli è una mera utopia, occorre confrontarsi con la realtà.
Voltaire, invece, non la pensa così: vede la politica e la storia da essa costruita, come un'operazione attuata dall'alto, costruita da Principi illuminati in cui i piccoli, (il popolo) possono influire minimamente Egli ci parla di diritti in senso generale, universalistico, delle grandi libertà dell'uomo (i concetti alla base della rivoluzione francese sono principi illuministici per tutti gli uomini) l'unica funzione, la sola soluzione per l'uomo normale è quella di lavorare per se stessi, nel proprio giardino, il che non rappresenta comunque un ritorno alla felicità primigenea, bensì l'accontentarsi di ciò che si ha.
Gli Illuministi miglioreranno le condizioni di vita degli uomini, ma non risolveranno il problema della felicità (la rivoluzione francese è comunque irrinunciabile per i suoi frutti: i valori assodati, la nostra vita tutta è segnata da essa). La soluzione è quindi completamente laica, deista (riconoscimento di una divinità superiore assimilabile alla natura primigenea che non interviene nel mondo) frutto dell'industriosità borghese (felicità e conoscenza difficilmente coincidono nella vita umana).
Per ciò che concerne il ritmo narrativo consultare il romanzo nell'introduzione di Calvino a . 5 (il ritmo serrato genera l'effetto comico).
Lo stile è composito: romanzo d'amore, avventura (parodia dell'avventura), picaresco (con cui ha in comune l'abbandono della casa, la fame, il vagabondaggio senza pace, il gusto per l'avventura e per l'esperienza, almeno nella prima parte del romanzo, in cui Candide insegue l'ideale di Cunegonde), di apprendistato, evoluzione (in base alle esperienze che formano Candide).
CRITICA
Secondo Starobinski, si evince una scelta precisa da parte di Voltaire nel rifiutare ogni verosimiglianza di qualsiasi genere letterario in quanto la vicenda è assolutamente inverosimile. L'attenzione del lettore deve essere incentrata sui temi (mettersi in discussione, ragionare con la propria testa), non sulle vicende. Tutte le vicende narrate, per quanto possano apparire inverosimili, ritraggono elementi reali e concreti del '700 in cui vive Voltaire (in Germania vi fu la guerra, in Sna si bruciarono gli eretici). Candide è una specie di identità minima data al personaggio per confrontarsi con queste realtà in modo da dimostrare che il migliore dei mondi possibili è solo utopia. L'irrealtà del racconto permette a Candide di spostarsi in maniera rapidissima e fare un numero spropositato di esperienze (almeno per quei tempi).
Il fatto che non esista un personaggio forte in cui identificarsi, è voluto da Voltaire per provocare un estraniamento del lettore per farlo confrontare con le cause, le realtà descritte.
ILLUMINISMO
Movimento culturale (di pensiero). Inizia in Inghilterra tra la fine del '600 e l'inizio del'700, e si sviluppa in Francia intorno alla metà del '700.
Il punto focale di tale movimento è il porre la ragione quale elemento ed attività fondamentale dell'uomo, e quindi la conseguente analisi critica alla luce della ragione di ogni fenomeno naturale e di ogni attività umana in qualsiasi campo.
Kant, filosofo che "diede il via" all'illuminismo, definì l'uso della ragion critica come il mezzo che permette l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità allo stato di maggiorità (l'uomo prende coscienza di se stesso e diviene così "adulto").
La ragione è un elemento proprio di tutti gli uomini, quindi tutti gli uomini di qualunque razza o stato sociale sono uguali ed hanno quindi gli stessi diritti, devono essere liberi (principio di uguaglianza e libertà). Il diritto non nasce quindi dai privilegi dei Re, ma dalla natura, per il solo fatto di nascere uomini e come tale deve essere rispettato, E' un principio rivoluzionario, in totale antitesi con tutta (o quasi) la storia umana precedente, incentrata su regimi più o meno assoluti o democrazie alquanto parziali, che consideravano l'uomo in base alla casta di nascita o, tuttalpiù, in base alle sue ricchezze, e attribuivano al "popolo minore" solo doveri verso le classi superiori (gli eventuali privilegi erano attribuiti dai sovrani o da Dio). Mancava prima, quindi, la concezione del diritto, Ora con l'affermarsi di questo diritto naturale (GIUSNATURALISMO), le leggi dovranno basarsi su di esso, Si critica quindi il principio d'autorità.
Più in specifico:
In campo RELIGIOSO - la religione in quanto intrisa di dogmi, misteri e verità obbligate, è sottoposta ad una forte critica negativa, considerata fonte di superstizione, ignoranza e intolleranza. Di conseguenza gli illuministi sono atei, o DEISTI (identificano Dio con la ragione, un perfetto meccanismo che dà un senso razionale all'universo); tutti gli illuministi sono comunque concordi sulla tolleranza e sulla libera manifestazione di qualsiasi culto religioso.
In campo POLITICO - Sono contestate tutte le forme di potere politico che negano la libertà ai cittadini, o, comunque, le forme di potere ottuso, che non seguono la luce della ragione. Si assume come esempio di migliore Stato la monarchia costituzionale inglese, che divide i tre poteri fondamentali dello Stato (teoria di Montesquieu). Peraltro alcuni illuministi, come Voltaire e Diderot diverranno consiglieri di Sovrani assoluti ma "illuminati" (cioè guidati dalla ragione), che applicando (in parte) il pensiero illuminista, riformeranno in senso moderno i loro Stati, ma solo sui piani economico - amministrativo - giuridico, senza cedere una sola briciola del loro potere regio. Sicuramente l'ideologo illuminista più avanzato fu J.J. Rosseau, che superando il concetto della monarchia, sentenziò che il potere derivava dal popolo, e dal popolo doveva essere esercitato, gettando così le basi delle moderne democrazie. Diffusissima, inoltre, tra gli illuministi, l'idea di COSMOPOLITISMO, ovvero riconosciuto che tutti gli uomini sono uguali, occorreva per essi la stessa forma di governo in tutto il mondo.
In campo SCIENTIFICO - si rivendica l'indipendenza della scienza dalla fede, al fine di non sottostare a dogmi e credenze fuorvianti per il rigore scientifico-sperimentale. La chiesa controriformista aveva cercato, attraverso l'inquisizione, di controllare e censurare quelle scoperte scientifiche che potevano indurre a pensare, o addirittura dimostrare la non veridicità dei suoi principi teologici (vedi il processo a Galilei per la dimostrazione delle teorie Copernicane sull'eliocentrismo), trincerandosi dietro le verità incontrastabili delle Sacre Scritture e dei testi antichi (l'ipse-dixit) soprattutto di Aristotele. Per formulare una legge fisica occorrono diverse prove ed esperimenti (processo sperimentale introdotto nel '600 da Galilei), non la ricerca su polverosi libri antichi.
Appunti su " Dei delitti e delle pene" Rif. . 422
In questo trattato si affrontano, per la prima volta, il problema della punizione e quindi ci si interroga sulla funzione della pena di morte e della tortura. Beccarla dimostra l'inutilità di questi sistemi (a parte casi estremi di difesa dello Stato)
Ognuno dà qualcosa della sua libertà in nome del benessere e della legge della collettività. L'esempio perpetuante instilla nella mente abitudini morali, non un esempio eclatante ma unico. Deleteria e devastante ed incivile è la spettacolarizzazione dell'esecuzione capitale.
La costruzione della legge dovrebbe essere compiuta al livello etico più alto possibile, per avere il risultato più alto possibile, in quanto nella pratica quotidiana il livello è sostanzialmente abbassato (oggi il carcere dovrebbe avere il compito di reinserire il condannato nella società, e se ciò non sempre riesce, non per questo occorre rinunciare a tale obiettivo).
Il movimento illuminista si confronta con tutti gli aspetti della società del '700. Tutto ciò che si basa sui preconcetti, le irrazionalità ed i dogmi della cultura antica va rivisto ed eliminato. Ma i grandi cambiamenti storici sono lunghi da conseguire. L'inizio della spinta modernizzatrice parte già dal razionalismo seicentesco: sensismo ed empirismo fanno emergere le contraddizioni del sistema precedente. L'applicazione della scienza sperimentale al mondo sensibile, genera tali e tante nuove scoperte da contraddire totalmente l'antica architettura culturale. Gli illuministi sono dei teorici: predicano, insegnano. Credono nella cultura dell'uomo in senso universale (concetto umanistico di libertà ed uguaglianza), ma mancano di strumenti politici. Si dotano quindi di strumenti di divulgazione: i libri, l'enciclopedia (opera meritoria e monumentale, che deve occuparsi di tutto lo scibile umano). L'epoca dei lumi deve dunque spazzare il buio precedente. La luce è la ragione, la capacità di confrontarsi con la realtà, con i problemi, con gli altri uomini, con gli aspetti essenziali della società. Bisogna diffondere queste verità, ed a tal scopo, oltre i veicoli letterari, ben si adattano i salotti alto-borghesi o aristocratici, dove le dame del tempo offrono asilo ai filosofi illuministi per disquisire sulle basi della nuova filosofia.. In campo sociale, la filosofia illuminista diverrà ben presto la base di pensiero della nuova classe in ascesa: la borghesia (aderire alla realtà, cambiare le condizioni di base con le proprie forze e le proprie intuizioni).
Ma non solo la borghesia assume connotati di pensiero illuministi, bensì gran parte dello strato più elevato della popolazione (vedi anche aristocrazia) è interessato al fenomeno; lo stesso Voltaire, per esempio, si comporta da aristocratico: pensa ad un intervento riformatore "illuminante" dall'alto, per concessione dei Principi e degli aristocratici, non si vuol mischiare con la "plebe". I filosofi illuministi tentano quindi di dotarsi di strumenti politici di divulgazione diventando i consiglieri dei cosiddetti "Principi Illuminati" che, seguendo i dettami della dottrina illuministica, concedevano paternalisticamente misure in grado di migliorare la vita sociale (almeno quel tanto che bastava per migliorare l'amministrazione e l'efficienza dei loro Stati, non certo per concedere maggiori libertà e diritti ai sudditi). Non si assiste, quindi, ad un cambiamento strutturale della realtà degli Stati. I concetti giuridici di uguaglianza, libertà e fratellanza dovranno essere imposti dalla borghesia e dal popolo tramite la rivoluzione.
La base del pensiero illuminista, nasce, infatti, non in Francia, dove avrà comunque il maggior risalto e la maggior risonanza per l'Europa intera, ma in Inghilterra, dove vi è già stata la rivoluzione politica, e lo Stato si regge su una monarchia costituzionale. E' l'Inghilterra ad avere, infatti, la classe borghese più dinamica e l'aristocrazia più liberale e dedita alle attività lavorative e commerciali (in pratica le due classi si intersecano: i li dei nobili si cimentano negli affari, i borghesi arricchiti investono in terre).
Gli inglesi aprono la strada anche all'innovazione in campo letterario.Altra espressione tipica del mondo illuminista infatti, con natali inglesi, è il romanzo (genere letterario che "fagocita" tutti gli altri generi). La società inglese è caratterizzata da una gerarchizzazione che però non si traduce in sclerotizzazione, come avviene in altri paesi: è dinamica, in movimento. L'intellettuale inglese si fa mediatore tra i diversi ceti. Il romanzo ben si adatta a questo ruolo, portando ad ogni livello sociale le nuove idee e filosofie del tempo utilizzando inoltre la lingua corrente di ogni giorno. E' lo strumento ideale per raccontare l'epopea della borghesia, di come le persone riescono ad affrancarsi dalla povertà, evolvendo socialmente. Il "Robinson Crusoe" di Swift (grande scrittore irlandese), narra l'epopea di un naufrago che riesce a sopravvivere affrontando e vincendo le avversità, mutando prospettive e visioni di vita. E' la borghesia che descrive se stessa, celebra il suo mito, racconta come raggiungere le proprie ambizioni ed il successo contando solo sulle proprie forze; Robinson è l'archetipo del borghese. Altro personaggio fondamentale è "Molly Flanders" ura di prostituta che riesce con capacità personali ed oculatezza, contando solo sulla propria intelligenza, ad evolvere dal suo basso stato sociale, ad uscire quindi dallo stato di "minorità" con l'uso della ragione affrancandosi dall'ignoranza e dalla povertà.
Nello stesso periodo nascono anche i primi quotidiani, su cui si discutono le idee e le questioni del tempo. Primo fra tutti lo Spectator, che si immedesima nel ruolo di spettatore e commentatore di idee ed avvenimenti.
Con Rosseau prende piede l'idea che l'uomo più è vicino alla natura più è felice. La sua infelicità deriva dalla sua condizione storica: la disuguaglianza deriva dalla proprietà privata, dal primo uomo che picchettò un terreno definendolo di sua proprietà. La realizzazione storica dell'uomo porta alla sua infelicità. Il buon selvaggio sarebbe quindi un uomo migliore dell'uomo civilizzato. Questa tesi però non farà grande presa in un epoca positivista in cui si pensava che lo sviluppo tecnico porterà immancabilmente alla felicità umana.
Scrive il romanzo "Emilio o dell'educazione" che mette in luce come la società operi in maniera condizionante nel controllo della mente del bambino e dell'adolescente.
Rosseau anticipa il romanticismo.
Pag. 466
Goldoni "nasce" inizialmente come attore nelle commedie dell'arte poi inizia a scrivere canovacci, quindi passa alla stesura di testi teatrali veri e propri che, a differenza dei canovacci usati nella commedia dell'arte, sono lavori completi (e si iniziano quindi ad usare, partendo proprio da Goldoni), un vero e proprio copione formato da una minuziosa sceneggiatura contenente trame, dialoghi, luoghi, situazioni e personaggi ben definiti. La commedia Goldoniana rivoluziona il teatro ancorato alla vecchia commedia dell'arte: i personaggi vivono il tempo di una commedia, non sono più maschere fisse e stereotipate, personaggi universali buoni per qualsiasi rappresentazione (pur riprendendo, l'autore, i tratti classici della servetta furba ed assennata o del cavaliere nobile, in questa commedia però funzionale al ruolo del misogino), hanno identità precise. Goldoni si muove quindi fuori della logica della commedia dell'arte, rivoluzionando il teatro. La commedia è contemporanea, è suo compito quello di portare la realtà contemporanea sul palcoscenico, confrontarsi quindi con gli aspetti quotidiani della vita, in questo periodo del '700 italiano e veneto per Goldoni in particolare (da ricordare, ad esempio, "La bottega del caffè" o " Le baruffe chioggiotte", commedia che porta sul palcoscenico tutta la vivacità del dialetto veneto). La rappresentazione avviene in un luogo certo ad un tempo certo. A livello strutturale si differenzia dalle rappresentazioni classiche formate di 5 atti, essendo composta da 3 atti. Gli atti sono divisi in scene; all'inizio d'ogni atto e d'ogni scena sono indicati il luogo e la situazione. Certamente chi scrive per un determinato mercato (e Goldoni è stato forse la prima ura di scrittore professionista, ovvero che si guadagna da vivere solo con i suoi testi) deve adeguarsi alle richieste del pubblico e così fu, adeguando i testi ed anche spesso inventando i personaggi in funzioni degli attori a disposizione.
Le Memorie, scritte da Goldoni alla fine del '700 sono un lungo e mirabile testo che hanno la capacità (come pure le Memorie di Casanova), di dare un affresco completo della realtà settecentesca.
La dimensione è quella tipica del 1700: si osserva una crisi profonda della vecchia nobiltà che continua a pensare che nulla sia cambiato ed il mondo debba prostrarsi ai suoi piedi in quanto erede e tenutaria di dignità nobiliari. Questa posizione mal si concilia in un tempo in cui allo statico potere del blasone, cui i patrizi si aggrappano disperatamente per mantenere almeno una parvenza di superiorità sociale, sta subentrando il ben più concreto potere del denaro, nuovo valore prettamente borghese che inizia a condizionare pesantemente tutto il modo di vedere e vivere la società a tal punto da essere, purtroppo, ancor oggi (e chissà per quanto tempo) il cardine su cui si fonda il modello occidentale e, grazie alla vittoria del capitalismo ed alla globalizzazione, il valore imperante, ormai, del mondo intero. Nel mondo occidentale (di cui l'Europa è il cardine e, di conseguenza il centro di TUTTO il mondo sino al 1914 ed alla 1^ guerra mondiale che sposterà il baricentro mondiale) sotto l'impulso dell'illuminismo si avverte prepotentemente la radicale esigenza di cambiamenti in ogni aspetto della società, ed infatti, proprio nel 1700 avverranno le trasformazioni socio/economiche più profonde con le rivoluzioni industriale, americana e francese.
La realtà cambiando così profondamente, influenza le grandi forme d'arte di cui il Teatro (soprattutto in Italia che vede nel '700 un enorme fioritura di Teatri, con punte di rappresentazione massima per il melodramma) è una delle massime espressioni.
Nel testo di Goldoni è il popolano Fabrizio, domestico della locanda di Mirandolina, la locandiera Mirandolina stessa ed altri personaggi popolani ad indicarci la reale considerazione verso il nobile spiantato, borioso, vanesio ma monetariamente inconcludente, piuttosto che verso ricchi borghesi, ben più "degni" di ricevere attenzioni in virtù della loro solvibilità; senza soldi, ormai, non si è più considerati.
La commedia si svolge attorno alla ura di Mirandolina, bella e sagace locandiera di 30 anni circa, nubile (segno di una personalità forte, capace di provvedere a se stessa), ura femminile rivalutata che, se da un lato ricorda la servetta furba ed assennata della commedia dell'arte, dall'altro risela una ura femminile che ben sa reggere il confronto con il mondo e gli uomini del tempo, archetipo, se vogliamo, della donna moderna, libera, intraprendente, ben conscia delle proprie capacità, della propria sessualità, e determinata nelle sue scelte.
NEOCLASSICISMO E PREROMANTICISMO
Gli illuministi tendono a creare un ordine ex novo attraverso l'uso della ragione, quindi un'operazione ideale, ordinatrice. Questa visione va a confluire nel modo di pensare e vedere l'arte tipica del mondo classico, in quanto tipologia d'arte che non appartiene alla mimesi del reale, non cerca di copiare, ma di produrre idee (razionalità, prospettiva. tratteggiature nitide ecc.). Esiste quindi una continuità ben precisa tra illuminismo e la corrente artistica del neoclassicismo. Ma più l'idea è vicina all'idealismo astratto, più si separa dalla realtà e rientra in un ambito in cui trova spazio la soggettività personale dell'artista. Il neoclassicismo è quindi in sintonia con il romanticismo, vi è una forte compenetrazione con l'idea romantica. A livello filosofico, è l'era dell'idealismo, corrente filosofica corrispondente al neoclassicismo ed al romanticismo. Elementi caratteristici della pittura neoclassica composizione formale, strutture simmetriche, divisione dello spazio Nel celeberrimo dipinto di Jaques Louis David "ORAZI CONTRO CURIAZI", oltre a questi elementi tecnici, è presente il recupero del tema mitologico della lotta degli Orazi, attualizzato (per l'epoca) e simbolo della lotta contro l'oppressione, lotta quindi contro il passato, contro l'ancien règime. L'atteggiamento delle donne che si dolgono anticipa il romanticismo esprimendo dolore, sofferenza pur di fronte agli ideali, anche se positivi. Da notare il formalismo neoclassico del panneggio degli abiti.
WINKELMANN
"L'uomo di fronte alla contemplazione della bellezza abbandona le sue miserie e si avvicina alla dimensione divina." Nell'ideale dell'arte classica di Winkelmann, esiste quindi un forte avvicinamento al romanticismo, un'esaltazione della bellezza nelle opere d'arte.
Quest'attenzione per le opere d'arte antiche deriva anche dalle eccezionali scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano (un vero momento storico pietrificato nel tempo), ed in seguito di Troia e Micene, siti dal fascino notevole.
(Pag. 384) - In pittura, scultura e letteratura, vi è un fiorire di richiami ai temi dell'antichità e la riproposizione d'avvenimenti contemporanei sotto le spoglie dell'aspetto classico. Lo stile Impero (derivante dalla ura napoleonica) si alimenta nel gusto del bello ideale del mondo antico. Tipico dell'epoca, soprattutto tra i giovani rampolli dell'alta borghesia è il "Grand Tour", viaggio di conoscenza artistica dell'Italia, considerata la patria del gusto classico.
Applicazione neoclassica in poesia
FOSCOLO
La caratteristica neoclassica nella poesia italiana sta nella riaquisizione delle forme metriche classiche (es. A Zacinto = sonetto), nella ripresa e rivisitazione dei miti della classicità e nella loro rivitalizzazione negli avvenimenti contemporanei e, come nel caso di Foscolo, nella sua stessa vita. Elementi tipici delle odi neoclassiche (Es. . 46 Monti "Ode a Montgolfier"), sono anche l'estremo rigore formale, la metrica assolutamente precisa, la ricerca di un linguaggio assolutamente aulico. Nel carme dei "Sepolcri"(1806), si riscontra la negazione del senso dell'assoluto, del metafisico, distacco e concezione illuministica della morte vista come la fine di tutto, un semplice processo fisico indispensabile alla vita stessa. Nel "Dialogo della natura e di un islandese" di Leopardi, l'islandese cerca di sfuggire dal destino riservatogli dalla natura, e durante la sua fuga approda in Africa dove incontra proprio la sua ignara persecutrice. alla domanda finale del perché l'uomo debba patire tanto a causa della malvagia indifferenza dela natura, la natura stessa è silenziosa, non risponde e l'islandese muore sbranato da un leone senza avere risposta. Come in Foscolo, anche qui si ravvisa il profondo distacco illuminista dalla spiritualità oltre la morte; la morte è vista come un semplice processo fisico indispensabile alla vita stessa. Ancor più avanti nel tempo, agli inizi del '900, nel "Fu Mattia Pascal" di Pirandello, nella 2^ introduzione l'autore afferma attraverso la narrazione di alcuni piccoli episodi che alcuni uomini sono ancora convinti di essere al centro del mondo, ma in realtà sono nulla.
Analisi di "A Zacinto" - sonetto diviso in 4 strofe (2 quartine, 2 terzine); schema delle rime: AB AB AB AB CDE CED. ½ si nota un uso abbastanza spregiudicato degli enjambemebts (sfasatura tra ritmo sintattico e ritmo metrico); il sonetto è composto in endecasillabi, (11 sillabe metriche) e, per spezzare questo ritmo, a fine verso viene inserito l'enjambement (es a fine della prima strofa vi è il predicato verbale il cui soggetto è all'inizio della seconda). Viene quindi differenziata la pausa tra il ritmo del verso ed il ritmo del periodo. Questo stravolgimento dello schema ritmico serve ad indicare la passione che sconvolge il poeta, sottolinea il forte aspetto lirico, l'ispirazione, indirizza la sensibilità verso un preciso cammino; tutto ciò, comunque, è supportato da un'ottima conoscenza tecnica del linguaggio.
Nel sonetto vengono citati i miti greci dell'Odissea rivisitati nell'ottica degli avvenimenti del tempo, riguardanti soprattutto il poeta: le sue avventure, l'esilio In Foscolo troviamo, quindi, anche temi prettamente romantici derivanti da una nuova sensibilità per cui l'amore per la patria, la sofferenza il dolore nobilitano l'uomo. I valori dell'amore per la patria, la libertà e l'uguaglianza sono direttamente "esportati" dalla rivoluzione francese, tramite le camne napoleoniche. L'esercito francese, strumento di altissimo ritorno economico, è l'apparato in cui, paradossalmente, più forte vive l'ideologia libertaria della rivoluzione, ideologia che, inevitabilmente, "contagia" i paesi da esso conquistati. Foscolo stesso vedrà Napoleone come un liberatore, scriverà un'"Ode a Bonaparte" e militerà nell'esercito francese come ufficiale, sino a quando si renderà conto della vera natura dell'Empereur.
Nel romanzo epistolare "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" si ravvisa fortemente la specularità autobiografica tra il poeta ed il personaggio principale Jacopo pur con l'evidente differenza della catarsi finale: nel Foscolo il suicidio è virtuale, una sorta di gesto titanico di resistenza e di rifiuto politico; il personaggio di Jacopo, al contrario, vista l'impossibilità di realizzare l'ideale del suo amore, compie un gesto di assoluta ed estrema forma di libertà e rifiuto. Temi del romanzo: l'amore per Teresa che permette a Jacopo di fargli percepire la realtà in modo diverso, portarlo quindi in una nuova categoria di conoscenza; la politica (il romanzo da un quadro disperato e senza alternative della situazione italiana nel 1800; la morte, presenza incombente e costante; la struttura borghese della società, ormai sviluppata e dominante, che esalta i valori della famiglia mononucleare e dell'autoaffermazione come elementi portanti della società.
T. GRAY "Elegia scritta in un cimitero campestre"
In questa composizione si evidenzia il gusto preromantico per elementi quali il morire del giorno (richiamo tra tramonto e morte), le tenebre, la meditazione sulla morte e l'amore/odio per essa, presenza irrazionale incombente ed ineludibile della vita umana, la profonda malinconia. Gray mette in risalto piccoli particolari atti a cogliere sensazioni, anche nella semplice vita quotidiana; esalta la vita rurale, semplice vista in un'ottica epica (Epica = storie e racconti di'eroi, cavalieri, ideali di un tempo e di un mondo espressi tramite la mitologia, i racconti avventurosi e fantastici)
J. MACPHERSON "L'Ossianismo"
Testo del '773, costituisce un testo basilare per i preromantici ed i romantici, un vero richiamo al passato barbaro (e quindi in piena antitesi con la visione neoclassicista): il primitivo è il nuovo, il diverso, lo strano. Ossian. l'originale inventore di questi poemi, riveduti e corretti da Mcpherson, è considerato l'Omero del nord.
TITANISMO
(Volume C . 631) - Movimento preromantico che esalta le individualità della persona, la capacità di elevarsi soli contro le forme d'autorità tiranne, pur senza speranze di vittoria, la lotta del titano (ribelle) contro la soverchiante violenza dell'autorità, e la dignità finale nella sconfitta inevitabile.
ROMANTICISMO
Definizione di romanticismo = sensibilità particolarmente acuta, per cui non si sta mai bene in nessuna situazione. E' un disagio costruttivo, una tensione perpetua, l'irrequietudine, il bisogno di avere problemi irrisolti, una sensibilità così acuita da non permettere pace. I romantici non riescono a mettere in sintonia idee e realtà. Il romanticismo è il periodo dell'idealismo.
Il romanticismo (individuato all'incirca nel periodo 1815 - 1848) segue all'illuminismo ed individua nel sentimento un'altra categoria di conoscenza, un altro modo per conoscere la realtà. Il romanticismo non nega, peraltro lo strumento razionale; lo accetta, ma ritiene che esiste anche una profonda realtà legata alla sfera dell'irrazionale. Dal punto di vista storico, occorrerebbe individuare il periodo romantico come posteriore alla rivoluzione francese. In realtà questo movimento letterario ha i suoi prodromi nel pre - romanticismo (già citato) e si conclude verso la metà dell'800 (gia nell'840 circa, Compte scrive le sue opere in stile positivista, tornando cosi alle radici dell'illuminismo), senza peraltro una chiusura certa e netta: in Italia, per esempio, il romanticismo continua ad essere di supporto allo lotta risorgimentale mentre, in altre parti più stabili d'Europa, persa la primitiva carica e freschezza, il romanticismo sopravvive come post - romanticismo, mera esaltazione del sentimentalismo). L'amore è sempre tragico, il cielo sempre burrascoso, ecc. Nel romanticismo la tensione tentava di mettere in sintonia l'idea con il reale, nel post - romanticismo si perde l'idea di realtà, si punta all'esasperazione delle cose normali.
Il romanticismo anticipa i temi del decadentismo e dello psicologismo. Nell'uomo vi sono delle realtà che modificano il rapporto con l'esterno. Il romanticismo è espressione del mondo borghese, ma gli artisti romantici rifiutano l'appiattimento del mondo borghese e la sua mediocrità massificante (tema ripreso poi dal decadentismo), esaltando la capacità di distinguersi; il romanticismo esalta le differenze sino alla valorizzazione delle individualità, o meglio della sensibilità individuale. Si inizia ad avvertire, precorrendo uno dei temi principali del decadentismo, l'incapacità di cambiare la società (come si proponevano gli illuministi e si proporranno poi i positivisti), di correlarsi con la realtà; inizia a risultare evidente una profonda dicotomia tra il reale e le aspirazioni ideali e la sofferenza che nasce da questa lacerazione.
All'interno del romanticismo possono coesistere pensieri dai più rivoluzionari, ai più reazionari. A seconda delle zone e dei problemi ivi esistenti, i romantici si caricano dei problemi sociali, oppure si mettono in condizione di isolamento e superiorità nei confronti degli altri.
Romanticismo tedesco - SCHLEGEL - La melanconia romantica e l'ansia d'assoluto -
Condizione d imperfezione: l'uomo vive sulla terra in uno stato a lui destinato a causa del peccato originale. Si erge il lamento dell'uomo nei confronti del distacco irrimediabile da una totalità originaria, dell'opposizione tra umano e divino, traunsente ed eterno.La poesia moderna, romantica, è quindi caratterizzata dalla nostalgia della pienezza perduta dall'uomo con il suo distacco dal creatore, da una tensione verso l'assoluto e la totalità.
NOVALIS
Novalis individua il poeta come ura mistica, quasi un sacerdote. Il poeta scava dentro di se, cerca qualcosa di misterioso ed inconoscibile. Il poeta è un veggente, un profeta, quando scrive è come in estasi, opera come spinto da una forza che lo trascende in modo incomprensibile persino a lui stesso.
Novalis precorre così il simbolismo di fine '800 muovendosi nell'identica direzione. La realtà effettiva è considerata ben diversa da quella tangibile, appartiene al mondo dell'irrazionale: il poeta diviene un sacerdote che entra in un mondo inaccessibile ai più. Baudelaire nelle "Corrispondenze" pone la poesia in questi termini, aprendo la strada al simbolismo ed al decadentismo optando per questa visione mistica della realtà: il poeta sacerdote iniziato ai riti della poesia si accinge a, compiere un percorso misterioso attraverso un universo di suoni, echi colori, profumi (utilizzo massiccio delle sinestesie) di difficile interpretazione; realtà e mistero si fondono, si confondono vicendevolmente. Baudelaire è l'anello di congiunzione vero e proprio tra romanticismo e decadentismo; tutti i poeti simbolisti a lui si rifanno, sono suoi seguaci. Nel 1916 Ungaretti riprende il tema, dando vita all'ermetismo, estrema risoluzione di poesia difficile di simboli scarni di ardua interpretazione. Ne "Il porto sepolto" illustra come il poeta si "immerga" nel porto sepolto della poesia, ne raccolga versi di "ineffabili segreti" per poi disperderli. Si individua quindi un lungo percorso che affonda le sue radici nel romanticismo sino ad arrivare all'ermetismo.
Il romanticismo nella pittura
Nella pittura di foggia romantica, si evince il passaggio dalla compiutezza e compostezza dell'impostazione neoclassica (accurato studo delle geometrie, perfetta capacità di dominare lo spazio pittorico, precisione assoluta nelle forme) a caratteristiche molto più sfumate, sofferte, imperfette. Il corpo umano assume ben altre torsioni rispetto ai marziali Orazi di Jaques Louis David, rivelando intrinsechi tormenti, precari equilibri in un centro di gravità che sembra sprofondare in se stesso; lo spazio diviene massa scura, la natura diviene elemento devastante, distruttivo che travolge l'uomo (a tal proposito si tengano presente le opere di Leopardi "La ginestra e il fiore del deserto", Dialogo di un islandese e della natura")
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