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cL'ORDINAMENTO GIURIDICO E NORME GIURIDICHE - La capacità di agire - LE SITUAZIONI GIURIDICHE - LE TUTELE

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L'ORDINAMENTO GIURIDICO E NORME GIURIDICHE

L'ordinamento giuridico è un insieme di regole e istituzioni che servono alla società per regolarsi e alla collettività di convivere e auto realizzarsi, cioè tutto ciò che richiede un sistema organizzato.

Quando parliamo di ordinamento giuridico originario invece parliamo di un ordinamento che non è sottoposto a controlli da parte di altri ordinamenti.

  • La norma morale non è regola di diritto, ma è seguita da chi la riconosce senza averne obbligo.
  • La norma giuridica è una regola che impone all'individuo un certo comportamento

Generalità: vale per tutti gli appartenenti all'ordinamento giuridico;



Astrattezza: riguarda una fattispecie generica, in altre parole situazioni non concrete individuate genericamente, ma seguendo comunque i principi d'uguaglianza dell'art. 3 Cost. e d'imparzialità che caratterizza la norma attraverso al corte costituzionale.

Da qui si introduce il concetto di Equità, cioè la giustizia del caso singolo, il penalizza il singolo per la collettività, quindi l'equità è seguire e decidere in modo appropriato i casi eccezionali.

Da qui deriva il termine di precetto che è il contenuto della norma, cioè il comportamento che vieta i obbliga di tenere. Mentre il precetto legislativo è una norma primaria, Le norme di condotta sono secondarie in quanto sono le conseguenze della violazione, cioè norme sanzionatorie.  

L'insieme delle norme compone il diritto positivo, che si distingue dal diritto naturale che è sopra ordinato in quanto norme filosofiche, morali, cioè che riconoscono il diritto dell'uomo e che devono ispirare il legislatore nella propria attività.

IL DIRITTO PRIVATO

Regola i rapporti tra i singoli individui e tra società private perché i rapporti sono affidati al Codice Civile e non ad enti pubblici. Le norme del diritto privato sono:

Derogabili: perché le parti possono prescindere dalla norma, cioè mettersi d'accordo e disciplinare la situazione senza utilizzare la norma, perché la legge prevede anche altri modi per disciplinare certe situazioni;

Inderogabili: le parti devono applicare per forza la norma non potendo prescindere dal legislatore;

Suppletive: le parti disciplinano tra loro un contratto tralasciando alcune cose che la legge deve definire. Quindi la norma supplisce le lacune delle parti.

Inoltre le norme giuridiche sono prodotte da atti e fatti Materiali che producono norme generali e astratte, prescindono dalla fattispecie concreta; e atti e fatti formali che sono quelli che producono realmente il diritto.

Il codice civile è un insieme di norme promulgato nel 1942 ed è diviso in 6 libri: diritto della famiglia, rapporti successori, della proprietà, obbligazione, lavoro, tutela.

È preceduto dalle disposizioni di legge: le preleggi al cui Art.1 c.c. disciplina la gerarchia delle fonti delle norme: sono fonti del diritto le leggi i regolamenti e gli usi, ma con la costituzione del 1948 si introduce come principio fondamentale la stessa che diviene fonte primaria.

Le leggi sono emanate dal parlamento e promulgate dal PdR su Gazzetta Ufficiale con un vacatio legis di 15 giorni dopo il quale la legge si presume conosciuta e entra in vigore; accanto alla legge ci sono i regolamenti che entrano subito in vigore, e le direttive comunitarie devono essere discusse dal parlamento. I regolamenti sono fonti secondarie perché disciplina solo materie specifiche, non sono quindi generali.

Gli usi sono comportamenti di un soggetto nella convinzione che debba per legge avere:

  • Normativo: è fonte del diritto
  • Contrattuale: non è fonte di diritto, vale solo all'interno di una particolare comunità;
  • Secundum legem: in pratica secondo la legge
  • Praiter legem: gli usi hanno efficacia solo quando la legge non disciplina una certa materia.

Secondo l'art.15 preleggi l'abrogazione di una legge può essere:

  • Espressa: il legislatore esprime l'abrogazione;
  • Tacita: incompatibilità con la legge precedente, l'abrogazione immediata e tacita.

Secondo l'art. 11 preleggi la legge vale solo per l'avvenire e non ha effetto retroattivo. Secondo la disciplina transitoria della legge il legislatore decide il tempo minimo per applicare una nuova legge, cioè se applicare nei processi in corso o solo nei processi futuri.

La norma è dotata per natura di esecutività, quindi tutti dobbiamo applicarla; ma per l'applicazione secondo art.12 preleggi abbiamo l'interpretazione :

Dichiarativa

Correttiva: espressione letterale della norma

Analogia che colma le lacune della legge che non può coprire tutti i casi della realtà (analogia legis), cioè applicare un caso concreto ad un caso simile; oppure se questo non può accadere ci si rivolge ai principi fondamentali (analogia iuris). Nei casi penali l'analogia non c'è.


LA PERSONA FISICA

L'art. 1 del codice enuncia il principio perciò la capacità giuridica si acquista con la nascita come i diritti inviolabili e secondo l'art. 22 della cost. nessuno può essere privato per motivi politici della capacità giuridica, cioè l'attitudine ad essere un titolare di diritti e obblighi, ovvero di rapporti giuridici.

La situazione dello straniero è particolare, è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di reciprocità ma non gode dei diritti politici in senso stretto (elettorato attivo e passivo). Posizione del nascituro:

nell'ambito patrimoniale si risolve nella capacità di succedere per successione legittima o testamento (462) di ricevere una donazione. Per testamento può ricevere anche il non concepito, purché lio di una persona vivente nel tempo della morte del testatore. In caso di mancata nascita però queste attribuzioni si considerano come mai avvenute.

Nell'ambito non patrimoniale si discute molto se ci siano diritti personali del nascituro concepito: inoltre l'interruzione di gravidanza implica la protezione della vita del nascituro, in caso di conflitto tra la vita del feto e della madre si discute del diritto del risarcimento del danno per lesione all'integrità fisica subita durante la gravidanza. La possibilità di intervenire con trattamenti medici pone poi problemi di disciplina del consenso al trattamento medico e della responsabilità del professionista. Nel caso dell'embrione in vitro In Italia la legge vieta in modo assoluto la sperimentazione salvo per finalità di diagnosi e terapia a vantaggio dell'embrione stesso.

Per quanto riguarda la fine della vita umana la legge identifica la morte con la cessione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo (morte cerebrale).

Particolari regole si hanno invece in caso di ssa della persona:

Nella prima fase il tribunale nomina un curatore che amministri i beni dello sso art.48

Dopo due anni si può chiedere la dichiarazione di assenza, che consente l'apertura del testamento; ma l'immesso ha il potere di amministrare i beni affidati, usandoli e godendone i frutti, e di rappresentare in giudizio l'assente, che ne rimane comunque il titolare (possesso temporaneo). La dichiarazione di assenza non scioglie il matrimonio e non permette le seconde nozze. Dopo 10 anni si può chiedere la dichiarazione di morte presunta.

DOMICILIO

Art. 43 luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi; il domicilio legale è oggi quello dell'incapace di agire. Il minore ha il domicilio nel luogo di residenza della famiglia: se è sottoposto a tutela, ha il domicilio del tutore.

DIMORA

luogo in cui la persona si trova ad abitare.

RESIDENZA

luogo in cui la persona ha la dimora abituale. È possibile avere più di una residenza di fatto. La residenza è un fatto giuridico, oggetto di pubblicità nei registi anagrafici;

La capacità di agire

Art. 2 : si acquista con la maggiore età, è la capacità di compiere tutti gli atti per i quali sia stabilita un'età diversa; è quindi l'attitudine a compiere atti giuridici.

Una persona può essere totalmente privata della capacità dia gire per effetto di un provvedimento del giudice: si tratta della sentenza di interdizione che presuppone infermità di mente di gravità tale da rendere la persona incapace di provvedere ai propri interessi (interdizione giudiziale); può invece trovarsi privata della capacità di agire per gli atti patrimoniali tra vivi per effetto di una condanna penale che la pone automaticamente in stato di interdizione legale. In entrambi i casi la persona incapace è sostituita attraverso la rappresentanza legale attribuita al tutore.

Una situazione di limitata capacità di agire invece deriva dalla sentenza di inabilitazione fondata su un'infermità di mente meno grave: l'inabilitato può partecipare all'attività giuridica,ma per determinati atti deve essere assistito da un curatore.


La posizione del minore

Definita dall'art. 316 : il lio, sino all'età maggiore, è soggetto alla potestà dei genitori che comprende:

La cura della persona del lio, cioè il diritto- dovere di mantenere, istruire e educare i li tenendo conto delle loro capacità, dell'inclinazione naturale, delle aspirazioni;

Un potere- dovere di amministrazione dei beni di cui i li minori sono titolari;

Un potere di rappresentanza legale per il quale i genitori sostituiscono il lio nel compimento di tutti gli atti civili;

Usufrutto legale sui beni del lio, che consente ai genitori di percepirne i frutti che però sono destinati al mantenimento della famiglia e all'istruzione ed educazione dei li.

I genitori che amministrano male possono essere privati di tali poteri senza perdere la potestà, la quale si perde, cioè per effetto del tribunale dei minori in caso di violazione di doveri o di abuso di poteri del genitore che rechi grave pregiudizio al lio art. 330.

Se entrambi i genitori muoiono o decadono dalla potestà, il minore è soggetto a tutela, poteri del tutore simili a quelli del genitori. È però soggetto a un controllo più intenso da parte del giudice tutelare e del tribunale, la cui autorizzazione è necessaria per gli atti di disposizione dell'Art 375: alienare beni, costituire pegni o ipoteche, procedere a divisioni, transazioni o concordati.

Se il minore entra in un rapporto di lavoro acquista la capacità di esercitare i diritti e le azioni che dipendono dal contratto di lavoro, la funzione dei genitori alla conclusione del contratto è di sola assistenza.

Inoltre il minore può contrarre matrimonio con l'autorizzazione del tribunale dei minori a 16 anni; alla stessa età può riconoscere un proprio lio naturale e può dare il consenso a essere riconosciuto da genitore naturale. Il minorenne che si sposa acquista lo stato di emancipazione; è quindi capace di compiere tutti gli atti di ordinaria amministrazione e per gli altri non è sostituito ma assistito da un curatore, il cui assenso è necessario per la validità dell'atto. In più se l'emancipato è autorizzato all'esercizio di un impresa commerciale diventa pienamente capace di agire.

La donna minore nella disciplina dell'interruzione di gravidanza deve richiederla personalmente con l'assenso di chi esercita la patria potestà.


LE SITUAZIONI GIURIDICHE

Il rapporto giuridico è la relazione tra due soggetti riconosciuta dall'ordinamento giuridico, ciascuno dei quali si trova in una situazione giuridica soggettiva, cioè il diritto di pretendere, di agire per il proprio interesse. La situazione attiva è quella in cui ritrova la parte avvantaggiata, il cui interesse è protetto dal rapporto, mentre la situazione passiva è quella in cui si trova la parte svantaggiata il cui interesse è sacrificato.

Funzione primaria della norma giuridica è imporre ai destinatari un certo comportamento, cioè la categoria del dovere, la norma ci dice che una certa condotta è dovuta per soddisfare la prescrizione;di conseguenza la situazione soggettiva della persona che deve tenere un certo comportamento si chiama obbligo; o obbligo di non fare cioè il divieto. Spesso però le norme svolgono una funzione diversa, cioè stabilire quali comportamenti si possono tenere "il sogg può fare" che si traduce in:

  • Facoltà di usare/godere, situazione del soggetto che può lecitamente compiere un atto;
  • potere, situazione del soggetto che può efficacemente compiere un atto che ha conseguenze giuridiche, cioè produce l'effetto cui il suo atto è diretto.

Diverse dall'obbligo sono invece:

  • soggezione, situazione di un sogg che senza essere obbligato a un comportamento, subisce le conseguenze dell'esercizio di un potere altrui (es: li soggetti alla potestà dei genitori);
  • onere, quando la norma non impone un comportamento ma si limita a stabilire che un certo risultato può essere ottenuto solo da chi terrà un certo comportamento.

La categoria dei diritti soggettivi è varia : la prima distinzione è quella tra i diritti assoluti, che si possono far valere verso chiunque:

  1. Sul modello della proprietà si considerano assoluti i diritti reali che comprendono i diritti sulle cose altrui, come l'usufrutto, l'uso, l'abitazione, la servitù .
  2. Poi ci sono i diritti che proteggono la persona, come il diritto alla vita, al nome, all'integrità fisica, all'immagine, e tutti i diritti alla personalità;
  3. Diritti di credito, il cui aspetto essenziale è la pretesa ad una prestazione che si può valutare dal punto di vista economico;

e i diritti relativi che sono quelli che si fanno valere solo nei confronti di determinati soggetti: come i diritti non patrimoniali, e i diritti alla personalità quando si fanno valere all'interno di un rapporto tra particolari soggetti, come tra marito e moglie, genitori e li..

Quando parliamo di diritto potestativo invece ci riferiamo al potere di agire per cambiare la situazione giuridica di un contratto preesistente.


L'obbligazione : il termine è usato per indicare il rapporto tra creditore e debitore, di cui si parla quando un soggetto è tenuto ad una prestazione, cioè a un comportamento diretto a soddisfare l'interesse di un altro soggetto, e questa prestazione deve essere suscettibile di valutazione economica.


La titolarità: la relazione d'appartenenza di un diritto o un obbligo ad un soggetto; Titolo è la fonte dell'acquisto, in pratica la fattispecie che ha per conseguenza l'acquisto del diritto od obbligo.

Acquisto a titolo originario: il diritto si costituisce senza dipendere dalla posizione di un precedente titolare; in certi casi non c'è nemmeno. Questo è detto anche il caso dell'usucapione, in cui la proprietà di una cosa si acquista per effetto di un effettivo possesso esercitato per lungo periodo di tempo.

Acquisto a titolo derivato: il diritto dell'acquirente ha fonte nel diritto del precedente titolare e perciò la sua esistenza e i suoi limiti dipendono dall'esistenza e dai limiti di questo. Nessuno può trasmettere ad un'altra persona più di quello che ha e se viene meno il diritto dell'alienante, viene meno anche il titolo dell'acquirente.


La successione: succedere significa subentrare ad un precedente titolare. E' quindi ogni sostituzione di un soggetto ad un altro come titolare di un diritto o di un obbligo, indicando la continuità del rapporto giuridico attraverso il mutare dei titolari. La successione può essere a titolo universale o a titolo particolare : la prima si verifica a causa di morte, con la successione all'erede dell'universalità di diritti e obblighi che spettavano al defunto; la seconda invece riguarda le successioni tra vivi e più rapporti giuridici determinati.


L'estinzione: un diritto o obbligo può cessare di esistere per rinunzia del titolare, purché sia un diritto disponibile, quindi è il diritto a rinunciare in nome di un altro soggetto. Ma esistono i diritti indisponibili come quelli legati alla famiglia dove non si può rinunciare al diritto di essere padre o madre.


I FATTI E ATTI GIURIDICI

L'espressione "fatto giuridico" indica in generale ogni fatto al quale una norma giuridica collega un qualsiasi effetto. Dunque si può parlare di atto giuridico per ogni comportamento, lecito o illecito, che la legge prende in considerazione in quanto imputabile ad una persona come sua propria azione: siamo di fronte a un atto lecito quando una norma attribuisce rilevanza giuridica ad una condotta lecita; mentre un atto illecito si ha quando un comportamento viene in considerazione perché è contrario a una norma ed ha come conseguenza la sanzione. La valutazione d'illiceità si fonda sul raffronto tra i connotati della fattispecie astratta e quelli del caso concreto, cioè se un comportamento si può considerare lesivo agli interessi protetti dalla norma.

per la struttura: atti unilaterali

Dichiarazione proveniente da una sola parte


atti plurilaterali

Dichiarazioni provenienti da più parti


Atto unipersonale

Testamento, che può essere fatto da una sola persona, è infatti vietato il testamento congiunto;

Atto collegiale

Manifestazione di volontà che si forma attraverso la dichiarazione di più soggetti riuniti in collegio, cioè un organo composto di più individui: come un'assemblea.

Per l'oggetto : Atti patrimoniali

Diretti a regolare esplicitamente gli interessi economici, atto patrimoniale per eccellenza è il contratto;

atti non patrimoniali

regolano gli interessi di natura personale come il matrimonio o il riconoscimento di un lio naturale;

Per la funzione: atti tra vivi

regolano i rapporti tra i viventi;

atti a causa di morte

regolano la successione nei diritti e negli obblighi dopo la morte del titolare



illecito penale


comportamenti che la legge considera lesivi di un bene la cui tutela è di interesse generale.

illecito amministrativo

comportamenti che violano le norme poste a tutela di quegli interessi di ordine generale la cui soddisfazione è affidata alla pubblica amministrazione

illecito civile

comportamento che Lede direttamente un interesse particolare protetto da una norma giuridica; Provoca perciò un pregiudizio per il soggetto leso. L'illecito civile è fonte di responsabilità, e cioè l'obbligo di risarcire il danno cagionato

illecito contrattuale

è l'inadempimento dell'obbligazione: la condotta del debitore che non adempie la prestazione del creditore, viola la norma che lo obbliga ad adempiere e lede l'interesse del creditore.

Illecito extracontrattuale

Qualunque fatto doloso o colposo che cagioni ad altri un danno ingiusto; dispone l'obbligo del risarcimento a carico di chi ha commesso il fatto.



EFFICACIA E VALIDITà DEGLI ATTI GIURIDICI

I diversi tipi d'atti sono previsti dalla legge come fattispecie astratte, quindi di fronte ad un atto concreto si pone il problema della corrispondenza, cioè verificare se sussistano tutti gli elementi e requisiti che producono gli effetti previsti dalla legge. l'art. 2043 requisiti per l'illecito :

  • Colpevolezza, commesso con dolo
  • Imputabilità, sogg capace di intendere e volere
  • Casualità, causato in modo diretto
  • Antigiuridicità, danno ingiusto

Anche negli atti di autonomia ci devono essere diversi requisiti e se questi esistono allora l'atto è valido, cioè idoneo a produrre gli effetti giuridici:

  • Accordo tra le parti capaci d'agire
  • Oggetto possibile e lecito e determinato
  • Causa lecita
  • Forma prescritta dalla legge

Un atto comunque può essere valido ma inefficace : ciò avviene se chi ha compiuto l'atto non aveva il potere di disporre dei beni o interessi a cui l'atto si riferiva. Altrimenti l'atto è invalido:

la nullità deriva dalla mancanza di un requisito essenziale ;

l'annullabilità deriva invece da un vizio di uno dei requisiti;


La legittimazione è il potere di compiere un atto giuridico con riguardo a un determinato rapporto; infatti un atto è efficace solo se compiuto da un soggetto legittimato a compierlo.

Una fonte particolare di legittimazione è la rappresentanza, cioè il potere, conferito ad un soggetto detto rappresentante, di compiere atti giuridici che producano i loro effetti nei confronti di un altro soggetto, detto rappresentato. Secondo l'art. 1387 il potere di rappresentanza può essere conferito :

dalla legge con la rappresentanza legale; dall'interessato con la rappresentanza volontaria, che può essere anche conferita ad un'altra persona con l'atto della procura, che è unilaterale e diretto a terzi: l'accordo tra i due da origine a un contratto che regolerà i rapporti tra le parti.

La rappresentanza può essere inoltre:

  • diretta che si ha quando un soggetto ha potere di agire in nome o per conto di un altro, compiendo un atto giuridico assumendo il ruolo di chi agisce, ma in vece di un altro soggetto. Agire per conto altrui invece significa compiere un atto nell'interesse di un altro soggetto.
  • indiretta che si ha quando un soggetto agisce per conto di altri ma in nome proprio; l'atto compiuto ha effetti immediati nella sfera di chi lo stipula e non in capo all'interessato.

FATTO ILLECITO, art. 2043 Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che l'ha commesso a risarcire il danno;

art. 2046 Imputabilità del fatto dannoso: non risponde delle conseguenze del fatto dannoso chi aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui l'ha commesso, a meno che lo stato d'incapacità derivi da sua colpa. In caso di danno cagionato da persona incapace, il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.

Mentre se il fatto è imputabile a più persone, sono tutte obbligate in solido al risarcimento.

Cause di giustificazione art. 2044/45

  • Legittima difesa. Non è imputabile chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o di altri;
  • Stato di necessità: quando chi ha compiuto il danno vi è stato costretto per la necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui  causato, né era evitabile, al danneggiato è dovuto un'indennità.

Art. 2048 Responsabilità dei genitori, tutori, precettori o maestri d'arte: il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei li minori non emancipati o delle persone soggette a tutela, che abitano con essi. Sono liberate dalla responsabilità le persone che provano di non aver potuto impedire il fatto.

Art. 2049 responsabilità dei padroni e committenti: i padroni e i committenti sono responsabili per i danni recati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti.

Art. 2051/52 danno cagionato da cosa in custodia e animali: ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia salvo provi il caso fortuito; il proprietario di un animale è responsabile dei danno cagionati dall'animale.

Art. 2054 circolazione di veicoli: il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o cose dalla circolazione del veicolo, se non per prova di aver fatto tutto il possibile per evitarlo. Nel caso di scontro tra veicoli si presume fino a prova contraria, che ciascuno abbia concorso egualmente a produrre il danno. Il proprietario del veicolo è responsabile in solido se non prova che la circolazione è avvenuta contro la sua volontà.


RESPONSABILITà CONTRATTUALE

EXTRA CONTRATTUALE

il credito non deve provare nulla, sarà il debitore che deve giustificare i fatti se non a

il danneggiato deve provare tutto

risarcimento del danno limitato solo al danno previsto dal contratto

non c'è previsione e quindi ci si basa sull'art. 2056

soggetto a prescrizione di ogni contratto

prescrizione di 5 anni

IL DANNO è un pregiudizio da cui deriva una sofferenza fisica, morale quindi

  • Patrimoniale: perdita di guadagno, ma non vuol dire che è risarcito con il denaro; secondo l'art.2059 il danno patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge.
  • Non patrimoniale: sofferenza fisica o psichica, perdita di un parente; può essere risarcita anche in denaro; il danno può essere esistenziale, cioè impedisce al soggetto di vivere bene nella società, oppure un danno ambientale.

Il risarcimento può avvenire:

Per equivalente: attribuito alla vittima la somma di denaro equivalente al danno subito;

In forma specifica (2058): reintegrazione della     situazione precedente al danno.


I BENI art. 810 "Sono beni le cose che possono formare oggetto di diritti"

  1. Il bene è una cosa verificabile e quantificabile.
  2. può formare oggetto di diritti, perché sono cose comuni e devono avere valore economico.
  3. ci sono cose che non sono oggetti di diritti, ma che possono diventarlo, e sono beni, ma non appropriati, sono cose di nessuno, a cui fanno parte anche le cose abbandonate, ma non fa parte la cosa perduta. Tutte le cose di nessuno si

dicono : in patrimonio.

RELAZIONI TRA COSE Categorie:

  • COSE GENERICHE: sono quelle di cui non interessa alle parti l'identità, ma solo l'appartenenza a un genere e che sono perciò determinate solo per quantità, numero e misura;
  • COSE SPECIFICHE: sono quelle che vengono in considerazione per la loro particolare identità.

Nel rapporto tra debitore e creditore di una cosa generica c'è un momento in cui la cosa dovuta viene individuata all'interno del genere, l'individuazione trasforma l'oggetto del rapporto; non si tratta più di cosa generica, ma specifica. Il DENARO è considerato cosa generica.


  • COSE FUNGIBILI: cioè sostituibili; il bene fungibili per eccellenza è il denaro, ma anche tutte le cose prodotte in serie. Sono fungibili tutte le cose generiche.
  • COSE INFUNGIBILI, cioè non sostituibili, esistono in un solo esemplare o hanno caratteristiche che le rendono infungibili. La cosa specifica non è sempre infungibile.
  • COSE CONSUMABILI: la cui normale utilizzazione implica l'estinzione;
  • COSE INCONSUMABILI: il cui utilizzo non implica alterazioni o solo il deterioramento.

    1. Art. 817 rapporto di pertinenza: È un rapporto nel quale si individua una cosa principale ed un'altra, chiamata pertinenza, che è destinata in modo durevole al servizio o all'ornamento della prima. Questo rapporto avviene tra i beni mobili, tra un bene mobile e uno immobile e tra un bene immobile e un altro immobile. La conseguenza più importante di questo rapporto è che gli atti e i rapporti che hanno per oggetto la cosa principale comprendono anche la pertinenza se non è diversamente disposto.
    2. Cose composte: eliminando la pertinenza la cosa principale non perde la sua integrità, mentre l'integrità della cosa composta esige la compresenza di tutti gli elementi essenziali.

Le cose sacre, il sepolcro e i ricordi familiari, che hanno per l'uomo un valore che va al di là dell'utilità pratica ed economica, sono sottratte alle regole comuni che riguardano l'appropriazione dei beni.

Uno statuto più particolare è poi riservato al corpo, che fa parte del regno degli oggetti di diritto ma non è sempre oggetto disponibile. Tradizionalmente si dice che il soggetto è proprietario delle parti staccate del proprio corpo. Nei trapianti tra vivi si fa dono di un tessuto o un organo di cui si dispone ma non è commerciabile.

Il cadavere è una cosa di cui non si può disporre se non nei modi stabiliti dalla legge e per fini pubblici e si prolunga il potere di disporre sul proprio corpo attraverso la dichiarazione di volontà relativo al prelevamento di organi o tessuti.

Le cose incorporali, sono beni che non sono cose,ma utilità economiche che formano oggetti di diritti:

come l'opera dell'ingegno che è oggetto del diritto d'autore o l'invenzione che è oggetto del diritto di brevetto. Parliamo quindi di proprietà intellettuale e si tratta di diritti dal contenuto originale.

L'art. 812 definisce beni immobili : il suolo, le sorgenti, i corsi d'acqua, alberi, edifici, costruzioni cioè tutto ciò che è naturalmente o artificialmente incorporato al suolo; quindi I beni mobili sono tutti gli altri beni di cui fanno parte anche i beni mobili registrati.

Le universalità di mobili sono pluralità di cose che appartengono a una stessa persona e hanno una distinzione unitaria. Tra le universalità c'è anche l'azienda che l'art. 2555 definisce come il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa. Anche l'eredità è definita come universalità di diritto in quanto l'unità dei suoi elementi non dipende da una funzione materiale o economica ma solo da un'esigenza giuridica, cioè considerare il patrimonio come un insieme.

I beni pubblici: l'art. 42 della costituzione dice: la proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono a stato, enti o privati. Carattere comune a tutti i beni pubblici sono di essere proprietà dello stato o altri enti pubblici e di essere destinati all'utilità pubblica o a un servizio pubblico.

  • BENI DEMANIALI: appartengono allo stato o alle province e comuni; sono demaniali i beni elencati dall'art. 822 : demanio naturale (mare, spiaggia, porti, fiumi, laghi), demanio artificiale (strade, autostrade, aeroporti, biblioteche);sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti privati se non nei modi stabiliti dalla legge;
  • BENI DEL PATRIMONIO INDISPONIBILE dello stato come le foreste, miniere, cave, cose di interesse storico, archeologico, caserme, navi da guerra.

I frutti possono essere naturali o civili. I frutti naturali sono quelli che provengono dalla cosa direttamente, vi concorra o no l'opera dell'uomo; hanno anche lo stato particolare di essere parte della cosa per un determinato periodo di tempo.

Mentre i frutti civili non sono altro che il corrispettivo che si ricava da una cosa in cambio del godimento che si cede ad altri. Quindi i frutti civili si acquistano giorno per giorno, in ragione alla durata del diritto.


LE TUTELE

La tutela dei diritti riguarda il libro sesto del codice civile; Il sistema della pubblicità dei fatti e atti giuridici tende ad assicurare la conoscibilità legale di diversi tipi di atto, ma con conseguenze giuridiche diverse con tre tipi di mezzi:


  • Strumenti di mera pubblicità notizia: la legge predispone lo strumento per assicurare la conoscibilità legale di determinati fatti, per esigenze di carattere pubblico e senza connettervi un particolare effetto riguardo all'efficacia del fatto o dell'atto reso pubblico.
  • Pubblicità dichiarativa: in mancanza della pubblicità l'atto non può essere fatto valere verso terzi.
  • Pubblicità costitutiva: l'atto non produce effetti se non quando è stato reso pubblico.

La trascrizione è lo strumento di pubblicità predisposto per gli atti relativi all'acquisto della proprietà o di diritti reali su beni immobili e su alcune categorie di beni mobili; consiste nel riportare il contenuto essenziale dell'atto in appositi registri rendendolo legalmente riconoscibile. Infatti la trascrizione si basa sul principio con sensualistico, cioè della regola per cui la proprietà e gli altri diritti si trasferiscono per effetto del solo consenso legittimamente manifestato tra le parti, art. 1376.

Quindi la trascrizione non ha efficacia costitutiva, essa non trasferisce la proprietà, ma ne risolve solo i conflitti. Il suo effetto giuridico è l'opponibilità degli atti trascritti ai terzi che vantino i diritti sullo stesso bene in base ad un atto non trascritto o trascritto in data posteriore. Quindi chi non trascrive rischia l'inopponibilità o inefficacia relativa, cioè l'atto resta efficace tra le parti.

Trascrivere è un onere per la parte interessata ma un obbligo per il pubblico ufficiale che redige l'atto (notaio).

Secondo l'art. 2657 la trascrizione non si può eseguire se non in forza di sentenza, di atto pubblico, o di scrittura privata autenticata o accertata.

Gli atti soggetti a trascrizione sono elencati nell'art. 2643. si tratta dei contratti, degli atti unilaterali, e dei provvedimenti giudiziali a cui si trasferisce la proprietà dei beni immobili, si trasferiscono, si costruiscono, si estinguono diritti reali limitati, si costituiscono rapporti di locazione ultranovennale, Oppure si conferiscono immobili in società o associazione. A norma dell'art. 2645 si aggiungono le decisioni, l'accettazione di eredità o legato, il contratto preliminare.


LE PROVE: i rapporti regolati dal diritto privato riguardano a interessi particolari e indisponibili: è solo l'interessato a poter decidere se e quanto occuparsi di curare i proprio interesse. Questo nel giudizio civile si traduce nel principio dispositivo, per il quale spetta alle parti interessate di promuovere la difesa dei propri diritti. Infatti nel processo civile non è il giudice che deve cercare e prove dei fatti ma è compito di ciascuna parte dimostrare l'esistenza dei fatti che fondano le sue ragioni.

Quando sono invece in gioco gli interessi della collettività si guarda al principio inquisitorio: il giudice deve cercare la verità e il compito delle parti può essere quello di suggerire o offrire la prova dei fatti rilevanti.

Secondo l'art. 2697 sull'onere della prova, dispone che chi vuol far valere un diritto in giudizio, ha l'onere di provare i fatti che ne costituiscono il fondamento, mentre chi si oppone deve provare i fatti su cui l'eccezione si fonda.

Si parla anche di inversione dell'onere della prova quando il danneggiato dovrebbe provare tutti i fatti che suono a fondamento del suo diritto al risarcimento e quindi l'investimento, il danno, il dolo . e invece basta che provi e ed è l'investitore a dover provare che non sussiste. (2043)


I mezzi di prova: Prove legali

il giudice non può valutarle liberamente, ma deve giudicare assumendo per verificati i fatti, che da quelle prove documentali risultano accaduti:

- 2699 L'atto pubblico è il documento redatto da un notaio o altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuire all'atto pubblica fede. Il 2700 spiga che questo atto fa piena prova fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti.

- La scrittura privata è un semplice documento scritto, sottoscritto dalle parti. L'essenziale è che sia firmato dalla persona a cui si attribuisce la dichiarazione. Secondo il 2702 la scrittura privata fa piena prova fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, se colui contro il quale la scrittura p prodotta ne riconosce la sottoscrizione, ovvero se questa è legalmente considerata come riconosciuta. 

- La prova legale della provenienza delle dichiarazioni si ha nella scrittura privata autenticata, art 2703, che consiste nel documento redatto dalle parti e sottoscritto davanti a un pubblico ufficiale il quale attesta che la firma è stata apposta in sua presenza e dunque è autentica.

Le prove semplici

- La testimonianza consiste nella dichiarazione resa al giudice durante l'interrogatorio del testimone sui fatti di cui egli abbia avuto diretta conoscenza. Il problema di questa prova è l'ammissibilità, a causa delle testimonianza interessate.

- L'art. 2730 definisce la confessione come la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte.  La confessione resa in giudizio è prova legale dei fatti dichiarati, se verte su fatti relativi a diritti disponibili. Stessa efficacia ha la confessione stragiudiziale.

- il giuramento è prova legale, se la parte giura non è più ammessa prova contraria, la sentenza deve dare ragione a chi ha giurato e non può essere revocata neanche se poi fosse provata la falsità del giuramento.

Le presunzioni

La presunzione semplice è un modo di valutare i risultati delle prove: un modo in cui si può formare il libero convincimento del giudice; la si considera anche tra i mezzi di prova, nel senso che la certezza pratica sull'accadimento dei fatti può ricavarsi solo tramite argomentazioni. Il giudice utilizza comunque il criterio della prudenza infatti non deve ammettere che presunzioni su circostanze gravi, precise e concordanti.

Sull'onere della prova incide la presunzione legale che si ha quando è la legge stessa a prevedere che un fatto si debba considerare per accaduto senza necessità di darne la prova. Se la presunzione legale non ammette prova in contrario è una presunzione assoluto oppure si parla di presunzione relativa che si risolve in un'inversione dell'onere della prova.


LA PRESCRIZIONE

Ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge. È quindi un modo di estinzione dei diritti fondato sulla inerzia del titolare: chi non esercita il diritto, lo perde. L'art. 2934 esclude la prescrizione per i diritti indisponibili, il diritto di proprietà e i diritti elencati dalla legge.

  • Decorrenza: La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere;
  • Sospensione: art. 2941/42
  • Interruzione: quando cessa l'inerzia del titolare, la prescrizione si interrompe;
  • Durata: il termine ordinario di prescrizione dei diritti è 10 anni.

LA PROPRIETà

art. 832 la proprietà può essere pubblica o privata, è un bene, riconosciuto e garantito dalla legge:

  • Imprescrittibile: non si può perdere per l'inutilizzo,
  • Perpetuo;

"il proprietario ha il diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico. "

Se il proprietario è un incapace legale nessuno ha facoltà di libero godimento ne potere di libera disposizione; chi agisce per il minore ha poteri vincolati nel conservare il bene e assicurare un uso conveniente all'interesse del minore o dell'incapace; la vendita o altri atti di disposizione sono condizionati alla necessità o utilità evidente per il minore.

Se la proprietà è in capo a un gruppo oppure a persone giuridiche: ogni facoltà o potere è limitata o alterata man mano che si fa più forte allo scopo che il gruppo o l'ente debbono perseguire. La libertà di uso, godimento, alienazione manca la dove il bene fa parte di un patrimonio destinato a uno scopo.

LA PROPRIETà PRIVATA

Il contenuto della proprietà si concentra in due aspetti che spettano al proprietario senza limiti, senza nuocere ad altri.

  • Godere: cioè trarre utilità dalla cosa; sia con l'uso diretto sia ricavandone i frutti naturali o civili, cioè il corrispettivo che un altro soggetto a per poter godere del bene;
  • Disporre: Decidere e attuare operazioni materiali sulla cosa in senso ampio significa destinarla a un certo uso, o trasformarla, in senso stretto disporre del diritto di proprietà significa vendere, donare, costituire diritti sulla cosa, cioè determinare la sorte giuridica della stessa.

Il bene immobile è un bene la cui utilizzazione può incidere sugli interessi individuali di altri proprietari e sugli interessi della collettività; per questo nel codice l'art. 845 spiega che la proprietà fondiaria è soggetta a regole particolari per il conseguimento di scopi di pubblico interesse.

La proprietà del suolo art 840 : può formare oggetto di diritto ciò che presenta una utilità per il titolare, dunque la proprietà si estende al sottosuolo e allo spazio sovrastante, ma il diritto di escludere attività altrui cessa quando la profondità o l'altezza è tale che manca l'interesse ad escludere.

Il proprietario non può inoltre sfruttare miniere, cave, torbiere che fanno parte del patrimonio indisponibile dello stato e regioni, non può appropriarsi dei reperti archeologici e non può opporsi all'esecuzione di opere idrauliche di pubblico interesse. L'art. 841 prevede che il proprietario possa chiudere il fondo per impedire a chiunque l'accesso.

Il rapporto di vicinato è fonte di vari limiti della proprietà privata che hanno tre caratteristiche comuni:

  • Automaticità: i limiti nascono dall'esistenza della situazione prevista dalla legge;
  • Reciprocità: quel che vale per l'uno vale anche per l'altro;
  • Gratuità: non essendoci squilibrio di vantaggi, non c'è compenso.

Un limite generale è il divieto di immissioni (844), ma si usa il criterio della tollerabilità: il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni che non superino la normale tollerabilità, che si adatta alla condizione dei luoghi. I rimedi sono l'ordine di cessare l'abuso o di provvedere alle necessarie misure per ridurre le immissioni.

La seconda fonte di limiti di vicinato è data dalle norme sulle distanze minime che devono essere mantenute tra le costruzioni (873)con il proprietario che per primo costruisce a poter determinare l'arretramento del vicino rispetto al confine e la violazione può dare al proprietario leso il diritto alla riduzione in pristino o al risarcimento del danno.


Acquisto della proprietà (922)

  • a titolo derivativo sono i più frequenti e importanti, si tratta del contratto e della successione a causa di morte; qui esiste una relazione di dipendenza tra il dante causa ( alienante) e l'avente causa (acquirente), cioè l'acquirente acquista il diritto come era in capo all'alienante, ma se il titolo dell'alienante cade, viene meno anche il diritto dell'acquirente.
  • a titolo originario sono:

l'occupazione: modo di acquisto che riguarda le cose mobili che non sono proprietà di alcuno, cioè le cose abbandonate, si acquistano prendendone possesso.

Invenzione: riguarda le cose mobili smarrite, chi le trova  ha il dovere di restituirle al proprietario o consegnarle al sindaco; dal ritrovamento può derivare o l'acquisto della proprietà dopo un ano, o il diritto ad un premio se il proprietario si presenta a reclamare la cosa.

Accessione: quando un bene viene in rapporto con un altro, che lo attrae come per forza di gravità, così che il tutto diventa proprietà del titolare del bene principale. L'accessione si verifica tra cosa mobile e cosa immobile.

Una forma simile all'accessione si attua per unione o commistione tra cose mobili, cioè per mescolanza di cose che non possono essere separate senza deterioramento.

Altra forma di accessione è la specificazione: una persona adopera una materia che non le apparteneva a formare la cosa nuova, se il valore del materiale supera di molto quello della manodopera, allora la cosa spetta al proprietario del materiale, che deve are la manodopera.


I DIRITTI SU COSA ALTRUI sono detti diritti reali limitati, sussistono solo su cose di cui il titolare non è proprietario e il diritto reale limitato si estingue quando le due posizioni si riuniscono in una stessa persona, cioè l'estinzione per confusione.

I diritti di godimento:

Diritto di superficie: Possibilità di costruire su terreno altrui chiedendo il diritto di superficie conservando però la proprietà della costruzione;

Diritto di enfiteusi: diritto di godere di un bene immobile traendone i frutti; però il bene è proprietà di terzi. Alla fine del periodo l'enfiteuta ha il diritto di affrancazione, cioè di diventare proprietario del bene.

Diritto di usufrutto: l'usufruttuario ha il diritto di godere della cosa e può trarne ogni utilità che questa può dare. Egli deve comunque rispettare la destinazione economica della cosa, non può cioè ne attraverso atti materiali ne giuridici, alterare le caratteristiche del bene che delimitano gli impieghi economici, può invece introdurre miglioramenti. L'usufrutto nasce per volontà privata o per usucapione, ma la sua caratteristica è la durata limitata: essa non può eccedere la vita dell'usufruttuario e il diritto cessa comunque alla scadenza del titolo o alla morte del primo titolare se c'è un'alienazione. L'usufrutto a favore della persona giuridica non può durare più di 30 anni, ma viene meno se la persona giuridica si estingue prima. I casi di estinzione sono la prescrizione per non uso ventennale; la riunione di usufrutto e proprietà nella stessa persona; totale perimento della cosa.

L'uso attribuisce al titolare non solo il diritto di servirsi della cosa, ma anche di goderne i frutti, limitatamente ai bisogni suoi e della famiglia.

Abitazione attribuisce la facoltà d'uso di un immobile al solo scopo di abitarvi, il diritto è incedibile, e il titolare può far godere dell'abitazione solo i membri della sua famiglia.

La servitù prediali consiste nel peso imposto sopra un fondo per l'utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario. La servitù determina un obbligo a carico del proprietario di un fondo e una reciproca pretesa a favore del proprietario di un fondo vicino. L'obbligo non può essere di fare qualcosa, ma obbligo di non fare o obbligo di lasciar fare. Le opere necessarie all'esercizio devono essere costituite nel tempo e modo in cui rechino minore incomodo al proprietario del fondo servente; inoltre le spese sono carico del proprietario del fondo dominante.


IL POSSESSO Concetto distinto da quello di proprietà: non implica l'appartenenza giuridica di una cosa al possessore, ma solo il fatto che una persona si trovi ad averne la disponibilità, infatti art. 1140 : il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta nell'esercizio della proprietà o di altro diritto reale. Si può possedere direttamente o per mezzo di un'altra persona, che ha la detenzione di una cosa.

­La detenzione è quindi il potere di fatto sulla cosa di chi la tiene o la utilizza riconoscendo un diritto altrui.

Possesso pieno : si ha il diritto sulla cosa , il proprietario e possessore sono la stessa persona;

Possesso mediato: quando non c'e immediata relazione di fatto di una cosa.

Il possesso si acquista:

a titolo originario: non deriva dal trasferimento da parte di un altro proprietario;

a titolo derivativo: col trasferimento, cioè la consegna della cosa tra le parti. Può realizzarsi anche senza la consegna quando:

L'acquirente è già detentore e diviene possessore (traditio brevi manu)

Chi cede il possesso conserva la detenzione della cosa (costituto possessorio)

Se una persona possiede non può mutare il suo possesso a titolo di proprietà se non compie atti di opposizione contro il potere del proprietario: questo mutamento si chiama interversione del possesso (1164).

Secondo l'art 1147 è possessore in buona fede colui che possiede ignorando di ledere l'altrui diritto.

Gli effetti del possesso

Dall'art. 1148 al 1152 si regolano i diritti e obblighi del possessore della restituzione della cosa; si tratta del diritti ad appropriarsi dei frutti, che spetta al possessore di buona fede, a cui si attribuisce il diritto di ritenzione, cioè la facoltà di non restituire la cosa rivendicata finché non sa stata ata l'indennità o prestate le idonee garanzie.


L'art. 1153 attribuisce al possesso una funzione essenziale nell'ambito della circolazione dei beni mobili non registrati: quella di assicurare la certezza delle situazioni giuridiche e la velocità delle contrattazioni. La norma prevede che la persona a cui è alienato il bene non registrato ne acquisti la proprietà anche se l'alienante non era proprietario della cosa, ma a due condizioni:

Che l'acquisto del possesso sia in buona fede;

Sulla base di un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà.


Ai fini dell'usucapione il possesso può essere di buona o cattiva fede, l'importante è che non sia acquistato clandestinamente e che sia pacifico e pubblico. Il termine dell'usucapione è di 20 anni per gli immobili, le universalità di mobili, e per i beni mobili. Il termine si riduce a 10 anni nel caso di beni immobili se c'è buona fede, un titolo idoneo a trasferire la proprietà e la trascrizione dell'atto. Si riduce a tre anni l'usucapione dei beni mobili registrati.


AZIONI A DIFESA DELLA PROPRIETà E DEL POSSESSO: AZIONI PETITORIE

  • Azione di rivendicazione 948, si chiede la consegna o restituzione della cosa di cui il proprietario ha perduto il possesso; l'azione si rivolge a chiunque tiene presso di se la cosa. Naturalmente chi agisce in rivendicazione deve provare di essere proprietario della cosa, la prova non è raggiunta fino a quando non sia accertato un acquisto a titolo originario. Se il proprietario ha interesse solo alla restituzione della cosa può ricorrere ad azioni cui non è richiesta la prova della proprietà.
  • Azione negatoria 949, è diretta a far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando il proprietario ha motivo di temerne pregiudizio; il proprietario può chiedere che il giudice ordini la cessazione delle molestie e turbative e condanni l'altra parte al risarcimento del danno.

AZIONI POSSESSORIE tutelano il possesso e la detenzione:

  • Azione di reintegrazione qualunque possessore è protetto contro lo spoglio, cioè la privazione violenta o clandestina del possesso; egli può chiedere al giudice antro un anno dallo spoglio, di essere reintegrato nella sua posizione.
  • Azione di manutenzione il possesso è protetto contro le molestie e contro la privazione del possesso non violenta o clandestina.

AZIONI DI NUNCIAZIONE azioni che spettano sia al proprietario che al possessore

  • Denunzia di nuova opera 1171, quando si ha ragione di credere che da una nuova opera intrapresa nel fondo altrui, possa derivare un danno alla propria cosa;
  • Denunzia di danno temuto 1172, pericolo di danno grave e prossimo, ma derivante da uno stato di cose già esistente cioè da un edificio, albero o altra cosa siti nel fondo altrui.





L'OBBLIGAZIONE art. 2740 qualsiasi relazione economico- giuridica che preveda obblighi tra le parti.

Indica il rapporto tra un debitore e un creditore: il primo obbligato verso il secondo ad una prestazione suscettibile di valutazione economica.

L' obbligazione naturale si ha quando il debitore adempie per un dovere morale o sociale(debiti di gioco, dove il creditore non ha niente di giuridico per obbligare a are).

L'art.1173 indica le fonti delle obbligazioni che sono il contratto, il fatto illecito e ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità all'ord. Giuridico. Al contratto e all'illecito riconosce il ruolo di titolo di rapporti obbligatori, mentre per altri fatti o atti si fa rinvio ad altre norme dalle quali risulti l'idoneità a fungere da fonte di obbligazione.

Il rapporto di obbligazione oltre che tra creditore e debitore può essere tra più soggetti:

  • Obbligazione parziale: quando ho un debito verso più persone che chiedono ognuno la propria quota;secondo l'art. 1299 con il regresso del debitore, se uno non può are gli altri debitori devono are anche la sua quota.
  • Obbligazione solidale: quando posso pretendere il amento senza considerare altri debitori;in questa obbligazione ci sono tanti rapporti giuridici. Può essere anche indivisibile quando il bene è indivisibile. (1292- nozione di solidarietà).
  • Obbligazione di valuta: ha per oggetto una determinata somma di denaro;
  • Obbligazione di vale: ha per oggetto una cosa che si trasformerà in denaro.

art. 1241 quando due persone sono obbligate reciprocamente l'una verso l'altra, dove i debiti si estinguono per compensazione per le qualità corrispondenti: se tizio deve a Caio due milioni e Caio deve a tizio un milione, è inutile tenere vita due crediti: tizio rimane debitore per un solo milione e il debito di Caio si estingue. I debiti devono essere omogenei e liquidi, cioè dello stesso genere e determinati nel preciso ammontare. Il denaro è un bene fruttifero : i suoi frutti sono gli interessi.

  • Interessi corrispettivi: fungono da corrispettivo per il godimento della somma da parte di chi ne dispone ma è obbligato a arla o restituirla; producono interessi corrispettivi tutti i debiti di denaro liquidi ed esigibili. L'obbligazione di interessi si presenta come obbligazione accessoria rispetto a quella di are una somma di denaro;
  • Interessi moratori: fungono da riparazione del danno derivante al creditore derivante dal fatto di non aver potuto disporre della somma per ritardo del amento (mora).

Quando più debitori sono obbligati a una medesima prestazione che sia divisibile si possono avere due situazioni:

1292, solidarietà nel debito: quando ciascun debitore può essere costretto all'adempimento per la totalità;

1314, obbligazione parziaria: ciascuno dei debitori è tenuto a are solo la sua parte.


Secondo l'art.1174 l'atto che compio con l'obbligazione è detto PRESTAZIONE e deve essere suscettibile di valutazione economica e deve corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore.

L'obbligazione di dare è dove il debitore consegna una cosa specifica, la prestazione non è la cosa, ma dare la cosa;

l'obbligazione di fare invece è quando il debitore deve svolgere un'attività che soddisfa l'interesse del creditore;

quanto alle obbligazioni di non fare, richiedono al debitore una omissione, cioè astenersi dall'attività: è un divieto.

Secondo l'art. 1175 la norma fondamentale del rapporto tra creditore e debitore è quella che impone a entrambe le parti un dovere di correttezza , cioè utilizzare una media diligenza nell'adempiere l'obbligazione e di agire in buona fede.

Gli interessi in base alla fonte possono essere legali, cioè stabiliti dalla legge, oppure convenzionali, cioè stabiliti tra le parti. In base alla funzione invece ci sono i corrispettivi,compensativi e moratori.


L'adempimento art. 1176

Nell'adempiere il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia, cioè usare il buon senso; mentre il difetto di diligenza costituisce colpa del debitore.

In base alla diligenza e al risultato distinguiamo due tipi di obbligazioni:

di diligenza o di mezzi: nelle quali il debitore è tenuto a una condotta diligente e con essa adempie;

di risultato: nelle quali il debitore è tenuto a produrre un certo risultato concreto, senza il quale non si ha adempimento.

Per quanto riguarda il luogo dell'adempimento l'art. 1182 dispone che prima di tutto si guardi all'accordo tra le parti, poi agli usi, poi alla natura della prestazione, poi ad altre circostanze dell'adempimento. Infine si fa ricorso alle regole suppletive:

consegna di cosa determinata: va fatta nel luogo in cui era la cosa quando è sorta l'obbligazione;

amento di somma di denaro: va fatto al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza;

altre prestazioni: vanno eseguite al domicilio del debitore.

I debiti che devono essere ati al domicilio del creditore si dicono portabili, quelli che vanno ati al domicilio del debitore si dicono chiedibili.

Quanto al tempo dell'adempimento l'art. 1183 usa gli stessi riferimenti ( usi,natura,accordo, circostanze) ma se la convenzione non stabilisce un termine, la prestazione va compiuta immediatamente; se però gli usi, la natura, il modo o il luogo dell'adempimento richiedono un termine, questo è stabilito per legge. Ma in caso di decadenza del beneficio del termine, se il debitore risulta insolvente anche se è stato stabilito un termine, il creditore può richiedere immediatamente la prestazione.

Quando il debitore decide di liberarsi dell'obbligazione eseguendo una prestazione diversa da quella dovuta, con valore uguale o maggiore, parliamo di prestazione in luogo dell'adempimento; il debito si estingue quando la diversa prestazione è eseguita, non quando il creditore accetta la sostituzione.

Il debitore che a ha diritto alla quietanza cioè una dichiarazione de creditore che attesta l'avvenuto amento.

ESTINZIONE DELL'ADEMPIMENTO

La cessazione dell'obbligo e la liberazione del debitore possono essere provocate da diversi fatti:

  • modi satisfattori: l'interesse del creditore è comunque soddisfatto
  • modi non satisfattori, manca la soddisfazione ma si verifica egualmente l'effetto estintivi.

L'inadempimento: La prestazione non è eseguita o non lo è puntualmente. La diligenza anche se massima, non è sufficiente a liberare il debitore, se non si è realizzato l'adempimento; e se invece è mancato per impossibilità o per negligenza basta far rispondere ancora il debitore. L'impossibilità deve essere oggettiva, cioè non dipendere dalla situazione del debitore, e deve essere assoluta cioè tale da escludere anche la minima possibilità di eseguire la prestazione.

Questo si rafforza anche con la causa non imputabile: il debitore deve provare l'esistenza di una casualità a lui esterna, un caso fortuito o con la forza maggiore.

La prima conseguenza dell'inadempimento è stabilita dall'art. 1218: il debitore è tenuto a risarcire il danno, a cui risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri responsabilità patrimoniale.

L'art. 2910 prevede esecuzione forzata cioè l'espropriazione dei beni che posti in vendita procureranno i mezzi per soddisfare l'interesse economico del creditore;oppure l'esecuzione in forma specifica: la consegna o il rilascio di una cosa determinata.

Il DANNO non è solo una perdita, secondo l'art. 1223, ma anche il mancato guadagno. Il danno risarcibile è delimitato da tre criteri:

  1. il danno deve essere conseguenza immediata e diretta dell'inadempimento
  2. dev'essere prevedibile al tempo in cui è sorta l'obbligazione
  3. non deve essere collegato ad un fatto colposo del creditore.

La mora del debitore: art. 1219 significa ritardo, la norma dice che il debitore, che manca di adempiere nel tempo dovuto, deve essere costituito in mora mediante intimazione o richiesta di adempiere per iscritto dal creditore, il debitore è tenuto a risarcire i danni provocati dal ritardo nell'adempimento e sopporta il rischio dell'impossibilità sopravvenuta anche per causa a lui non imputabile. La mora non è necessaria quando:

  1. il debito deriva da fatto illecito;
  2. il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler adempiere;
  3. quando è scaduto il termine.

La mora del creditore: un debitore potrebbe non essere pronto ad adempiere ma non poter eseguire la prestazione perché il creditore non collabora, quindi si tutela con la mora del creditore.

Gli effetti della mora del orditore sono:

  1. è a suo carico l'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al debitore;
  2. non sono più dovuti gli interessi ne i frutti non percepiti dal debitore;
  3. il creditore è tenuto a risarcire il danno derivato dalla sua mora e a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.

LA SUCCESSIONE DEL CREDITO

Surrogazione: sostituzione di un terzo nei diritti del creditore:

  1. per volontà del creditore, art. 1201 precisa che deve essere fatta in modo espresso e contemporaneo al amento;
  2. per volontà del debitore;
  3. surrogazione legale.

Cessione del credito: contratto con cui si trasferisce il diritto dal creditore a un cessionario, anche senza il consenso del debitore. L'art. 1260 prevede che le parti possono escludere la cedibilità del credito di comune accordo, ma il patto non è opponibile al cessionario se non si prova che egli ne era a conoscenza. La cessione è esclusa quando il credito è strettamente personale o è vietato dalla legge.

Se la cessione è a titolo oneroso il cedente risponde verso il cessionario dell'esistenza del credito, non della solvenza del debitore, salvo che en abbia assunto la garanzia.

Il trasferimento del credito avviene per effetto del solo consenso, secondo il principio generale consensualistico che vale per i contratti traslativi di diritti.


LA RESPONSABILITà DEL DEBITORE

L'art. 2740 principio della responsabilità illimitata: il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.

L'art. 2741 principio della pari condizione dei creditori: ciascuno ha un eguale diritto di soddisfarsi sui beni del debitore, salvo le cause legittime di prelazione, cioè di preferenza di un creditore a un altro. Il patrimonio può essere:

  • separato: è l'eredità accettata con beneficio di inventario. L'accettazione semplice dell'eredità determina la confusione dei patrimoni in un unico patrimonio con un solo attivo e passivo.
  • Autonomo: es. patrimonio della società rispetto a quello del socio.

Quando un creditore ha la possibilità di soddisfarsi a preferenza degli altri si parla di cause di prelazione che sono : i privilegi, il pegno e le ipoteche.


PRIVILEGI --- L'art. 2745 definisce il fondamento del privilegio, cioè la ragione per cui la legge protegge certi creditori: il privilegio è accordato in considerazione della causa del credito. Si distingue il privilegio:

  • Generale, riguarda solo i beni mobili, ,a no è un diritto sulle cose del debitore, ma solo la pretesa a una particolare protezione del credito;
  • Speciale, funzione come un diritto reale limitato e si esercita su alcuno beni mobili e tutti i beni immobili.

PEGNO----È un diritto di garanzia su cose mobili, universalità di mobili, crediti, su diritti aventi oggetto beni mobili, che si costituisce tramite un contratto di pegno : si tratta si un contratto reale, la cui perfezione richiede la consegna della cosa o del documento che ne conferisce la disponibilità.

IPOTECA --- Può avere oggetto beni immobili, usufrutto di beni immobili, superficie, enfiteusi; È limitata nel tempo e serve come garanzia, cioè far vendere l'immobile per soddisfare i creditori; il diritto a iscrivere ipoteca nasce da:

  • 2817- Ipoteca legale: atti che a norma di legge danno senz'altro diritto alla costituzione dell'ipoteca;
  • 2818- Ipoteca giudiziale si ha per ogni sentenza di condanna al amento di una somma o all'adempimento di altra obbligazione o al risarcimento dei danno;
  • 2821 -Ipoteca volontaria.

LA FIDEJUSSIONE È il principale strumento della garanzia personale dove un soggetto garantisce l'adempimento de un'obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore e rispondendone con tutti i suoi beni presenti e futuri. Parti del contratto sono il fideiussore e il creditore, e può essere assunta anche se il debitore principale non ne ha conoscenza. L'art. 1937 stabilisce che la fideiussione deve risultare da una dichiarazione scritta.

L'effetto della fideiussione è di rendere il fideiussore e il debitore obbligati in solido verso il creditore garantito. Le parti però possono pattuire il beneficio di escussione: il garante non è tenuto a are prima che il creditore abbia escusso il debitore principale, cioè deve agire prima per conto di lui per ottenere soddisfazione; il fideiussore però ha l'onere di indicare i beni del debitore da sottoporre a esecuzione.

Il debitore che ha ato è surrogato nei diritti del creditore verso il debitore principale; subentra cioè non solo nel credito ma anche nelle garanzie. Ha poi una sua azione di regresso che comprende il capitale, gli interessi e le spese sostenute.


LE AZIONI DEL CREDITORE A DIFESA DEL CREDITO

  • Surrogatoria, art 2900: il creditore può esercitare i diritti e le azioni che spettano verso terzi al proprio debitore e che questi trascura di esercitare; quindi il creditore si sostituisce al debitore a favore di tutti i suoi creditori. Lo scopo dell'azione è quello di evitare un pregiudizio per la garanzia del creditore derivante dall'inerzia del debitore.
  • Revocatoria,art. 2901 : attribuisce al creditore il potere di chiedere che siano dichiarati inefficaci nei suoi confronti gli atti di disposizione del patrimonio con i quali il debitore rechi pregiudizio alle sue regioni. L'effetto di questa azione giova solo al creditore che la esercita.
  • Sequestro conservativo, art. 2905: nasce dall'esigenza del creditore d far valere il suo credito verso il debitore chiedendo al tribunale che i beni del debitore siano sequestrati come garanzia. Servono però due condizioni: cioè elementi che facciano rendere fondata la richiesta e accertato pericolo.

IL CONTRATTO IN GENERALE

art. 1321 :" il contratto è l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.

Secondo l'autonomia contrattuale le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti posti dalla legge, possono concludere anche contratti che non appartengono a discipline particolari, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela. I contratti tipici sono quelli regolati dalla legge, mentre quelli atipici non hanno disciplina legale (factoring, leasing).

art. 1325 i requisiti del contratto sono:

Accordo delle parti

Il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. L'accettazione deve giungere al proponente nel termine da lui stabilito o in quello necessario secondo la natura dell'affare o secondo gli usi. Proposta e accettazione si concordano nella fase delle trattative, la cui regola base è compierle in buona fede (1337). Chi agisce in mala fede deve risarcire la parte danneggiata di tutte le spese avvenute per la discussione del contratto (responsabilità precontrattuale).

art. 1335 la proposta, l'accettazione e ogni altra dichiarazione si reputano conosciute nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia.

La proposta è irrevocabile dove il proponente blocca la proposta per un determinato periodo di tempo in attesa dell'accettazione della controparte; la morte non toglie l'efficacia del contratto fino alla scadenza.

Secondo l'art. 1331 si ha l'opzione quando le parti convengono che una di esse rimanga vincolata alla propria dichiarazione e l'altra abbia facoltà di accettarla o meno, la dichiarazione della prima si considera proposta irrevocabile.

1336 Offerta al pubblico: quando contiene gli estremi essenziali del contratto la cui conclusione è diretta, vale come proposta, salvo che risulti diversamente dalle circostanze o dagli usi. (proposta di acquisto del negoziante). Mentre la promessa al pubblico è il soggetto che si impegna ad eseguire una prestazione.

Forma

La forma è libera, tranne per i limiti e termini di legge; devono farsi per atto pubblico, scrittura privata o sotto pena nullità :

  • I contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili, i contratti di locazione;
  • I contratti che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto;
  • I contratti che costituiscono la comunione di diritti, contratti di società o associazione;gli atti di divisione, le transazioni.
  • I contratti che costituiscono o modificano le servitù prediali
  • Gli atti di rinuncia ai diritti elencati.  

Contratto preliminare a un successivo definitivo, ha effetti obbligatori per le parti perché contiene gli elementi essenziali del contratto definitivo, ma non trasferisce il bene. Tutti i tipi d contratto tranne la donazione possono avere il preliminare. Secondo l'art. 2932 se una delle parti n on adempie, la controparte può ottenere una sentenza trasferendo il bene in base al contratto.

Il contratto preliminare ha durata limitata, infatti decade dopo tre anni.

Il contratto preliminare improprio è un contratto definitivo a tutti gli effetti che però non è stato redatto nella forma adatta, quindi le parti sono obbligate a modificarne la forma.

Contratto per adesione: corrisposto unilateralmente, la controparte ha il solo compito di aderire o meno. La tutela della parte debole: la volontà dell'adesione va in base alla conoscenza dei termini del contratto, insieme alle clausole vessatorie.

La causa

Funzione economico sociale del contratto, cioè l'interesse che le parti perseguono e che l'ordinamento tutela. Un negozio privo di causa è quindi nullo.

Il problema della causa nasce quando si attua un contratto atipico, non disciplinato e tutelato dalla legge. Quando parliamo di motivi invece parliamo di elementi irrilevanti al legislatore, a meno che non sia motivo illecito che comporta la nullità del contratto.

1344 contratto in frode di legge: si reputa illecita la causa quando il contratto costituisce un mezzo per eludere l'applicazione di una norma.

L'oggetto

È la prestazione del contratto e deve essere : possibile, lecito determinato o determinabile. La prestazione di cose future  può essere dedotta dal contratto salvo divieti di legge.


Contratti bilaterali o plurilaterali

Distinzione importante per il vizio che può avere una delle parti. Solo il plurilaterale è sempre valido anche se una parte è viziata.

Prestazione unilaterale

Obbligazione a carico di una sola delle parti (fideiussione, comodato)

Prestazione bilaterale

Contratti SINALLAGMATICI cioè reciprocità delle prestazioni (compravendita)

A titolo oneroso o a titolo gratuito

A titolo gratuito è la donazione, sacrificio economico della prestazione di una sola parte.

Di scambio

Prestazione di una parte a vantaggio della controparte

associativi

Qualunque forma di società, l'azione di ognuno ha il fine sociale.

commutativi

I sacrifici delle parti sono certi

aleatori

Maggiore rischio: una parte fa sicuramente un sacrificio, ma l'altra parte non si sa.

A esecuzione istantanea

Prestazione concentrata in un solo momento

A esecuzione differita

Prestazione prolungata nel tempo

A forma libera o vincolata

Forma dettata dalla legge oppure no

consensuali

Si perfezione per effetto del semplice consenso delle parti

Reali

Oltre al consenso per perfezionarsi richiedono la consegna della cosa

Ad efficacia reali

Il bene si trasferisce per l'avvenuto consenso delle parti

Ad efficacia obbligatoria

Quando il contratto obbliga le parti a un comportamento diverso al semplice consenso.


ATTI E FATTI DIVERSI DAL CONTRATTO art. 1987 - PROMESSE UNILATERALI

La promessa di una prestazione crea vincolo solo nei casi previsti dalla legge:

  • 1988, Promessa di amento di un debito: impegno al amento, ma non crea l'obbligo che già esiste;
  • 1989, promessa al pubblico: è vincolante appena resa pubblica e la revoca deve essere sempre pubblica.

Obbligazioni nascenti dalla legge:

  • 2028, gestione degli affari altrui: chi, senza essere obbligato, assume la gestione di affare altrui, è tenuto a continuarla e condurla a termine finché l'interessato non sia in grado di provvedervi;
  • 2031, obblighi dell'interessato: l'interessato deve adempiere alle obbligazioni che il gestore ha assunto in suo nome, e deve rimborsare le spese con gli interessi;
  • 2029/30, il gestore deve avere capacità di contrattare ed è soggetto alle stesse obbligazioni che derivano dal mandato.

amento dell'indebito


Oggettivo 2033

quando viene effettuato amento senza che ci sia un debito;


Soggettivo 2036

quando viene ato un debito credendosi debitore in base a un errore scusabile, il creditore deve restituire la somma;


obbligazioni naturali 2034

si adempie spontaneamente per un dovere morale o sociale, salvo sia eseguita da un incapace;


prestazioni contrarie al buon costume 2035


non si può richiedere quanto è stato ato


2041 Arricchimento senza causa: chi, senza causa, si è arricchito a danno di un'altra persona, è tenuto a indennizzare questa ultima della corrispettiva diminuzione patrimoniale. Se l'arricchimento riguarda una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta la deve restituire. Prima di esercitare un'azione di arricchimento devo indennizzare le precedenti, 2042.


TITOLI DI CREDITO --- Possibilità di trasferire denaro attraverso un documento cartaceo e ha tre caratteristiche:

  1. Incorporazione: il credito è incorporati, contenuto, in un documento; si applica la regola del possesso vale titolo, secondo cui 1994, il possessore è legittimato a pretendere la somma se è in buona fede.
  2. letteralità: il contenuto del titolo è quello che risulta dal tenore letterario scritto sul documento che specifica quanto vale il credito.
  3. autonomia : è tipica di tutti i titoli di credito, chi acquista un titolo lo utilizza come se fosse sempre stato suo, prescindendo dai rapporti precedenti.

ASTRATTO: si prescinde dal rapporto che ha generato l'obbligazione (cambiale)

CAUSALE: fa riferimento alla causa del titolo;

AL PORTATORE: il trasferimento del titolo al portatore si opera con la consegna del titolo.

ALL'ORDINE: il possessore di un titolo all'ordine è legittimato all'esercizio del diritto in base a una serie continua di girate. La girata deve essere scritta sul titolo e sottoscritta dal girante; è valida anche se non contiene l'indicazione del giratario ed è nulla quella parziale.

NOMINATIVI: intestazione a una persona, riporta il nome del titolare iscritto nel registro dell'emittente.

DI MASSA: sono contenuti in programmi informatici.

RAPPRESENTATIVI DI MERCI: rappresentano i beni e incorporano il diritto di credito.

PARTECIPAZIONE:  acquistando le azioni di una società si diventa creditori, ma non sono solo titoli perché incorporano i diritti di partecipazione come il diritto di voto.


Le eccezioni reali che il debitore può opporre al possessore sono:

  1. relative alla forma del titolo, possono essere opposte se manca un requisito formale che la legge richiede;
  2. fondate sul contesto letterale del titolo;
  3. di falsità di firma, difetto di capacità o di rappresentanza al momento dell'emissione;
  4. mancanza di condizioni necessarie per l'esercizio dell'azione.

Le eccezioni personali invece sono quelle che riguardano i rapporti tra debitore e possessore.

Il titolo smarrito, sottratto o distrutto, viene privato della sua efficacia e in capo all'ex possessore viene ricostituita la legittimazione ad esigere la prestazione del debitore attraverso L'AMMORTAMENTO. L'ex possessore deve presentare ricorso al presidente del tribunale il quale pronuncia il decreto e trascorsi trenta giorni senza opposizione dal detentore del titolo si compie la procedura di ammortamento e l'ex possessore può pretendere il amento e il duplicato del titolo.


LA CAMBIALE è il titolo di credito più antico con il quale il soggetto che non ha di che are un a merce rilascia una promessa di amento; in questo modo il prendente non è costretto ad attendere che maturi il termine di scadenza per avere la somma, ma può trasferire a terzi la cambiale come mezzo alternativo di amento. Nella cambiale tratta il traente ordina al trattario di are un terzo soggetto una somma di denaro. Con la cambiale herò invece un soggetto promette di are una somma di denaro al prenditore al quale sia stato trasferito il titolo di credito.

La cambiale è dotata di letteralità completa, autonomia e astrattezza, cioè non si menziona a un rapporto che ha dato origine all'emissione del titolo.

  • Titolo all'ordine
  • Titolo all'esecutivo: il possessore in caso di inadempimento del debitore può direttamente promuovere nei suoi confronti una procedura esecutiva;
  • Titolo formale : deve essere redatto osservando tutti i requisiti prescritti dalla legge cambiaria.

La cambiale deve essere redatta per iscritto e deve contenere la denominazione, l'ordine o la promessa, il nome del trattario e del prenditore, la data di emissione, la sottoscrizione dell'emittente e soprattutto la scadenza, che può essere:

  • A giorno fisso, indicando il giorno della scadenza;
  • A certo tempo data, quando scade dopo un periodo determinato a partire dalla data di emissione
  • A vista,quando è abile in ogni momento
  • A certo tempo vista, scade dopo un periodo a partire dal momento in cui è presentata al debitore

La cambiale circola tramite girata che non può essere condizionata; può essere piena o in bianco, mentre è nulla quella parziale; inoltre rende il girante responsabile nei confronti del giratario per il amento e per l'accettazione.

Sono obbligati principali il trattario che abbia accettato, l'emittente del vaglia cambiario, gli avallanti del trattario accentante o dell'emittente. Mentre sono obbligati in via di regresso il traente, i giranti e gli avallanti del traente o dei giranti.


L'ASSEGNO è un titolo di credito che contiene un ordine o una promessa di amento, è quindi un mezzo di amento.

Nell'assegno bancario il sottoscrittore ordina ad una banca di are una certa somma a favore di un determinato soggetto. Il trattario è una banca che stipula con il proprio cliente una convenzione di assegno, con la quale autorizza questo ultimo a emettere assegni bancari, consegnandogli un libretto degli assegni intestato alla banca.  È abile a vista e destinato a una circolazione di breve durata.

  • Non trasferibile, può essere ato solo al prenditore o accreditato sul suo conto corrente, la girata può essere solo a favore del banchiere per l'incasso.
  • L'assegno sbarrato può essere ato solo ad un banchiere o un cliente della banca trattaria
  • L'assegno da accreditare non è abile in contanti.

L'assegno circolare è un titolo all'ordine che contiene la promessa incondizionata di una banca di are a vista una somma determinata, quindi può essere emesso unicamente per le somme che la banca abbia disponibili al momento dell'emissione; viene rilasciato su richiesta di un cliente legato da un rapporto di provvista ed è più facilmente accettato perché l'obbligato è una banca ed il prenditore spesso preferisce questo assegno perché sa che i rischi di non ottenere il amento sono praticamente nulli.


L'IMPRENDITORE art. 2082

  • E' il protagonista dell'iniziativa economica;
  • Colui che organizza i fattori della produzione per produrre beni o servizi, cioè nuova ricchezza, sul mercato e per il mercato. Egli esercita un'attività rischiosa, perché il successo di tale iniziativa dipende da fattori che lui cerca di prevedere ma che non sempre riesce a governare.
  • il capo dell'impresa e da lui dipendono i collaboratori per i quali è tenuto ad adottare le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale.
  • Illimitatamente responsabile con tutti i suoi beni presenti e futuri, per l'adempimento delle obbligazioni che assume nell'esercizio dell'impresa; è una regola sempre operante in caso di impresa individuale, mentre se l'impresa è esercitata collettivamente (società) occorre distinguere le responsabilità: ognuno dei soci risponde col proprio patrimonio.

Secondo la cost. l'iniziativa economica privata è libera e secondo il c.c. l'impresa è l'attività svolta dall'imprenditore; quindi il libero professionista non è un imprenditore.

Il piccolo imprenditore è il coltivatore diretto del fondo, l'artigiano, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.

L'impresa è agricola se l'attività è diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, cioè coltivazione del bosco, all'allevamento di animale e alle attività connesse; si tratta di attività dirette alla cura e lo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria.

Sono attività commerciali le attività industriali, intermediarie per la circolazione di beni, di trasporto, bancarie o assicurative e attività ausiliarie; questa distinzione è importante perché solo le attività commerciali sono soggette all'obbligo della tenuta delle scritture contabili e alle procedure concorsuali.

L'impresa familiare non è una società, tutto si svolge all'interno e a favore della famiglia, le decisioni strategiche dovranno essere adottate dall'imprenditore con il consenso della maggioranza dei componenti.


2555 - L'azienda è un'universalità di beni gestiti, amministrati, coordinati dall'imprenditore per l'esercizio dell'attività economica.

Nel caso di cessione dell'azione il cessionario subentra automaticamente nel contratto, salvo facoltà del terzo contraente di recedere per giusta causa entro tre mesi dalla notizia del trasferimento. La cessione dei crediti ha effetto dal momento dell'iscrizione del trasferimento nel registro delle imprese, mentre secondo l'art. 2560 l'alienante non è liberato dai debiti inerenti all'esercizio, anteriori al trasferimento, se non risulta che i creditori abbiano consentito. Il contratto di cessione deve essere provato per iscritto e deve avere forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata.

Chi aliena l'azienda deve astenersi per il periodo di cinque anni dal trasferimento, dall'iniziare una nuova impresa che per oggetto, ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la clientela dall'azienda

ceduta.

Il marchio è il segno che viene apposto sui prodotti e servizi offerti per marcarne la provenienza e può consistere in un'immagine, denominazione o entrambi. Si acquista con la registrazione all'Ufficio italiano brevetti e marchi e deve avere capacità distintiva. Viene comunque tutelato l'imprenditore che pur nona vendo registrato il marchio, di fatto abbia utilizzato da tempo un marchio successivamente registrato da altri, ciò è definito preuso.

La ditta contraddistingue l'imprenditore: è il nome sotto il quale opera; deve contenere il cognome o la sigla dell'imprenditore individuale e a volte non coincide col marchio.

L'insegna contraddistingue i locali in cui si svolge l'impresa; ha funzione di immediato richiamo della clientela e acquista importanza per le imprese che operano a diretto contatto col pubblico.  


Art. 2584 INVENZIONI INDUSTRIALI

Il brevetto garantisce all'inventore il diritto esclusivo di utilizzazione e sfruttamento economico della proprio invenzione, deve avere caratteristiche di novità, industrialità, originalità e liceità. Lo sfruttamento economico avviene attraverso la concessione di licenze dietro amento di un corrispettivo che può essere una tantum oppure stabilito in precedenza. La durata del brevetto è di 20 anni, ma si perde per non uso prolungato di 3 anni. Il brevetto può essere venduto o ceduto; il prestatore di lavoro ha diritto di essere riconosciuto autore dell'invenzione fatta nello svolgimento del rapporto di lavoro.

2592 - chi ha ottenuto brevetto per un'invenzione atta a conferire a macchine o parti di esse strumenti, utensili od oggetti efficaci ha il diritto esclusivo di attuare l'invenzione, di disporne e di fare commercio sui prodotti a cui si riferisce.

Le opere di ingegno degli artisti possono creare un prodotto originario tutelato dalla legge sui diritti d'autore, che è un diritto personale e irrinunciabile. Il diritto patrimoniale d'autore consiste nel diritto esclusivo a pubblicare l'opera e ad utilizzarla economicamente nei modi consentiti dalla natura dell'opera, è un diritto commerciabile e la durata del diritto dopo la morte dell'autore è di 70 anni.


LA CONCORRENZA indica la presenza sul mercato di diversi operatori in competizione tra loro; deve svolgersi in modo da non ledere gli interessi dell'economia nazionale e nei limiti stabiliti dalla legge (2595). Il patto che limita la concorrenza deve essere provato per iscritto ed è valido se circoscritto ad una determinata zona o attività e non può eccedere la durata di 5 anni.

Chi esercita un'impresa in condizioni di monopolio legale ha l'obbligo di contrattare con chiunque richieda le prestazioni che formano oggetto dell'impresa, osservando la parità del trattamento.

La competizione deve essere sempre corretta e leale, il legislatore ha quindi previsto norme sulla concorrenza sleale che vieta determinati mezzi dei quali un imprenditore può avvalersi per affermarsi sul mercato o sottrarre clientela, cioè:

  • Quelli per produrre confusione tra i nomi o segni distintivi;
  • Quelli di denigrazione che consistono nella diffusione di notizie o apprezzamenti sui prodotti di un concorrente per determinarne il discredito;
  • Il boicottaggio.

Per conquistare il mercato l'imprenditore fa uso della pubblicità che non può essere negativa ma può essere ativa, trasparente, veritiera e corretta.


SOCIETà IN GENERALE

Il soggetto che vuole esercitare un0attività economica in società deve trovare altre persone interessate al progetto i collaborazione e organizzazione, questo rapporto nasce da una scelta libera e volontaria tramite contratto fra due o più soggetti interessati. Per questo l'art 2247 stabilisce che la società è un contratto con cui due o più persone conferiscono beni o servizi, per l'esercizio di un'attività economica, allo scopo di dividerne gli utili;.

I soci devono quindi inizialmente conferire o apportare alla società i beni che servono per avviare ed esercitare l'impresa.  I beni conferiti possono essere di vario genere: denaro, beni in natura, mobili o immobili o beni immateriali. Il conferimento in società di servizi si ha nel caso in cui un soggetto si impegna nei confronti degli altri soci a svolgere un'attività lavorativa a favore della società, conferisce lavoro e non beni.

Altro requisito importante è l'esercizio in comune dell'attività economica scelta. Significa che tutti i soci possono partecipare all'impresa sociale contribuendo a determinare e attuare le scelte e gli indirizzi. La misura dei poteri di direzione variano in relazione ai diversi tipi di società.

Questo tipo di impresa è detta impresa collettiva: sotto questo profilo la nozione legislativa di impresa è più ampia di quella di società, perché l'impresa può essere individuale, mentre la società persegue fini lucrativi, l'impresa No. La società inoltre può essere costituita anche per esercizio occasionale, ossia senza il requisito della professionalità.

Le società perseguono lo scopo di lucro ossia esercitano l'attività economica al fine di produrre utili per poi distribuirli fra i soci. Lo scopo lucrativo distingue la società dagli enti che non hanno come finalità il profitto.

Nelle società di persone ciascun socio a norma dell'art. 2262, ha un vero e proprio diritto alla integrale divisione annuale degli utili così come è sempre esposto pro quota alle perdite; è infatti vietato il patto leonino con cui un socio è escluso dagli utili o dalle perdite; invece nelle società di capitali è l'assemblea che delibera.

La società una volta costituita si conura come un soggetto di diritto distinto dalle persone dei singoli soci. È dotata di:

capacità di essere titolare di diritti e obblighi ed è titolare di un patrimonio autonomo, quindi i creditori possono soddisfarsi sui beni personali dei soci solo dopo aver sottoposto a esecuzione il patrimonio della società.

Può essere proprietaria di beni senza che il singolo socio possa vantare un diritto personale su quei beni.

Concede finanziamenti a terzi e diventa creditrice e solo lei potrà chiedere la restituzione della somma.

È titolare di un diritto al nome e alla reputazione;

Esercita i diritti di cui è titolare tramite persona fisica che la rappresenta la quale fa valere i diritti e gli obblighi in nome e per conto della società.

La società non va confusa con la comunione, perché nella comunione i partecipanti si propongono uno scopo di godimento e non di lucro; inoltre non nasce come un'organizzazione autonoma rispetto ai soggetti che partecipano: diritti e obblighi continuano a fare capo ai singoli comunisti. Ciascun comproprietario è titolare per la propria quota dell'intero bene comune.


Il sistema legislativo delle società è un sistema chiuso:. Le parti possono scegliere il modello che ritengono più adatto alle proprie esigenze ma non possono dar vita a un nuovo modello di società. La regione di ciò risiede nel fatto che le società esercitano sul mercato un'attività rischiosa ed hanno rapporti con terzi, i quali per la sicurezza dei loro interessi e diritti devono poter conoscere con esattezza con chi hanno a che fare.


SOCIETà DI PERSONE

SOCIETà DI CAPITALI

SOCIETà SEMPLICE

SOCIETà PER AZIONI

SOCIETà IN NOME COLLETTIVO

SOCIETà IN ACCOMANDITA PER AZIONI

SOCIETà PER ACCOMANDITA SEMPLICE

SOCIETà A RESPONSABILITà LIMITATA

Ai sensi dell'art. 2249 le società commerciali, cioè che hanno per oggetto l'esercizio di un'attività commerciale, possono essere validamente costituite solo scegliendo tra società in nome collettivo, in accomandita semplice, per azioni o a responsabilità limitata. Quando l'attività economica programmata non è di natura commerciale si ricorre alla società semplice.


Associazione in partecipazione: l'associato fornisce un apporto all'impresa e l'imprenditore promette una determinata quota di utili se la gestione risulta in attivo. È un contratto di scambio e non associativo, in quanto vi è un chiaro rapporto di corrispettività tra la partecipazione agli utili e l'apporto. L'associato investe e rischia i propri capitali nell'impresa altrui: se l'impresa produce utili egli ne riscuote la percentuale, se l'impresa perde egli vi concorre salvo patto contrario. I terzi acquistano i diritti ed assumono obbligazioni solo nei confronti dell'associante.

Joint venture: avventura economica intrapresa in comune. È un contratto atipico di collaborazione stipulato tra due o più persone per realizzare ciascuna con i propri mezzi un'opera che esige, per essere realizzata, l'integrazione di diverse competenze ed economie.

DIFFERENZE

SOCIETA' DI PERSONE

SOCIETA' DI CAPITALI


adatte a svolgere attività economiche di modeste dimensioni, basate sul rapporto personale di pochi soci legati da vincoli di parentela o amicizia in un rapporto di reciproca fiducia (intuitus personae)

trattano attività rischiose e richiedono massicci investimenti, i soci contano non tanto come persone, ma in ragione delle ricchezze, capitali che hanno investito nella società.

potere e responsabilità

ogni socio è amministratore e rappresentante della società, ha il potere di gestire e rappresentare impresa nel mercato. Responsabilità illimitata, anche con il patrimonio personale oltre a quello conferito in società.

i soci non rispondono personalmente delle obbligazioni sociali. Il socio non ha potere di amministrazione, a volte amministrano i tecnici o manager.

trasferimento delle quote

il socio di regola può trasferire a terzi la quota solo con consenso dei soci e in caso di morte il rapporto non continua automaticamente con l'erede se lui o i soci non sono d'accordo.

libera trasferibilità delle quote e in caso di morte l'erede subentra automaticamente.

LE SOCIETà DI PERSONE

L'autonomia patrimoniale consiste nel grado di separazione del patrimonio sociale dal patrimonio dei singoli soci della società dato dalla disciplina della responsabilità dei debiti; essa è regolata in modo da separare il destino della società da quello del singolo socio, cioè:

  • Finché la società dura, i creditori del singolo socio non possono aggredire direttamente i beni della società, come avverrebbe in una semplice comproprietà;
  • La responsabilità del singolo per i debiti della società diviene sussidiaria o limitata alla quota.

Un altro aspetto importante è il modo in cui si può disporre dei beni sociali: Mentre con la comproprietà ciascun comproprietario può cedere o ipotecare la quota del bene comune, nelle società di persone il socio non ha questo potere sui beni conferiti dalla società, Quindi il conferimento è un vero passaggio di proprietà, a cui si applicano le norme sulla vendita.


La prima grande classificazione delle organizzazioni riguarda lo scopo, e distingue gli:

Enti profit : società sia di persone che di capitali;

Enti no profit : associazioni, fondazioni, comitati, società cooperative, mutue assicuratrici.




Una seconda classificazione è quella tra:

Enti provvisti di personalità giuridica : associazioni riconosciute, fondazioni e società di capitali;

Enti non personificati : associazioni non riconosciute e comitati, società di persone.




Una terza distinzione è quella tra :

Corporazioni: organizzazioni a tipo associativo, dove prevale l'elemento personale (associazioni, comitati e società)

Istituzioni, in cui l'elemento personale non è dominante perché prevalgono l'aspetto patrimoniale o quello funzionale.


LE PERSONE GIURIDICHE PRIVATE--- sono le associazioni, fondazioni, società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata e i consorzi.

  • Le persone giuridiche private sono caratterizzate dalla presenza di una pluralità di individui;
  • La persona giuridica ha sempre una base patrimoniale;
  • L'attività delle persone e l'impiego dei mezzi sono diretti a uno scopo determinato dall'atto costitutivo ;
  • Il tutto si lega anche sul piano giuridico si costituisce un'organizzazione; l'esistenza e la disciplina di un apparato di organi a cui è affidata la formazione delle decisioni o la loro attuazione sia all'interno che all'esterno, tramite atti giuridici.
  • Elementi non secondari della persona giuridica sono la denominazione e la sede che devono risultare all'atto costitutivo.

Questi elementi però non bastano perché le organizzazioni siano considerate persone giuridiche, la persona nasce quando agli elementi sostanziali si aggiunge il riconoscimento formale che si distingue in:

  • Sistema Concessorio: disposto per le associazioni e fondazioni in cui il riconoscimento si ha per decreto dell'autorità governativa;
  • Sistema normativo : disposto per le società di capitali il cui riconoscimento si ha per effetto dell'iscrizione nel registro delle imprese istituito alla camera di commercio.

LE PERSONE GIURIDICHE PUBBLICHE---lo stato e gli altri enti pubblici costituiti direttamente dalla legge o da autorità amministrativa per uno scopo di carattere pubblico, in altre parole sono costituiti e debbono operare per il soddisfacimento d'interessi della collettività.


SOCIETà SEMPLICE ideata per un'attività economica non commerciale, quindi agricola o professionale. È definita semplice perché il contratto non è soggetto a forme speciali, salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti; il contratto può essere concluso oralmente, anche tacitamente. (2251)

La sua disciplina si applica anche alla società in nome collettivo e in accomandita semplice.

  • Rapporto tra i soci :Grazie al sistema dell'amministrazione disgiunta, ciascun socio può prendere decisioni su operazioni sociali, in piena autonomia, in quanto è dato per presupposto un rapporto di fiducia fra i soci; ogni socio può fare opposizione alle operazioni di un altro e sull'opposizione deciderà poi la maggioranza dei soci. Il contratto sociale può essere modificato solo con il consenso di tutti i soci, infatti in base all'art. 2256 il socio non può servirsi senza il consenso degli altri soci delle cose appartenenti al patrimonio sociale per fini estranei a quelli della società.
  • Rapporti con terzi: la società acquista diritti ed assume obblighi per mezzo dei soci che ne hanno la rappresentanza, ma solitamente tutti i soci sono contemporaneamente amministratori e rappresentanti; il principio fondamentale è quello per cui i creditori della società possono far valere i loro diritti sul patrimonio sociale. Per le obbligazioni sociali rispondono inoltre personalmente e solidalmente i soci che hanno agito in nome e per conto della società e gli altri soci, salvo patto contrario. La società semplice è comunque dotata di una certa autonomia patrimoniale ed è possibile che i soci stipulino un patto che esoneri uno o più soci dalla responsabilità illimitata. Il creditore particolare del socio, ossia chi vanta un credito nei confronti del socio per un'attività personale, non può soddisfarsi sul patrimonio della società ma solo su quello personale.
  • Scioglimento del rapporto sociale: art. 2272 - si verifica per il decorso del termine di durata, per il conseguimento dell'oggetto sociale o per l'impossibilità di conseguirlo, per la volontà di tutti i soci, per il venir meno della pluralità dei soci o per altre cause previste dal contratto. Lo sciogli mento limitatamente ad un socio può avvenire per morte, recesso o esclusione. Se il socio muore la regola è che i superstiti hanno l'obbligo di liquidare agli eredi; il recesso consiste in una dichiarazione del socio di voler uscire dalla società ed è ammesso incondizionatamente quando la società è costituita a tempo indeterminato; l'esclusione può essere automatica in caso di fallimento personale del socio e in caso di liquidazione della sua quota oppure può essere decisa dagli altri soci quando il socio si rende responsabile di gravi inadempienze agli obblighi, è deliberata dalla maggioranza.

La società in nome collettivo è un tipo di società semplice più diffuso per esercitare un'attività di natura commerciale. L'art. 2292 prescrive che la società in nome collettivo eserciti la sua attività utilizzando una determinata denominazione di uno dei soci e il tipo di rapporto sociale. Le società commerciali devono iscriversi al registro delle imprese e depositare l'atto costitutivo. Tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali e il patto contrario, a differenza della società semplice, non ha effetto verso terzi. Si sciogli in caso di dichiarazione di fallimento.
La società in accomandita semplice
ha due categorie di soci: accomandatari e accomandanti. I primi sono soci amministratori e rispondono illimitatamente e solidalmente per obbligazioni sociali; gli altri sono soci risparmiatori e rispondono nei limiti della quota conferita, ai quali è vietato di inserirsi nell'amministrazione della società e compiere singoli atti, ma hanno poteri di controllo come il diritto alla comunicazione del bilancio e del conto economico. La ragione sociale deve comprender eil nome di almeno uno dei soci accomandatari e l'indicazione S.A.S. E' una società che si scioglie quando rimangono solo i soci accomandanti o accomandatari.


SOCIETà DI CAPITALI è una delle grandi scoperte del rinascimento per lo sviluppo della società occidentale con l'identificazione delle quote di partecipazione in azioni.

Società per azioni art. 2325: per le obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo patrimonio e la partecipazione sociale è rappresentata dalla azioni quindi, se la società assume debiti verso terzi questi possono far valere i loro diritti solo sui beni della società che possiede autonomia patrimoniale perfetta e con l'iscrizione al registro delle imprese acquista personalità giuridica.

Ogni singolo socio risulta titolare di un certo numero di azioni che rappresentano la quota di partecipazione.

Costituzione : la denominazione sociale deve contenere l'indicazione di s.p.a. e deve costituirsi con un capitale non inferiore a 120mila euro, con atto pubblico e con l'atto costituivo si deve indicare i dati anagrafici dei soci e il numero delle azioni sottoscritte da ciascuno, la sede, l'oggetto sociale ecc . deve essere inoltre allegato lo statuto che contiene le regole decise dai soci relative al funzionamento della società.

Le azioni: l'ammontare del capitale sociale è suddiviso in azioni, sono documenti che devono essere di eguale valore; si tratta di titoli di credito di partecipazione che incorporano i diritti connessi alla qualità di socio e sono trasferibili. Devono essere nominative, ma leggi speciali stabiliscono che possono essere al portatore le azioni di risparmio emesse da società quotate in borsa e si tratta di azioni prive di diritto di voto dotate solo di particolari privilegi di natura patrimoniale. Esistono azioni privilegiate che danno un diritto di preferenza e priorità in sede di ripartizione degli utili e di rimborso del capitale ma hanno una limitazione nel diritto di voto.

L'assemblea: nomina e revoca gli amministratori, decide l'azione di responsabilità e modifica l'atto costitutivo. Se la società non è dualistica l'assemblea ordinaria approva il bilancio, nomina e revoca gli amm. E ne determina il compenso, nomina il soggetto a cui è demandato il controllo contabile e delibera sulle responsabilità; se la società è dualistica l'assemblea ordinaria non approva il bilancio e c'è il consiglio di sorveglianza e di gestione. Mentre l'assemblea straordinaria delibera sulle modificazione dell'atto costitutivo e la determinazione dei poteri. Le deliberazioni dell'assemblea devono essere adottate da tanti soci che rappresentino la maggioranza prescritta dalla legge o dallo statuto della società; le delibere sono annullabili in tutti i casi in cui non sono prese in conformità della legge e in caso di conflitto di interessi di un socio verso la società.

Gli amministratori: gestiscono l'impresa, decidono la politica economica, le strategie e le tattiche imprenditoriali. L'amministrazione può essere:

    1. tradizionale: l'amministrazione spetta all'amministratore unico o al consiglio di amm. Eletti dall'assemblea dei soci, che elegge l'organo deputato al controllo di legalità degli atti e l'organo di controllo contabile;
    2. dualistico: l'assemblea nomina il consiglio di sorveglianza che nomina il consiglio di gestione e di controllo contabile;
    3. monastico: l'assemblea nomina il consiglio di amm. Che individua i componenti del comitato per il controllo della gestione; l'assemblea dei soci nomina anche l'organo di controllo contabile.

La legge e l'atto costitutivo impongono agli amministratori obblighi la cui violazione determina una responsabilità e un obbligo a risarcire il danno; sono responsabili verso la società in caso di violazione dei doveri imposti, in caso di violazione del dovere di vigilanza sull'andamento gestionale, rispondono verso i creditori sociali e nei confronti del singolo socio o del terzo che danneggino direttamente.


collegio sindacale organo con funzione di controllo generale della legalità sociale, incaricato di controllare che l'attività dell'assemblea e degli amministratori si svolga in conformità con la legge e lo statuto; e di controllare l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile. Mentre l'organo di controllo contabile : ha la funzione di controllo della contabilità sociale e della rispondenza del bilancio alle scritture contabili. Ogni socio può denunziare i fatti che ritiene censurabili al collegio sindacale e se vi è fondato sospetto di gravi irregolarità i soci che rappresentano il 10% possono denunciarlo al tribunale.


Le obbligazioni strumento alternativo per finanziarsi con il vantaggio di attingere denaro tra piccoli risparmiatori; ogni obbligazione contiene una dichiarazione della società che si impegna a are a scadenza la somma portata dal documento con l'aggiunta dell'interesse, così il risparmiatore è incentivato in quanto ha diritto al rimborso salvo fallimento e con gli interessi ha un rendimento minimo fisso, ma non attribuiscono la qualità di socio, solo quella di creditore. L'emissione di obbligazioni è di competenza dell'organo amministrativo e la delibera deve essere iscritta nel Registro delle Imprese, per cui l'art. 2412 stabilisce che la società può emettere obbligazioni al portatore o nominative per somma complessivamente non eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale e riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio approvato; è comunque possibile convertire le obbligazioni in azione.

Il bilancio: 2423- "Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio."

Nello stato patrimoniale deve essere indicata la consistenza del patrimonio della società mettendo all'attivo il valore dei beni sociali e al passivo i debiti secondo lo schema obbligatorio; il conto economico deve indicare tutte le spese sostenute e tutti i ricavi incassati durante l'anno, in modo che emergano gli utili o le perdite; la nota integrativa deve fornire una spiegazione del bilancio. Il tutto deve essere redatto con chiarezza, verità e prudenza per tutelare i terzi che entrano in contatto con la società.

2428- il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori sulla situazione della società e sull'andamento della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, ai ricavi e agli investimenti".

Il bilancio deve essere comunicato al collegio sindacale per eventuali osservazioni e proposte e poi presentato all'organo sociale deputato per la sua approvazione entro 120gg dalla chiusura dell'esercizio e successivamente depositato presso l'ufficio del Registro delle Imprese. L'assemblea che approva il bilancio decide in quale misura distribuirlo ai soci e dagli utili netti annuali deve prelevare il 5% per accantonarlo come riserva legale.

Nelle società quotate in borsa il bilancio deve essere controllato anche da una società di revisione che verifica la regolare tenuta della contabilità sociale e che il bilancio d'esercizio e quello consolidato corrispondano alle scritture contabili.

Modificazioni dell'atto costitutivo e operazioni sul capitale:

  • aumento del capitale: emissione di nuove azioni a amento o gratuito; se è a amento la società raccoglie nuovi conferimenti; gratuito si ha quando vengono imputate al capitale le riserve.
  • Riduzione del capitale: obbligatoria quando il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza a perdite.

Scioglimento: si verifica per le cause elencate dall'art. 2484, cioè per il decorso del termine, conseguimento dell'oggetto sociale o l'impossibilità di conseguirlo, l'impossibilità di funzionamento, la riduzione del capitale al di sotto del minimo legale. Quando si verifica sugli amministratori cala il divieto di nuove operazioni e devono entro 30gg  convocare l'assemblea straordinaria perché deliberi la liquidazione della società che si conclude con un bilancio finale che indica la parte spettante a ciascuna azione nella divisione dell'attivo. Approvato il bilancio finale i liquidatori devono chiedere la cancellazione della s.p.a. dal Registro delle imprese.


  • GRUPPI DI SOCIETà: le imprese più complesse e grandi dimensioni si articolano in molte fasi, in questi casi più società di capitali, costituenti entità autonome con un proprio patrimonio e organi, si dividono i compiti, si distribuiscono tra loro l'attività perseguendo un fine economico e un quadro imprenditoriale unitario. Esiste una società capogruppo detta Holding che possiede la percentuale più alta delle azioni della società per avere il controllo, secondo l'art. 2359 sono considerate collegate le società sulle quasi un'altra società esercita un'influenza notevole, che si presume quando nell'assemblea ordinaria può essere esercitato un quinto dei voti o un decimo se la società è quotata in borsa.

  • SOCIETà PER AZIONI IN MANO PUBBLICA: società per azioni in cui stato o enti pubblici hanno la maggioranza delle azioni e il controllo della società.

  • SOCIETA' QUOTATE IN BORSA: è previsto un controllo pubblico da parte del Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) e a norma coloro che partecipano in una società con azioni quotate in misura superiore al due per cento del capitale ne danno comunicazione alla società partecipata e al Consob.

  • SOCIETA' IN ACCOMANDITA PER AZIONI: sono sempre presenti i soci accomandatari e accomandanti; i primi sono di diritto amministratori e la loro revoca è deliberata con la maggioranza dell'assemblea straordinaria; le modificazioni dell'atto costitutivo devono essere approvate oltre che dall'assemblea straordinaria anche da tutti i soci accomandatari.

  • SOCIETA' A RESP. LIMITATA, S.R.L. per le obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo patrimonio; le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni e ciò determina una circolazione meno intensa e l'atto costitutivo può vietare il trasferimento delle quote; il capitale sociale non può essere inferiore a 10mila euro.

SOCIETA' COOPERATIVE: i consumatori interessati a risparmiare possono costituire tra loro una società che produce essa stessa i beni e servizi e che li fornisce ai soci a prezzo inferiore a quello di mercato, perché in tale prezzo non c'è la quota di profitto dell'intermediario. L'attività oggetto dell'impresa viene effettuata non come nelle altre società per il mercato e sul mercato, a vantaggio di terzi, per ripartire gli utili, ma immediatamente e direttamente a servizio dei soci medesimi per realizzare un risparmio di spesa.

Le cooperative di consumo acquistano all'ingrosso generi alimentari e li rivendono al dettaglio ai soci,oppure le cooperative edilizi di abitazione realizzano alloggi da consegnare ai soci evitando sempre l'intermediazione.

Secondo l'art. 2512 sono caratterizzate da uno scopo non lucrativo mutualistico, cioè un mutuo reciproco di aiuto in un'attività; la costituzione riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di lucro. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura il carattere e le finalità.

Sono società a resp. limitata, nessun socio può avere una partecipazione al capitale sociale superiore a 100mila euro; il diritto di voto è assegnato in modo uguale a ciascun socio e il numero dei soci è variabile e la variazione non modifica l'atto costitutivo. Il capitale non è fissato in un ammontare prestabilito ma può variare in continuazione con l'uscita e l'entrata di soci.

Gli organi sono gli stessi della spa o srl con l'aggiunta del collegio dei probiviri che risolve le controversie interne e i controlli amministrativi per garantire l'effettivo perseguimento dello scopo mutualistico.


  • MUTUE ASSICURATRICI: società coop che ha per scopo di consentire ai soci di assicurarsi a condizioni favorevoli; i soci sono assicurati senza necessità di altri contratti e non si può acquistare la qualità di socio se non assicurandosi alla società, e si perde la qualità di socio con l'estinguersi dell'assicurazione. È prevista la categoria dei soci avventori che versano un conferimento per formare un fondo garanzia per gli assicurati ma non sono degli assicurati loro stessi.

  • CONSORZI TRA IMPRENDITORI: con il contratto di consorzio più imprenditori istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. All'organizzazione comune è affidato il compito di svolgere o coordinare una o più fasi dell'attività economica dei singoli imprenditori. Hanno una finalità mutualistica e non lucrativa: essi non si propongono l'ottenere un profitto ma di realizzare una cooperazione rea imprenditori che consenta a ciascuno di risparmiar e sulla fase delegata al consorzio. Il consorzio può costituirsi in forma di società consortile ma il contratto è diverso da quello di una società in quanto non si svolge una vera e propria attività economica.

Il consorzio con attività interna è quello che opera nei confronti dei singoli membri sostituendosi a loro nello svolgimento di alcune delle fasi del loro ciclo produttivo; mentre quello a attività esterna svolge l'attività verso terzi.


GLI ENTI NON PROFIT

Associazioni riconosciute nasce dal contratto associativo con il quale più persone si obbligano reciprocamente a perseguire un fine diverso da quello di lucro, costituendo un'organizzazione con un fine non profit. Il contratto è un atto pubblico e deve prevedere:

  • L'assemblea: organo di indirizzo governato dalla collegialità e dal principio di maggioranza; l'assemblea è sovrana in quanto nomina o revoca gli amministratori,ma soprattutto delibera ogni modifica dell'atto costitutivo e lo scioglimento anticipato dell'associazione.
  • Consiglio di amministrazione: attua le delibere dell'assemblea e governa il patrimonio e l'attività dell'associazione.

L'associazione avendo un atto costitutivo ha personalità giuridica ed è beneficiaria di tutti i vantaggi connessi a questo statuto, come la responsabilità limitata. Il codice prevede un controllo pubblico delle associazioni private in tutti i momenti essenziali dell'esistenza.


Le fondazioni patrimonio che il fondatore ha destinato a raggiungere uno scopo non lucrativo di carattere generale; la destinazione del patrimonio è stabile e immutabile.

  • Le fondazioni possono essere costituite con atto pubblico o testamento;
  • Lo statuto e l'atto costitutivo devono contenere i criteri e le modalità di erogazione delle rendite, è quindi un ente di mera erogazione;
  • L'autorità governativa vigila esercitando un controllo sull'amministrazione;
  • Quando lo scopo è esaurito o divenuto impossibile l'autorità governativa può dichiarare l'estinzione o provvedere alla trasformazione.

Le fondazioni che producono servizi culturali assumono i tratti della fondazione impresa che esige un patrimonio iniziale con una stabile destinazione, ma anche un fondo di gestione che deve essere costantemente alimentato per sostenere i progetti.


Associazioni non riconosciute

  • Art .36 l'associazione sta in giudizio nella persona di chi ne ha la presidenza o la direzione;
  • Art .37 fin quando l'associazione dura, i singoli associati non possono chiedere la divisione del fondo comune, né pretendere la restituzione della quota in caso di recesso;
  • Art .38 i creditori possono far valere le loro ragioni sul fondo comune e risponde personalmente chi ha agito per l'associazione, ma non i soci né gli amministratori.

L'interno l'associazione è regolata dagli accordi tra associati e la struttura organizzativa non è preordinata. I partiti e i sindacati sono associazioni non riconosciute.

L'autonomia patrimoniale non è perfetta, solo chi agisce per l'ass. risponde in solido col fondo dell'ente per le obbligazioni,ma gli associati sono al riparo da rischi; il mancato riconoscimento non consente all'ass. di conseguire personalità giuridica, ma il superiore vantaggio di poter agire senza controlli da parte dell'autorità; infine l'autonomia statutaria che lascia libertà di adottare il modello di organizzazione ottimale.


I comitati si hanno quando un gruppo di persone dette promotori, organizza la raccolta di fondi necessari a opere di soccorso, beneficenza, alla costruzione di opere pubbliche o monumenti, esposizione, fiere, feste e iniziative culturali o camne politiche. Chi contribuisce è detto sottoscrittore.

Dal punto di vista dell'autonomia patrimoniale, la distinzione tra il fondo del comitato e i patrimoni individuali dei membri è meno forte che nell'ass. non riconosciuta: i promotori rispondono personalmente e solidalmente delle obbligazioni assunte dal comitato, che può essere una sorta di fondazione non riconosciuta.


Organizzazioni di volontariato la legge prevede un sistema di registrazione su base regionale tra cui anche quelle costituite come ass. non riconosciute. I requisiti sono l'assenza di fine di lucro,la democraticità,l'elettività e la gratuità delle cariche elettive, una definizione statuaria dei criteri di ammissione o esclusione degli aderenti e l'obbligo di formare il bilancio. Può accedere a contributi pubblici, può stipulare convenzioni con lo stato, regioni e i comune e gode di agevolazioni fiscali.


Enti di promozione sociale: enti costituiti al fine di svolgere un'attività sociale a favore di associati o di terzi senza finalità di lucro. Devono iscriversi in un apposito registro nazionale necessaria per usufruire dei benefici disposti dalla legge e stipulare convenzioni con enti pubblici.


LA BANCA

Le banche sono imprese impegnate nell'attività bancaria, che consiste da un lato nella raccolta del risparmio tra il pubblico e dall'altro nell'esercizio del credito. L'attività è soggetta ad autorizzazione della Banca d'Italia che iscrive un albo delle banche autorizzate; l'autorizzazione può essere concessa in presenza di determinate condizioni unitamente all'atto costitutivo e allo statuto.

La banca è assoggettata a un regime di vigilanza della banca d'Italia e del comitato Interministeriale e Ministro del Tesoro. Le banche hanno l'obbligo di inviare alla Banca d'Italia i dati e i documenti richiesti, la quale emana regolamenti e può disporre ispezione; quando l'ispezione evidenzia gravi irregolarità il Ministro del tesoro può sottoporre le banche ad amministrazione straordinaria o a liquidazione coatta amministrativa.

Le operazioni si distinguono in :

Passive, con cui le banche assumono debiti verso la clientela raccogliendo depositi

Attive, con cui diventano creditrici dei clienti a cui concedono prestiti

Accessorie, che consistono nei servizi che forniscono alla clientela.

Sono state dettate dalla legge norme per la trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari che impongono alle banche di pubblicizzare in ciascun locale aperto al pubblico le condizioni offerte alla clientela e di stipulare i contratti in forma scritta a pena di nullità e di consegnare copia al cliente.


Il deposito di denaro è lo strumento tramite il quale la banca realizza la raccolta del risparmio e il cliente mette al sicuro il suo denaro; la banca ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria alla scadenza del temine convenuto a richiesta del depositante: si tratta di un deposito irregolare, ma sono frequenti i conti correnti dove il cliente in qualsiasi momento può disporre del denaro.

Con il libretto di deposito a risparmio i versamenti e i prelevamenti sono annotati su di esso; può essere al portatore nel caso chiunque possiede il libretto può esigere la somma depositata; o nominativo, se è intestato a un determinata persona e solo questa può riscuotere l'importo.

Deposito di titoli in amministrazione: la banca custodisce i titoli, esige gli interessi o i dividendi, cura le riscossioni per conto del depositante e provvede alla tutela dei diritti inerenti ai titoli.

Inoltre il cliente che vuole mettere al sicuro beni di valore può ricorrere alle cassette di sicurezza: che può essere aperta solo con il concorso sia della banca che del cliente, ma il contenuto rimane segreto alla banca che deve lasciare il cliente da solo mentre deposita o preleva, ma la banca risponde dell'integrità della cassetta e del suo contenuto.

L'apertura di credito è uno dei modi tramite il quale la banca esercita il credito erogando prestiti alle imprese o famiglie. Con questo contratto la banca si obbliga a tenere a disposizione dall'altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato; solitamente si tratta del conto corrente con il quale il cliente può utilizzare più volte il credito e ripristinare la disponibilità con i versamenti.

Anticipazione bancaria: Una banca può rendersi disponibile a prestare ad un imprenditore o cliente una somma di denaro con la garanzia di un pegno su titoli o merci. La somma prestata rappresenta una percentuale del valore dei beni dati in garanzia e tale proporzione deve rimanere uguale per tutta la durata del rapporto.

Lo sconto bancario è il contratto col quale il cliente cede alla banca un credito verso terzi non ancora scaduto e la banca anticipa al cliente l'importo del credito previa deduzione dell'interesse, che viene calcolato in relazione al periodo fra l'anticipazione dell'importo e la scadenza del credito. È una cessione salvo buon fine, perché la banca agirà verso il cedente nel caso di debitore insolvente.


I CONTRATTI DI BORSA

Le borse valori sono quei mercati regolamentati in cui si scambiano strumenti finanziari: valuta, azioni di società, titoli di stato . . Nella borsa possono essere scambiati solo i titoli ammessi alle quotazioni:i titoli pubblici sono ammessi di diritto, mentre quelli privati sono ammessi solo dietro richiesta alla Camera di Commercio. I titoli possono essere scambiati solo con l'intervento di intermediari specializzati come le banche e le SIM.

Il mercato della borsa è dal 1974 sottoposto al controllo della CONSOB che ha il compito di assicurare la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana gestione dei soggetti che operano in borsa; a norma del T.U. "l'attività di organizzazione e gestione di mercati regolamentati di strumenti finanziari ha carattere di impresa ed è esercitata da società per azioni, anche senza scopo di lucro."

Con i contratti di borsa si trasferiscono dagli alienanti agli acquirenti titoli di serie la cui proprietà passa solo al momento della consegna. Si distinguono:

  • Contratti per contanti in cui i titoli e il prezzo devono essere scambiato entro il terzo giorno di borsa aperta successivo alla stipulazione;
  • A termine, in cui l'esecuzione è rinviata al momento successivo alla conclusione del contratto;
  • A premio, in cui una delle parti, con il amento di un premio, si assicura alcune facoltà da esercitare alla scadenza.

Inoltre possono essere :

  • La vendita a termine dei titoli di credito è il contratto con cui il venditore si impegna a trasferire al compratore una data quantità di titoli allo scadere di un termine, mentre l'acquirente si impegna a are il prezzo corrente: ne consegue che se il prezzo di mercato è in rialzo, ci guadagna il compratore, se invece è in ribasso, ci guadagna il venditore.
  • Il riporto è il contratto con cui un soggetto trasferisce in proprietà all'altro contraente una data quantità di titoli di una data specie attraverso il amento di un prezzo, ed il riportatore assume l'obbligo di trasferire al riportato, la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie, verso rimborso del prezzo. Il riporto di banca consente al possessore dei titoli di ottenere un finanziamento da una banca a condizioni migliori di quelle ottenibili sul mercato, alienando i titoli.

Il mercato finanziario

Il soggetto che ha disposizione dei risparmi inutilizzati si trova nella condizione di poter effettuare investimenti finanziari, la cui scelta è complicata perché richiede competenza e professionalità, per questo si affida il risparmio a soggetti esperti in intermediazione finanziaria.

Il T.U. definisce l'oggetto degli investimenti come strumento finanziario, e sono: azioni, obbligazioni, titoli di stato, quote di fondi comuni; mentre definisce strumenti finanziari derivati i contratti su strumenti finanziari, su tassi di interesse, valute, merci e indici, i contratti di scambio a pronti e a termine. La gestione del risparmio può essere:

Individuale: l'esercizio professionale nei confronti del pubblico dei servizi di investimento è riservato alle società di intermediazione mobiliare e alle banche, le quali per esercitare devono essere autorizzate dalla CONSOB e iscritte a un albo; i servizi comprendono la negoziazione di strumenti finanziari, il collocamento dei titoli, la gestione di portafogli di investimento, la ricezione e trasmissione di ordini;

Collettiva: svolta unitariamente a favore di più clienti i cui risparmi sono stati preventivamente raccolti; si intende il servizio che si realizza attraverso la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni di investimento e l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti e la gestione del patrimonio mediante l'investimento avente oggetto strumenti finanziari, crediti o altri beni mobili o immobili. La gestione avviene attraverso organismi di investimento del risparmio che sono i fondi di investimento e le società di investimento a capitale variabile. SICAV, società di investimento a capitale variabile: società per azioni a capitale variabile avente per oggetto esclusivamente l'investimento collettivo del patrimonio raccolto con l'offerta al pubblico di azioni. La società investe direttamente in strumenti finanziari il proprio patrimonio.

v  Per fondo comune di investimento si intende il patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte. In questo caso il risparmiatore partecipa con una quota ad un organismo di investimento collettivo; questo investimento offre il vantaggio di poter essere diversificato  su titoli differenti, per ridurre il più possibile il rischio degli investitori: infatti se uno dei titoli va male, la perdita può essere compensata dai guadagli realizzati con altri titoli che vanno bene.

v  Per fondo aperto si intende il fondo comune di investimento i cui partecipanti hanno diritto di chiedere in qualsiasi tempo, il rimborso delle quote. Le somme sono investite dalle società di gestione in strumenti finanziari che restano di proprietà del fondo gestito e possono essere negoziati e sostituiti nella prospettiva del massimo guadagno.

v  Il fondo chiuso si ha nel caso in cui il diritto al rimborso delle quote viene riconosciuto ai partecipanti solo a scadenze determinate.

v  Fondi pensione mirano ad assicurare ai lavoratori trattamenti pensionistici complementari; il patrimonio del fondo si costituisce con le contribuzioni dei datori di lavoro o dei lavoratori. I regolamenti di ciascun fondo specificano il tempo e le modalità di rimborso del fondo rispetto alle forme pensionistiche obbligatorie.


LE ASSICURAZIONI

La funzione di base di copertura di rischi richiede la raccolta di grandi quantità di denaro attraverso il cumulo dei premia assicurativi; una parte copre costi e profitti dell'impresa stessa, una parte va investita per garantire solidità all'impresa e una parte ritorna al mercato erogata ai soggetti in presenza di eventi dannosi specificati nel contratto di assicurazione, svolgendo una funzione di redistribuzione delle risorse. Ma è anche un intermediario finanziario, sia perché con certi prodotti assicurativi promuove forme di risparmio e sia perché sono abilitate a fungere da veri e propri promotori finanziari che offrono forme diverse di investimento e realizzano un'attività di raccolta del risparmio. Naturalmente sono imprese soggette al controllo del Ministero dell'Industria e dall'Istituto per la vigilanza delle assicurazioni.

L'assicuratore è un imprenditore che dispone di un'organizzazione economica adeguata e un patrimonio che garantisce la possibilità per far fronte agli impegni; infatti l'impresa di assicurazioni può essere esercitata solo da enti pubblici, società per azioni o cooperative.


L'art. 1882 definisce l'assicurazione come il contratto con il quale l'assicuratore verso il amento di una somma di denaro, il premio, si obbliga a tenere indenne l'assicurato del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero are un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana.

È un contratto consensuale di cui è prevista la forma scritta a fini di prova; la forma più usata è il modulo o formulario conurato come proposta del cliente che chiede di essere assicurato, e il documento rilasciato che prova l'esistenza del rapporto è detto polizza. L'esistenza del rischio è un presupposto ed elemento essenziale della causa del contratto:

v  se il rischio non esiste al momento della conclusione del contratto, questo è nullo per difetto di causa;

v  il rischio può venir meno durante lo svolgimento del contratto, per esempio la casa assicurata contro incendi viene distrutta da un terremoto, in tal caso il contratto si scioglie, ma l'assicuratore ha diritto al amento dei premi finché la cessazione del rischio non è comunicata.

v  Se invece il rischio si attenua l'assicuratore può esigere solo il minor premio;

v  infine l'aggravamento del rischio determina un potere di scelta dell'assicuratore che può aumentare il premio o recedere dal contratto.


L'assicurazione contro i danni è quella che copre il rischio per sinistri che determinano la perdita di un cespite patrimoniale o di un profitto sperato. Se l'assicurazione copre solo una parte del valore del bene, l'assicurato non consegue l'intero ammontare del danno sofferto, perché si applica la regola proporzionale per cui l'assicurato riceve una somma che sta al totale del danno. 


L'assicurazione contro la responsabilità civile è una sottospecie di ass. contro i danni: l'assicuratore è obbligato verso l'assicurato al rimborso di quanto questi debba are al danneggiato; può are direttamente al danneggiato ma non è obbligato.

L'R.C.A. è un'assicurazione obbligatoria per cui tutti i veicoli a motore circolanti su strada con targa devono essere coperti dall'assicurazione; in caso di sinistro, il terzo danneggiato ha azione diretta contro l'assicuratore.


Assicurazione sulla vita: ha funzione previdenziale il cui contratto prevede l'obbligo dell'assicuratore di are un capitale o rendita al verificarsi di un certo evento connesso alla vita umana e si divide in:

v  assicurazione per caso di morte dove il amento è collegato al verificarsi della morte dell'assicurato o di un terzo , il quale deve essere d'accordo: il consenso del terzo deve essere provato per iscritto;

v  l'assicurazione in caso di vita prevede il amento per l'ipotesi in cui l'assicurato o un terzo sia ancora in vita dopo un certo numero di anni.

v  Mista è l'assicurazione che promette il amento della prestazione all'assicurato che sopravviva a una certa data o a un beneficiario se l'assicurato muore prima di quel termine.

Il beneficiario è la ura del contratto in favore di terzi, la designazione può avvenire nel contratto, con dichiarazione scritta o per testamento, l'accettazione del beneficiario impedisce la revoca degli eredi, mentre è sempre revocabile dallo stipulante.


IL LAVORATORE

IL LAVORO SUBORDINATO Per il datore di lavoro la remunerazione del prestatore di lavoro e il trattamento giuridico ed economico costituisce un costo: minore è la retribuzione, maggiore è l'utile;si sono quindi sviluppati provvedimenti legislativi di protezione per la tutela del lavoratore intesa come obiettivo che interessa alla generalità, in quanto coincide con i valori protettivi della Cost.: il diritto al lavoro, all'equa retribuzione, previdenza sociale,rispetto della dignità umana. Anche l'interesse dell'imprenditore si proietta verso la collettività, anche qui la Cost. tutela la libertà dell'iniziativa economica e il sistema di economia sociale di mercato.

Il contratto collettivo concluso tra associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori è un contratto di diritto privato che ha forza di legge tra le parti che sono le associazioni stipulanti: il contratto vincola solo i loro iscritti, non ha efficacia per tutti gli appartenenti alla categoria, non ha efficacia erga omnes.

Il contratto di lavoro stabilisce alcune regole circa l'assunzione del lavoratore, ma il codice non da una nozione specifica, definisce invece la ura del prestatore di lavoro subordinato come collaboratore dell'imprenditore. La subordinazione significa ce il lavoratore si obbliga a prestare la sua attività entro l'organizzazione predisposta dall'imprenditore, c'è quindi il rischio dell'attività a carico dell'imprenditore, e ciò significa che:

  1. Che il lavoratore subordinato è obbligato a prestare una determinata attività nei modi convenuti e con la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, non a produrre un risultato;
  2. Che l'imprenditore sopporta verso terzi il rischio dei danni provocati dai dipendenti, sia per inadempimento sia per fatti illeciti che per danno da prodotti difettosi.

Strettamente connesso alla subordinazione è l'obbligo di fedeltà del prestatore di lavoro che non può fare concorrenza all'imprenditore,né in proprio né conto terzi, e non può divulgare notizie attinenti all'organizzazione e metodi di produzione; il patto di non concorrenza per il periodo successivo alla fine del rapporto è valido solo se prevede corrispettivo e se è contenuto in un limite di tempo di 5 anni se si tratta di dirigenti o tre negli altri casi, a forma scritta a pena di nullità.

All'atto dell'assunzione si determinano le mansioni che delimitano il tipo di attività affidate al lavoratore, che deve osservare le disposizioni impartite e deve utilizzare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta. Dalle mansioni dipende la qualifica di dirigente, impiegato, operai o quadro (art .2095).

La retribuzione può essere stabilita a tempo o a cottimo e deve essere corrisposta nella misura determinata dalle norme corporative, con le modalità e nei termini di uso nel luogo in cui il lavoro si svolge. L'obbligatorietà della retribuzione a cottimo si ha quando il lavoratore è vincolato all'osservanza di un determinato ritmo produttivo o quando la retribuzione è misurata in base al risultato delle misurazioni dei tempi di lavoro.


La tutela del lavoratore subordinato

  • Dalla legge viene tutelata la libertà e la dignità del lavoratore; si garantisce il diritto di costituire associazioni sindacali e l'attività sindacale; si sanziona la condotta antisindacale  dell'imprenditore prevedendo la possibilità di ricorso delle associazioni sindacali: il giudice se ritiene esistente la violazione ordina la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione dei suoi effetti con decreto motivato immediatamente esecutivo.
  • La legge stabilisce inoltre una superprotezione dell'interesse del lavoratore attraverso l'inderogabilità delle norme che ne definiscono i diritti, ogni patto contrario è invalido; è una forma di nullità relativa, il prestatore può proporre una impugnativa del patto invalido entro il termine di decadenza di 6mesi dalla cessazione del lavoro o entro 6mesi dalla data della rinuncia o transazione. L'annullamento non produce l'effetto per il periodo in cui il rapporto ha avuto esecuzione, quindi il contratto viene disapplicato solo dove viola le norme a tutela del lavoratore che ha diritto comunque alla retribuzione.


Cause di estinzione del rapporto di lavoro

Cessazione legata alla durata del rapporto

il contratto può essere:

  • A tempo determinato, ammesso in forma scritta solo se giustificato da ragioni tecniche, organizzative, produttive o sostitutive; per i dirigenti può esistere solo con termine non inferiore ai 5anni.
  • A tempo indeterminato, non garantisce la stabilità del posto, ma è possibile il recesso in ogni momento, ma con preavviso.

Licenziamento

  • Con preavviso per giustificato motivo consente il licenziamento può consistere in un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del lavoratore o in ragioni inerenti all'attività produttiva o all'organizzazione;
  • Senza preavviso con giusta causa legittima il licenziamento in tronco, consiste in un fatto tale da non consentire la prosecuzione del rapporto.

reintegrazione

diritto del lavoratore in caso di licenziamento ingiustificato o in mancanza ad ottener e il risarcimento del danno, ma restano esclusi i lavoratori domestici, in prova e i dirigenti.


La riforma del mercato del lavoro, legge n.30 del 14 febbraio 2003

Collocamento: diversi soggetti possono inserirsi in tutte le fasi del processo di collocamento, dalla ricerca della candidatura all'assunzione, collaborando con il Ministero del Lavoro;

Interposizione e somministrazione di personale e manodopera: si prevede che un'impresa privata possa accordarsi con un'altra impresa per la somministrazione di personale, sia a tempo determinato che non. Il lavoratore che esegue prestazioni nell'altra azienda rimane comunque inquadrato nell'azione fornitrice, ma per evitare l'interposizione illecita si esige una certificazione che attesti la sussistenza dei requisiti di organizzazione e assunzione;

Lavoro a tempo parziale: il lavoro part-time viene liberalizzato sia nel senso di prevedere il datore di lavoro possa richiedere al lavoratore part-time lavoro supplementare, sia nel senso di introdurre elasticità di gestione e distribuzione temporale;

Tipologie di lavoro

  • Il job on call è il contratto di chiamata dove il lavoratore si obbliga ad una disponibilità di lavoro per un arco di tempo predefinito; 
  • Il job sharing è un contratto tramite cui due o più lavoratori si obbligano in solido a fornire una prestazione, ripartendo tra loro i tempi e le modalità di attuazione, e impegnandosi verso il datore con una obbligazione di risultato.
  • Il lavoro occasionale e accessorio è pensato in relazione a soggetti a rischio di esclusione sociale o ai margini del mercato e per esigenze che possono avere carattere di discontinuità e riferiti a soggetti che non possono assumere gli obblighi di un contratto a tempo indeterminato.  Si prevede retribuzione sotto forma di tickets o coupons.
  • Le collaborazioni coordinate e continuative: si prevede che possano essere stipulate solo in relazione ad un progetto per il quale il collaboratore impegna le energie lavorative.

Certificazioni dei rapporti di lavoro: è volontaria e ha il fine di limitare la litigiosità; non preclude azione di giudizio.

Lo sciopero: diritto di astenersi collettivamente dal lavoro, se ne esclude quindi la punibilità, ma anche la retribuzione per il periodo dello sciopero, ma non dall'adempimento del contratto.




IL LAVORO AUTONOMO

Il lavoratore autonomo si obbliga a compiere un'opera o un servizio verso un corrispettivo, offrendo a un soggetto le sue personali competenze, capacità tecniche e professionali, cercando di venire incontro alle richieste del committente scegliendo autonomamente i mezzi e i modi con cui soddisfarle, senza vincolo di subordinazione; ha una capacità decisionale pari all'imprenditore, ma non lo è, perché produce senza avvalersi di un'azienda.

Contratto d'opera materiale Contratto di scambio di lavoro in autonomia verso un corrispettivo. Il prestatore si obbliga ad eseguire l'opera o servizio assumendone il rischio: solo se l'opera sarà eseguita a regola d'arte il prestatore avrà diritto a ricevere il corrispettivo pattuito, c'è quindi un'obbligazione di risultato.

Il momento dell'accettazione dell'opera libera il prestatore d'opera da responsabilità per difformità o vizi non noti; il committente che scopra vizi o difetti non riconoscibili deve denunciarli entro otto giorni dalla scoperta, a pena di decadenza; fatta la denuncia ha un anno di tempo dalla consegna per far valere il diritto al risarcimento o alla risoluzione del contratto.

Secondo l'art.2228 in caso di impossibilità sopravvenute della esecuzione, il prestatore d'opera è liberato e ha diritto a un compenso per la prestazione.

Contratto d'opera intellettuale Ha come oggetto lo scambio tra prestazione d'opera intellettuale e il corrispettivo di un onorario ed è disciplinato dall'art .2229; essendo un'attività di prestazione di servizi rivolta al mercato deve considerarsi attività imprenditoriale solo se l'esercizio della professione costituisce elemento di un'attività organizzata in forma di impresa.

Il codice limita la responsabilità del professionista per i danni causati al committente nella prestazione di un'attività che implica la soluzione di problemi tecnici : il professionista risponde solo per dolo o colpa grave.

Il lavoro casalingo Il legislatore afferma che entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia; ma oggi ci si affida anche a collaboratori esterni tramite contratti di lavoro domestico, che individuano l'oggetto del lavoro nell'opera svolta per il funzionamento della vita familiare e delimitato a rapporti di almeno 4 ore giornaliere presso lo stesso datore di lavoro. Altra ura diffusa è la babysitter, con un contratto di lavoro atipico, variabile nel contenuto.


LA FAMIGLIA

La famiglia è il centro primario di sviluppo e di svolgimento della personalità, perciò il sistema del diritto di famiglia deve proteggere la personalità dei singoli all'interno della famiglia e alla difesa della famiglia come luogo e strumento di espressione della persona.

La famiglia è riconosciuta come società naturale, cioè una forma del vivere sociale radicata nelle strutture della società degli uomini; le sue leggi si trovano nel costume, il quale è frutto dell'evoluzione dei rapporti sociali, dell'organizzazione economica e della cultura e di tutto ciò che guida i comportamenti fondamentali.

La Cost. negli art. 29/30 si riferisce alla famiglia come gruppo formato dai coniugi e dai loro li, riconoscendo i diritti della famiglia legittima come società naturale fondata sul matrimonio ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi e sulla parità tra marito e moglie a garanzia dell'unità familiare, e disciplina i doveri e i diritti dei genitori riguardo al rapporto con i li, che siano legittimi o meno; in quanto è dovere dei genitori quello di mantenere, istruire ed educare i li e solo in caso di loro incapacità lo stato può intervenire.


IL SISTEMA MATRIMONIALE

Il matrimonio è :

  • l'atto con cui si costituisce il vincolo coniugale che disciplina le condizioni necessarie per contrarre matrimonio, la celebrazione, le cause di invalidità e le impugnazioni;
  • il rapporto che lega i coniugi che disciplina i diritti e i doveri, la separazione personale, lo scioglimento e i rapporti patrimoniali.

Con il concordato si effettua il matrimonio religioso con effetti civili, mentre per i culti acattolici la legge ammette la celebrazione ad opera del ministro di culto che potrà arricchire gli atti formali del matrimonio civile con quelli del proprio rito religioso.

  • È un atto puro: non sopporta condizione o termine;
  • È un atto libero: la libertà matrimoniale è protetta da norme imperative per evitare che la decisione sia obbligata o condizionata; quindi la promessa di matrimonio è priva di effetti obbligatori.
  • È un atto personalissimo che non ammette sostituzione o rappresentanza né volontaria né legale. L'art. 111 rende possibile il matrimonio per procura solo se uno degli sposi sia militare o risieda all'estero e per motivi gravi non possa essere presente.
  • È un atto solenne per il quale la legge prescrive requisiti inderogabili di forma: è essenziale la partecipazione dell'Ufficiale di Stato civile. È quindi un atto pubblico e complesso che combina la manifestazione della volontà degli sposi con le attestazioni e le dichiarazioni di un pubblico ufficiale.

La celebrazione del matrimonio può quindi essere provata solo con l'esibizione dell'atto raccolto nei registri dello stato civile, ma c'è l'eccezione nel caso in cui sia discussa la legittimità del lio di due persone che abbiano vissuto pubblicamente come marito e moglie e siano morti entrambi; in questo caso è ritenuto esistente il legame sulla base del possesso di stato, cioè quando sia provato che due persone avessero nome, modo di vita e fama di marito e moglie. La funzione delle pubblicazioni serve quindi a questo e ha far si che chi sia a conoscenza di impedimenti li faccia valere prima della celebrazione.


La capacità di sposarsi si acquista con la maggiore età, ma un minore di 16 anni può chiedere al Tribunale di essere ammesso a contrarre matrimonio per gravi motivi. Non può concludere matrimonio l'interdetto; sono capaci invece l'inabilitato e il soggetto sottoposto ad amministrazione di sostegno.

La nullità assoluta:

  • Matrimonio concluso da persona già coniugata
  • Contratto da soggetti legati da parentela fino al terzo grado
  • Contratto da persone delle quali una sia stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra
  • Si ritiene nullo il matrimonio tra persone dello stesso sesso

La nullità relativa invece l'azione spetta solo a uno dei coniugi, per esempio far valere l'incapacità naturale prevista dall'art. 120 che richiede solo la prova, la violenza o l'errore.

Infine c'è l'ipotesi di impugnazione quando si parla di simulazione, che si verifica allo scopo di far acquistare la cittadinanza italiana a persone straniere, o di godere di pensioni o trattamenti assistenziali. L'annullamento del matrimonio ha effetto retroattivo rimuovendo tutti gli effetti come se l'atto non fosse mai stato compiuto, tranne che:

  • Nei rapporti tra coniugi, solo in caso di matrimonio putativo, cioè celebrato in buona fede in quanto i coniugi avessero consentito al matrimonio ignorandone le cause di invalidità;
  • Riguardo i li nati o concepiti durante il matrimonio e anche quelli nati prima ma riconosciuti dai coniugi.

Una conseguenza particolare si ha in caso di responsabilità del coniuge in mala fede, al quale sia imputabile la nullità ed è tenuto a are un'indennità che corrisponda almeno al mantenimento per 3 anni.


La comunione dei beni è il regime patrimoniale legale della famiglia, con in alternativa schemi di convenzioni matrimoniali con i quali prima del matrimonio gli sposi possono creare un regime patrimoniale convenzionale. I beni personali dei coniugi non cadono nella comunione legale ma rimangono proprietà personale di ciascuno, come i redditi; invece il risparmio cade in comunione.

La comunione si scioglie in caso di separazione personale, scioglimento per morte o divorzio, annullamento, accordo dei coniugi, o per provvedimento del giudice su richiesta di un coniuge ed infine per fallimento di uno dei coniugi.

Le convenzioni matrimoniali hanno regole generali e devono essere stipulate con atto pubblico davanti al notaio e possono avvenire in ogni tempo. A tutela di terzi sia la stipulazione che le modifiche non possono essere opposte a terzi se non sono annotate a margine dell'atto e anche se il minore ha la capacità matrimoniale, l'incapacità contrattuale rimane. Infine non possono derogare diritti ed obblighi patrimoniali dei coniugi.

  • Separazione dei beni: ciascun coniuge rimane esclusivo titolare dei beni da lui acquistati;
  • Comunione convenzionale: modifica il modello della comunione legale, potendo inserire beni che sarebbero esclusi o viceversa, non è possibile la comunione totale.
  • Fondo patrimoniale si costituisce mediante la destinazione di beni immobili o mobili registrati o titoli di credito ai bisogni della famiglia, costituendo un patrimonio autonomo soggetto a vincolo di destinazione.

La famiglia di fatto è fonte di doveri morali e sociali e di obbligazioni naturali; il principio porta al coniuge separato esclusione di are il mantenimento a favore dell'altro che abbia avviato una convivenza, ma le conseguenze di questa sono:

  • Obbligazione naturale di irripetibilità delle erogazioni spontanee tra conviventi;
  • Validità dei Patti di convivenza;
  • La qualità di formazione sociale consente di guardare alla convivenza come a un fatto sufficiente a suscitare delle legittime aspettative che possono essere tutelate verso terzi, come il diritto del convivente al risarcimento del danno patrimoniale per la morte del comno provocata da terzi.

LA SEPARAZIONE PERSONALE si ha quando ognuno dei coniugi torna a vivere per conto proprio, ma lo stato giuridico dei coniugi rimane invariato (separazione di fatto):

  • Se uno dei due senza il consenso dell'altro, se ne va dalla casa coniugale e si rifiuta di tornare, si sospendono i doveri di assistenza morale e materiale per allontanamento ingiustificato;
  • La separazione di fatto è stata equiparata alla separazione legale nell'aspetto della successione;
  • Se è iniziata almeno 2 anni prima del 1970 vale come causa di divorzio;

Al provvedimento del giudice diventa SEPARAZIONE LEGALE che può essere:

Consensuale, con accordo dei coniugi che affermi il reciproco consenso e regoli i rapporti patrimoniali e l'affidamento dei li. Il giudice ha il dovere di tentare la conciliazione, in caso negativo deve controllare che i contenuti dell'accordo non siano contrari all'interesse dei li e del coniuge più debole. Se il giudice accerta che ciò non è tutelato può rifiutare l'omologazione e spetta ai coniugi fare un uovo accordo o chiedere la separazione giudiziale.

Giudiziale:art. 151 può essere chiesta quando si verificano fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all'educazione della prole. La podestà spetta a entrambi i genitori, ma il suo esercizio è attribuito esclusivamente al genitore affidatario,a cui spetta anche il diritto di abitazione nella casa coniugale, ma le decisioni più importanti devono essere prese di comune accordo; al genitore non affidatario spettano un potere di vigilanza e di ricorso al giudice nell'interesse dei giudici e il diritto di visita nei modi stabiliti dalla sentenza.

Il vincolo matrimoniale non si scioglie ma il rapporto dei coniugi viene modificato e ridotto:

  • Cessano l'obbligo di convivenza e il dovere di assistenza morale e materiale;
  • Si attenua il dovere di fedeltà;
  • La moglie mantiene il cognome del marito
  • Si scioglie la comunione legale;
  • Il coniuge che non ha mezzi o capacità di mantenersi può chiedere che il giudice stabilisca a carico dell'altro il mantenimento o assegnazione di una tantum;se invece la separazione è imputata a un coniuge in particolare, questo non può chiedere il mantenimento, ma solo un assegno alimentare e perde i diritti successori.
  • Si conservano i diritti successori.

Il divorzio è pronunciato dal giudice quando accerta che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non può essere mantenuta o ricostituita per l'esistenza di una delle cause previste dalla legge. Questo criterio non è lasciato a libera valutazione da parte del giudice, ma può essere accertato solo in presenza di:

    1. separazione legale durata per tre anni;
    2. sentenze di condanna penale, assoluzione per infermità di mente, estinzione del reato
    3. la non consumazione
    4. la rettificazione di sesso

il venir meno del vincolo coniugale fa cessare tutti i rapporti personali tra i coniugi: la donna perde il cognome del marito e si perdono i diritti successori; tenendo conto delle condizioni economiche, il giudice può disporre un assegno periodico, che dopo la morte può essere confermato a carico dell'eredità; il coniuge divorziato e non risposato e titolare dell'assegno periodico, può richiedere la pensione di reversibilità.

Gli alimenti servono per far fronte ai bisogni essenziali, presupposto dell'obbligo è quindi lo stato di bisogno, mentre il mantenimento riguarda tutta l'area dei bisogni che normalmente soddisfano in rapporto alle condizioni economiche e sociali, quindi i genitori sono tenuti a mantenere i li fino alla maggiore età e oltre se li avviati a un corso di studi che non permette di mantenersi, chiusa questa fase resta solo l'obbligo di alimenti. Quindi anche il coniuge che non ha mezzi sufficiente può chiedere il mantenimento, ma se la separazione gli è addebitata, ha diritto solo agli alimenti.

Quindi l'obbligo alimentare (433) è un'azione di solidarietà legata a rapporti di parentela o gratitudine; il primo obbligato è il donatario, dopo di lui sono obbligati il coniuge e i parenti più stretti secondo una scala che consente a chi sta più in basso di rifiutare e obbligare chi sta più in alto.


La FILIAZIONE LEGITTIMA: lo stato di lio legittimo si forma a partire dall'indicazione di maternità nell'atto di nascita e dalle presunzioni di:

  • se il lio è nato nel periodo che va da 180gg dopo le nozze, a 300 dopo la separazione, il divorzio, la morte del marito, scatta la presunzione legale assoluta secondo la quale il lio è concepito durante il matrimonio;
  • il lio concepito quindi si presume lio del marito, quindi può anche non risultare dall'atto di nascita;
  • anche il lio nato nei primi 6mesi di matrimonio si presume legittimo.

In mancanza dell'atto di nascita, basta provare il continuo possesso dello stato di lio legittimo, una situazione di fatto per cui è indispensabile che il lio abbia sempre portato il cognome del padre, che il padre l'abbia sempre trattato come lio e che come lio sia considerato nei rapporti sociali e riconosciuto in famiglia. l'azione di disconoscimento della paternità serve a far cadere la presunzione di paternità attraverso due ipotesi:

se il lio risulta concepito durante il matrimonio l'azione può essere avviata solo  se nel periodo legale di concepimento i genitori non hanno coabitato, se il padre era affetto da impotenza, o se si può provare l'adulterio.

Se invece il lio si presume non concepito durante il matrimonio l'azione è liberamente avviata.

La legittimazione ad agire e i termini sono dati dall'art. 244/247: possono agire il marito entro un anno dalla nascita, il lio entro un anno dalla maggiore età; la madre entro sei mesi dalla nascita.

Inoltre si può contestare la legittimità dimostrando che non esiste valido matrimonio tra i genitori, oppure che il lio non è stato partorito dalla donna, la quale ha simulato il parto di un bambino non suo o la sostituzione di neonato;la contestazione può essere aperta da chiunque ne abbia interesse.


LA FILIAZIONE NATURALE è la procreazione da parte di due persone non sposate, quindi un pieno rapporto giuridico di filiazione si costituisce con l'atto di riconoscimento di lio naturale o di accertamento con dichiarazione giudiziale di paternità o maternità del giudice. Il riconoscimento è un dichiarazione di scienza, un atto unilaterale che può essere fatto congiuntamente dai genitori, è personalissimo, non può essere compiuto da rappresentanti; è puro e irrevocabile. Sulla base della dichiarazione sta poi l'atto di nascita e a norma dell'art. 254 deve avvenire dopo la nascita o al concepimento. Il riconoscimento è possibile anche se il padre e la madre, al tempo del concepimento, erano sposati con altre persone (lio adulterino); è invece vietato il lio incestuoso, salvo buona fede. Per riconoscere un lio bisogna avere 16anni, è una capacità giuridica d'agire speciale, ma anche il lio deve dare il consenso, tranne che per decisione del giudice. In base alla forma il riconoscimento può avvenire:

Nell'atto di nascita con dichiarazione dell'ufficiale di stato civile;

Con dichiarazione apposita del giudice

Con testamento;

gli effetti del riconoscimento possono essere eliminati con l'impugnazione in caso di:

Difetto di veridicità;

Violenza morale;

Interdizione giudiziale.

Il lio naturale ha gli stessi diritti e doveri di un lio legittimo verso i genitori,ma c'è un limite nei confronti della famiglia legittima, per il quale il lio naturale di persona sposata, non può essere immesso nella casa familiare senza l'autorizzazione del giudice, del coniuge e dei li legittimi di età superiore ai 16anni. Diversa è anche la podestà dei genitori:

Se lio è riconosciuto dai genitori e convive con entrambi la podestà è rilasciata, decisioni prese d'accordo tra loro, ricorso al giudice in caso di conflitto;

Se riconosciuto da entrambi ma non convivono, la podestà è esercitata dal genitore che vive con il lio.

Se è stato affidato a terzi, la podestà è del genitore che ha riconosciuto il lio per primo.

Il lio prende il cognome del padre, in caso di riconoscimento congiunto, mentre in caso di riconoscimento separato prende il cognome di chi lo ha riconosciuto per primo.


L'ADOZIONE o filiazione civile, è un rapporto giuridico di filiazione che non si fonda sulla procreazione, ma su un provvedimento di giurisdizione volontaria (art.29ss). Per essere adottato un minorenne deve essere dichiarato adottabile dal Tribunale dei minori perché in situazione di abbandono e privo di assistenza morale e materiale; adottanti possono essere di regola solo due coniugi sposati da almeno tre anni e non separati nemmeno di fatto negli ultimi 3anni; chi non ha questa anzianità di legame può dimostrare di avere convissuto almeno 3 anni prima del matrimonio, mentre il singolo può adottare solo in casi speciali.

Gli adottanti devono essere perfettamente idonei e capaci di educare, istruire e mantenere il minore; la differenza minima di età tra l'adottante e l'adottato è 18anni, quella massima 45. il minore di 14anni non può essere adottato senza il suo consenso, è una capacità d'agire speciale, ma devono essere sentiti dal giudice anche il minore di 12anni e il bambino in considerazione alla capacità di discernimento.

Con questa forma di adozione si rescinde completamente il legame con la famiglia d'origine e il minore acquista lo stato di lio legittimo ed è perciò inserito nella famiglia come tale.

In molti casi è previsto L'AFFIDAMENTO PREADOTTIVO, per valutare se la convivenza sia positiva; ma è un procedimento rivolto anche a regolare e risolvere la situazione di un minore che sia temporaneamente privo di ambiente familiare idoneo.

Seconda l'art. 291 esiste anche l'adozione di maggiorenni con il consenso dall'adottante e dell'adottato, e ha lo scopo di dare una discendenza all'adottante, quindi i legami con la famiglia di origini non vengono recisi, l'adottato antepone il proprio cognome e nel contempo acquista verso l'adottante diritti e obblighi equivalenti a quelli di un lio legittimo, ma non instaura nessun rapporto con i parenti di questo.

L'adozione internazionale prevede che i genitori abbiano gli stessi requisiti richiesti dall'adozione interna e dichiarati idonei, devono conferire con la commissione per le adozioni internazionale, che trasmetterà le gli atti alla commissione che valutate le conclusioni, dichiarerà che l'adozione risponde al superiore interesse del minore in stato di abbandono e ne autorizza la residenza pronunciando gli effetti della adozione interna.


LE SUCCESSIONI A CAUSA DI MORTE

IL diritto delle successioni è retto dai principi fondamentali della:

  • libertà testamentaria, dove si riconosce ad ogni persona il potere di stabilire la sorte dei propri beni per il tempo in cui avrà cessato di vivere(587); riconoscendo e garantendo la successione testamentaria, il legislatore consente di dettare legge sui propri interesse oltre il confine della vita.
  • trasmissione familiare della ricchezza: in mancanza di testamento si usa un sistema di successione legittima(565) tra i parenti fino al sesto grado, secondo un criterio per cui il più prossimo esclude i più lontani; in secondo luogo, anche contro la volontà testamentaria, una quota dei beni al netto dei debiti è riservata dalla legge ai legittimari: coniuge, li legittimi e naturali, gli ascendenti in mancanza di li.
  • Successioni anomale:le indennità del lavoratore dipendente in caso di cessazione di rapporto di lavoro sono devolute ai superstiti secondo regole particolari, come per il contratto di locazione di immobili urbani o affitto dei fondi rustici.

Una delle regole fondamentali in materia di successioni è il divieto di patti successori, secondo l'art. 458 è nulla ogni convenzione con cui qualcuno dispone della propria successione impegnandosi a lasciare beni a certe persone, a escludere qualcuno dall'eredità o preferire una persona ad un'altra;ed è qualsiasi atto con cui un soggetto dispone dei diritti che gli potranno spettare in una futura successione altrui o rinunzia ai medesimi diritti(impegnandosi a cedere beni ereditari).


L'oggetto della successione è l'eredità, composta dalla totalità dei rapporti trasmissibili attivi e passivi di cui una persona è titolare e  L'istituzione dell'erede è l'intento a designare una o più persone come successori che sostituiranno il testatore come titolare del patrimonio per l'intero o una quota, acquista i beni ma anche i debiti, portando alla con-fusione dei patrimoni.

La delazione dell'eredità fa nascere nel chiamato il diritto di accettare, ma l'effetto retro agisce al momento dell'apertura della successione; è un atto unilaterale, puro e irrevocabile. L'accettazione è espressa con un atto scritto di voler accettare e un atto scritto con cui assume il titolo di erede; anche il silenzio vale come accettazione quando nel possesso dei beni ereditari e passano 3mesi dalla morte senza fare l'inventario o senza rinunciare all'eredità, infatti il diritto di accettare si prescrive in 10anni.

Il rischio della responsabilità illimitata per i debiti del defunto scoraggia il chiamato, per cui per tradizione si prevede l'accettazione con beneficio di inventario, cioè tener distinto il patrimonio del defunto da quello dell'erede, rispondendo dei debiti ereditari solo con i beni ereditari, ma solo entro tre mesi con atto pubblico, altrimenti è considerato erede puro e semplice. Questa accettazione è obbligatoria quando all'eredità è chiamato un minore, un interdetto o inabilitato, o una persona giuridica. L'erede cade dal beneficio d'inventario se aliena o sottopone a pegno o ipoteca beni ereditari; inoltre decade l'erede che ha omesso in mala fede di denunziare nell'inventario beni appartenenti all'eredità o passività inesistenti.

Tra coeredi nasce invece il problema della divisione che ciascuno può chiedere in qualsiasi momento e può essere:

  • Convenzionale con un contratto tra coeredi che si mettono d'accordo tra loro;
  • Giudiziale in mancanza di accordo: le porzioni sono assegnate per estrazione a sorte.

Quando la qualità dell'erede è dubbia o contestata, chi si afferma erede può agire con la petizione dell'eredità, diretta a far riconoscere la qualità di erede dell'attore e di ottenere la restituzione dei beni ereditari; l'azione è universale.

La rinuncia è un atto solenne, si fa con dichiarazione dal notaio o dal cancelliere del Tribunale: è atto puro, che non sopporta condizione o termine, totale, revocabile, retroattivo: il chiamato rinunziante si considera come mai chiamato all'eredità.


Il legato, è il lascito testamentario di un singolo bene patrimoniale e può essere:

  • Di specie se ha per oggetto la proprietà di una cosa determinato o un altro diritto esistente nel patrimonio;
  • Di genere se ha per oggetto una somma di denaro o una quantità di cose fungibili esistenti o meno nel patrimonio.

Si acquista senza bisogno di una accettazione, e si produce fin dal momento della morte del testatore tranne che per legato di genere e di cosa dell'onerato dove i frutti sono dovuti all'onerato solo dal gg della domanda giudiziale.


L'onere o modo è un obbligo imposto dal beneficiario di una liberalità, che limita la disposizione liberale, cioè i beneficiari non sono singoli soggetti determinato, ma l'adempimento dell'onere può agire qualsiasi interesatto: può trattarsi dell'obbligo di dare o di fare diretto a realizzare interessi diversi come disposizioni a favore dell'anima o a favore dei poveri.


Con la morte della persona si apre la successione (456) e prendono vigore le norme che regolano la successione, cioè il titolo a succedere degli eredi viene chiamato vocazione all'eredità che può essere:

LEGTTIMA

  • Nell'ambito dei parenti la posizione favorita è quella dei li e del coniuge che esclude tutti gli altri; la posizione dei li legittimi e naturali è paritaria, tranne che per il diritto di commutazione per cui un lio legittimo può soddisfare con denaro o altri beni ereditari la porzione del lio naturale, a meno che questi si opponga con la conseguente decisione del giudice; i li non riconoscibili sono esclusi, ma l'art. 580 riconosce il diritto ad un assegno vitalizio pari alla rendita della quota cui avrebbero diritto.
  • La presenza del coniuge esclude tutti gli altri parenti oltre il 2° grado, ma concorre con fratelli e li legittimi; ha comunque diritto di abitazione nella casa familiare e di uso dei mobili che la corredano. Il coniuge separato senza addebito conserva i suoi diritti successori che perde solo con la sentenza di divorzio; mentre il separato con addebito ha diritto solo agli alimenti. Il coniuge divorziato è escluso, ma se è in stato di bisogno e se aveva ottenuto gli alimenti, può chiedere un assegno a carico dell'eredità che perde se passa a nuove nozze.
  • I fratelli e le sorelle legittimi concorrono col coniuge, i genitori e gli ascendenti;
  • I parenti collaterali dal 3° al 6° di parentela succedono solo in mancanza degli altri, dopodiché successore legittimo è lo stato

I diritti dei legittimari

I legittimari sono il coniuge, i li legittimi e in mancanza di li, gli ascendenti legittimi, i quali ricevono una quota del patrimonio del defunto a loro riservata, ed è la quota indisponibile composta da una riunione fittizia del valore dei beni detratti i debiti e del valore dei beni usciti dal patrimonio durante la vita per effetto di donazioni.


TESTAMENTARIA

Il testamento è un atto revocabile, la revoca può essere totale o parziale, espressa, che consiste in una dichiarazione del testatore scritta come testamento successivo o con atto del notaio; o tacita, come l'incompatibilità tra le disposizioni contenute in un testamento e quelle di uno successivo, oppure la distruzione del testamento olografo se non si dimostra che il testatore ne era al corrente, oppure il ritiro del testamento segreto. È anche un atto unilaterale perché le decisioni prese devono provenire da un solo individuo. Deve esserci il requisito della volontà, non tanto nel suo complesso, ma nelle disposizioni testamentarie, che non devono avere vizi.

Sono legalmente incapaci di testare solo il minore,l'interdetto per infermità di mente e chi non è in grado di intendere e volere nel momento della stesura; sono legalmente capaci invece l'inabilitato, il soggetto sottoposto ad amministrazione di sostegno e l'interdetto legale.

Il testamento viene efficace con l'apertura della successione, che nel t.pubblico coincide anche con l'efficacia e l'eseguibilità; nel t. olografo e segreto l'eseguibilità è subordinata alla pubblicazione.

606 - è nullo il testamento quando manca l'autografia o la sottoscrizione nel caso di olografo, mentre per atto di notaio è nullo se mancano la redazione scritta del notaio o del testatore; per ogni altro difetto il testamento è annullato su istanza di chiunque ne abbia interesse, l'azione di nullità si prescrive in 5anni dall'esecuzione. Secondo l'art. 624 inoltre il t. è annullato dai vizi del volere:

  • L'errore sui motivi è causa di annullamento purché risulti dal testamento stesso e sia il solo motivo che ha determinato la volontà di disporre;
  • L'errore ostativo, cioè nell'eventualità che la volontà sia erroneamente manifestata possa essere ricostruita, la legge prevede che la disposizione abbia effetto quando dal contenuto risulti non equivoco quale persona il testatore volesse nominare realmente.
  • La violenza è morale, cioè la deposizione sotto minaccia;
  • Il dolo è il raggiro, la suggestione per guidare il testatore in direzioni che altrimenti non seguirebbe.

OLOGRAFO

atto scritto di pugno datato e sottoscritto, può essere lettera, ina di diario o altro purché contenga la volontà di disporre e non un progetto o proposito di disporre.

PUBBLICO

redatto dal notaio con due testimoni

SEGRETO

scritto dal testatore e consegnato in busta sigillata davanti a due testimoni dal notaio.

SPECIALE (durata temporanea, perdono effetto dopo 3 mesi che è cessata la situazione di emergenza)

forme diverse sono previste solo in caso di: malattie contagiose, calamità pubbliche, infortuni; durante viaggi per mare o aereo; da parte di militari in guerra o mobilitazione e resi autentici dal comandante, ufficiali o cappellani.

Capacità di succedere:

art. 462 capacità del nascituro: sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell'apertura del testamento; salvo prova contraria si , si presume concepito al tempo dell'apertura chi è nato entro i 300gg dalla morte della persona. Possono inoltre ricevere per testamento i li di una persona vivente al tempo della morte del testatore, benché non ancora concepiti.

Si parla di incompatibilità e quindi di incapacità a ricevere, quando le disposizioni sono fatte a favore di persone interposte come il notaio, il tutore, i testimoni e redattore di un testamento segreto.

Diversa è l'indegnità a succedere che colpisce l'erede e il legatario che abbiano compiuto azioni gravi contro il defunto, come l'attentato alla vita, denuncia calunniosa, raggiri per influire sulla volontà testamentaria: l'indegno deve restituire i frutti della successione. Inoltre l'indegno può essere riabilitato con atto pubblico o testamentario della persona defunta.

LA DONAZIONE-- Può avere oggetto qualsiasi diritto disponibile di cui il donatore sia titolare, è vietata e nulla la donazione di beni futuri; è richiesto l'atto pubblico a pena di nullità, ad eccezione della donazione manuale (il regalo di cosa mobile o modico valore).

La causa della donazione deve portare il risultato di arricchire gratuitamente una delle parti, se questo risultato sussiste, si ha un uso indiretto del contratto e si realizza una donazione indiretta.

  • L'0incapacità naturale annulla la donazione senza la questione di grave pregiudizio; la capacità legale invece è estesa al minore emancipato e all'inabilitato solo se la donazione è nel contratto di matrimonio.
  • La capacità di riceverla è estesa ai nascituri, anche non concepiti, purché li di persona vivente al tempo;
  • Il donatario non può essere un tutore o protutore del donante;
  • Può essere impugnata per errore sui motivi e può essere limitata da un modus.




















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